5. LA PREGHIERA: L’ESERCIZIO DEL MATTINO1
Entriamo adesso a parlare e meditare su alcune pratiche di pietà, dopo aver parlato dell’orazione in generale. La pratica di pietà che si presenta per prima è l’esercizio del mattino che comprende: il primo svegliarsi, poi la Messa, la meditazione, l’esame preventivo, la Comunione. Nel suo complesso si dice: esercizio del mattino.
L’esercizio del mattino dà il tono alla giornata, come chi intona il salmo che dopo è eseguito nel medesimo tono nei vari versetti. È pressappoco la medesima cosa. È vero che, andando avanti a cantare i vari versetti sovente si va calando... E può essere che anche l’esercizio del mattino sia di tono elevato e poi, nella giornata, il tono un poco venga ad abbassarsi. Però, se poi è ben fatta la Visita, si mantiene il tono elevato, si mantiene il calore nella giornata, tanto più se la Visita al Santissimo Sacramento è fatta nel primo pomeriggio.
La preghiera dà il tono alla giornata, è chiaro. Se i primi pensieri sono santi; se il primo atto, lo svegliarsi, è un atto di obbedienza, ecco si comincia bene. Ma se il primo atto fosse un sentimento contrario all’obbedienza, indisposizione a ciò che viene da Dio, al primo segno, alla prima obbedienza che il Signore ci chiede, allora lungo la giornata l’obbedienza si farà pressappoco a metà. Eccetto che uno sia attirato da altri motivi naturali, allora non si opererebbe per il Signore, ma si opererebbe per fini di amor proprio, anziché di amore di Dio.
I primissimi pensieri, il primo atto: unione al Signore. Vengo, Signore!. Egli ha chiamato per mezzo del segno che viene dato. Egli ha chiamato e il figliuolo risponde: Eccomi, pronto! Questo ha grande importanza ed è garanzia di buona giornata, come quando al mattino il cielo si mostra limpido, l’alba, l’aurora... Allora, subito la mente a Dio. Questo può
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essere fatto in tante maniere: certamente con il segno della Croce, oppure subito l’atto: Vengo, o Signore; o chiamando Maria accanto a sé. Molto bene se si introduce l’usanza di dare alla sera il pensiero della meditazione; o se già si fa, perché si continui a leggere una meditazione dopo l’altra nel libro. Questa insistenza si fa da molti, perché il pensiero della serata conclude la giornata. Il pensiero dell’indomani mattina, il primo degli atti, il primo pensiero che viene in mente, sarà quello della sera, e allora si prepara già il cuore, lo spirito alla meditazione, alla Messa, alla Comunione.
Poi, in generale, viene la santa Messa, oppure precede la meditazione. La Messa, pensarla nell’attraversare i cortili, nell’accostarsi al Santuario, alla chiesa, e accompagnarsi con Maria, quando saliva con Gesù al Calvario e assisteva a tutto quello che fu la parte più penosa con cui Gesù compì la nostra redenzione e chiuse la sua vita terrena. I sentimenti di Maria, poiché la Messa è la rinnovazione del sacrificio della croce. Recitare le tre Ave Maria subito, prima ancora della Messa, o il Sub tuum praesidium2 o un’altra pratica simile.
Quindi, seguire la Messa con atti di fede, di amore, con atti di volontà, cioè con i propositi. La prima parte della Messa ci istruisce nelle cose sante; la seconda ci indica l’eccesso di amore del Figlio di Dio per noi, Figlio di Dio incarnato, poiché: «Nessuno ama più di colui che dà la vita per l’amato»3. E Gesù dà la vita per l’amato. Ecco la consacrazione della Messa, ecco l’elevazione nella Messa, ecco la piccola elevazione: Per ipsum et cum ipso et in ipso, est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti omnis honor et gloria4. Il sacrificio della Messa dà massima gloria al Padre celeste e noi accompagniamo Gesù e ci rivestiamo dei sentimenti stessi di Gesù sul Calvario. Poi la parte della Comunione, onde stabilire la nostra volontà in Dio. I propositi vengono ispirati dall’esame preventivo:
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Quest’oggi che cosa devo fare? Che difficoltà incontrerò? Quali saranno le mie occupazioni? Come sarà la vita interiore? Ognuno può richiamare i propositi degli Esercizi, del ritiro mensile o dell’ultima Confessione.
Poi la meditazione che è destinata a fortificare la volontà. Al mattino dobbiamo stabilirci in Gesù Cristo Via Verità e Vita, e la Messa e anche la meditazione servono a stabilirci in Gesù Cristo Via Verità e Vita. La Verità, la Vita nostra, Gesù. Allora, entrando nei sentimenti di Gesù, e detestando tutto quello che ancora in noi non piace a Gesù, ecco la purificazione del nostro spirito, della nostra mente, dei nostri sentimenti interiori e della nostra vita esteriore, delle occupazioni che seguiranno nella giornata. Allora si parte per il viaggio della giornata, ma si è fatto il rifornimento, perché nella giornata possiamo essere forti, camminare secondo Dio, camminare nella volontà di Dio, secondo le Costituzioni. Quando si tralascia un poco o si fa male l’esercizio del mattino, se ne sentono le conseguenze: giornata insoddisfatta, una conclusione della giornata un po’ triste, un rimorso. Il risultato dipende tanto dall’iniziare bene la giornata!
Per questo ci sono alcune regole. Primo: occorre conchiudere bene la sera antecedente. Questo dipende tanto dall’impegno che una può portare. Alla sera pensieri più santi, pensieri che ci portano a considerare com’è stata la giornata, ad aggiustare i conti con il Signore. Quindi, l’esame generale: ciò che è stato fatto, ciò che può essere mancato e ciò che vogliamo fare il giorno seguente. Perciò dare molta importanza alla serata. È sempre importante, santo ed utile quello che viene detto: Presto a letto e presto fuori dal letto. Alla sera si deve concludere con poche parole. La ricreazione sia lieta, ma breve. Penso che voi alle nove e un quarto dovreste essere a letto.
L’abitudine del tardare e prolungare la serata si è introdotta innocentemente, con merito magari, ma è un’abitudine che ha portato tanti inconvenienti e ne porta ancora, e non si possono togliere che con grande fatica. Se volete fare bene e molto, presto al mattino. E siccome le ore del riposo ci vogliono, e sono necessarie in conformità ai bisogni della salute, allora prendere
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il riposo presto, e al mattino la mente sarà più libera. Le ispirazioni ti vengono dalla meditazione, dalla Comunione, dalla Messa, dall’esame preventivo, e allora il lavoro, le ore rendono assai di più.
Speriamo che il Signore voglia darci la grazia di capire l’importanza di ciò che da cinquant’anni predico: Presto a letto, presto fuori dal letto. Stamattina abbiamo fatto la meditazione sul libro dei Proverbi, e abbiamo meditato il breve capitolo: «O pigro, va’ a imparare dalla formica» e poi i due versetti che descrivono come il pigro opera al mattino5. Si crede di guadagnare: Ma ho molto da fare... Può essere un caso veramente straordinario, e può essere un caso che uno perda la notte intera per vegliare un ammalato. Ma la regola, è quella.
Speriamo che il Signore voglia darci la grazia di capire che perché si ha molto da fare, occorre intensificare nella mattinata e così tutta la giornata sarà intensificata nello spirito di fede, nell’amore a Dio, nell’operare per il Signore, nel compiere le cose sempre meglio. Alla sera si tratta di chiudere la giornata con il Signore, e al mattino lo svegliarsi sarà con il Signore. Questo, se è osservato in tutte le case, porterà molti beni. In primo luogo i beni spirituali, poi tutto quello che riguarda l’andamento della casa, e tutto ciò che riguarda l’apostolato. Sì, esercizio del mattino. Gli Esercizi spirituali servono per passare bene l’anno; la domenica, impiegata nella pietà e con il dovuto riposo, prepara una buona settimana; e l’esercizio del mattino ben compiuto, prepara la buona giornata.
Possiamo allora esaminarci su questo, e ognuna certamente ha un po’ da riflettere per ciò che riguarda il modo di chiudere la giornata nella pace di Dio, con la benedizione del Padre celeste, oppure sull’esercizio del mattino. Si noti che tutto ciò che si fa, anche se sembra cosa da poco o riguardi solamente la nostra persona, tutto, se viene compiuto bene, è nel volere di Dio, e quindi merita davanti a Dio. Non lasciamoci sfuggire le occasioni per meritare. Tutto al Signore! Vi sono persone che [al mattino] recitano subito il Cuore divino di Gesù, ed è buono. Altre che fanno l’offerta; altre che si dispongono bene
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spiritualmente nell’obbedienza, volendo che tutta la giornata passi nella volontà di Dio.
Dopo l’esercizio del mattino, conservare un abituale raccoglimento, cioè escludere quello che può allontanare i nostri pensieri da ciò che è il volere di Dio. Escludere i pensieri che possono portare a cose mondane oppure a cose che riguardano l’amor proprio. L’abituale raccoglimento è un grande dono di Dio. Allora, tutto nella giornata viene vissuto e compiuto sotto lo sguardo di Dio. Il Signore mi vede che sia scritto ben grosso6, sì, ma soprattutto sia impresso nel cuore. La grazia di dominare i nostri pensieri, di tenere raccolta la mente e di tenere a freno il cuore, è una grazia di immenso valore. Chiederla ogni giorno, perché è la grazia che il Signore ci vuol dare, lo Spirito Santo ci vuol comunicare, è una grazia che richiede anche la nostra cooperazione e il nostro sforzo. È tanto difficile e richiede una vigilanza abituale.
Ora facciamo i nostri propositi che devono essere il frutto dell’esame preventivo.
Ricordiamo oggi anche i santi esempi che ha lasciato, a questo riguardo, il Maestro Giaccardo7. Ricordiamo l’anniversario della sua morte. È passato all’eternità il giorno di S. Timoteo, il nome [del santo] che aveva preferito per sé nella professione. E in giorno di sabato, che ci fa pensare ad una compiacenza della Madre celeste per lui che l’aveva tanto amata e tanto predicata!
Diventiamo un po’ più di spirito soprannaturale, perché subentrano tanti ragionamenti umani che non si collegano con la teologia e la vita teologale... Cerchiamo di purificare tutto e pensiamo religiosamente, cioè teologalmente, secondo le virtù teologali. Quanto è importante! Se subentra invece questo modo di pensare che va fino al ragionamento umano, che cosa ci resta della vita soprannaturale? Che cosa ci resta della vita religiosa? Invece, pensare soprannaturalmente, vivere nello spirito soprannaturale! Con certi pensieri umani, dove uno
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vuole far valere e mostrare la sua sapienza umana... scoperchia la casa, cioè rovina se stesso.
Allora, dove si fanno i propositi soprannaturali, dove si fa e si arriva a una vita di orazione un po’ più elevata? Quando? Può essere che veramente la vita religiosa com’era [stata] abbracciata, che penetrava tutta la mente, tutto il cuore e tutta l’attività, viene a perdere e a perdere tanto8! Dobbiamo avvicinarci alla vita eterna, alla visione di Dio, all’eterno amore. Prepararsi! La vita è preparazione al cielo. Ma per questo, preparare bene le giornate al mattino.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 24 gennaio 1961. Trascrizione da nastro: A6/ an 92a = ac 156b.
2 Sotto la tua protezione, antica antifona dedicata alla Madre di Dio, risalente al III secolo d.C.
3 Cf Gv 15,13.
4 Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Dossologia a conclusione della Preghiera Eucaristica.
5 Cf Pr 6,6-8.
6 In quel tempo nei locali comunitari c’erano cartelli con questa scritta.
7 Beato Timoteo Giaccardo (1896-1948), nato a Narzole (Cuneo), primo sacerdote paolino e collaboratore fedelissimo del Fondatore. Morì di leucemia fulminante sabato 24 gennaio 1948. Fu beatificato il 22 ottobre 1989.
8 Trascrizione fedele all’originale. Il Primo Maestro esprime questi concetti con evidente sofferenza.