Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Ariccia, 14 febbraio 1961
I
DIFFUSIONE DELLA BIBBIA1


Migliorare la preghiera è uno dei fini principali di tutti i corsi di Esercizi spirituali per il 1961. Ora, la pietà nostra può essere migliorata in modo particolare mediante la lettura della Sacra Bibbia, specialmente del Vangelo. La meditazione della Bibbia per ottenere la grazia di capirla meglio e di pregare meglio, quindi la diffusione, l’opera della propaganda. Le Figlie di San Paolo hanno in modo particolare [il compito della] diffusione della Parola di Dio. Non sono per insegnare, ma sono per essere associate allo zelo sacerdotale2. Il fine particolare è questo, e risulta non solo dalle Costituzioni, ma da ciò che da tanti anni è stato scritto e tante volte viene ripetuto. Non soltanto comprendere il fine, ma viverlo. Le più benemerite e più centrate nella vita paolina sono quelle che si danno alla propaganda, le Figlie specialmente addette alla propaganda. Le altre sono tutte per questo: tutto quello che si fa nell’Istituto ha due fini, cioè il primo articolo: santificazione; secondo articolo: diffusione, cioè l’apostolato delle edizioni nella maniera propria della donna, come Maria.
Ecco allora qualche pensiero sulla Bibbia: primo, come lettura, secondo, come aiuto nella preghiera e terzo come diffonderla. Voi conoscete già un po’ la Bibbia. C’è chi la conosce più ampiamente e chi invece ha una cognizione sufficiente e non larghissima.
La Bibbia è divisa in due parti: Antico Testamento e Nuovo Testamento. Che cosa significa Testamento? Testamento significa alleanza di Dio con l’uomo. Nel tempo antico, ossia prima
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della venuta di Gesù Cristo, la salvezza dipendeva dalla fiducia, dalla speranza nel Messia venturo e dalla Donna che per mezzo del Figlio suo avrebbe calpestato, schiacciato il capo del serpente. Questo fatto, ossia la Donna che schiaccia la testa al serpente, si avvera sul Calvario. Là è stato vinto il peccato, è stato vinto il demonio, perché se il serpente era riuscito a far chiudere il paradiso, perché con il peccato non si poteva entrare in paradiso, allora senza la grazia non ci può essere la vita soprannaturale, quindi la vita eterna. Se il demonio era riuscito a questo, Gesù Cristo con la sua morte ha riaperto il cielo. Ed era Maria che lo offriva: «Ella ti schiaccerà la testa»3, il vittorioso diavolo era stato vinto. Vittoria piena di Gesù Cristo e della sua Madre santissima. Quindi il Testamento era questo: la promessa di Dio per la venuta del Messia salvatore: «Ut finem accipiat peccatum et deleatur iniquitas»4.
L’alleanza del Nuovo Testamento è questa: gli antichi guardavano il futuro, noi guardiamo il Calvario, dove in quel Venerdì Santo è stato eretto sulla croce il Figlio di Dio incarnato. Quindi gli uomini tutti, quelli che hanno preceduto, e quelli che per mezzo della salvezza di Gesù Cristo guardavano il Calvario, sebbene non capissero del tutto, un simbolo c’era5. Quando [nel deserto] i serpi mordevano gli ebrei e, per castigo, i morsicati morivano, allora per ordine di Dio Mosè costruì un serpente di bronzo e lo mise alla vista di tutti e quelli che guardavano quel serpente, erano risanati dal morso dei serpenti6. Così coloro che guardavano al Messia venturo, speravano in lui la salvezza7. Dopo la morte, per esprimerci con la Scrittura, sarebbero stati trasportati nel seno di Abramo. Quindi Lazzaro era lassù nel seno di Abramo e lontano da lui il ricco epulone sepolto nell’inferno8. Ora, gli uomini che sono venuti dopo il Calvario, devono volgersi indietro: la redenzione è avvenuta
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là, l’alleanza è quella. Noi tutti dobbiamo sperare nel Crocifisso.
Ecco i due Testamenti. Quindi quarantasette libri illustrano l’alleanza antica, come dovevano vivere gli uomini, osservando bene i comandamenti della legge naturale e sperando nel Messia. Ora gli uomini devono andare avanti, cioè vivere la legge evangelica, non soltanto la legge mosaica, e sperare in Gesù Cristo venuto. Allora, prima la legge del timore di Dio, oggi la legge dell’amore di Dio: «Amerai il Signore Dio tuo con tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze. Amerai il prossimo tuo come te stesso»9. Le due alleanze, una nel timore, e l’altra, che è perfezionata, nell’amore. Sì, anche nel timore del castigo di Dio, del giudizio e dell’inferno. Ma evitare il peccato specialmente, perché è offesa e disgusto a Dio e perché ha contribuito ai dolori e alla passione di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù per cancellare il peccato, è morto sulla croce.
Quindi la Bibbia va letta con queste idee: l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento, ognuno dei due Testamenti ha le sue proprietà. Perciò i libri del Nuovo Testamento: i quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le lettere di S. Paolo, le lettere degli altri Apostoli e poi l’Apocalisse ci spiegano lo spirito del Nuovo Testamento. Lo spirito è l’amore a colui che ci ha amato fino a morire sulla croce per noi e ci ha riaperto il paradiso, e l’amore a Dio sommo bene, eterna felicità in cielo. Così la Bibbia.
Ora, come considerare la Bibbia? Perché il Signore ha voluto che venisse scritto il Libro divino? Il Signore ha parlato innumerevoli volte per mezzo dei profeti, per mezzo dei giusti dell’Antico Testamento, per mezzo di coloro che erano i saggi, ossia gli scrittori, i patriarchi dell’Antico Testamento e quelli che erano fedeli alla legge mosaica. Il Signore ha parlato tante volte, ha richiamato tante volte gli ebrei, i quali anche dopo essere stati liberati dalla schiavitù dell’Egitto, sovente si lasciavano andare e cadevano nel male. Allora, il Signore ha disposto che una parte delle sue parole venisse scritta:
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«Multifariam multisque modis locutus est nobis Deus, novissime vero in Filio suo»10.
Prima parlava per mezzo dei patriarchi, dei profeti e di uomini giusti, in ultimo ha parlato per mezzo di Gesù Cristo. Il Signore dispose che una parte di ciò che Dio aveva insegnato nell’antico tempo, e quello che Gesù ha insegnato nel nuovo tempo, nel Nuovo Testamento, venisse scritta. Una parte soltanto, ma sufficiente per noi. Questa parola scritta sia interpretata secondo verità. «Lo Spirito Santo che vi manderò dal Padre, egli vi suggerirà tutto e vi spiegherà tutto quello che io ho detto a voi»11, perché molte parole sono oscure, ma nella Chiesa c’è lo Spirito Santo che la dirige, perché la Sacra Scrittura, la Parola di Dio sia interpretata bene, sia spiegata infallibilmente.
Perciò la condanna dell’errore protestante. I protestanti dicono: No, ognuno ha lo Spirito Santo e interpreta la Scrittura come gli suggerisce lo Spirito Santo. Questo non può essere. Difatti solo sulla parola della consacrazione: «Hoc est corpus meum»12 vi erano circa trecento interpretazioni, una diversa dall’altra. Lo Spirito Santo non può insegnare in trecento modi, uno contrario all’altro. È la Chiesa che è investita dallo Spirito Santo ed è infallibile. Ed è la Chiesa che ha autorità di insegnare. La Chiesa ha il compito di guidare gli uomini nella verità, nella giustizia, nella salvezza. Ecco il compito della Chiesa riguardo alla Sacra Scrittura. Sentirete tante cose, ma questo è ciò che si deve credere e che si deve vivere.
A che cosa serve la Scrittura? La Scrittura serve prima [di tutto] a fissare le verità, poiché le cose dette a voce possono venire interpretate variamente. E allora uno non capisce oppure capisce male, e può essere che uno interpreti del tutto diversamente dall’altro. È Gesù Cristo che insegna, non ha insegnato due cose opposte, ne ha insegnata una, ed è la verità. La Scrittura fissa le verità, le determina, in essa sono registrate
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le cose da credere: la Scrittura è maestra di fede, in primo luogo. Però non è che sia necessaria la lettura della Bibbia, è utile: «Ogni Scrittura divinitus inspirata, utilis est»13. È utile, dice la Scrittura stessa, perché ci possono essere molti i quali hanno solo studiato il catechismo, oppure analfabeti che non hanno neppure letto il catechismo, ma hanno seguito la spiegazione del catechismo fatta dal sacerdote. La necessità è questa: essere istruiti nelle cose fondamentali della religione. Questo è necessario.
Invece la lettura della Bibbia è utile, e più la si legge e più si porta contributo alla fede, più si allargano le cognizioni che riguardano la fede, le cognizioni che sono il messaggio della salvezza di Dio agli uomini. Il Figlio di Dio è venuto per completare l’insegnamento degli antichi profeti, dei patriarchi, ecc. Egli si è fatto a noi verità: «Io sono la verità»14 e «Unus est magister vester, Christus»15, poiché ogni altro maestro non può dare la grazia, non è la verità e può sbagliare. La Scrittura quindi è maestra di fede, allarga le cognizioni. Se si legge la Scrittura si ha un’istruzione molto più ampia riguardo al messaggio della salvezza. Si ha un’istruzione molto più larga per comprendere le verità e lo spirito del Vangelo, interpretato in modo particolare da S. Paolo e dagli altri Apostoli, quindi dalla Chiesa, che ha ereditato la missione degli Apostoli stessi. La lettura quindi è utile, [la Scrittura] è maestra di fede.
Secondo: [la Scrittura] è maestra di giustizia, cioè di santità. Gli esempi che leggiamo nella Scrittura e i precetti che ci sono, sono un complesso di insegnamento morale. Considerate ad esempio Adamo: l’imprudenza a mangiare il frutto vietato. Adamo si umilia, si rimette nelle mani di Dio e fa la penitenza. E tutta la storia che è scritta nella Genesi, nell’Esodo, nel Levitico, nei Numeri, ecc. Poi i libri profetici che contengono molte profezie: Geremia, Isaia, Ezechiele, Daniele, e i profeti minori; e i libri sapienziali, i Salmi, i Proverbi, la Sapienza, poi il Cantico dei Cantici, ecc.
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I libri storici, la storia in generale dell’Antico Testamento, la storia della vita di Gesù Cristo e la storia dei primi anni della Chiesa. Vi sono anche storie particolari come quella di Tobia, di Giuditta, di Noemi e Rut, ecc. Quindi i libri sapienziali, i libri che esprimono i comandi di Dio, e anche gli esempi dei santi patriarchi e degli uomini giusti dell’Antico Testamento sono la via maestra di morale, di santità.
La Bibbia è maestra di santità e di giustizia. Leggere, ad esempio, il libro dei Proverbi. Nei primi due capitoli, cinquanta volte parla del timore di Dio: temere il Signore, avere paura del peccato. Ecco come erano ammaestrati gli antichi, cioè prima della venuta di Gesù Cristo: temere il Signore, e avanti promette anche la benedizione di Dio a chi teme Iddio.
La Bibbia è maestra di preghiera, quindi maestra di verità, di santità, maestra di orazione. E come è maestra di orazione? La Bibbia è in se stessa maestra di orazione, perché leggerla è già un’orazione. La migliore lettura spirituale è sempre la Bibbia. La lettura spirituale che cosa è? È orazione mentale. Prima c’è l’orazione vocale e il secondo grado è l’orazione mentale. Allora facendo la lettura della Bibbia, pregate. Preghiera! Nell’Antico Testamento si vedono coloro che hanno pregato e sono ricorsi a Dio e quelli che non hanno pregato e non sono ricorsi a Dio: i primi premiati, i secondi castigati, abbandonati da Dio. Quante preghiere poi ci sono nell’Antico Testamento, composte dai profeti, composte da Mosè, quanti cantici! Anche il Cantico dei Cantici è un libro tutto di preghiera. Soprattutto il Salterio, cioè i centocinquanta Salmi sono pura preghiera.
La Chiesa, del resto, nel comporre la Messa, nel comporre il Breviario, il Rituale e il Pontificale, prende quasi tutte le parole dalla Scrittura, che è tutta una preghiera, come esempio o come espressione. Poi nel Nuovo Testamento troviamo Gesù che prega, Maria che prega, gli Apostoli che pregano.
La preghiera essenziale è la Messa. Questa è una preghiera grande: la preghiera dell’orto del Getsemani, la flagellazione, l’incoronazione di spine, la condanna a morte accettata da Gesù, il portare la croce, il venire confitto in croce e spirare, morire sulla croce per noi. È preghiera per noi, quando c’è il sentimento interno. Una suora malata e che soffre molto, a
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volte non può dire delle preghiere, ma il suo animo è unito a Dio e offre la sua vita per l’espiazione dei suoi peccati, per la santificazione della Congregazione, e per la salvezza delle anime… Quella è preghiera, è sacrificio! Quindi la Bibbia è in terzo luogo maestra di orazione. La Chiesa poi continua ad essere la maestra di fede e di morale, cioè di giustizia, di santità e di preghiera.
Come leggere la Bibbia? Avere di mira sempre questi tre pensieri: cercare la verità, essere istruiti sulle cose di fede; secondo, imparare come vivere per santificarsi, salvarsi; terzo, imparare a pregare e pregare leggendo la Bibbia, come orazione mentale. Tre cose da tenere presenti.
Vi sono persone che criticano, sono quelle che vanno a cercare le rarità, le difficoltà, ecc. Questo è studio. Ma quando uno fa la lettura spirituale, faccia la lettura spirituale, cioè preghiera mentale. Altro è la scuola e altro è la vita. È vero che anche dalla scuola si possono ricavare degli insegnamenti che poi ci giovano a leggere meglio la Bibbia, ma non è quello che importa. Bisogna leggerla come buoni figliuoli che hanno ricevuto dal Padre celeste una lettera e la leggono per sapere che cosa dice il Padre celeste, che ci parla del suo regno, del paradiso e ci invita a prendere la strada giusta per arrivarci.
Quanto alla Bibbia: diffonderla. Per diffondere la Bibbia bisogna che ci sia la redazione, quindi le traduzioni, le annotazioni e le introduzioni.
Secondo: occorre la tecnica. La tecnica è la stampa [della Bibbia] che si può presentare con semplicità oppure con figure che riguardano l’Antico o il Nuovo Testamento. Si può presentare come un’edizione popolare o come un’edizione di lusso, ma ciò che importa è che sempre sia presentata in modo conveniente. E vi sono quindi edizioni per coloro che hanno una certa cultura, o almeno una mezza cultura, e invece edizioni che sono rivolte particolarmente al popolo comune, che è la massa, alla quale noi dobbiamo in primo luogo rivolgere l’attenzione e le premure.
Terzo: come diffonderla? Almeno il Vangelo dovrebbe entrare in ogni famiglia. È la Parola di Dio! Il Vangelo stesso esposto in una casa è già una preghiera, è una luce per quella
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famiglia. Meglio se si diffonde la Bibbia intera, particolarmente quando troviamo persone che sanno accettarla e apprezzarla. Ma almeno il Nuovo Testamento, poiché noi viviamo nel Nuovo Testamento, che è il Testamento dell’amore, della fiducia, il Testamento che compie il messaggio della salvezza.
Diffonderla largamente: diffusione capillare o diffusione collettiva. Tuttavia vi è da pregare molto, perché ci vogliono industrie per una diffusione maggiore. Sì, i modi della propaganda sono tanti, parte sono citati nelle Costituzioni e parte sono da inventare, o meglio da svolgere secondo i principi che ci sono nelle Costituzioni stesse. E «beati i passi di coloro che portano il bene, che portano la pace»! Ricordate le Beatitudini che ho scritto per le persone addette alla propaganda16. State sicure che chi legge la Bibbia per praticarla e la diffonde, avrà doppio premio. Non chi la critica, ma chi la legge e la diffonde con spirito buono. Quale spirito? Lo spirito di Gesù Cristo: come Gesù ci ha insegnato e con che carità ci ha insegnato, con che bontà ci ha predicato! Così è per te che sei propagandista in spirito di carità per le anime, in spirito di fede, di amore per Dio. Così amerai il prossimo tuo come te stessa, cioè come tu godi i frutti della rivelazione contenuti nella sacra Bibbia, così ne godano tutti. Amare il prossimo come noi stessi.
La diffusione! Quelle che scrivono, per esempio, le annotazioni [alla Bibbia]; quelle che fanno il lavoro tecnico e quelle che la diffondono, compiono un solo apostolato, perché l’apostolato intero è composto di tre parti, e nessuno ha da gloriarsi, come facesse lui tutta la parte più importante. Compiamo un solo apostolato, in umiltà.
Poi, anche chi non fa direttamente la propaganda, aiuti le propagandiste. La cuoca aiuta la propagandista sia con il lavoro che fa in casa e sia con il preparare il cibo all’apostolo. Maria preparava il cibo a Gesù. E anche chi è infermo e chi ha altre mansioni, supponiamo di insegnamento o mansioni varie. Come sapete, nell’Istituto ci sono molte mansioni, e tutte sono, nelle intenzioni, per una migliore lettura della Bibbia, cioè che noi leggiamo meglio la Bibbia. Secondo, che meglio
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e più largamente essa sia diffusa dalle Figlie di San Paolo, le quali non hanno altra missione più grande né altro lavoro più importante che catechismo, Bibbia, liturgia. Così compiono la loro missione.
Il nostro catechismo fu fatto così17. E adesso tutti dicono: Bisogna fare il catechismo e metterci la Bibbia e la liturgia. Adesso insegnano così e insistono. Ma sono quarant’anni che lo diciamo, no? Vengono fuori con: Stavolta abbiamo superato; stavolta dobbiamo insegnare a questa gente che non ci hanno ancora istruiti bene, non hanno ancora capito. Sono quarant’anni che voi non capite!
Allora ci sia l’umiltà. Stamattina noi sacerdoti avevamo fatto la meditazione sull’umiltà nel prendere quello che il Signore insegna. L’orgoglio ci fa chiudere gli occhi: non si vede più. Chi è orgoglioso diviene cieco nello spirito, perché si esalta nella sua mente. Ma chi è umile ha la sapienza di Dio.
Allora, Anno biblico, commemorazione della venuta di S. Paolo a Roma e l’altare a S. Paolo18, ma nello stesso tempo diffusione più larga della Bibbia.
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il 14 febbraio 1961. Trascrizione da nastro: A6/an 93a = ac 158a.

2 Cf Giacomo Alberione, La donna associata allo zelo sacerdotale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001. Cf anche UPS, pp. 164-165.

3 Cf Gen 3,15.

4 Cf Dan 9,24: «…per mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità».

5 La trascrizione dall’originale è la seguente: “Quando gli uomini tutti per mezzo della salvezza di Gesù Cristo, quelli che han preceduto guardavano il Calvario, sebbene non capissero del tutto, ma un simbolo c’era”.

6 Cf Nm 21,9.

7 Cf Gv 3,14.

8 Cf Lc 16,19-31.

9 Cf Mc 12,30-31.

10 Cf Eb 1,1-2: «Dio che molte volte e in diversi modi aveva parlato nei tempi antichi [per mezzo dei profeti]… ultimamente [in questi giorni] ha parlato [a noi] per mezzo del Figlio».

11 Cf Gv 16,13.

12 Cf Mt 26,26: «Questo è il mio corpo».

13 Cf 2Tm 3,16: «…ispirata da Dio, è anche utile [per insegnare, convincere, educare nella giustizia…]».

14 Cf Gv 14,6.

15 Cf Mt 23,10: «…uno solo è la vostra guida, il Cristo».

16 Cf Le beatitudini delle Figlie di San Paolo, LP, ed. 2011, p. 231.

17 Per Don Alberione il catechismo è sempre stato il punto “più importante della predicazione” (ATP, p. 313, n. 281). Il trinomio: Catechismo, Vangelo, Liturgia, frutto di anni di insegnamento, appare già nei testi di classe del 1915, redatti dalla commissione catechistica diocesana, di cui Don Alberione era membro (cf AD 78, 79).

18 Cf RA, marzo-aprile (1961), pp. 1-3.