III
LA BIBBIA1
Questa sera parliamo della Bibbia e domandiamo veramente di cuore al Signore che mandi il suo Spirito, perché possiamo attentamente leggere la Bibbia, custodirla con riverenza e diffonderla ampiamente.
Che cosa è la Bibbia? La Bibbia è il grande libro, cioè il libro per eccellenza, anzi è una biblioteca di libri, perché consiste di settantatre libri, che formano il grande libro, cioè la sacra Scrittura, di cui quarantasei libri appartengono all’Antico Testamento che precede la venuta del Salvatore Gesù. Testamento significa alleanza di Dio con gli uomini. Iddio nell’Antico Testamento aveva promesso di benedire il popolo d’Israele, di custodirlo, guidarlo, favorirlo se il popolo rimaneva fedele e osservava i comandamenti. Perciò le promesse di Dio. D’altra parte, la corrispondenza dell’uomo alla volontà di Dio osservando la legge dell’Antico Testamento che particolarmente si riassume nei dieci comandamenti, dati dal Signore a Mosè sul Sinai.
Poi vi sono ventisette libri che formano il Nuovo Testamento. In questo il Signore fa come un patto, un testamento, un’alleanza con noi, con il mondo intero, con tutti gli uomini. Accogliere la redenzione, la salvezza portata da Gesù Cristo: «Quotquot autem receperunt eum dedit eis potestatem filios Dei fieri: Quelli che crederanno in Gesù saranno figliuoli di Dio»2 e se figli di Dio, eredi di Dio e coeredi di Gesù Cristo. Quindi, da una parte Gesù ci ha rivelato le verità da credere, ci ha insegnato la via della virtù, della salvezza e ci offre la sua
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grazia meritata mediante la sua passione. Se si crederà in Gesù, se si seguirà quello che Gesù ha insegnato, di cui ci ha dato l’esempio, e se noi acquisteremo, cioè vivremo nella grazia di Dio, ecco la salvezza eterna. Questa è l’alleanza, avrete il cielo: «Qui crediderit et baptizatus fuerit, salvus erit, qui vero non crediderit condemnabitur»3. Perciò, ecco il Nuovo Testamento, la condizione di accettare l’insegnamento di Gesù e di vivere secondo Gesù nella sua amicizia, nella sua grazia.
Qui abbiamo la seconda alleanza, cioè la seconda unione, il secondo patto di Dio con gli uomini. Il primo era specialmente fondato sul timore e sulle promesse di beni temporali. Il Nuovo Testamento è fondato sull’amore e sulle promesse dei beni eterni, del paradiso, dei beni spirituali e della salvezza. Quindi nel giorno finale del giudizio, Gesù darà la sua sentenza. Chi ha creduto in lui, chi ha seguito lui, chi è vissuto nella sua grazia: «Venite, o benedetti, nel regno del Padre mio»4. Chi invece non ha accettato la parola di Gesù, l’ha rigettata, l’ha combattuta, chi è vissuto malamente, cioè in modo diverso da quanto Gesù ha predicato e dato l’esempio; chi non è battezzato, cioè non è nella grazia di Dio, è già giudicato: «Andate nel regno eterno dell’inferno, preparato per il diavolo e per i suoi seguaci»5.
Quindi, i due Testamenti. Il primo, illustrato in quarantasei libri. Il secondo, illustrato in ventisette libri: i quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli e le quattordici lettere paoline. Poi le lettere di S. Pietro, le tre di S. Giovanni, la lettera di S. Giacomo, la lettera di S. Giuda e finalmente l’Apocalisse. Questi sono i libri del Nuovo Testamento.
In complesso si può dire che nella Bibbia è stato fissato sulla carta, sulle pergamene qualcosa di quello che Dio ha detto. Parlando solo del Nuovo Testamento, Gesù ha tanto predicato e ha praticato in modo sublime tutte le virtù. Gesù ha preparato la grazia con i suoi sacrifici, con le sue pene, con la sua morte. Gesù ha predicato, ha fatto tante cose. Gesù ha conquistato
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la grazia per noi. È scritto tutto? Non è scritto tutto, qualcosa della sua predicazione, della sua vita è stato scritto, fissato per mezzo dei Vangeli, degli Atti degli Apostoli, per mezzo delle lettere degli Apostoli e nell’Apocalisse stessa. Quello che non è stato fissato e che è stato tramandato dagli Apostoli nella loro predicazione, e in generale poi dalla Chiesa secolo dopo secolo, è la Tradizione. La Parola che è stata scritta è fissata e chiara. Con la Tradizione, formano la norma di fede. Cioè noi ricaviamo le verità dagli insegnamenti di Gesù Cristo dalle parole scritte nel Nuovo Testamento e dalla Tradizione, ma molte cose non sono state scritte. S. Giovanni alla fine del suo Vangelo dice: «Se dovessi scrivere tutto ciò che Gesù ha fatto, non basterebbe la terra a contenere tutti i libri che dovrei scrivere, tante sono le cose che egli ha detto e tante sono le cose che ha insegnato»6.
Ognuno può leggere la Scrittura. È desiderio della Chiesa che si legga la Scrittura. Quest’anno voi date un esempio grande di zelo, perché sono decine e decine di migliaia le copie dei Vangeli, degli Atti degli Apostoli e del Nuovo Testamento che vengono pubblicati e vengono diffusi. Veramente con grande zelo vi siete applicate all’Anno biblico.
Ma la Scrittura ha anche dei passi difficili. Non tutti sono capaci di capire il senso di alcuni versetti che sono alquanto misteriosi. Il Signore Gesù allora ha dato alla Chiesa l’incarico di far tre cose. Primo: custodire i libri, in maniera che non si corrompessero; che non si introducano parole che non sono di Dio, di Gesù Cristo; custodire intatta la Scrittura, il senso che intendeva Gesù, le cose che Gesù intendeva manifestare anche se il senso non è chiaro. Questo l’ha fatto sempre la Chiesa. Nel Concilio di Trento la Chiesa ha definito quali sono i libri che si possono ritenere parte della Sacra Scrittura.
Secondo: la Chiesa ha l’incarico di interpretarli ed è assistita dallo Spirito Santo per interpretarli bene e interpretarne il senso preciso. È assistita dallo Spirito Santo in maniera che non può errare, non può interpretare male la Scrittura. Qui, in generale, c’è la diversità fra i protestanti e i cattolici. I
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protestanti dicono: Io leggo la Bibbia, e quello che mi pare di capire, quello devo ritenere. Lo Spirito Santo deve illuminarmi e quello che egli mi suggerirà, ecco quello io crederò. Ma lo Spirito Santo non è promesso a ognuno per l’interpretazione della Scrittura. I cattolici invece sanno che la Scrittura è affidata alla Chiesa, e la Chiesa ne è l’interprete. Primo, ne è la custode, secondo, la interpreta.
Quindi, ad esempio, che cosa avviene tra i protestanti? Uno interpreta un versetto in un modo, un altro in altro modo. Le parole della consacrazione: «Hoc est corpus meum: Questo è il mio corpo»7, tra i protestanti hanno almeno duecento interpretazioni diverse. Può essere che Gesù abbia detto duecento cose e cose una contraria all’altra? Non è possibile. Gesù, Dio e Uomo, aveva una cosa precisa da dire e l’ha detta. E non può essere che dallo Spirito Santo proceda una luce per cui un uomo capisca queste parole in un senso e un altro le capisca in un altro. In venti secoli di storia, la Chiesa ha sempre detto la stessa cosa, cioè ha sempre detto che cosa significano quelle parole, le predica e dobbiamo crederle: sono la trasformazione del pane nel corpo di nostro Signore Gesù Cristo. Solo la Chiesa tutta insieme è infallibile. Può essere anche, e lo è, che parli il Papa personalmente, direttamente, ma in quanto è pastore universale della Chiesa: quando parla ex cathedra8 basta lui a definire il senso e proporlo a noi. Quindi, la Chiesa è custode, interprete.
Terzo: la Chiesa predica la Parola di Dio, predica quello che è scritto nei libri santi e lo propone a chi vuole credere. Non si può costringere l’uomo a credere, perché anche se lo si mettesse in catene, uno finisce con il pensare sempre come vuole, anche se dicesse il contrario per liberarsi dalle persecuzioni. E se è convinto del contrario, non ha la fede. Quindi la Chiesa custodisce, interpreta e propone la Scrittura e vuole, e qui è chiaro, che chi pubblica la Bibbia, la pubblichi non come gli altri libri, dove basta la revisione e [il permesso della]
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Curia. Bisogna invece che ci sia questo: la Bibbia si stampa sotto la direzione dei Vescovi e occorre che ci siano le note esplicative, perché chi legge la Bibbia, non la interpreti secondo il suo giudizio, ma la interpreti secondo la mente della Chiesa. I protestanti non mettono le note. I cattolici mettono le note approvate dall’autorità ecclesiastica, conformi al senso, al pensiero della Chiesa.
Allora, posto questo, noi dobbiamo in primo luogo pensare: Leggiamo la Bibbia? Questa è la prima parte dei nostri doveri rispetto alla Scrittura Sacra: Leggere la Bibbia. Ci si può fare un programma di lettura. Tuttavia, comunque si faccia, se non si muore giovanissimi a dieci anni, ma almeno una volta nella vita si legga tutta la Bibbia. Andando con ordine, in primo luogo si consiglia generalmente di leggere i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere, poi l’Apocalisse, cioè tutto il Nuovo Testamento. Qualcuno presenta anche qualche altro ordine, ma questo è il più consigliato.
Si passa poi ai libri dell’Antico Testamento: i libri storici, come per esempio Genesi, oppure le storie particolari come Giuditta, Ruth, ecc.; poi i libri sapienziali: il libro della Sapienza, il Cantico dei Cantici, l’Ecclesiastico, l’Ecclesiaste; quindi i libri profetici, i profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele e i profeti minori, che sono più numerosi e hanno scritto di meno.
Questo è un ordine. Se uno si prefiggesse di leggere un capitolo ogni giorno, in quattro anni leggerebbe tutta la Bibbia. Perché i capitoli sono solo milletrecentotrentaquattro, trentacinque, perciò in quattro anni si percorrerebbe tutta la Bibbia. La Bibbia può essere scelta come lettura spirituale, tanto più quando si tratta dei libri del Nuovo Testamento o dei libri sapienziali e profetici dell’Antico Testamento.
Dio ha scritto questa lettera agli uomini: la Bibbia. Ci si potrà domandare: Chi ha scritto non è Geremia, non è Mosè e non è S. Matteo, non è S. Paolo? L’autore è Dio. Chi scrive materialmente è l’uomo che è assistito da Dio a muoversi ed è guidato a scrivere ciò che vuole Iddio e come lo vuole Iddio. Quindi che cosa bisogna dire? Se il maestro in scuola detta agli alunni un tratto di un libro o un problema, ecc., detta e gli
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scolari scrivono. A chi appartiene ciò che è scritto: allo scolaro o a chi ha dettato? Il libro appartiene a chi ha dettato, gli altri, cioè gli scolari, le persone sono amanuensi, cioè scrittori, fanno la fatica di scrivere. S. Paolo ha scritto e Dio ispirava, Dio guidava. Dio reggeva lo scrittore perché non scrivesse altro che quello che voleva lui e come voleva lui. Quindi il vero autore è Dio, invece gli amanuensi sono quelli che eseguono l’opera, sono gli scrittori che noi chiamiamo agiografi, scrittori sacri.
In sostanza la Bibbia è la lettera di Dio agli uomini, perciò leggerla con riverenza. Se il papà scrive una lettera a una sua figliuola, questa, per poco che abbia di rispetto al papà, la legge volentieri, la legge con gusto, cerca di capirla bene, va fino alle ultime parole, alle ultime espressioni. E della Bibbia? Diciamo così per parlare chiaramente, ma bisognerebbe esprimersi meglio. Fra le umiliazioni che può subire il cristiano, specialmente il religioso alla fine della vita, quando si presenterà al tribunale di Dio, ci sarà questa: Tu, o Signore, hai scritto e io non mi sono neppure degnato di leggere ciò che mi hai scritto. Che cosa pensereste di una figlia che si regolasse così con una lettera del papà?
Leggere la Scrittura! Leggerla bene. Non è un romanzo, non è un libro di morale scritto da un uomo. Ci sono tanti bei libri di filosofia, di morale, di religione, ma la Bibbia è la lettera di Dio agli uomini. Allora va presa con profondo rispetto, e meglio, leggerla inginocchiati. Nella Comunione si riceve Gesù sacramentato vivo e vero; nella Bibbia si legge la sua Sapienza, che è la seconda persona della Santissima Trinità, è la Sapienza personificata. Quindi [leggerla] con grande amore, con rispetto, docilità di figli.
In sostanza, che cosa contiene la Bibbia? La Bibbia contiene l’invito di Dio al paradiso e ci indica la strada da tenere. Ecco tutto. È il Padre felicissimo, beatissimo in paradiso, che vuole vedere attorno alla sua mensa tutti i suoi figliuoli, e ha scritto l’invito ad entrare alle nozze eterne, ad andare «ut sedeatis et bibatis in regno Patris mei»9. È l’invito ad andare in paradiso e ci indica la strada da seguire: ciò che si deve pensare
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e si deve fare, ecco tutto, riassunto in poche parole. Ci sono poi tanti fatti, tanti esempi, tanti discorsi, ma vi è riassunto l’invito del Padre celeste a dirigere i nostri passi verso il paradiso e ci indica la strada giusta, ci mette in guardia dai passi falsi che non portano [alla meta]. Poiché due sono le vie: vi è la via stretta che mette capo al paradiso e vi è la via larga, che mette capo all’eterna perdizione10. Leggere perciò la Bibbia con riverenza, con umiltà, con desiderio di praticarla.
Quindi, diffondere la Bibbia, e in particolare in quest’Anno biblico11. La diffusione, particolarmente in quest’anno è molto abbondante. C’è proprio da ringraziare il Signore che ha messo in voi tanto zelo. Dobbiamo dire al Signore che mandi lo Spirito Santo e ci faccia capire la Bibbia secondo il senso che lo Spirito Santo intendeva quando dettava la Scrittura e ci dia la grazia di diffonderla con quell’amore con cui Gesù ha predicato il Vangelo. Portare la Scrittura con le intenzioni con cui Gesù ha predicato il Vangelo, cioè per invitare gli uomini al cielo seguendo la strada giusta, sicura. Porgere alle anime l’invito. Non un invito a una festa terrena, non un invito a una accademia, ma è l’invito all’eterno paradiso, alla casa del Padre celeste, dove egli aspetta tutti i suoi figliuoli e indica la strada da tenere. Allora dare la Bibbia con lo stesso spirito e lo stesso cuore con cui Gesù ha predicato il suo Vangelo.
Amore alle anime! Quando c’è l’amore si diviene industriosi e si fanno tante invenzioni, tante industrie sante per meglio adempiere il mandato che avete [ricevuto]: siete qui in primo luogo per la Bibbia. Quando nelle Costituzioni è messo l’ordine di quello che dovete diffondere, come è l’ordine? Catechismo, Bibbia, Tradizione. Poi vengono tutti gli altri libri di cultura religiosa e magari anche di scienze civili. Dice S. Paolo: «Quidquid bonum, quidquid verum, quidquid pulchrum: Tutto quello che è buono, che è vero, quello che è bello»12, in sostanza quello che giova [al prossimo], si può diffondere. In primo luogo però la Scrittura e la dottrina della Chiesa. Perché
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si mette prima la dottrina della Chiesa, il catechismo? Perché la predicazione è più necessaria della Bibbia. I catechismi sono più necessari della Bibbia. In principio gli Apostoli non avevano scritto il Vangelo, ma predicavano ciò che avevano sentito da Gesù. Quello che è assolutamente necessario è istruirsi nella religione mediante i catechismi, la predicazione, le letture buone. Poi ricorrere alle due fonti. La Chiesa quello che ci presenta nei catechismi e nella predicazione, lo ricava dalle due fonti: Scrittura e Tradizione. Prima la Scrittura.
Non è una cosa libera per noi diffondere o non diffondere la Bibbia, e prima ancora diffondere o non diffondere i catechismi: è dovere. Non possiamo dire: Non rispondo io, se il catechismo non viene diffuso, se la Bibbia non viene diffusa, in sostanza, se la dottrina della Chiesa non è comunicata. Noi abbiamo questa missione. È nostro dovere, è il nostro ufficio. Certo, in primo luogo sempre il catechismo e tutto ciò che riguarda e completa la predicazione.
Adesso, con buon spirito e inginocchiate davanti a Gesù: Munda cor meum ac labia omnipotens Deus: Signore monda le mie labbra e il mio cuore13, perché io possa portare degnamente il tuo Vangelo. Come siete elevate nella missione, in questo! Perché la propaganda è il primo vostro ufficio, il più onorifico dei vostri uffici?
Non ci sta né redazione né altro. La prima cosa è proprio portare il Vangelo e la dottrina della Chiesa. È per questo che siete ‘associate allo zelo sacerdotale’. Quel libro14 è stato scritto per preparare il vostro spirito, ciò che poi è stato fissato nelle Costituzioni. Quindi, niente adesso viene ad essere novità. Prima che voi vi raccoglieste in una istituzione, prima che nasceste, il Signore già aveva preparato quello che avreste dovuto fare e in questo la vostra missione si eleva ad associarsi alla missione del sacerdote15.
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il [6] marzo 1961. Trascrizione da nastro: A6/an 99a = ac 164b.
2 Cf Gv 1,12: «A quanti però l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio».
3 Cf Mc 16,16: «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato».
4 Cf Mt 25,34.
5 Cf Mt 25,41.
6 Cf Gv 21,25.
7 Cf Mt 26,26.
8 Formula latina con cui si indica che una dichiarazione del Papa riguardante la fede e i costumi è pienamente valida per i fedeli.
9 Cf Lc 22,30: «…perché mangiate e sediate alla mia mensa nel mio regno».
10 Cf Mt 7,13-14.
11 Cf med. 2, nota 49.
12 Cf Fil 4,9.
13 Purifica il mio cuore e le mie labbra, o Dio onnipotente… Cf Preghiera che il celebrante recita prima di leggere il Vangelo.
14 Cf Giacomo Alberione, La donna associata allo zelo sacerdotale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001.
15 Cf UPS, pp. 164-165.