Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IV DOMENICA DI QUARESIMA44
1. Ci avviciniamo alla Pasqua e siamo arrivati alla domenica "Laetare", ossia della letizia. Letizia perché sta per compiersi la nostra redenzione. Letizia ancora perché noi, precipitati in basso, dobbiamo essere riportati a beni superiori; a quelli che ebbe Adamo. Canta la chiesa: O felice colpa. Non per la colpa in sè, ma per la felice redenzione che ci ha portato a una stretta unione con Dio. Ecco perché la chiesa vuole che oggi ci sia "letizia".
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2. Il Vangelo di quest'oggi è figura di quest'unione intima. Le turbe affamate seguivano Gesù da giorni ed egli vedendole disse: Ho compassione di questa turba, verranno meno per via. E rivoltosi agli apostoli disse: Date loro da mangiare. Rispose Filippo: Non basterebbero cento denari per tanta gente. Ma Simone avvicinatosi disse: C'è qui un fanciullo che ha cinque pani e due pesci, ma che è ciò? Gesù ordinò di farli sedere e compì il miracolo, saziando un poco un'immensa moltitudine (Gv 6,5-7).
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3. Questa è una sublime figura dell'eucarestia. Uno solo è il pane, ma tutti riceviamo Gesù. Egli si moltiplica per tutte le anime. Da quell'ultima cena sempre i sacerdoti hanno moltiplicato il pane divino, continuando così la presenza reale in tutti i tabernacoli del mondo.
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4. Gesù aveva detto: Io sarò con voi fino alla consumazione dei secoli (Mt 28,20). Questo fatto della moltiplicazione dei pani veniva a prefigurare il grande dono che Gesù ci avrebbe fatto, l'eucarestia.
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5. Possiamo considerare l'eucarestia sotto tre aspetti: sacrificio, presenza reale e comunione. Disse Gesù: Cercate il pane che non perisce (Gv 6,27); Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Gv 6,51) Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui (Gv 6,56). Però ha detto anche: Chi si comunica indegnamente mangia e beve la propria condanna (1Cor 11,28-29).

7 marzo 1948

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44 7 marzo 1948