Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CORPUS DOMINI57
1. Oggi la chiesa c'invita a lodare Gesù "ducem et pastorem", che non è lontano da noi ma vive, si dona, s'immola per noi ed ha voluto rimanere con noi nel santo tabernacolo. Il primo sacrificio fu quello di Abele che piacque a Dio e noi lo ricordiamo nella santa messa. Poi il sacrificio di Abramo che doveva immolare il suo unico figlio, mentre aveva avuto, promessa di una grande posterità. Dio, che preferisce l'obbedienza al sacrificio, fermò il braccio ad Abramo che gli offrì, al posto del figlio, un ariete. Altra più chiara figura del sacrificio attuale è quello di Melchisedeck che offrì pane e vino. Egli è figura di nostro Signore Gesù Cristo e del sacerdozio attuale.
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2. Ma finalmente le figure cedono il posto alla realtà. Gesù nasce in Betlemme (città del pane), preannunzia l'eucaristia nella moltiplicazione dei pani e sfama con pochi pani una moltitudine grandissima. Alla fine darà un'altro pane, "panem de coelo", pane di vita (Gv 6,48). Alcuni Giudei si scandalizzarono allontanandosi da lui. Ma egli confermò l'annunzio e venne il compimento. Nell'ultima cena, dopo aver immolato l'agnello come prescriveva la legge antica, prese il pane e il vino, li consacrò come suo corpo e suo sangue.
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3. Così è stata istituita l'eucarestia assieme al sacerdozio che dovrà rinnovare in perpetuo il sacrificio. L'indomani si offerse la messa cruenta. Il fine, la vittima, l'offerente, sono i medesimi sul calvario come sull'altare. Allora direttamente, ora per mezzo dei sacerdoti. Gesù sull'altare è sacrificio, reale presenza, sacramento, compagno amantissimo, grande pastore che vive sotto il vostro tetto.
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4. Il giovedì santo la festa è più mesta per il ricordo della prossima passione. A me fece impressione quando avevo tredici anni: nel giorno del Corpus Domini, la mamma paralitica di un sacerdote, nostro maestro, guarì. Anche quando fui a Lourdes, guarì un tubercolotico. Sempre Gesù ha voluto provare nei secoli la realtà della sua presenza. Tutti i sensi s'ingannano, ma la fede è grande!
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5. Ringraziamo Gesù di stare con noi; preghiamo e ripariamo per tante negligenze e freddezze. Le nostre comunioni siano sempre più sante, le messe sempre più ben ascoltate, le visite sempre più ben fatte. E chiediamo la grazia di ricevere santamente Gesù, come viatico, sul letto di morte.

27 maggio 1948

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57 27 maggio 1948