Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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II
LE PRATICHE DI PIETÀ1


L’orario degli Esercizi tiene conto anche di quello che è la possibilità fisica, cioè del bisogno che molte di voi sentono di distensione, di tranquillità, per poter meditare serenamente. Perciò il riposo spirituale e il riposo fisico. Tranquillità e serenità. Sento da varie parti che ci sono eccessive preoccupazioni. È necessario che il cibo sia preso con serenità, che la pietà sia fatta in tranquillità e che tutto il lavoro spirituale venga compiuto con tranquillità. Quel soverchio agitarsi... Piuttosto si lasci qualche cosa da parte.
Il compito dell’apostolato lo fate tanto bene, in generale. Conosco i risultati che vanno sempre migliorando. Però sempre prima la pietà, la tranquillità di spirito per poter entrare in intimità con Gesù. Il che giova alla salute, giova allo spirito e giova anche al risultato dell’apostolato. Non è soltanto l’affaccendarsi, ma il ragionare, l’organizzare... Nell’apostolato c’è tanta parte di tempo per organizzarsi, per prendere le misure, per ordinarsi nelle cose. Sembrerà a volte di perdere un po’ di tempo, ma non è tempo perduto, è guadagnato.
Se un bel giorno dicessi alle Figlie di San Paolo: Cambiate abito, che cosa direste? Che non va, certamente. Ma quando si comincia a cantare canti che non sono stati suggeriti e che non sono tradizionali dell’Istituto, è peggio che cambiare l’abito delle Figlie di San Paolo. Perché questa tendenza alla novità? Noi abbiamo qualche cosa da portare. Voi avete un abito da portare nel mondo. Questo abito non è fatto tanto di stoffa, ma è l’abito, il modo di vivere nella pietà, negli orari, nell’attività, nel modo di tenere relazioni... Vivere da Figlia di San Paolo.
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Per questo, prendiamo una cosa intima adesso da considerare che avete nelle Costituzioni: La pietà sia uniformata alla devozione a Gesù Maestro Via Verità e Vita2, il che significa l’esame di coscienza, la meditazione, la Messa, la Visita in modo particolare, e in generale anche [tutto] il lavoro spirituale. Per crescere in santità occorre crescere nella fede: «Io sono la verità»; occorre crescere nell’imitare Gesù Cristo: «Io sono la Via»; crescere nell’intimità e nella vita interiore soprannaturale: «Io sono la Vita»3. Perciò sempre tutte le pratiche di pietà in questo modo, in questa devozione: Gesù Maestro Via Verità e Vita.
Ecco allora qualche cosa in pratica. Primo, i propositi tocchino la mente: «Io sono la Verità»; tocchino le abitudini, le attività, il modo di vivere quotidianamente: «Io sono la Via», egli ce l’ha insegnato; e crescere nella vita spirituale, nella grazia di Dio che è poi il merito, la santità: «Io sono la Vita».
Perciò i propositi che riguardano lo spirito predisporli già in questo senso. Poi vi è anche ciò che si può chiamare il programma e cioè: Come farò il mio ufficio nell’anno? Come mi comporterò in questa o quell’altra occasione? Supponiamo che una sia dedita al cinema, l’altra sia dedita alla libreria, un’altra debba fare le faccende di casa, un’altra debba andare in propaganda, ecc., le relazioni che ci sono in casa e che ci sono fuori, il modo di compiere l’apostolato,… Quindi, propositi per la mente, per il cuore e per la volontà. Il programma poi si riferisce alle cose più esteriori della vita, per esempio: all’ufficio che si deve fare, come comportarsi in libreria, ecc.
I propositi che si devono mantenere sono sempre in Cristo Via, Verità e Vita. Guadagnate immensamente di più! Perché tanto si guadagna quanto si è uniti a Gesù Cristo, il Maestro Via Verità e Vita; in quanto la nostra mente, il nostro cuore, la nostra volontà sono [in] Gesù Cristo, perché: «Amerai il Signore Dio tuo con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze», cioè con tutta la volontà, «e il prossimo tuo come te
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stesso»4. Ecco, ciò che serve per tutto l’andamento dell’anno. So che siete molto fedeli in questo, che tutte portate il vostro taccuino, che segnate il lavoro che volete compiere e anche quello che forse non si compie abbastanza bene. Questi i propositi rinnovati il giorno della Confessione e ogni mattina; rinnovati nel ritiro mensile e rinnovati poi nel corso degli Esercizi spirituali.
Non affannatevi, state tranquille. Lasciate riposare il vostro capo sul petto adorabile di Gesù oppure sentite lo Spirito Santo che lavora in voi, in serenità, lui che getta la sua luce nella mente, la sua forza nella volontà, i suoi sentimenti nel cuore. Fare un patto: Voglio riposarmi in te. Metterò il mio spirito in te. Il mio patto è questo: tu supplirai alla mia miseria, alle mie debolezze e anche alla mia stanchezza, poiché il soverchio sforzo può essere nocivo. Molto più [serve] abbandonarsi e confidare in Dio che non lo sforzo. Ecco tutto! Contare molto più sulla grazia del Signore che sulla vostra fatica. Ci vuole [però] lo sforzo. Non vorrei che fosse inteso questo in senso di pigrizia o di tiepidezza. È tutt’altra cosa la tiepidezza dal riposare sul cuore di Gesù. È sentire che Gesù è colui che opera nella tua mente, accresce la fede; è colui che opera nella tua volontà e ti rende più forte, più stabile; è colui che infonde i suoi sentimenti nel tuo cuore. Il cuore di Gesù [è] nel tuo cuore. Perciò, in generale, tutto l’anno sia uniformato al Divino Maestro, perché i propositi si portano da un anno all’altro, in ogni ritiro mensile si rileggono, si considerano e si ripetono.
Secondo, applicare questo modo nella Visita al Santissimo Sacramento. La Visita al Santissimo Sacramento sia divisa in tre punti di venti minuti. Notiamo però che questa è una norma, ma non ci leghiamo troppo al metodo più che allo spirito. Nella prima parte si fanno atti di fede e la lettura spirituale: esercizio della mente. Nella seconda parte, si fa l’esame di coscienza e si fanno i propositi: esercizio della volontà. E nella terza parte la preghiera, cioè: rosario, comunione spirituale, rinnovazione dei propositi. Poi fiducia, risvegliare la fiducia in Gesù: sono
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totalmente suo, di Gesù. Così la Visita divisa nelle tre parti, come norma.
Può essere però che un’anima a un certo punto sente attrattive su qualcosa, sente che Gesù l’attira e che quell’attrattiva è partita dallo Spirito Santo. È volontà di Gesù di intrattenersi con l’anima in maggiore intimità, come ha fatto con Maria allorché, andando a Betania si ritirò con lei in una camera più segregata, più tranquilla, per le comunicazioni di sentimenti e di pensieri. E quante lacrime avrà avuto Maria e quanti incoraggiamenti e grazie le avrà comunicato Gesù!
Andare in serenità alla Visita. Vedete, l’adorazione si può dire che dà il tono alla giornata. È proprio quello il tempo in cui pensiamo a noi stessi e ragioniamo di cose nostre con Gesù. È lì dove si stabilisce dulcis sermocinatio: il dolce discorrere5 con Gesù. Perciò, in principio tranquillizzare lo spirito. A Gesù vada totalmente la persona, cioè gli porti la mente e non [porti] la mente ad altro. Questo vale anche per l’apostolato. Non porti la mente all’apostolato. Penserà alla fine di domandare le grazie anche per l’apostolato, ma prima non deve essere preoccupata di questo. Porti il cuore, affetti, conversazioni dolci; porti la volontà per stabilire la vita in Gesù Cristo, cioè che Gesù Cristo operi in me e io sia un membro suo che opera sotto l’azione del capo che è Gesù Cristo stesso. Tranquillità nella Visita.
Ci sono però distrazioni, ci sono anche tentazioni. Ma quelle non rompono la tranquillità. Bisogna invece guardarsi da ciò che [toglie] la tranquillità e non permettere che la tranquillità sia scossa e sia tolta. Occuparsi invece di quello che riguarda l’anima nostra con Gesù. Vivere in questa serenità anche nel distendersi nella ricreazione, nel distendersi nella domenica, ecc. Giova alla salute e giova allo spirito.
Terzo, la Messa sia sentita ugualmente secondo la devozione a Gesù Maestro Via Verità e Vita. La prima parte della Messa è didattica: ammaestra, insegna. Vi è l’Introito, vi è l’Epistola, vi è l’Oremus, vi è il Vangelo e, quando la liturgia lo comporta, anche il Credo: istruzione alla mente. La santità però non è solo nella mente, perché [ad esempio] ci sono dei
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filosofi, dei teologi che sanno altissime cose; non è soltanto nel cuore senza la testa e non è solamente la volontà, perché ci sono delle persone che lavorano per tre. È l’essere totalmente in Gesù Cristo, in Dio: la mente, la volontà, il cuore. Tutto, non [solo in] parte. Tutto mi dono: la mente, la volontà, il cuore. Poi «Mi amerai con tutta la mente, con tutte le forze, con tutto il cuore e il prossimo come te stesso»6. La Messa dunque, nella prima parte è istruttiva. Leggere bene l’Epistola, bene il santo Vangelo.
Poi c’è la parte sacrificale che comincia dall’Offertorio e va fino al Pater noster. Non infastiditevi molto se l’azione esterna, ossia l’alzarsi e l’inginocchiarsi, [non] viene eseguito puntualmente, perché questo è prescritto per chi fa coro; tuttavia si può concedere in qualche maniera, ma è una concessione. Il coro è riservato alle suore claustrali di vita contemplativa.
Sacrificare! Fino a che punto Gesù ci ha amato? Fino a morire sul Calvario per noi. Ora il Calvario è trasportato nella consacrazione, nella elevazione. Allora offrire tutto il cuore a Gesù. Nella prima parte [della Messa] concludiamo con il Credo: Signore credo o con un atto di fede interno dopo il Vangelo, se non c’è Credo nella Messa. Ma, fino a che punto mi hai amato, per morire per me? E io vorrei morire per te. Fino a che punto hai amato gli uomini facendoti vittima per i loro peccati, per riaprire a loro il paradiso? E io voglio consumare la mia vita e le mie forze nell’apostolato per le anime. È il tempo dove si risveglia l’amore e l’anima prende quei sentimenti, quei desideri che ha Gesù stesso: Con le intenzioni con cui continuamente vi immolate sugli altari.
Dopo segue la parte unitiva, cioè la Comunione. La prima parte della preparazione è il Padre nostro, poi le altre preghiere fino alla Comunione. Quindi al termine della Messa segue il ringraziamento. Allora Gesù Vita nella nostra anima, cioè aumento di unione con Gesù, unione totale con Gesù. Aumento di grazia abituale e aumento di buona volontà con l’aiuto della grazia attuale, secondo i bisogni che abbiamo nella giornata. E si parte allora per la giornata molto più fortificati.
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La meditazione è pure divisa in tre parti. Per la mente, ad esempio, leggere il tratto di libro o ricordare un fatto che particolarmente ci serve per ricavare un frutto, supponiamo il presepio, la crocifissione di Gesù o supponiamo di vedere il Maestro divino che annunzia le beatitudini o di considerare Gesù alla destra del Padre, glorioso in cielo, ecc. Parte della mente.
Poi la parte della volontà. Rafforzare, ragionare: Io imito bene Gesù Cristo? Ho meditato, cioè ho letto qualche cosa sull’umiltà? Sono umile? C’è bisogno dell’umiltà? Quali sono i frutti dell’umiltà? Che proposito faccio sull’umiltà?.
E terza parte: la preghiera. Domandare al Signore la grazia di rinnovare i propositi e nello stesso tempo domandare l’aiuto per mantenerli.
Una persona può dire: Io mi distraggo facilmente. Cerchiamo di evitare le distrazioni, magari leggendo più abbondantemente dal libro. Invece di una pagina se ne possono leggere due, se proprio la testa non vuole star lì, se la fantasia è un po’ pazza. Allora si può anche dire un rosario per osservare i propositi che già abbiamo [fatto] oppure i propositi che derivano da quanto si è letto nel libro o sentito nella predica. Ma anche la meditazione... Le sante meditazioni di Maria: «Conservabat omnia verba in corde suo»7. Sì, ma meditazioni in Gesù Cristo Via Verità e Vita, secondo questa devozione.
E l’esame di coscienza? Se i propositi sono già fatti, si richiamano: un punto sulla mente, un punto sul cuore, sul sentimento, e un punto sulla volontà. Allora è subito un esame generale di tutta la vita. Tuttavia uno può poi fermarsi su un punto particolare. Ad esempio, hai il proposito sulla pietà. Non si prende tutta la pietà assieme. Prima, supponiamo in marzo, migliorerò la meditazione; in aprile migliorerò l’esame di coscienza; in maggio migliorerò il rosario, e così sempre avanti mese per mese. È sempre la pietà, ma i punti sono diversi. Alla fine del mese, nel ritiro mensile, si fa l’esame se c’è stato un progresso e si rinnovano di nuovo i voti religiosi e i propositi già fatti. Così anche le altre pratiche di pietà, supponiamo il rosario. Ogni mistero ci suggerisce una verità di fede, ci suggerisce
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una virtù da praticare e ci suggerisce una grazia da chiedere. Sempre Via Verità e Vita. Non lasciatevi distrarre né da predicatori né da confessori, tenete il vostro metodo: questo è nella volontà di Dio.
Voi avete fatto i voti e intendete, ad esempio, far bene l’apostolato. È parte dei voti, degli impegni che avete abbracciato nella vita religiosa paolina che richiede l’apostolato. Se ci si impegna nell’apostolato esterno, è tanto più necessario che il lavoro interiore sia conformato allo spirito della Figlia di San Paolo. Conformato allo spirito. È più necessario lo spirito che l’abito. È più necessario lo spirito che l’apostolato. È più necessario lo spirito che non abitare nelle case della Pia Società Figlie di San Paolo. È lo spirito la cosa più preziosa! Non lasciarvi portar via dalle cose esterne: Ma questa è così, quella è così.... Voi finora avete una grande grazia, cioè in buona parte fate i ritiri in casa e fate gli Esercizi in casa, nelle vostre case. Non lasciatevi distrarre da altre cose.
Confermate sempre il vostro spirito, tanto più adesso, che siete ancora un Istituto giovane. Poi si formeranno le tradizioni. La Santa Sede vuole che le suore facciano gli Esercizi spirituali nelle loro case o, se devono andare altrove per ragioni di aggiornamento, chiedano il permesso. Perché? Perché molte suore per ragioni di aggiornamento o perché vanno a fare gli Esercizi con una direzione un po’ diversa, alla fine sono disorientate, deviate: non sono più né cappuccine, né domenicane, né salesiane... Sono un miscuglio, non c’è più lo spirito proprio. Ma è lo spirito la parte più preziosa, non sono gli studi, neppure l’apostolato e neppure, e tanto meno, l’abito. È lo spirito. Custodite lo spirito vostro che è bello, caro a Dio e vi insegna una via breve per la santificazione. Siate gelosissime del vostro spirito. Non cedete in niente, ammirate tutto, anche se è più bello, ma state al vostro spirito.
Del resto, se ci fosse stato qualcosa che avessi trovato di più bello, ve l’avrei dato, perché era lo stesso darvi una cosa o darvene un’altra. Non è come quando si va all’albergo: si mangia una cosa o un’altra, perché costa di più o di meno. Il meglio! Particolarmente devo ripetere questo: se non fate bene la Visita, ne avrete un grande deterioramento. Ma voi la fate
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e quindi camminate nel vostro spirito, sempre unite alla Congregazione. Se non aveste la Visita, io sarei responsabile, non vi avrei fornito i mezzi necessari per la santificazione e per un buon apostolato. E avreste ragione di chiederlo, giacché non avete l’Ufficio come le suore contemplative, e anche il vostro apostolato naturalmente porta un po’ a distrarsi dal raccoglimento. Per cui ci vuole proprio la grazia che si ricava dalla Visita al Santissimo Sacramento, per cui l’anima, stabilita in Cristo, non si muove per quante attività abbia: con una mano lavora, con l’altra si tiene attaccata a Gesù e vive così nello spirito paolino.
Ringraziare dunque il Signore del buon spirito che ha voluto comunicarvi. Tenete fermo, siate gelosissime del vostro buon spirito.
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il [6] marzo 1961. Trascrizione da nastro: A6/an 98b = ac 164a. Il giorno 6 marzo è precisato da don Speciale nel Diario: “Verso le 6,30 il P.M. va ad Ariccia e tiene due meditazioni alle Figlie di San Paolo che hanno per argomento: la prima ‘Le pratiche di pietà’, la seconda ‘La Bibbia’.

2 Cf Cost ’53, art. 203.

3 Cf Gv 14,6.

4 Cf Mc 12,30-31.

5 Cf Imitazione di Cristo, II, I, 1.

6 Cf Mc 12,33.

7 Cf Lc 2,51: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore».