Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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L'IMPEGNO FONDAMENTALE83
1. Abbiamo considerato la pietà che è la base della vita religiosa, la base della casa. Come s'innalza la casa? In primo luogo con la professione religiosa, che è la consacrazione a Dio con la pubblica emissione dei voti. L'impegno che nasce dalla emissione dei voti è obbligo di tendere alla perfezione. Nessuno morrà perfetto, ma c'è l'obbligo di ridurre sempre più di numero e di gravità i propri peccati. Il lavoro di perfezione comincia da lì e deve continuare in modo che l'ultimo giorno della vita sia il più perfetto.
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2. E' morto un religioso laico, professo perpetuo da sei o sette anni. Mi raccontavano che nell'ultimo giorno della sua vita, tubercolotico ai polmoni ed alle viscere, con sete ardente e labbra arse, non chiese mai acqua, né di mutare posizione. Era umile, semplice, caritatevole, premuroso con tutti. Quando il superiore gli raccomandò di curarsi rispose: Sono un religioso e sorrise. Era il calzolaio. Fece un progresso continuo fino all'ultimo giorno.
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3. Sempre meglio, tutti i giorni meglio. In tutte le confessioni, il primo pensiero sia: ho progredito? E' l'obbligo nostro e il nostro mestiere. E' essenzialmente diversa la vita religiosa da quella della giovane di azione cattolica.
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4. La professione religiosa non può essere sostituita da nessun altro proposito di santificarsi nel mondo. Oggetto di ogni cura è l'anima propria, che si vuol rendere sempre più preziosa in merito. L'articolo 150 delle costituzioni è fondamentale.
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5. L'anima della professione è il voler essere tutta di Dio, perciò ha la più ricca e larga indulgenza della chiesa. L'anima non vuol più niente per sè, ma tutto e solo come vuole il Signore, come piace a Gesù. Quando noi rinunziamo a tutto per un anno è atto temporaneo di amor di Dio, ma la professione perpetua è atto perfetto e perpetuo di amore di Dio. Non è quindi tanto il lasciar le cose esterne, il mutare abitudini, il troncare relazioni mondane per ridursi a vivere in un convento; molto di più è lasciare se stessi!
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6. La vita religiosa è un grande amore di Dio: amore forte come la morte (Ct 8,6). Vi sono state persone che hanno consumato tutte se stesse nella vita comune, per non fare niente fuori di essa. Ci sono tante norme, ma soprattutto conta amare.
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7. L'anima delle costituzioni è l'amore generoso a Dio, la carità da praticarsi in tutta la giornata. Una figliola è preparata a far la professione quando ha imparato le cose di pietà, l'esame di coscienza, la meditazione, la visita, le costituzioni. Non le ha imparate a memoria, ma eseguendole praticamente. La preparazione fa conoscere lo spirito dell'istituto, le sue regole, le sue osservanze. Se una probanda non si trova bene, non ha la vocazione. Quando una tovaglia non sta bene su un tavolo, non è la sua. Noi dobbiamo scoprire nelle anime il germe della vocazione, formare l'anima alla vocazione. Per conoscere la vocazione, dobbiamo scoprire dei segni: per l'interno può conoscere il confessore; per l'esterno, il superiore. Bisogna che chi consiglia sia persona saggia e prudente. Se non osserva nemmeno i comandamenti, cosa sperare per la vita religiosa? Non condannare se un'anima è meno perfetta. Per alcune basta un breve probandato, per altre è necessario più lungo.
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8. Dalle cose che si vedono, si deduce se c'è la vocazione. In generale, per le figlie che sono ancora in famiglia, si vede dalla loro buona vita in casa. Una giovane, ad esempio, che non amasse il lavoro, non sarebbe nemmeno nell'osservanza della legge naturale. Chi va all'altare deve poter dire: Vado all'altare perché mi piace! Possono esserci gli incoraggiamenti, ma non le violenze o le eccessive insistenze. Quando una non riesce si può dire soltanto che o le è mancato qualche aiuto, o non ha corrisposto. Dio la benedica in un'altra strada. Il Signore ha fatto in paradiso tanti posti e in terra tanti conventi. Chi guida, dia il suo giudizio con animo sereno e con umiltà. Tutti possiamo sbagliare. Il lavoro di probandato, del noviziato, della professione temporanea è una preghiera perché il Signore conceda le grazie per ottenere il grado superiore.
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9. Tutto è preghiera. Preghiamo e lavoriamo, perché l'istituto fiorisca nella chiesa, secondo i canoni e le costituzioni. Voglia il Signore benedire le anime. Egli sa quante ne ha elette e chiama quelle che vuole. E' lui il padrone. Le grazie sono già preparate. Pregare e chiederle, perché verranno.

dicembre 1948

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83 Dicembre 1948