Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GLI ATTI UMANI59
1. Quest'oggi ci intratteniamo sopra un argomento che a prima vista sembrerebbe quasi inutile: gli atti umani.
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2. Atto è azione. Nel parlare ordinario azione significa atto esterno. Invece noi diamo d'ordinario il nome di atto a quello che succede nel nostro cuore. Un desiderio, un pensiero sono atti interiori. Alle volte lo spirito lavora molto mentre l'esterno non cambia. Gli atti non sono stati ragionevoli, né procedono tutti dalla volontà. Alcuni atti sono dell'uomo, ma non umani. L'atto è umano quando comporta attenzione della mente, consenso della volontà. Parlare nel sonno, delirare nella febbre, sono atti dell'uomo, non umani. E' atto umano quando per esempio si dice: Ho capito, piace a Gesù e lo faccio.
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3. Gli atti dell'uomo non sono né meritori, né peccaminosi, poiché sia per acquistare un merito, come per fare un peccato ci vuole la volontà. Vi sono delle persone che si affannano intorno a delle fantasie e il loro cuore sta delle mezze giornate sotto delle impressioni sinistre, specialmente nei giorni in cui sono stanche. Alle volte si fanno anche delle azioni nel sonno o atti improvvisi in cui manca o la mente o la volontà.
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4. Per conoscere una persona bisogna osservarla quando è da sola, come agisce mentre nessuno l'osserva. Per alcune essere sole è occasione di bene, per altre invece, di male. Per questo le bambine che non sono ancora formate vanno circondate di assistenza, premura e carità. L'assistenza deve essere come il sostegno della pianta. In certi momenti noi possiamo conoscere meglio noi stessi e gli altri. Ora, se io quando sono sola, commetto certe mancanze, se una bambina quando non è osservata non studia più, si conosce subito la mancanza di rettitudine.
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5. Vi sono persone così buone, così pie che sono contente di star sole per innalzare più liberamente il cuore e la mente al crocifisso. Gemma Galgani era contenta di andare in chiesa da sola, di preparare il tavolo o di compiere altri uffici da sola per intrattenersi con maggiore agio in compagnia del suo Gesù. Ella era di molta vita interiore. Le persone non ancora virtuose da sole si abbandonano facilmente all'abitudine viziosa; invece le persone pie, che stanno sempre alla presenza di Dio, anche se non osservate, fanno ugualmente del bene, anzi meglio.
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6. L'abitudine del bene aumenta il merito e la virtù ripetuta diventa una buona abitudine, come dice il catechismo: La virtù è l'abito di fare il bene, acquistato ripetendo atti buoni. Quando si sono prese delle buone abitudini la virtù diventa facile e piacevole, si attende ai propri doveri con gioia; "prompte, faciliter, delectabiliter", e quanto merito! Ci si trova contente e soddisfatte, ma dopo aver contratto consapevolmente l'abitudine.
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7. La Madonna non trovava difficoltà a raccogliersi, a fare il bene ad essere paziente e caritatevole. Ella era vestita di tanta grazia e di tanto merito che lo Spirito Santo la trasportava. Ma alla grazia ella aveva corrisposto fin da piccolina, perfezionandosi a tal punto che avrebbe avuto difficoltà più a distrarsi che a fare il bene.
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8. Vi sono persone che si affannano per sentire una predica. Non si creda peccato quello che non è o viceversa! Quando scopriamo di avere fatto il male senza saperlo, ringraziamo il Signore di aver agito francamente, innocentemente e umiliamoci. Molti non sono peccati, sono piuttosto atti improvvisi, senza attenzione della mente. Bisogna perciò proporre di correggere le cattive tendenze e chiedere scusa, ma non disperarci.
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9. E' male non detestare le passioni e lasciare che producano i loro effetti. Bisogna resistere alle passioni; proporre ogni qualvolta ci vediamo deboli e soprattutto pregare. Non dire: Ho peccato, sarebbe una falsità, non umiltà. La Madonna disse all'Angelo: Ecco la serva del Signore (Lc 1,38) non ecco la peccatrice, perché non lo era.
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10. Molte cose buone o indifferenti si fanno per abitudine, ma non vanno perse se noi al mattino offriamo tutto al Signore: la pulizia personale, il passeggio, il pasto tutto diventa meritorio per la retta intenzione. Per acquistare merito ci vuole attenzione e anche la volontà all'atto di compiere l'azione o che la volontà sia già stata messa prima. Tutto ciò che rileviamo in noi di male o di errore vediamo di correggerlo e chiediamo sempre perdono a Gesù!
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11. Alcune sembrano buone, ma sono delle buone a nulla. Dalle suore il bene va operato coscientemente, consapevolmente; con la testa, cioè con la mente e con la volontà, da cui procedono veramente la bontà e la malizia delle nostre azioni. Guardiamo bene a quello che facciamo e a quello che pensiamo. Vediamo di dominare la fantasia e il nostro io. Non piangere se le cose vanno a rovescio, ma dire umilmente: sono poveretta, Signore abbi pietà di me, fate tutto voi. E state sicure, Gesù è il redentore e ripara le nostre manchevolezze. Dunque avanti in Domino. Vi benedica il Signore.

2 luglio 1948

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59 2 luglio 1948