Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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DOMENICA IN ALBIS49
1. Secondo il Vangelo che abbiamo letto adesso, molte sono le grazie da chiedere a Gesù buon Pastore nella sua novena.
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2. La prima si comprende dall'introito: "Quasi modo gemiti infantes" (1Pt 2,2). Oggi i neofiti deponevano la veste bianca. Siate come bambini sinceri, appena nati, che appetiscono il latte della sua sapienza, la scienza, il consiglio. Se non vi farete come bambini non entrerete nel regno dei cieli (Mt 18,3). Questa sapienza divina è superiore a quella umana, sempre secondo la chiesa. Quello che pensiamo noi ha valore in quanto è conforme allo spirito della chiesa, altrimenti sono giochi di fantasia.
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3. La seconda grazia è tratta dal Vangelo. Tre volte nel Vangelo si augura la pace: con Dio, con il prossimo, con noi stessi. Con Dio: evitare l'offesa di Dio; con il prossimo: saper compatire; con noi: seguire non la passione ma il dettame della ragione. Chiediamo la pace per tutto il mondo.
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4. La terza grazia è quella di confessarci bene. Gesù mostra le ferite delle sue mani e la piaga del costato, e aggiunge: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, non rimessi resteranno (Gv 20,22-23). Sono ritenuti a chi si ostina nel male e perciò non ha pentimento.
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5. Ricevere sempre bene la penitenza. Questo sacramento prepara le anime nostre alla divina unione. Non si riceve tutti i giorni, ma sempre dev'esserci pentimento e una specie di confessione spirituale. Mi confesso a Dio onnipotente perché io ho peccato, proprio per colpa mia e di nessun altro. Chiedere la grazia di confessarci sempre bene. Gesù appare, presente Tommaso, e dice: Metti pure la tua mano, il tuo dito nel costato (Gv 20,27). A Gesù risultava che Tommaso era stato incredulo. Egli protestò dicendo: Signore mio e Dio mio (Gv 20,28). Beati quelli che non vedono e crederanno (Gv 20,29): noi siamo fra questi, perché crediamo alla chiesa di Dio.
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6. Credere a tutta la parola di Dio, credere a Gesù Cristo, anche se non vediamo; qui sta il merito perché quando vediamo, non è più fede, ma visione. Non vedo ancora il paradiso ma lo credo perché me lo dice la chiesa. Credo il paradiso anche senza vederlo. Nella scala delle virtù la fede sta alla base, è il fondamento. Ogni anima avrà tanta speranza, tanto zelo e amor di Dio quanto ha di fede, "radix omnis justificationis".
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7. Parlando familiarmente, la base è l'umiltà, essa in verità è come il posto per le fondamenta, toglie l'impedimento; ma la casa di Dio s'inizia a costruire con la fede. "Domus Dei in fide fundatur, sperando erigitur, amando perficitur". In paradiso cessano la fede e la speranza. Quando fummo portati alla chiesa per il battesimo, ci fu chiesto: Chi cerchi? E noi rispondemmo per mezzo dei padrini: Fidem.
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8. La fede è in diversi gradi, alcune anime ne hanno abbondantissima e sono molto sante: "Justus ex fide vivit" (Rm 1,17). Credo: Dio mi vede! e non farebbero la minima cosa che spiace a Dio. San Francesco di Sales anche nella sua camera si teneva così composto come fosse avanti a Sua Maestà. Certe persone non direbbero una parola che non piace a Dio. Dio mi vede, mi sente, mi aiuta, mi premia. Credono che i poveri sono beati, che lo stato religioso è il più prezioso ed eletto.
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9. Una casa può elevarsi fino a dieci piani se il fondamento è ben stabile. Certe anime hanno buona volontà, ma poiché mancano di fede al momento della prova si scoraggiano. Quando c'è fede, ogni sacrificio è gioia, ogni sforzo è merito.

4 aprile 1948

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49 4 aprile 1948