III
LE VOCAZIONI. LA VIRTÙ DELLA RELIGIONE.
LA LITURGIA1
Si va sempre più sentendo il problema delle vocazioni al sacerdozio, allo stato religioso, agli istituti secolari. Sentendo questo problema, tanto nelle diocesi come negli istituti religiosi, si sente il bisogno di mettersi in movimento, e date le circostanze attuali di tempo, si studia qualche altra maniera per reclutarle e per formarle. Ma soprattutto per reclutarle.
Allora anziché accogliere soltanto le domande che vengono presentate per entrare o nella vita sacerdotale o nella vita religiosa maschile e femminile, si va in cerca. Ci si muove, come Gesù si è mosso ed è andato a cercare le sue prime vocazioni. Prima ha incontrato Giacomo e Giovanni che stavano pescando sul lago, poi Andrea e Pietro, poi Matteo, Filippo, ecc. Si cercò le vocazioni. La predicazione venne dopo, perché i nuovi chiamati dovevano stare con lui, però non avevano una casa bella, accogliente e ben organizzata. Dovevano stare con lui ma senza un tetto, senza una casa, senza il pane sicuro: «Il Figlio dell’uomo non ha una pietra dove posare il suo capo»2. Così trovò le sue vocazioni.
Ora, vi sono istituti che provano bene le vocazioni, e invece istituti che le provano poco bene e allora avranno poi dei religiosi e delle religiose meno formate, meno pronte alle osservanze e al sacrificio. Tutta la vita della religiosa è una consacrazione, perciò la consacrazione è un’imitazione della passione di nostro Signore Gesù Cristo: salire il calvario, poi morire con Gesù Cristo, entrare nella gloria con Gesù Cristo.
Allora, cercando le vocazioni in Italia si vanno istituendo
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dei prevocazionari3, in cui si raccolgono le aspiranti e gli aspiranti fino dalla terza, quarta e quinta elementare, e si tengono sino al termine delle tre classi medie.
Oltre a questo, continuando le accettazioni come prima, c’è il movimento per le vocazioni tardive. Vocazioni che, in generale, per quello che riguarda la nostra nazione, perché in ogni nazione vi sono considerazioni particolari, le vocazioni tardive per la parte femminile, [sono accettate] secondo le Costituzioni che avete. Per la parte maschile, si intendono i giovani che iniziano gli studi fra i diciotto e i ventitré, venticinque anni. Si tratta di giovani che prima, per qualche motivo, non avevano avuto occasione di entrare o perché avevano sentito tardi la voce di Dio o perché avevano degli impegni speciali o perché, avendo già compiuto degli studi, si sono sentiti preparati ad entrare già nei corsi di filosofia e di teologia. Molte volte si tratta di persone che hanno già raggiunto diplomi e lauree secondo gli studi fatti e, mentre che il mondo presenta loro una carriera, non si sentono soddisfatti. Pensano che manca loro Iddio, il sommo bene, e per quanto il mondo apra le porte e li inviti, essi cercano Dio, quindi vocazioni che si sviluppano più tardi. Qualche volta dipende anche dalla salute, qualche volta dalla impossibilità economica, ecc.
Cercheremo quest’anno di iniziare questo lavoro per le vocazioni tardive: fra i diciotto e i venticinque anni, qualche volta un po’ prima e qualche volta un po’ dopo. Figliuoli che hanno fatto la quinta elementare soltanto, quindi il curriculum degli studi sarà più lungo. Mentre [vi sono] figliuoli che sono già più avanti, ma che in ogni modo hanno inclinazioni alla vita comune e al sacerdozio insieme. Non si tratta di un’iniziativa nuova per i discepoli, ma per gli studenti. A volte si possono conoscere giovanetti o giovani già avanti, verso i diciotto, venti anni; si possono vedere tra gli operai, nell’Azione Cattolica, e anche nelle campagne; si possono trovare studenti che frequentano
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l’università o sono ancora nel liceo, a cui, se viene fatta la proposta, sono sensibili all’invito di Dio, perché lo Spirito Santo parla nelle loro anime.
Questo, in qualche maniera, potete farlo anche voi, Figlie di San Paolo. Ma non si tratta in generale di seguirli voi, si tratta invece di notificarli. Poi verranno seguiti da Roma, avranno una casa particolare4, perché ognuno di essi ha delle particolari necessità e particolari condizioni. Potranno perciò essere molto pochi, ma daranno una percentuale maggiore di riuscita. L’incaricato di seguire questi è don Panebianco5, che volentieri ascolterebbe chi ha proposte da fare. Sovente avviene che ci si può aiutare vicendevolmente: fratelli che sono già a San Paolo che invitano sorelle, cugine a dedicarsi al Signore; suore che possono essere gli angeli che aiutano e che invitano fratelli, cugini, ecc. a seguire la strada di Dio.
Questa sera vediamo di considerare la virtù della religione. La virtù della religione segue le tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Le anime consacrate a Dio hanno più pratiche religiose, si chiamano religiosi, religiose. La virtù della religione è un amore, un affetto alle cose che riguardano Dio, cioè si ama conoscere la religione e ci si istruisce nelle cose di fede. Si ama conoscere la virtù, conoscere i comandamenti di Dio, le leggi della Chiesa per meglio compiere la volontà di Dio. Si ama tutto quel che riguarda il culto esterno come le funzioni. È un affetto, un’inclinazione, una preferenza a tutto questo. Altre vanno ad una festa a divertirsi. Queste persone si dilettano invece delle belle funzioni in chiesa, dei bei canti, delle belle cerimonie, degli addobbi, delle belle prediche che vengono fatte, delle processioni, ecc. Questo amore alle cose di religione è la virtù della religione. Perché la religione in sé, oggettivamente, che cosa comprende? Tutto, cioè la fede, la morale cristiana e il culto.
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Parliamo di questo amore alle cose della Chiesa. Per adesso non tanto ciò che riguarda la fede e la morale, ma di quello che riguarda la liturgia, le funzioni liturgiche. Che cosa è la sacra liturgia? È il complesso di quelle regole che servono per compiere santamente le funzioni, il servizio esterno a Dio, quindi il culto esterno. Sono quattro i libri in cui sono notate le regole liturgiche: il Messale, il Breviario, il Rituale e poi il Pontificale romano.
Il Messale lo conoscete bene. Il Breviario può essere che lo conosciate in qualche parte. Poi il Rituale che serve per le benedizioni, ad esempio, di una casa, di una chiesa. Poi vi sono le funzioni straordinarie dei vescovi, benedizione di una chiesa, benedizione di un cimitero, la benedizione di cose particolari, ad esempio di una nave quando deve fare il primo viaggio. Ci sono benedizioni riservate ai sacerdoti, e altre che possono compiere i sacerdoti, e altre che sono riservate ai vescovi. Si aggiungono le funzioni riservate al Papa.
Riguardo a tutto il complesso delle leggi liturgiche, sta uscendo, e ne è già uscita una parte, il Codice liturgico6. Seguirà l’altra parte che completerà. Come vi sono i codici, ad esempio, il codice civile, penale, e vi è anche il codice stradale che regola il traffico delle strade, così la chiesa regola le cerimonie e il culto esterno. Vi sono funzioni ordinarie, ad esempio, le Messe lette o solenni, secondo i casi, quando sono celebrate dai sacerdoti. Vi sono le funzioni straordinarie, come le funzioni della Settimana Santa, solenni specialmente negli ultimi tre giorni: il giovedì, il venerdì e il sabato; prima c’è la domenica delle Palme e segue poi il giorno pasquale che conclude la Settimana Santa.
Vi sono funzioni che si compiono anche fuori della chiesa, supponiamo le benedizioni alle case, all’automobile, le benedizioni all’aereo... Ci sono anche cose che appartengono alla liturgia della famiglia, ad esempio il bambino sia portato per tempo a ricevere il Battesimo, e che vi siano i padrini. La liturgia
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della famiglia: in casa ci siano alcuni quadri, il Crocifisso, l’acqua benedetta; si avviino per tempo i bambini al catechismo per potersi confessare, comunicare e ricevere la Cresima. Si avviino per tempo i bambini a frequentare la Comunione e specialmente a fare la Comunione nel tempo pasquale. Così quando in famiglia vi è un infermo, ci sia la capacità di preparare quanto è necessario perché l’infermo possa ricevere l’Olio santo, e venga fatta la raccomandazione dell’anima, anche se mancasse il sacerdote negli ultimi momenti. La salma del defunto venga composta bene. In casa ci sia anche l’ulivo benedetto, che è sempre un segno di pace... Così venga preparata la celebrazione del Matrimonio, e tutte le altre occasioni nel corso dell’anno o nel corso della vita.
La liturgia, però specialmente, si svolge in chiesa. Che cosa bisogna fare in riguardo alla liturgia? Conoscerla, amarla, compierla bene. Conoscere la sacra liturgia. Per ciò che riguarda le funzioni comuni, avete il messalino. Vi sono anche trattati di liturgia, la storia della liturgia, il significato delle varie cerimonie e il complesso delle parole, delle preghiere che sono nel Breviario, nel Rituale e nel Pontificale. Si può dire che la quasi totalità delle preghiere che sono nel Breviario, nel Messale, ecc. sono ricavate e composte con tratti della Scrittura. Vi è quindi la liturgia sacramentaria che comprende Messa, Comunione e gli altri sei sacramenti. In questa liturgia chi opera? Gesù Cristo. Il ministro fa la funzione e dice le parole rituali, sacramentali, ma chi opera? È Gesù Cristo che cambia il pane nel suo corpo, il vino nel suo sangue. Viene battezzato il bambino: è il sacerdote generalmente che amministra il battesimo, ma sia che battezzi un sacerdote, sia che battezzi un altro: «Hic est qui baptizat»7 è Gesù Cristo che battezza, cioè cancella il peccato originale e conferisce la grazia, per cui il bambino acquista la vita soprannaturale. Per questo è utile anche ricordare che tutti sappiano battezzare, perché possono succedere casi improvvisi. Naturalmente è più facile e anche più conveniente che il Battesimo venga amministrato da una persona consacrata a Dio. Quindi molto importante anche questo. Chiunque
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battezzi, sia pure una suora, sia pure un buon cristiano qualunque, sempre: «Hic est qui baptizat», è sempre Gesù Cristo che battezza. Così è Gesù Cristo che assolve l’anima dai peccati. Il sacerdote dice le parole, ma l’effetto, l’azione interiore, il perdono lo concede Gesù, Dio. Così Gesù Cristo opera nella Cresima, nel Matrimonio, nel sacramento dell’Ordine. Gesù Cristo che opera nell’Olio santo, nell’estrema unzione. Tutto questo si chiama liturgia sacramentaria.
Poi vi è la liturgia della Chiesa, quando la Chiesa prega. Il Breviario perciò è tutto una preghiera della Chiesa. Il sacerdote, quando recita il Breviario, quando benedice usando il Rituale, prega a nome della Chiesa, cioè a nome dei fedeli. È la Chiesa che prega, non soltanto quei pochi o molti che assistono, supponiamo, alla funzione. Quando viene celebrata una funzione particolare, ad esempio una sepoltura, è la Chiesa, e il ministro prega a nome della Chiesa. Questa preghiera vale assai più della preghiera individuale, quella che diciamo noi quando recitiamo l’Angelus, quando recitiamo le orazioni del mattino e della sera. Vi è poi la preghiera individuale, personale che comprende tutte le devozioni: i rosari, la Via Crucis, i vari canti privati, ecc.
Per partecipare maggiormente alle funzioni, occorre che si ami la liturgia, quindi per ciò che riguarda voi: comprendere i vari significati delle cerimonie, sapere anche servire la Messa, cioè rispondere alla Messa e, per quanto è possibile, per chi ha voce, anche il canto sacro. Vi sono sempre delle cerimonie speciali straordinarie. Per quanto è possibile, cercare di conoscerne il senso e accompagnare la preghiera. Vi sono a volte dei malati gravi e non vi è chi sappia fare la raccomandazione dell’anima o recitare le litanie dei santi, gli atti di fede, suggerire espressioni, pensieri adatti in quei grandi momenti. Tutti si ritirano a piangere. Bisogna piangere dopo o piangere prima, non è quello il momento di piangere, anzi questo è il momento di consolare, di avere forza d’animo. Che si insegni quindi anche come assistere i morenti.
Amare le sacre indulgenze. Amare la chiesa perché sia ben costruita, sia decorosa; amare i paramenti sacri, perché siano ben confezionati, ben tenuti e, per quanto è possibile, composti di materia più distinta, se non proprio preziosa, così tutto quello
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che serve all’altare ad esempio le tovaglie, i candelieri. Chi procura queste cose ha un merito speciale nella partecipazione alla Messa. Nella Messa vi è un frutto generale che guadagnano coloro che partecipano, coloro che hanno costruito la chiesa, che hanno fatto la borsa di studio perché un chierico diventasse sacerdote e quindi celebri; colui che tiene la pulizia della chiesa; chi serve la Messa; chi canta; chi ha procurato il vino, procurato le ostie, la cera; chi assiste alla Messa e chi invita ad andare a Messa... Allora c’è una partecipazione più intima al frutto della Messa medesima.
Amare la sacra liturgia. Non va dimenticato che l’abito è sacro, anche il vostro abito. Allora portarlo con dignità, con rispetto, non con orgoglio, ma umilmente, devotamente, e averne maggior cura che del vestiario in genere. Certamente in camera, dove si riposa, vi sarà il Crocifisso, vi saranno le immagini che maggiormente vengono onorate negli istituti. Da noi la Regina degli Apostoli e S. Paolo e soprattutto Gesù Maestro non possono mancare.
Praticare la liturgia. Per praticare la liturgia, occorre sentire l’amore alle cose sacre, l’amore a Gesù. La diligenza perché ci sia sempre la lampada accesa al Santissimo Sacramento, indica amore a Gesù. Amare le cose divine, vuol dire amare Dio stesso, perché noi non amiamo la materia di cui si compone ad esempio una statua, ma il nostro affetto va a Dio. Se vi è un Crocifisso, l’amore va a Gesù, e quando si bacia non si intende baciare un metallo o un legno, si intende dare un bacio a Gesù. Comprendere il significato di questo.
Del resto, per la religiosa la clausura è un atto di religione, perché è una disposizione canonica, cioè la persona è consacrata a Dio. Per conservare in una chiesa Gesù, la chiesa deve avere certe condizioni per cui c’è il rispetto. Non si può tenere Gesù, il Santissimo Sacramento, in una camera qualunque. Vi sono delle leggi liturgiche per poter conservare il Santissimo Sacramento in casa, in chiesa. Ugualmente, siccome la suora è consacrata a Dio, è disposto una specie di clausura più o meno stretta, appunto perché è persona consacrata; essa deve salvarsi dagli inquinamenti e gli altri non devono accostarsi in maniera irriverente. Perciò avere riguardo, amore alla clausura stessa e
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osservarla nelle maniere che sono stabilite dal Diritto canonico e dalle Costituzioni.
Amore! Vedo che qualcuno potrebbe fare meglio la genuflessione. Poi, s’intende, quando si diventa vecchi, si fa come si può. Vedo che anche qualcuno potrebbe imparare meglio il canto. Vedo che il segno di croce deve essere fatto bene e insegnato bene. La posizione per stare in chiesa non è la posizione che si può tenere in una sala o al lavoro o nell’apostolato. Rispettare noi stessi, perché ci siamo consacrati a Dio, siamo cose di Dio.
La virtù della religione, dunque, è la quarta virtù: fede, speranza, carità e religione. Quanto più amiamo il culto esterno, cioè le cose di religione, tanto più siamo realmente religiosi. Gli altri amano altre cose. Un giorno di festa il fanciullo Giovanni Bosco nel suo paese aveva raccolto ragazzi e li divertiva facendo un po’ il saltimbanco. Aveva un’abilità sua propria. Così raccoglieva i fanciulli e poi magari, dopo averli divertiti, insegnava il catechismo. Ma a un certo punto, c’era la festa del paese, la festa che chiamano la festa della pignatta8. Arriva un chierico piuttosto piccolo, magro, che attraversa la piazza e va diritto alla chiesa, era quasi l’ora dei vespri. Il fanciullo Giovanni Bosco gli corre incontro e gli domanda: Non viene un poco a prender parte ai nostri giochi?. E l’altro, che era S. Giuseppe Cafasso, dice al fanciullo Giovanni Bosco: Vedi, una volta che noi abbiamo vestito questo abito sacro (era chierico), i nostri gusti sono per le cose sacre, non per i divertimenti popolari o altro. Per noi, quello che ci solleva, che riposa lo spirito, soddisfa le nostre tendenze, i nostri desideri, è il bel canto in chiesa, le belle cerimonie, la preghiera. Ecco il vostro gusto come dev’essere. Questa è proprio virtù, quando si arriva al gusto delle cose sacre, perché la religione in sé è una cosa, è il complesso della fede, della morale e del culto interno ed esterno.
Noi abbiamo considerato la liturgia in quanto espressione del culto esterno. Ora, quanto più si ama il culto esterno, tanto
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più allora noi possediamo la virtù della religione. Persone che sono desiderose di portare gli abitini9, persone che hanno un grande amore alla corona che pende ai fianchi, persone che portano sempre il Crocifisso con sé, persone che portano almeno una pagina del Vangelo con sé: Per evangelica dicta deleantur nostra delicta: Per le parole sante del Vangelo che siano cancellati i nostri peccati. Poi quando si va in macchina, particolarmente e in tutte le occasioni: Evangelica lectio sit nobis salus et protectio: La lettura del Vangelo ci sia salvezza e protezione.
Adesso, un’applicazione più pratica: possedere tutte il messalino. Questo già lo fate, ma intenderlo bene. Leggerlo anche nelle parti che sono stampate in rosso, cioè nelle parti che sono chiamate rubriche. Rubriche vuol dire rosso. A volte non sono stampate in rosso, ma in nero, ma allora hanno generalmente il carattere corsivo. Leggerle bene. Molti le leggono alla sera prima, per sapere che Messa c’è10…
Il sacrificio di tutte voi che siete qui attorno all’altare, piaccia a Dio e salga accetto innanzi al Padre celeste. Vi sono quattro gradi di partecipazione [alla Messa]. Vi è un grado più semplice, poi un altro grado un po’ più avanti e poi gli altri due, fino a quello che è massimo. Tuttavia, se generalmente, e questo caso non è contemplato nell’istruzione, vi è chi vuole seguire tutte le parole del sacerdote, allora questa è una partecipazione individuale e viva alla Messa.
Cogliamo i più grandi frutti della Messa. Voi sapete che nella Messa vi è un frutto generalissimo: glorifica Iddio, porta sollievo alle anime purganti e merita grazie per tutta l’umanità, particolarmente per tutta la Chiesa. Poi vi è il frutto generale, che ho ricordato poco fa. Quindi vi è il frutto speciale di colui che fa celebrare la Messa, di colui per cui si celebra la Messa, sia defunto o vivente. Vi è poi il frutto particolarissimo che è proprio del sacerdote celebrante. Generalmente voi entrate nel frutto generalissimo e generale, e per la partecipazione al
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santo sacrificio avete ancora un merito speciale perché siete numerose. Quanto più sono numerosi gli assistenti alla Messa, coloro che si radunano per pregare, tanto più vale la preghiera innanzi a Dio.
Si segua anche, con un po’ di attenzione, la liturgia del confessionale. Il modo lo avete imparato da fanciulle. Tutto ciò che è sacro merita tanto riguardo.
Ancora una cosa: andando nelle case, oppure sapendo un po’ come sono le case, è utile ricordare che nelle case ci siano le sacre immagini, ci sia il Crocifisso, e ci sia, se si può, anche l’acqua benedetta, ma il minimo è il Crocifisso.
Ora, la virtù della religione sia dunque desiderata da tutti. È l’amore al culto sacro, interno ed esterno, ma la liturgia considera la parte esterna.
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il 23 febbraio 1961. Trascrizione da nastro: A6/an 95a = ac 160.
2 Cf Lc 9,58.
3 Nel 1961 sorgono i prevocazionari: “Divin Maestro” a Centrale Zugliano (VI) affidato alle Pie Discepole del Divin Maestro; “Gesù Buon Pastore” a Saliceto sul Panaro (MO) affidato alle Suore di Gesù Buon Pastore. Cf Giuseppe Barbero, Il sacerdote Giacomo Alberione. Un uomo un’idea, EASG, Roma 1991, pp. 877-881.
4 Don Alberione stabilì di aprire un vocazionario per le vocazioni adulte orientate al sacerdozio in Albano Laziale (RM), nella Villa De Gregorio. Cf Giuseppe Barbero, o.c., p. 882.
5 Don Carmelo Venanzio Panebianco (1926-2010) sacerdote della Società San Paolo.
6 Cf Giovanni XXIII, Lettera Apostolica Motu Proprio Rubricarum Instructum con la quale si approva il nuovo Codice delle Rubriche del Breviario e del Messale Romano (25 luglio 1960).
7 Cf Gv 1,33: «…è lui [Cristo] che battezza nello Spirito Santo».
8 Specialmente in tempo di carnevale, nell’astigiano e in altre zone d’Italia ci sono feste popolari dove è compreso il gioco della “rottura della pignatta (o pentolaccia)”.
9 L’abitino o scapolare consiste in una striscia di stoffa con apertura per la testa. Viene portato a scopo devozionale in onore della Vergine Maria, di santi o di particolari devozioni.
10 Interruzione della registrazione.