Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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bene. Anche solo un passo che sia oltre i limiti, oltre la linea giusta, è un male.
Di conseguenza, vedete di esaminare anche la posizione della redazione. Nella redazione bisogna sempre tenere presenti gli articoli che sono segnati [nelle Costituzioni]19, cioè non si devono fare studi di punta, ma si deve presentare la dottrina della Chiesa. Non articoli di punta, cioè quando si tratta di cose discusse, ma bisogna che le cose siano sicure. Del resto gli articoli sono abbastanza chiari e sono stati inseriti dopo molta preghiera.
Oltre la redazione, vi sono le illustrazioni. Sempre un po’ più di qua dalla linea, piuttosto che andare sui limiti con il pensiero di essere moderni o di essere sociali. Il Vangelo è sempre moderno per tutti i tempi e sarà ancora sempre moderno fino alla fine dei secoli. Si è moderni quando si è conformi a Gesù Cristo e non si è moderni quando non si è conformi a Gesù Cristo.
Poi, la tecnica. La tecnica spesso può portare a illuminare le anime, a illuminare il lettore, in un senso o nell’altro, la stessa disposizione, le copertine con cui si presentano, ecc. Una persona mi ha fatto la domanda: Perché devo stampare quello: devo o non devo?.
Terzo: vi è poi la pastorale nella diffusione. Nella diffusione, in primo luogo, rivolgersi alle masse. Gesù Cristo, in primo luogo, si è rivolto alle masse, al popolo, ma poi ha formato anche i sacerdoti. Quindi si è rivolto ai sacerdoti e anche alle classi che erano destinati ad essere docenti, maestri. Ma la sua ordinaria predicazione era per il popolo, e anche quando parlava per la formazione degli apostoli, parlava chiaro, con semplicità. Dunque, rivolgersi in modo particolare alle masse, cioè a fanciulli, alla gioventù maschile e femminile, alle madri, agli operai, ai contadini, ai piccoli commercianti e in generale ai poveri, agli infermi, ai tribolati, ecc. Questa è la grande massa dell’umanità. Pastorale!
Quest’oggi, nella meditazione antecedente, ho detto una cosa che dovevo dire adesso, cioè che la tipografia è la tua
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chiesa e il banco della libreria è il tuo pulpito. Stare nella tipografia con rispetto. Ricordavo anche che il sacerdote don Ghione20, uno dei nostri ultimi passati all’eterno riposo, in tipografia stava sempre con il cappello in mano. Perché non ti copri?. Ma qui siamo in chiesa, dove si provvede il catechismo, si provvede all’istruzione religiosa. La macchina moltiplica ciò che lo scrittore, la scrittrice hanno messo in carta.
Poi, la libreria: proporzionare il libro alla persona; organizzare le varie parti, ad esempio la biblioteca familiare, la biblioteca scolastica, la biblioteca aziendale, la biblioteca liturgica oppure ascetica, ecc. E poi tutto quello che è dato nella nostra missione apostolica. La libreria non è luogo di chiacchiere, è luogo da santificare. Le parole siano piuttosto poche, ma sempre piene di saggezza spirituale. Ricordare che il premio è grande: Beati i passi di coloro che evangelizzano il bene, che portano la parola di Dio21. Sì, il merito è grande. Certamente è un apostolato faticoso, ma quando è fatto bene e con la prudenza che viene insegnata dalla direzione, allora l’apostolato riesce meno faticoso e si vede che progredisce.
Non considerarlo a misura del guadagno o considerarlo soltanto in funzione dell’utile. Vedete, chissà se mi faccio capire, in primo luogo bisogna dare ciò che viene dalla Congregazione. Le librerie non devono riempire le vetrine di libri di varie case editrici, no. Ciò che deve essere esposto, messo in vista, sono le edizioni della Congregazione, della Famiglia Paolina, sicuramente, perché? Perché altrimenti si diviene commercianti, il che è contrario al Diritto Canonico, dove c’è un canone apposta per questo22.
Che cos’è il commercio o il negozio, che è lo stesso? È prendere una cosa com’è, comprarla supponiamo a cinque soldi e venderla a sei, senza cambiarla, per farne un guadagno:
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questo è il commercio. Facciamo un esempio molto materiale: se il parroco che ha un podere, compra dei vitellini, li fa crescere nel suo podere e poi li vende quando sono grossi. Vedete, muta la cosa, cioè da piccola la fa diventare grande e quindi non è commercio. Quindi se comprate carta, la trasformate in libro vostro e lo vendete, non è commercio. Ma se il parroco compra i vitellini, supponiamo, a centomila lire e poi li rivende senza farli ingrassare a centodieci mila lire, fa commercio. È la mutazione della roba che ci toglie dal commercio. Occorre mutare.
Quindi se noi compriamo e vendiamo senza mutare, cioè compriamo il libro già fatto e lo vendiamo com’è senza nessuna mutazione, allora noi diventiamo commercianti. Vatti a confessare! A volte quando c’è questa preferenza così insistente: vatti a confessare, non c’è altro da dire. Perché l’Istituto, la Famiglia Paolina, che è unita, ha propriamente da insegnare, da fare qualche cosa. Se noi diamo un libro di una casa editrice, fosse anche buona, non è il nostro insegnamento. Il nostro insegnamento, la redazione, è sorvegliata, e in Italia non passa un libro alla stampa senza che abbia avuto il ‘Visto’ del Primo Maestro, perché? Perché è la direzione, perché facciamo la nostra predica scritta, la diamo, e allora è nostra. Voi fate la vostra missione: chi fa la redazione, siano Figlie o siano sacerdoti o siano anche soltanto traduttori, fanno la loro parte. Allora è apostolato. L’Istituto diviene docente, insegna. Quindi attaccatissimi...
Ma non si può dare niente di altro? Si può dare come supplemento, cioè, una volta messe in vista le nostre edizioni, produzione nostra, siano libri o periodici o anche oggetti religiosi fatti da noi in casa, da una delle Famiglie dei nostri istituti, allora è sempre produzione nostra, sia fatta dalla Pia Società San Paolo o dalle Figlie di San Paolo e, se è un oggetto religioso, una pianeta, fatta dalle Pie Discepole, ecc. Allora è sempre l’Istituto che insegna. Si tengono libri anche di case editrici varie, va bene. Qualcosa del meglio. Se vengono a richiederlo, lo trovate lì, conservato sotto il banco, lo tirate fuori e lo date. Ma generalmente, sapienti nel dare le nostre cose, in cui c’è una ricchezza tale che non si riesce neppure a conoscere tutta.
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Chi conosce i circa tremila e seicento titoli di libri che abbiamo? È una fatica! Chi riesce a conoscerli? Io no. Io firmo tutte le carte quando vengono a portarmele prima della stampa, ma poi che le abbia lette tutte, questo poi no. Oggi è uscita la Enciclopedia cristologica23, bellissima cosa. L’ho firmata tre mesi fa, ma non è che l’abbia letta interamente, tuttavia si sa il contenuto e si può dire cosa contiene questo libro, perché c’è una recensione, perché si è letto l’indice...
Fare tutto il vostro lavoro in spirito pastorale.
Vi benedica tanto il Signore. Qualche volta si potrebbe dire: Ma questo libro è di una editrice cattolica.... Allora non c’è dubbio che possa non essere buono. Quando è di una editrice non cattolica, allora bisogna accertarsi se il libro è proprio buono. Tuttavia non dobbiamo esporci al pericolo di dare cosa che non sia conveniente. Una certa misura!
Nell’adunanza tenuta per i librai questo si è spiegato a lungo. La percentuale, supponiamo, [che abbiate] diffuso in tutte le varie case supponiamo per centomila lire24
(…da noi come missione propria. Certamente, e in questo avrete sempre più benedizioni, perché chi opera rettamente al fine si trova bene con Dio e con gli uomini.
Fare la nostra missione! Vivere lo spirito pastorale. Siamo nella novena a Gesù Buon Pastore e allora in questo tempo preghiamo per possedere lo spirito pastorale e conservarlo sempre. Ci sono però delle difficoltà e vi sono parecchi e parecchie che non lo comprendono ancora bene. Vedete un po’ di pregare lo Spirito Santo che illumini, affinché possiamo capire sempre meglio e che presentiamo al Signore opere che sono conformi alla sua volontà e che presentandoci al tribunale di Dio, troviamo il volto di Gesù accogliente, sereno.
Diceva il can. Chiesa, proprio negli ultimissimi giorni: Signore, vi ringrazio che mi avete fatto questo grande dono: nella mia vita ho predicato sempre, ho scritto sempre la vostra verità. Ecco, una bella consolazione in morte! )
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19 Cf Cost ’53, artt. 252 e 260.

20 Don Giovanni Battista Agostino Ghione (1893-1960) sacerdote della Società San Paolo.

21 Cf Rm 10,15. Cf anche Le beatitudini delle Figlie di San Paolo, LP, ed. 2011, p. 231.

22 Cf Codex iuris canonici, ed. 1917, Canone 142: “Ai chierici è fatto divieto di esercitare, direttamente o per mezzo di altri, una qualsiasi attività commerciale o di vendita sia per la propria che per l’altrui utilità”. Il Canone 2380, applicazione del 142, menziona esplicitamente anche i religiosi.

23 AA.VV., Enciclopedia cristologica, Edizioni Paoline, Alba 1960, pp. 1245.

24 Qui termina la registrazione su master. L’ultima parte è ricavata dalla registrazione di sr M. Epifania Maraga (1919-2007).