L'INFERNO781. Consideriamo stamattina la verità più terribile che c'insegna la nostra santa religione. I cinesi non vogliono capire come Dio possa castigare le anime mandandole all'inferno.
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2. La verità dell'inferno spaventa ma fa tanto del bene. San Bernardo diceva: "descendamus in infernum viventes ne descendamus morientes". Parliamone a tutti affinché tutti lo sfuggano.
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3. Perché si va all'inferno? Per tre motivi: mancanza di fede, non osservanza dei comandamenti, trascuratezza dei sacramenti. Conosciuta la fede, è vietato leggere libri, assistere conferenze e spettacoli contro la fede. Avviene che tanti dicono di credere, ma dissimulano la fede per rispetto umano. Il culto dei cattolici è di quattrocento milioni, ma gli uomini sono duemila milioni, ossia due miliardi. Chi è in malafede fuori della chiesa non si salva. Chi non crede, dice Gesù, è già giudicato!
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4. Si va all'inferno per mancanze contro i comandamenti di Dio che sono dieci e non due o tre. Si va all'inferno anche per un solo peccato mortale. Le ribellioni e le rivolte contro i genitori, i superiori, le autorità civili e la chiesa sono peccati contro il quarto comandamento. Molti altri peccati di odio, di mormorazione, di cattiveria contro il prossimo sono gravi. Il sesto comandamento non ammetta parvità di materia. Altra ragione per andare all'inferno è la non pratica della religione per rispetto umano, ecc. C'è chi non prega mai, chi disprezza i sacramenti anche in punto di morte. Nessuno si faccia illusioni. I doveri verso Dio sono più gravi dei doveri verso il prossimo. Oh, mettiamo davanti al popolo la verità. Vi sono due vie: una larga e spaziosa che mena alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Non è la fede nelle apparizioni che conta, è la fede in Dio, l'osservanza dei comandamenti, la fiducia in Dio che salva! C'è poi una strada stretta e rigida che mena al paradiso. Gesù dice: Sforzatevi di entrare nella strada stretta (Mt 7,12).
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5. Le ragioni per andare all'inferno si riducono a non seguire come pecorelle docili il Pastore che vive nel Papa, nei vescovi, nei sacerdoti. Questo Pastore è verità, è via, è vita. Credere lui, seguire lui, nutrirsi di lui. Molti vorrebbero la vita di capriccio quaggiù e poi rubarsi il paradiso. Il sacerdote e il catechista non devono tacere né nascondere parte della verità. Noi parliamo solo di ciò che Gesù vuole e diciamo quello che lui disse. Non tacete la verità nemmeno a persona distinta o altolocata, e avvertire i morenti circa il loro stato, perché alla cieca non debbano precipitare nell'inferno. Nell'inferno si soffre la pena dello spirito, la pena del corpo, la pena dell'anima. Lo spirito soffrirà meditando come avrebbe potuto salvarsi vivendo bene, non perdendosi per un falso piacere. Si son salvati altri che avevano minori occasioni di bene. Lo spirito buono pensa che sono salve persone della sua famiglia che poco erano stimate. Pensa che il cielo è una gran festa, ma per lui non restano che la sofferenza, le lacrime, la disperazione. L'anima è fatta per Dio. Ora essa è come incatenata nel corpo, ma per sua natura desidera una cosa sola: Dio felicità, Dio onnipotenza! Ma si sente scacciata lontana. Vivere fra i diavoli, i ladri, gli omicidi, la gente che bestemmia, che urla, che si dispera per tutta l'eternità.
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6. Soffre il corpo. Dopo la risurrezione della carne anche il corpo patirà il fuoco che entra nelle viscere, che brucia le cervella. Quando senti che non puoi nemmeno tenere un carbone tra le mani, che sarà poi essere bruciati dalle fiamme dell'inferno! Il verme del rimorso non muore e il fuoco non si spegnerà più. Il fuoco arderà le parti del corpo che maggiormente peccarono. Quale stoltezza per la frase: se devo andare all'inferno... peccato più peccato meno... Vi è un inferno per un peccato, vi è un inferno per due peccati, Vi e un inferno per tre peccati.
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7. Occhi di fumo, ardore tremendo, sete inestinguibile. San Agostino diceva: "
Domine, hic ure, hic seca, hic non parcas, ut in aeternum parcas". Allora, o non commettere peccati ovvero risorgerne al più presto. Temi il peccato, altrimenti temi l'inferno: Andate nel fuoco eterno. (Mt 25,41).
dicembre 1948
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