Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. RISPOSTA AGLI AUGURI ONOMASTICI1


Meriti dieci! Però c’è uno sbaglio! Bisognava aggiungere: Magnificat, perché avete detto: Dobbiamo a lei, dobbiamo a lei, dobbiamo a lei.... Andare un po’ più su: Magnificat!
Bisogna che io dica che, come servo della Provvidenza, sono stato assecondatissimo fino all’ultimo dalla Prima Maestra, quindi le cose si sono sveltite, appunto perché la sua collaborazione è stata sempre piena, docilissima. Allora tenete preziosa la vita della Prima Maestra, notate pure tutte le avvertenze, tutto l’indirizzo, tutti gli esempi che vi lascia, per imitare e seguire e, si capisce, prima comprendere. Siete così fortunate, e forse giorno per giorno neppure riuscite a comprendere, perché divengono cose abituali, fatte e dette con semplicità. Ma le cose si apprezzano di più quando non ci sono più, come si apprezza di più la salute quando manca. Questo è il primo rilievo.
Secondo: unire le vostre preghiere per il corso straordinario di Esercizi di maggio2, dal quale la Prima Maestra attende molti frutti, e in realtà dovranno essere molti, appunto perché sono come tre corsi di Esercizi uniti.
È bene che nel mezzo del cammino della vita ci sia un mese di Esercizi. E se non si fa un mese, saranno venti giorni... È un grande dono questo. Non tutte quelle che partecipano sono nel mezzo del cammino della vita3. Solo il Signore sa quanti sono i nostri giorni sulla terra, però nel Salmo4c’è una frase, anzi due frasi: La somma dei nostri anni è settanta; se uno poi è robusto, va a ottanta. Oltre gli ottanta, dolori e pene... Questo è nel Salmo. Naturalmente è poesia, non è una definizione
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di fede, non è vero? Quindi, il mezzo del cammino della vita non sappiamo quale sia, ma questo raduno, questo corso speciale di Esercizi ha uno scopo pastorale: per i sacerdoti è prescritto che ci sia un anno di pastorale; per coloro che invece al loro tempo non era prescritto, si supplisce ora facendo ogni due anni un corso straordinario di Esercizi. Le Figlie di San Paolo sono associate allo zelo sacerdotale, e vi partecipano nella misura che possono, però lo spirito è uguale. Quindi, pregare per il buon esito di questo corso.
Inoltre, c’è da dire che attualmente vi è una grande generosità nella propaganda, proprio in questi mesi in modo specialissimo. Quando due anni fa avevo detto: Celebreremo un anno biblico5, non pensavo che l’invito avesse una rispondenza così larga. E da parte vostra molto larga. Ma anche quelli che non appartengono e non stanno sopra la nostra sponda si sono messi a diffondere il Vangelo e la Bibbia. Allora, diceva S. Paolo: «Dummodo Christus praedicetur»6, per amore o per invidia, purché venga diffuso il nome di Gesù Cristo, il Vangelo. Quindi di conseguenza notando ciò che ho sentito in questi giorni, da due o tre mesi dobbiamo domandare al Signore che vi dia salute. Tutte le mattine domando che dia salute alle Figlie di San Paolo. Le ricordo tutti i giorni da due o tre mesi, affinché questa missione che è così bella, preziosissima fra le missioni, sia compiuta, ma vi sia anche il dono della salute, perché si possa compiere più largamente e più a lungo. Pregate anche voi: Salutem animae et corporis: per la salute dell’anima e del corpo.
Adesso, vi ringrazio di tutto. Impegno le preghiere. E allora che cosa domando a S. Giuseppe? Che cosa devo domandare?7 Spirito di preghiera... va bene. Uniamolo con ciò che io adesso ho nella testa. Quello che ha detto la suora e quello che avevo in mente di dire: Farvi delle Marie. S. Giuseppe vi
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faccia Maria. Che entriate nel cuore, nell’anima, nella mente della Madonna! Maria compì perfettamente la sua missione e S. Giuseppe l’accompagnò. S. Giuseppe vi accompagni perché siate tante Marie. Che begli esempi S. Giuseppe riceveva da Maria, che belle parole sentiva da Maria, e come imparava! E d’altra parte assisteva, custodiva e compiva la sua missione accanto a lei, prima per difenderla da ogni accusa e poi per facilitarla nella sua missione altissima. E come contribuiva alla sua santità, sebbene Maria fosse santissima.
È così che il Signore fa passare molte grazie attraverso chi guida, anche se chi guida è inferiore di virtù e di merito. Molte grazie passavano attraverso S. Giuseppe per arrivare a Maria, questo risulta anche dal Vangelo, nelle disposizioni che Giuseppe dava riguardo a Maria. Che S. Giuseppe vi faccia tante Marie: raccolte, liete, pie e amantissime dell’Istituto che è il grande segno della vocazione. L’amore all’Istituto è il grande segno di vocazione!
Poi ce ne sono anche altri, ma quando si perde l’amore all’Istituto, si perde la vocazione. Grande segno per ammettere alle professioni è questo: l’aspirante ha mostrato vero amore all’Istituto, perché uno deve andare dove vede che si troverà bene, dove gli piace, ognuno deve andare in quella vita a cui si sente portata, in cui prevede che starà bene. Allora: grande amore all’Istituto.
Adesso vi ringrazio anche delle offerte e particolarmente delle preghiere. Mi raccomando, particolarmente in questo tempo, perché andando avanti negli anni crescono i bisogni, crescono assai. E crescono assai particolarmente in questo tempo. Sono certo che voi avete pregato e continuerete a pregare.
Adesso vi do la benedizione, che si estenda, come avete detto, come ha detto chi ha letto bene: lontano, lontano, vada al Giappone, per esempio, arrivi là anche senza l’aeroplano. Può arrivare lo stesso la benedizione di Dio! Del resto, nella Messa io vi raccolgo sempre tutte attorno all’altare, quindi siamo sempre vicini, anche se materialmente dobbiamo stare un po’ lontano, non è vero? E poi non è che vi veda di rado, perché siete sempre lì attorno all’altare e quindi spiritualmente vi vedo tutte.
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Mi dicono che ora sono più difficili le vocazioni, ma questo lo constato non solo tra noi e tra voi, ma un po’ dappertutto. Allora, [occorre] questa sapienza: bisogna dire che anche lì ci vuole proprio un aggiornamento nel cercarle. Intendere, capire e utilizzare i tempi, il buono e il non buono. Il non buono per astenersi e quindi farsi i meriti e il buono per abbracciarlo, anche in questo punto ci vuole un aggiornamento. La ricerca, la formazione affinché, lo spirito che è sempre uguale, si possa vivere sempre meglio, più intensamente nelle circostanze di [questo] tempo, perché il tempo un po’ è bello, un po’ è brutto e un po’ è vario... secondo.
Adesso la benedizione a tutti i vostri desideri e a tutte le persone che già vi appartengono come Istituto, e a quelle che il Signore ha destinato per voi. Noi non le conosciamo ancora, ma gli angeli le conoscono e porteranno la benedizione a quelle persone, affinché corrispondano alla voce di Dio e un bel giorno facciano parte della vostra Famiglia, della vostra Congregazione!
Adiutorium nostri in nomine Domini…
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1 Meditazione tenuta a Roma il 18 marzo 1961. Il Fondatore risponde alla lettura della lettera augurale della comunità in occasione del suo onomastico. Trascrizione da nastro: A6/an 101a = ac 168a.

2 Cf med. 4, nota 3.

3 Cf Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno I, 1.

4 Cf Sal 90,10.

5 Il 30 giugno 1960 il Fondatore ha indetto l’Anno biblico. Cf C. A. Martini, Le Figlie di San Paolo Note per una storia 1915-1984, Figlie di San Paolo, Roma 1994, p. 294.

6 Cf Fil 1,18: «Purché [in ogni maniera, per convenienza o per sincerità] Cristo venga annunciato».

7 Colloquio con l’assemblea.