Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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I - PURIFICAZIONE73
1. La prima parte degli esercizi è di purgazione: togliere l'io, mettere Dio: è dedicata all'esame, alla confessione. Tendere ad una completa purificazione.
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2. In ogni cosa che diciamo, un pensiero di riconoscenza: com'è stato buono Gesù. Il peccato lo disgusta, lo amareggia, lo incorona di spine. Se un uomo ci avesse trattato così, noi lo avremmo abbandonato a se stesso, ma Gesù innalzato sulla croce, disse: Perdona loro perché non sanno quel che fanno! (Lc 23,34).
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3. Gesù c'invita al perdono. Gli eravamo presenti quel giorno del venerdì santo: lo ha fatto per me, che non capivo ancora e già avevo imparato ad offenderlo! Il dono del sacramento è per me che l'ho offeso! Dopo la messa, la maggiore potenza del sacerdote è perdonare i peccati. Egli apre la porta del paradiso, rimette in pace.
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4. Consideriamo Gesù Pastore in cerca della pecorella smarrita. Il peccato è anzitutto tenebra che genera confusione. Noi ci siamo allontanati dal Padre come il figliuol prodigo, dal Figlio santissimo, dallo Spirito Santo che abbiamo cacciato dai nostri cuori. La misericordia di Gesù ha degli eccessi divini, egli è morto anche per i nemici. Ha detto: Si fa più festa in cielo per un peccatore che si converte che per novantanove giusti (Lc 15,7).
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5. Noi abbiamo ancora la vista corta e non comprendiamo il cuore del Pastore. Se vai a confessare tanti peccatacci, fai fare festa in cielo. Il primo che godette della misericordia particolare di Gesù fu Pietro, il pastore. Lì è un mistero. Ma abbiamo la fede: c'è una misericordia particolare per i pastori e per le pastorelle. La chiesa è tutto un grande ospedale di anime. Una volta confessato, il peccato è sepolto, davanti a Dio e davanti agli uomini. Se i peccati si dovessero ricordare al giudizio universale, è per la gloria di Dio che ha operato tanto bene.
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6. Nella confessione, si badi ad accusare sempre qualcosa di umiliante affinché sia proprio penitenza. Si può fare la confessione generale, in cui si deve dire in concreto tutto ciò che è grave, e in generale i difetti: ho la superbia che mi mangia. La confessione generale alle volte è necessaria, altre è utile, altre volte può essere dannosa. Nelle confessioni annuali è necessario mettere l'anima davanti a Dio tale quale è: "Domine, ecce quem amas infirmatur". (Gv 11,3). Non onorano Dio gli scrupoli, ma la filiale fiducia nel buon Pastore. Quando il confessore dice: "ora basta", basta davvero, anche se avete dimenticato qualche cosa. Quel timore che è diffidenza è un inganno del diavolo per portare alla disperazione. Dopo la confessione sincera puoi farti più santa, come se fossi stata sempre innocente.
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7. Credere al dogma: Credo la remissione dei peccati. Cercare sempre la causa del peccato perché venga sradicato. L'insalata si spunta, ma ricresce sempre. Sei caduta perché sei troppo esteriore? sii più interiore. Sei di poca preghiera? E' per questo che cadi e non riesci. La causa dei nostri peccati è il difetto principale. Il nostro amore proprio ha diverse forme: pigrizia, golosità, ecc.
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8. Nella confessione non troppe particolarità ma pentimento vivo. L'accusa giova ed è necessaria, ma se manca il vero dolore manca la disposizione principale al perdono. Il dolore è assolutamente necessario e insostituibile. Ricordiamo sempre che la confessione non è una conversazione spirituale.
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9. All'atto di pentimento aggiungere l'atto di speranza. La confessione rimette il peccato, ridona la pace, apre le porte del cielo, ridona la grazia! L'anima si è inginocchiata quale nemica di Dio ma si è rialzata, figlia di Dio, e in paradiso si è fatta tanta festa per essa.

dicembre 1948

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73 Dicembre 1948