Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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37-MARIA SANTISSIMA IMMACOLATA E LA VOCAZIONE DELLA PIA DISCEPOLA1 *
La domenica presente ha particolare importanza. Primo, perché questa è la domenica con cui si incomincia il mese, che è l'ultimo mese dell'anno. Occorre pregare perché si diffonda l'uso di santificare la prima domenica del mese col Ritiro mensile nelle famiglie, nelle parrocchie, ovunque. Il Ritiro mensile, il quale è destinato a ottenere grazie per il mese, è destinato anche ad accostarsi ai sacramenti, i fedeli, i quali sovente non hanno l'opportunità o il tempo, in altre occasioni.
Poi, questa domenica ha importanza perché vi è l'inizio dell'anno liturgico.
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L'anno liturgico è l'anno della Chiesa. L'anno liturgico ha grande importanza perché esso forma parte fondamentale nella vita cristiana. Chi opera nell'anno liturgico sono le tre santissime divine Persone: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Il Padre, il quale manda il Redentore al mondo. Il Figlio che compie la redenzione. E lo Spirito Santo che consuma la redenzione. Allora, seguendo l'anno liturgico noi abbiamo, da una parte, una cultura religiosa fondamentale, necessaria; e poi abbiamo l'opportunità di imparare la via della perfezione che ha percorso il Maestro Divino e che con la sua predicazione ci ha fatto conoscere. E poi abbiamo occasione e impegno a pregare perché lo Spirito Santo ci comunichi, ci applichi la redenzione operata dal Figlio di Dio Incarnato.
Ecco, pregare perché tutta la Congregazione, tutta la Famiglia Paolina segua l'anno liturgico e non solamente in modo teorico o astratto, ma praticamente, mirando al centro di quello che costituisce l'anno liturgico, cioè il succedersi delle Messe, Messe quotidiane, e la partecipazione ai sacramenti della confessione e della comunione.
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Intanto è anche una domenica in cui noi abbiamo la novena alla Immacolata, nostra regina. E sarà bene che noi ci fermiamo, in questa prima meditazione, sopra tale argomento. Accostarsi a Maria con la riverenza con cui l'arcangelo Gabriele le apparve, le si presentò per darle il grande annunzio della incarnazione del Figlio di Dio.
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Ora che cosa significa Immacolata Concezione?
Il Signore aveva creato Adamo ed Eva ornandoli di grazie, privilegi particolari. Anzitutto aveva infuso in loro la vita soprannaturale che è la grazia. Poi, li aveva fatti sapienti, aveva dato loro l'integrità, l'immortalità e altri doni. Se Adamo ed Eva sapevano conservare questi doni, sarebbero stati ricchi davanti a Dio e avrebbero potuto lasciarli in eredità ai loro figli, questi doni. Ma il Signore aveva messo una condizione, cioè: non mangerete quel frutto, e lo indicò, e qualunque giorno ne mangiaste, voi morireste1. E la morte minacciata era soprattutto la morte dell'anima che veniva privata della vita soprannaturale, della grazia e poi ancora, la morte naturale che è la separazione dell'anima dal corpo.
Se Adamo ed Eva sprecavano questi doni, perdevano questi doni per il peccato, trasgredendo il comando di Dio, non possedendo più queste ricchezze, non avrebbero più potuto trasmetterle ai loro figli. E così avvenne. Eva, istigata dal demonio, si cibò del frutto vietato e lo porse ad Adamo ed anch'egli ne mangiò. E la morte entrò nella loro anima che rimase priva della grazia. E da quel momento si scatenarono le passioni. E Adamo ed Eva capirono, poi, che cosa fosse la morte naturale: separazione dell'anima dal corpo, quando videro Abele ucciso da Caino.
Tutto il genere umano subì le conseguenze, tutti i figli di Adamo, i quali tutti, come noi, siamo nati col peccato originale, cioè senza lo stato di grazia, l'elevazione all'ordine soprannaturale e, nello stesso tempo, in noi è sorta la legge della concupiscenza e poi siamo stati soggetti a tanti mali, particolarmente alla morte. Tutto il genere umano, tutti gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.
Solamente una creatura, la diletta di Dio, ecco, fu preservata: Maria. Il peccato è stato come un'onda, un fiume di male nel quale hanno fatto naufragio tutti gli uomini e noi stessi e abbiamo avuto bisogno del battesimo per venire purificati, per riacquistare la grazia che i primi genitori avevano perduto. Noi tutti, per i primi genitori, l'abbiam perduta la grazia.
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Ma l'angelo compare a Maria e le dice una parola: invenisti gratiam1: tu, invece, l'hai trovata la grazia. L'ha trovata la grazia presso Dio. E l'angelo, anzi, aveva detto le parole: Ave, gratia plena2: ti saluto, o piena di grazia. Maria, quindi, faceva eccezione a tutto il genere umano. Se il peccato, che dilagò e sommerse tutti, si può paragonare a un diluvio, Maria fu la navicella che stette sopra le acque del diluvio, non venne sommersa. Fortunata, eccezionale creatura! E perché: invenisti gratiam? Perché fu sottratta alla legge comune del peccato originale, del peccato che proveniva da Adamo ed Eva, da quel peccato che non è nostro, ma che ereditiamo. Maria fu sottratta a quella legge, fu immacolata, concepita, cioè, senza macchia originale. Invenisti gratiam. Quindi, nella sua concezione fu illuminata dalla grazia, penetrata dalla grazia, elevata, per la grazia, alla vita soprannaturale e, su di lei subito, aperto il paradiso, mentre che su tutti gli altri uomini, il paradiso era chiuso. Mai più nessuno sarebbe potuto entrare in cielo.
Ecco, allora, questa creatura eccezionale. Ecco perché la Chiesa, stupita, meravigliata di questo privilegio, ha definito come dogma di fede che: Maria, nel primo istante della sua concezione, fu adornata di grazia, cara a Dio, in grazia di Dio, cioè amica di Dio e perciò non nemica. Ed è il peccato che costituisce nemici di Dio. E allora Maria, preservata dalla colpa originale, è ornata di tanta grazia in quel momento, il primo momento della sua esistenza; ecco. Ella poté, da allora, crescere in grazia e merito, in grazia e merito, e quindi cominciò quel cammino di perfezionamento e di intimità e di unione ineffabile con Dio che si concluse con l'assunzione al cielo. Perciò, l'Immacolata Concezione, si può dire che è l'alba di un gran giorno e l'assunzione è il tramonto di questo giorno. Ma non un tramonto che è seguito dall'oscurità, ma è seguito da quella luce eterna che non ha confronto nella vita nostra, qui, sulla terra: la luce di Dio. Tramontano le luci di questo mondo e si accendono le luci del cielo. Lux aeterna, luceat eis3 .
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Ecco, che cosa noi abbiamo da considerare? Qual è il motivo di questo privilegio ineffabile, concesso da Dio alla Vergine, nostra Madre santissima? Il motivo è duplice: doveva diventare la madre del Figliuolo di Dio Incarnato e doveva diventar la madre di tutti gli uomini. E allora, perché fosse degna Madre di Dio: Immacolata. E perché fosse degna nostra madre: Immacolata. E cioè: creatura eletta, creatura predestinata, creatura cara a Dio onde potesse Iddio deporre il suo Figlio che si sarebbe incarnato, il Padre potesse deporlo in lei, che divenne il frutto benedetto del suo seno, e potesse Gesù, a sua volta, deporre fra le sue braccia tutti noi suoi figliuoli. «Donna, ecco il tuo figlio»1.
Per questa vocazione alla duplice maternità, Maria fu concepita senza peccato originale. Ut dignum Filii tui habitaculum effici mereretur2. Crebbe, allora, essa - come ho detto - di merito in merito, di virtù in virtù, finché il Padre celeste giudicò che fosse venuto il momento di consegnarle e miracolosamente produrre il Figliuolo suo Uomo-Dio, pe mezzo di lei, in lei. Virtus Altissimi obumbrabit tibi, ecco, et quod nascetur ex te sanctum vocabitur Filius Dei3 .
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Allora abbiamo da farci qualche domanda, noi. Bisogna dire che il Padre celeste ebbe anche sopra di noi dei disegni di amore e di sapienza. Quando egli ci pensò, diciamo così, per parlare all'umano, ci pensò come creature privilegiate e cioè, creature che sarebbero state scelte di mezzo a tutte le altre, separate e portate nell'orto chiuso, onde fossero salve, queste creature, dai pericoli, onde potessero entrare nell'intimità; creature che il Padre celeste si riservava tutte per sé; creature di cui il Signore, il Padre celeste, voleva il cuore, intieramente dedicate al suo amore in modo tale che, fra lui e la creatura non ci fosse un foglio di carta, diciamo così, niente che impedisse la comunicazione intima.
E allora ci creò dotati di quelle qualità che eran necessarie perché fiorisse in noi una vocazione: qualità naturali di intelligenza, di buona inclinazione, ecc. E nel battesimo, il Figlio di Dio, per mezzo dello Spirito Santo, effuse grazie particolari, tendenze particolari: una fede più profonda, una speranza più ferma, una carità migliore, più viva e una disposizione maggiore a ricevere i doni di Dio a suo tempo, quando si sarebbe aperta la nostra ragione, a conoscere questo Dio, disposizioni ad amare questo Dio, disposizioni ad ascoltare questo Dio, obbedire a questo Dio. Particolari grazie nel battesimo che vennero poi ancora accresciute nella cresima. E poi particolari grazie nelle comunioni.
Il Signore dispose che, in generale, noi nascessimo in buone famiglie, dove era vivo lo spirito cristiano e quindi, nella famiglia stessa, ricevessimo la prima educazione cristiana, e poi, alla scuola, e poi, alla chiesa, noi ci trovassimo in ambienti favorevoli, in un clima favorevole alla vocazione che sarebbe poi nata nel momento opportuno. Successivamente noi non possiamo più numerare tutte le grazie che il Signore ha comunicato a ognuna: le tendenze che ha infuso, la tendenza particolare all'ostia, al tabernacolo, alla comunione, alla Messa; la tendenza all'istruzione cristiana, ai catechismi, l'amore alla Chiesa, un certo timore, un certo pudore per cui la figliuola temeva il peccato e stava lontana dalle occasioni pericolose e, a poco a poco, si è formata quella quasi separazione fra voi e le figlie dette del mondo. Due tendenze spiccatamente diverse, che poco per volta si manifestavano sempre di più, finché venne il giorno benedetto dell'entrata nell'Istituto. Oh, bella parola di un confessore, di un predicatore, di una buona suora che vi ha avvicinate per una voce interiore che suonava segretamente al fondo del cuore.
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Siete state preparate alla vostra vocazione da una grande sapienza, da un'amorosa sapienza di Dio, per una missione che è duplice: la santità particolare religiosa e gli apostolati. «Chiamate a speciale santità», si dice nel Rituale per la ammissione ai vari passi che dovete fare nella vita religiosa a fine di arrivare, finalmente, alla professione perpetua; «chiamate a speciale santità». Vi è gran diversità fra amare Iddio con tutto il cuore e veramente sopra ogni cosa e l'amarlo attraverso le creature, attraverso alle cose della terra. Ecco che il Signore ha disposto che tutto il vostro essere sia consacrato a lui.
Che cosa significa grazia? Grazia significa amicizia; ecco. Significa unione con Dio, l'unione di mente, di volontà e di cuore. Significa l'amore di Dio con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze, quando questo amore è completo, è perfetto. Quel «tutto» dice tutto, veramente. Allora, riconoscenza per questa chiamata di Dio. Chiamate a speciale santità, ad unione più intima con Gesù. Essere sue. Vergini. Jesu, corona virginum1. E non solo a questa unione con Gesù così stretta, ma ancora, compiere gli apostolati.
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E gli apostolati che vi ha affidati sono gli apostolati più belli, più preziosi: l'apostolato eucaristico che consumate particolarmente per mezzo delle adorazioni, adorazioni fatte con spirito largo, spirito di apostolato; adorazioni, quindi, che hanno per intenzioni: la Chiesa, l'episcopato, la vita religiosa, i cristiani, i non cristiani, i pagani, gli eretici, il purgatorio; un apostolato che non ha limiti, quindi.
E poi l'apostolato del servizio sacerdotale, cioè dell'unione vostra con la missione sacerdotale, missioni che si devono associare come sul modello con cui si associò la vita di Maria alla vita di Gesù, la missione di Maria alla Missione di Gesù e continua ad essere associata in cielo.
E poi l'apostolato liturgico che vi inserisce nell'azione della Chiesa, la quale Chiesa deve dare il culto di adorazione, di amore al suo sposo divino che è Gesù Cristo, la Chiesa in cui Gesù Cristo stesso vive e insegna e guida le anime e le santifica, questa Chiesa che è destinata a raggiunger tutti i confini della terra, formare, cioè, un solo ovile con un solo Pastore1. Ecco dunque, le due missioni o la duplice vocazione, se vogliamo dire.
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Conseguenze: primo: una grande riconoscenza a Dio per i privilegi che vi ha concessi, riconoscenza amorosa, ma anche operosa. E perciò, secondo: corrispondenza alla vocazione. Quanto è bella la vostra vocazione, ecco. E se la vocazione vostra è così bella, rimane che noi la viviamo bene. Quanto sono belle le vostre Costituzioni! Rimane che si osservino bene. Terzo, poi: una grande divozione a Maria.
Ella fu fedelissima alla sua duplice vocazione nonostante che ebbe i giorni così penosi come è stato il più penoso, quello del venerdì santo, là sul calvario. La vittima che doveva essere propiziazione per tutti gli uomini e lei pure partecipe del dolore di quella vittima e anche trapassata da una spada di dolore. Fedelissima alla sua vocazione. Domandare questa grazia a Maria, di essere fedelissime, perseveranti sempre. Pregare Maria. Divoti di Maria, tanto. E se c'è un tempo in cui ravvivare questa divozione, questo è uno dei più belli, nell'anno, dei più belli fra i tempi dell'anno. Vedere se amiamo già veramente Maria.
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La divozione a Maria consiste nel: conoscerla sempre di più; amarla sempre di più; imitarla sempre di più; pregarla sempre di più; e zelare il suo culto sempre di più. Avrete grandi grazie, allora, per tutta la vostra vita e Maria l'avremo ancora al letto di morte ad assisterci. «Prega per noi, adesso, e nell'ora della nostra morte».
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Ritiro mensile alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro
Roma, Via Portuense 739, 1° dicembre 1957 *
* Nastro 17/b (=cassetta 40/a). - Per la datazione, cf PM: «La domenica presente ha particolare importanza. Primo, perché questa è la domenica con cui si incomincia il mese, che è l'ultimo mese dell'anno... Poi, questa domenica ha importanza perché vi è l'inizio dell'anno liturgico... Occorre pregare perché si diffonda l'uso di santificare la prima domenica del mese col Ritiro mensile... Intanto è anche una domenica in cui noi abbiamo la novena alla Immacolata, nostra Regina. E sarà bene che noi ci fermiamo, in questa prima meditazione, sopra tale argomento». Le parole del PM: «questa è la domenica con cui si incomincia il mese» sono state interpretate come: domenica 1° dicembre, con cui inizia l'anno liturgico. E poiché l'inizio dell'anno liturgico al 1° dicembre cade nel 1957, si è stati spinti a determinare la collocazione cronologica di questo Ritiro (prediche 37-39) nel 1957. Ci rimane il dubbio, tuttavia, se questo Ritiro sia effettivamente di quest'anno (1957) o del 2 dicembre 1956. Il dubbio deriva dalle parole di dAS e dAC che lo porrebbero nel 1956 (cf dAS e dAC in c638, 1956).

1 Cf Gn 2,16-17.

1 Lc 1 30.

2 Lc 1 28.

3 Messale Romano Quotidiano (latino-italiano), Messa dei defunti, Comunione.

1 Gv 19,26.

2 Messale Romano Quotidiano, (latino-italiano), Messa della vigilia dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine, secreta.

3 Lc 1,35

1 Liber Usualis, Commune Virginum, Hymn, in II Vesp., p. 1211.

1 Cf Gv 10,16.