Abbiamo tra le mani un nuovo testo dell’Opera Omnia Alberioniana, della serie ALLE FIGLIE DI SAN PAOLO, che raccoglie la predicazione del Beato Giacomo Alberione nei primi mesi dell’anno 1961, un anno particolare, nel quale il Fondatore valorizza ogni occasione per rinvigorire la vita paolina e consegnare alla Congregazione il patrimonio di vita spirituale e apostolica che si era andato costruendo nel tempo.
Questo testo (FSP61*) e quello in preparazione (FSP61**) che raccoglie la predicazione del secondo semestre dell’anno 1961, costituiscono una degna cornice al volume “Spiegazione delle Costituzioni”, cuore di tutta la predicazione del 1961 poiché racchiude, come un tesoro prezioso, le meditazioni del corso straordinario di Esercizi spirituali tenuto ad Ariccia dal 15 maggio al 5 giugno 1961.
Nei primi mesi dell’anno, ai quali questo testo si riferisce, Don Alberione sembra preoccupato di non aver insistito abbastanza sugli elementi della vita spirituale. Con sofferenza, avverte le sorelle: “Se la preoccupazione dell’apostolato non vi lasciasse fare bene l’adorazione, sarebbe un guaio grosso. Io avrei messo insufficienza di preghiere alle Figlie di San Paolo.... Se l’adorazione non si facesse in modo completo, non solamente perché è di un’ora, ma perché è proprio l’ora di intimità, di colloquio con Gesù, allora voi sareste mancanti del mezzo di santificazione” (med. 2). E ancora: “Se non avessimo messo nelle Costituzioni l’ora di adorazione, dovremmo domandare perdono al Signore! Perché non avreste l’alimento sufficiente per la santificazione e per un buon apostolato, una buona vita religiosa” (ES, 22 febbraio 1961, I).
Il Fondatore insiste sulla crescita dello spirito di preghiera e non si stanca di precisare, di entrare nei particolari, di offrire linee molto concrete, quasi un pro-memoria perché ogni istante della giornata sia offerto al Signore. E ribadisce l’importanza di una preghiera che trasforma la vita perché tutta la vita diventi preghiera: la stessa vocazione paolina è da lui considerata come “vocazione a un alto grado di orazione”. Le parole del Fondatore sono, ancora oggi, di grande attualità perché ci invitano a superare la frammentarietà per giungere all’unificazione interiore e dire Dio con la vita e con ogni linguaggio della comunicazione. Con profonda riconoscenza, accogliamo l’esortazione del nostro Padre: “Benedite il Signore, che vi ha fatte per l’apostolato e benedite il Signore anche per l’eccellenza della vostra Congregazione, dove sono unite le due vite: la vita soprannaturale, cioè la vita mistica, contemplativa per l’abbondanza di preghiere, specialmente per l’adorazione, e poi la vita di apostolato, perché tutto quello che rimane di forze lo impiegate per le anime. Benedite il Signore di questi grandi doni che vi ha dato” (ES, 13 aprile 1961, IV). Ringraziamo le sorelle del Segretariato Internazionale di Spiritualità per questo nuovo dono alla Congregazione e alla Famiglia Paolina. La parola viva del Fondatore illumini il nostro cammino e ci solleciti a riaccendere la fede per “parlare le parole di Dio”, per comunicare a tutti, sull’esempio dell’Apostolo Paolo, il tesoro sublime del Vangelo.
Con affetto.
Sr Anna Maria Parenzan
Superiora generale
Roma, maggio 2019
105° anniversario di fondazione della Famiglia Paolina.