Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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40-LO SPIRITO PAOLINO*1
Siamo prossimi al santo Natale. Maria sta per compiere il suo apostolato altissimo: quello di dare Gesù all'umanità. Dare il Figliuolo di Dio Incarnato, salvezza di tutti. E come preparazione al santo Natale e come pensiero dominante nell'Ottava del Natale, magari fino all'Epifania, questo: chiedere al Signore la grazia di ricevere Gesù come egli si è presentato agli uomini, cioè: il Maestro Via, Verità e Vita. Riceverlo noi e riceverlo tutta l'umanità.
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Nel 1900 si era celebrato e stava per chiudersi l'Anno Santo. E ormai l'umanità stava affacciandosi a un nuovo secolo, il secolo che ora sta trascorrendo. Sedeva allora, sulla cattedra di Pietro, il grande pontefice Leone XIII, il quale ha dato, ha segnato con le sue encicliche, un indirizzo per gli uomini del secolo nuovo. L'aveva segnato questo indirizzo per gli studi, gli studi di filosofia e di teologia specialmente, e quell'indirizzo continua e i Pontefici seguenti l'hanno sempre confermato. Ha dato indirizzo agli uomini per le questioni sociali, con due encicliche specialmente, e la soluzione delle questioni sociali e anche, in parte, civili, politiche, quali egli ha indicato, sono le soluzioni che ancora si predicano, che ancora si pubblicano, su cui sempre s'insiste e che vanno maturandosi, e sebbene con gran difficoltà, un po' per volta. Così il papa Leone XIII, con la sua grande mente, prevedeva il secolo che stiamo trascorrendo.
E anche ha voluto dare un indirizzo alla cristianità e al mondo tutto, un indirizzo spirituale, un indirizzo religioso. Ecco, egli ha indicato, come salvezza del mondo e come supremo bene comune e supremo bene per ognuno: Gesù Cristo Via, Verità e Vita. Così egli invitava l'umanità, da una parte, a credere a Gesù Verità e, dall'altra parte, seguire i suoi insegnamenti morali e poi a partecipare a quella vita divina che Gesù Cristo ha portato e ha conquistato per noi, per mezzo della sacra liturgia.
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Oh, noi abbiamo, nelle Costituzioni, tre articoli e, veramente, potremmo anche dir quattro, perché l'uno è indicato un po' più oscuramente, implicitamente: la pietà uniformata alla divozione a Gesú Maestro Via, Verità e Vita; lo studio uniformato alla scienza e alla divozione di Gesù Maestro Via, Verità e Vita; e l'apostolato uniformato alla divozione al Maestro Via, Verità e Vita; e la stessa nostra disciplina religiosa, la forma religiosa dell'Istituto è tutta ispirata a Gesù Maestro Via, Verità e Vita. Questo è lo spirito dell'istituzione. Il resto è corpo. Per conoscere bene lo spirito della Pia Discepola occorre vedere come ha penetrato questa divozione. I mezzi sono tanti.
Particolarmente rivolgersi a Maria che ci ha dato Gesù Cristo Via, Verità e Vita. Come ella lo ha onorato nel presepio e come ella, dopo che è diventata Madre, si fece discepola di Gesù. E conservava tutte le sue parole e le meditava1, considerava tutti i suoi esempi e ne faceva profitto per l'anima sua, per la sua santificazione.
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Oh, allora, ecco, abbiamo da ricordare che le Costituzioni hanno preso da Leone XIII lo spirito che deve animare le Famiglie Paoline. Abbiamo compreso allora, come questa era la volontà del Signore, che l'indirizzo che veniva dal Papa era conforme ed espressione della parola di Gesù, conforme ed espressione del Vangelo stesso e che veramente l'umanità dovesse maturarsi in un riassunto scientifico e pratico, in un riassunto il quale deve portare sopra di sé l'indirizzo e culminare nel Maestro Divino Via, Verità e Vita.
Quindi le Famiglie Paoline sono costituite sopra la pietra. Pietra è Pietro: «sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa»1. E pietra è Cristo: petra autem erat Christus2. Quindi, la vita «in Cristo e nella Chiesa»3 non è semplicemente un bel nome da fare impressione, è il programma; ma non un programma di vita esteriore, prima un programma di vita interiore. Quello, poi, che è esteriore è per nutrire l'interiore, per servire a quello che è interiore e, d'altra parte, è espressione di quello che è interiore.
Così che lo spirito dell'Istituto è in questa divozione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita. Ho detto che il resto è corpo e quindi tutti i mezzi di santificazione, tutti gli articoli delle Costituzioni, tutto l'indirizzo che si dà e tutte le disposizioni che riguardano la pietà, che riguardano lo studio, che riguardano l'apostolato, ecc., tutte sono per vivere questo spirito che è lo spirito della Chiesa, è lo spirito di Gesù Cristo.
E noi non ci siamo avventurati in una divozione nuova o in un esperimento più o meno sicuro. Abbiamo preso da Pietro e abbiamo preso da Gesù Cristo. Perciò: la vita «in Cristo e nella Chiesa».
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Il Papa dice, nella sua enciclica (che è stata scritta in novembre del 1900 e pubblicata in dicembre, alla chiusura, cioè, dall'Anno Santo, e unite aveva messo le disposizioni per celebrare bene la notte, solennemente la notte che segnava il passaggio dall'altro secolo al secolo presente)1. La redenzione si perpetua nei secoli su tre principi necessari ad ogni salvezza. E, dice il Papa: ora son passati già 19 secoli, ma la salvezza è sempre in Cristo, il quale diede se stesso in redenzione per tutti, come dice San Paolo2. Tutti saranno vivificati in Cristo - aggiunge San Paolo3; e il suo regno non avrà mai fine4 - dice San Luca nel suo Vangelo. Dunque, seguendo l'eterno consiglio di Dio in Cristo è posta la salvezza, tanto degli individui che della società. E quindi nota che, allontanarsi da Cristo Verità è prender la via dell'errore con tutte le conseguenze. Se si rigetta la luce pura e sincera della verità, inevitabilmente le tenebre oscureranno la mente e gli animi saranno turbati da sentimenti cattivi. Infatti, che speranza di salvezza può restare a chi abbandona il principio e la fonte della vita, poiché soltanto Cristo è la via, la verità e la vita? (SanGiovanni, capo XIV, VI versetto): «Io son la via, la verità e la vita»5. Così che, abbandonato Cristo, vengono a mancare quei tre princìpi necessari ad ogni salvezza. E il Papa dice alla lettera (in latino scrive): Tria illa ad omnem salutem necessaria principia.
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Oh, e coloro che nelle Famiglie Paoline praticano bene questa divozione, si formano in una maniera completa e vivono contenti (e parlando delle suore), vivono contente. E non avviene che un giorno si creino dissensioni, perché in Cristo tutto si unifica. Si pensa tutti come lui, si vive tutti di lui, si segue tutti lui. E come non potrebbe esserci sempre, in perpetuo la unità, ut unum sint1, se sono unite le menti, uniti i cuori, unite le volontà? Oh, solo recedendo, allontanandosi da questa divozione, si possono formulare pensieri e prendere tendenze diverse. Infatti l'errore allontana dalla mèta desiderata tutti quelli che si mettono fuori di questa via che è Cristo.
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Allora, quei tre princìpi di salvezza.
Il primo principio è: Cristo via.
Il Papa dice che basta leggere il Vangelo per comprenderlo.«Nessuno va al Padre se non per me»1, dice Gesù Cristo. Come, se non per lui? Principalmente, prima di tutto, mediante la sua grazia, la quale, tuttavia, resterebbe, nell'uomo, infruttuosa se si trascurasse l'osservanza dei suoi precetti e delle sue leggi, commenta il Papa. E allora dice che, per osservare le leggi evangeliche e per osservare i consigli evangelici, vi è la grazia di Dio.
Quindi il Papa ricorda fino a che punto Gesù Cristo ha compiuto la volontà del Padre: fino alla sua immolazione in croce. Fino a questo punto bisogna seguire Gesù: all'immolazione. E poi il Papa dice che come Gesù Cristo è stato la via, così la via è la Chiesa, adesso. E quindi la nostra via è «in Cristo e nella Chiesa»2, non soltanto la vita. Ma quando si dice «vita» s'intende, allora, tutto assieme, s'intendono, cioè, insieme i tre principi: via, verità e vita, che possono essere considerati distinti e possono esser considerati uniti.
Oh, allora, che cosa si ha da fare? Seguire Gesù Cristo, i suoi esempi, i suoi comandamenti e appoggiarsi su di lui per dar gloria al Padre; appoggiarsi sopra di lui perché le nostre azioni abbiano valore. Perché hanno valore le azioni, anche le più materiali, se hanno unita la grazia di Dio, cioè, se si è in grazia di Dio e quindi: Per ipsum et cum ipso et in ipso est tibi Deo gloria, ecc.3. Perciò la nostra strada è Cristo. Vederlo nel presepio e considerarlo fino al calvario, fino alla destra del Padre. La nostra via egli l'ha segnata con la sua vita, con la sua passione e nella sua glorificazione, perché la via ha poi un termine lassù, in cielo. Non solo gli esempi, ma le parole, le parole specialmente che indicano come dev'esser la nostra vita, in generale: «Siate perfette come è perfetto il padre vostro celeste»4, e le parole che indicano i tre consigli evangelici: povertà, castità e obbedienza; ecco. Ringraziare il Signore che si è fatto nostra via. E non c'è salute in altro che in Cristo5 .
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Oh. Secondo principio di salvezza è Cristo verità.
Gesù Cristo è verità essenziale perché è Dio. L'intelletto umano ha tante capacità, può arrivare a molte cose. E sempre più ci accorgiamo come vengono fatte nuove scoperte e si approfondiscono i principi scientifici. Ma la mente, se ha tanta forza, ha dei punti in cui non può arrivare. Noi non sappiamo fino a che punto arriverà la medicina coi suoi ritrovati, ma sappiamo che ci son dei punti a cui arriverà mai e cioè, di risuscitare un morto; perché la medicina aiuta la vita, quando c'è, in quanto può, ma non la dà mai e quindi l'intelligenza ha dei limiti. Ma, allora, a chi bisogna rivolgersi? a chi bisogna credere? Bisogna ricordarsi che Cristo è la verità.
Perciò noi cerchiamo pure di sapere, di studiare, tuttavia sempre fare ossequi della nostra mente. Vorremmo saper tutto, capir tutto. No. Bisogna accontentarsi di quello che è segnato, di quello che è il limite nostro, sì, il limite nostro. E allora, nell'umiltà nostra, pieghiamoci a Gesù Cristo che è la stessa verità. Mettiamo la nostra testa sotto il tabernacolo e diciamo a Gesù: credo perché l'hai detto; credo alla Trinità, credo alla tua presenza eucaristica e credo a tutti i misteri: dell'Incarnazione, della Passione, della Morte, della Risurrezione, ecc., credo; perché la Chiesa, poi, me li predica, dopo che tu li hai insegnati, questi misteri. La Chiesa che è infallibile, mi comunica quello che tu hai predicato. Credere. Piegar la testa, la nostra mente.
Alle volte si tratta di creder delle verità che ci sembrano impossibili; degli insegnamenti che non comprendiamo affatto: «Sarete beati quando vi perseguiteranno e vi calunnieranno, sarete beati»1. Perché? Perché avrete una grande mercede in cielo. Ognuno che si sente calunniato, eh, un po' di risentimento può essere che lo provi, certamente. Ma Gesù dice: Beati costoro che sono calunniati, perseguitati, perché avranno il gran premio in cielo. Sì, se sopporteranno con pazienza. E allora la nostra mente resta libera di studiare quel che è possibile studiare, ma poi dopo, dove non arriviamo, piegarci, credere alle verità divine, onde la nostra fede ci meriti la visione eterna in cielo.
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Il terzo principio di salvezza è Cristo vita.
Gesù Cristo è il principio della vita naturale. La luce che è Cristo genera la vita, sì. E' lui che ha creato il tutto, quindi ha donato la vita alle piante, agli animali, agli uomini, agli angioli del cielo e, nello stesso tempo, Gesù Cristo ha donato la vita soprannaturale. La vita soprannaturale è quella che supera la vita naturale. E' una vita nuova, più eccelsa, e aggiunta alla vita naturale, sì. E allora è necessario che noi accettiamo questa vita nuova. E l'abbiamo accettata nel battesimo; e questa vita nuova ci viene confermata e ampliata, approfondita, prolungata negli altri sacramenti e per mezzo della preghiera, particolarmente per mezzo della comunione, della Messa e per mezzo delle opere buone.
Oh, questo per ognuno: Gesù Cristo è via, verità e vita. Ma questo anche per tutto il mondo. E il mondo vivrebbe in concordia, vivrebbe nella pace se tutti credessero le stesse verità, se tutti seguissero la medesima morale e se tutti vivessero la vita soprannaturale. E allora la vita presente, il tempo presente sarebbe un preludio di eternità felice. Allora avremmo quello che Gesù Cristo desidera: che sia un solo Pastore e un solo gregge1; un solo gregge, cioè l'umanità unita sotto la guida di un unico Pastore, Pietro, pastore universale.
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Oh, quello che adesso avete considerato, non è una delle meditazioni che possono inculcare una pratica o un'altra: questa è la meditazione sullo spirito nostro. Per essere veramente Pie Discepole, bisogna avere questo spirito. Se non si ha, c'è una vernice esteriore di Pia Discepola, c'è un abito, c'è un distintivo, c'è un'osservanza di orari, ci sarà anche un'esteriorità di apostolato, ma questa esteriorità sarebbe un cadavere se mancasse dell'anima, cioè dello spirito. Sarebbe come se una inferma, che è votata alla morte, perché ha qualche membro vitale che si sta guastando ed è vicino alla dissoluzione, e che intanto si desse un bel colore sulla faccia. Sarebbe uguale. Che siamo membra vive ed operanti!1 Vive ed operanti.
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Per il bene comune ritornar tutti a Gesù Cristo via, verità e vita, conchiude il Papa.
Richiede, dunque, il bene comune (parla del mondo intiero), che si ritorni là, donde non si sarebbe mai dovuto allontanarsi, cioè, ritorni a colui che è via, verità e vita. Ritornino, non solo gli individui, ma tutta la società umana. Ora, noi siam parte di questa società umana e dobbiamo ritornare a Gesù Cristo via, verità e vita. Ma per i cristiani in un certo limite, secondo la loro condizione. Ma nella Famiglia Paolina in un grado elevato, più elevato.
Bisogna reintegrare in essa, come sua possessione, Cristo Signore e far sì che tutte le membra e le parti dell'organismo sociale, il codice delle leggi, le istituzioni nazionali, le scuole, la famiglia e il diritto matrimoniale, le abitazioni dei grandi e le officine degli operai si dissetino e si abbeverino di quella vita che da Gesù Cristo scaturisce. E poi conchiude che il secolo che stava per iniziare deve stabilir la sua vita in Cristo Maestro via, verità e vita.
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Ora questo, ha dato, ha servito a noi a dare quello spirito che abbiamo e a stabilirlo nelle Costituzioni e, per quanto ci è stato possibile, inculcarlo a tutti i membri delle Famiglie Paoline.
Voi, poi, avete ancora una missione, che è quella di ottenere dal Signore, che tutti i membri delle Famiglie Paoline lo possiedono profondamente, questo spirito, lo vivano e trovino in esso spirito, la pace, la osservanza religiosa, la santificazione e l'apostolato; e non solo, ma la gioia di morire in Cristo e di godere in Cristo per tutta l'eternità.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 (Commento a «Tametsi futura») Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro
Roma, Via Portuense 739, 22 dicembre 1957 *
* Nastro 17/e (=cassetta 41/b). - Per la datazione, cf PM: «Siamo prossimi al santo Natale...». - dAS, 22/12/1957: «Dopo il Breviario vengono le PD a prenderlo [il PM]». - VV: «Enciclica di Leone XIII (Tametsi futura) commentata dal PM il 22/12/1957».

1 Cf Lc 2,19.

1 Mt 16,18.

2 1Cor 10,4.

3 Ef 5,32.

1 Leone XIII, Tametsi futura enciclica, 1/11/1900, ASS, vol 33,329 e 273; e cioè la notte tra il 31 dic. 1900 e il 1º genn. 1901.

2 Cf 1Tm 2,6

3 Cf 1Cor 15,22.

4 Cf Lc 1,33.

5 Gv 14,6a.

1 Gv 17,11.21a.21b.22

1 Cf Gv 14,6b.

2 Ef 5,32.

3 Missale Romanum, Ordo Missae, Dossologia finale della Preghiera eucaristica o canone.

4 Mt 5,48.

5 Cf At 4,12.

1 Cf Mt 5,11.

1 Cf Gv 10,16.

1 Cf Costituzioni delle PD (1948), art. 3.