Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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LA MORTE74
1. Nella sacra scrittura vi è questa parola: "O mors bonum est consilium tuum" (Sir 41,2). Quando si è nell'incertezza, interrogarci che cosa vorremmo aver fatto in punto di morte.
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2. Consideriamo dunque la morte. Che cos'è? Come avviene? Come vogliamo morire? Qui vicino avete il cimitero cioè il luogo di dormizione, lì riposano le salme. Le anime riposano in Dio dalle fatiche della vita. Quando si tratta della vita dell'anima, è il peccato grave che le dà la morte, per questo si chiama "mortale".
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3. Nella morte naturale avviene la separazione dell'anima dal corpo. La morte è la fine della vita. Il Signore creandoci, ha fissato per ciascuno di noi un certo numero di anni. Nessuno di quanti abitarono questo paese cento anni fa, si trova più tra i viventi. Ora ci siamo, ma passiamo tutti incessantemente come un fiume che si rovescia nell'eternità. Passiamo senza lasciare sulla terra traccia di noi stessi, la traccia è nell'eternità. La vita è una prova, prova di fedeltà a Dio: di credere in lui, imitare lui, amare lui. Finché siamo su questa terra abbiamo tempo per far il peccato e per fare i meriti. Alcuni sono proprio furbi ed attenti, sono fervorosi; altri sono imperfetti e difettosi e trascurano. Morendo cessa la possibilità di aggiungere gemme alla corona o di perdere Dio. L'albero come cade rimane. Finché si è in vita, anche un peccatore può fare atto di penitenza e sincere confessioni. I santi sono stati fedeli a corrispondere a tutti i doni di Dio! La morte avviene come disse Gesù, che sapeva come la mandava, e cioè, come un ladro di notte, quando meno la si aspetta. Come il ladro che approfitta delle notti più buie e dei giorni di tempesta. Morremo dopo una buona preparazione, oppure non avremo più tempo!
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4. State preparati (Mt 24,44) dice Gesù. Non attendere a confessarti, non sei sicuro del domani. Il Vangelo parla del ricco stolto che aveva riempito i suoi granai: Stolto, morrai questa notte (Lc 12,20). Non ci fidiamo della salute, della giovinezza, dei medici, delle medicine. Muoiono i predicatori e gli auditori. Quest'anno è morto il Signor Maestro Giaccardo dopo pochi giorni dagli esercizi alle pastorelle. Prima di venire qui ho celebrato una messa per un sacerdote mio compagno, morto di leucemia come il Signor Maestro. Tuttavia anche dei malati gravissimi sperano in qualche ora di vita: vuoi confessarti? Sì, quando me ne tornerò in chiesa...
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5. Il vero apparecchio alla morte è la vita santa, di altro non ci possiamo fidare. Fare una buona confessione, che la morte non debba coglierci all'improvviso, e far penitenza dei peccati commessi per passare dal letto al cielo. Approfittare sempre di tutto, in ogni momento della vita, per fare meriti, non trascurare nemmeno un'Ave Maria. Non contare sull'avvenire ma sulla giornata di oggi. Oggi non voglio perdere nemmeno un merito.

dicembre 1948

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74 Dicembre 1948