Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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LA POVERTÀ'87
1. Quando i mondani parlano della vita religiosa si può subito comprendere come essi parlino di cosa che ignorano. Per essi è una stoltezza, perché non hanno la conoscenza della scienza soprannaturale. Conoscono cavalli, leggi, musica, astronomia ma poco di spirito. Hanno audacia di sentenziare ciò che non conoscono. Come pronunziano certe sentenze strane sulla vocazione. Se una figliuola va verso il matrimonio, anche se si rompe il collo... Ma se vuol consacrarsi a Dio, essi scoprono solo il sacrificio della giovinezza offerto, delle proprie sostanze.
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2. Questa è la parte negativa, ma la parte positiva è l'unione con Dio. Col voto semplice di povertà la suora non ha più nulla di suo, nemmeno amministra quei beni che le vengono per eredità e di cui pur ritiene la proprietà. Il voto di povertà richiede un lavoro costante, come lavorava Gesù a Nazareth. Devono lavorare anche quelle che erano benestanti in famiglia. La Bibbia dice: Chi non lavora non mangi (2Ts 2,10). Essendo religiosa, devi mettere maggior impegno nei lavori, nella scuola, nelle opere parrocchiali. Rivolgersi a Gesù operaio perché ci ottenga di mettere tutto l'impegno della mente nei lavori.
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3. Se la suora è ingegnosa ha cura. Ciò vuol dire: cura della salute per poter lavorare e non guastarsela. Cura dei mezzi di lavoro. Cura di quanto riguarda la propria persona. Due persone comperarono la macchina da cucire lo stesso giorno, una la ridusse in rovina in poco tempo. La cura rende la comunità più ordinata e in grado di fare molto più bene.
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4. Cura del tempo. Essere persone ingegnose nella cura del tempo. Santa Chiara ascoltava le suore sferruzzando. L'ozio non è riposo. L'ozio è da fuggire, anche se bisogna prendere il riposo necessario. E' con l'usar bene del tempo che noi guadagnamo il cielo.
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5. La beneficenza si può cercare con riguardo e moderazione. In generale si hanno le cose che servono per l'istituto o per il proprio ufficio, ma nella povertà di privazione, sempre pazienza e mortificazione. E' ben poco quel che anche una regina lascerebbe di fronte ai beni celesti. Fatevi degli amici per mezzo delle ricchezze umane, qualora ci fossero. Quando vi è la povertà, vi è anche l'attività e l'umiltà. Soprattutto l'anima sa di guadagnare tesori per il cielo. La povertà è garanzia per ogni buon istituto religioso.

dicembre 1948

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87 Dicembre 1948