Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26-MARIA, SPERANZA NOSTRA (mese di maggio)1 *
Il mese di maggio ci ispira sempre una grande confidenza, una grande speranza nelle grazie della nostra Madre celeste. E' come una visita prolungata che ella fa alle sue famiglie come la visita che ella ha fatto alla casa di Santa Elisabetta portando ogni sorta di beni, di beni ineffabili, perché Santa Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo e San Giovanni Battista fu santificato e Zaccaria riacquistò la parola che aveva perduto. Una visita della Madre celeste alla famiglia. Certamente noi la riceviamo con grande amore, la salutiamo: «Salve, Regina»; ci rallegriamo delle sue grandezze come l'angelo: Ave gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu inter mulieres2. Ci rallegriamo di tante grazie che ella abbia ricevuto dal Signore, che l'ha fatta grande perché aveva una vocazione, una missione altissima e, nello stesso tempo, vogliamo tenerla con noi, questa Madre che ci visita, con grande rispetto. Fare bene, come lei avrebbe fatto. Se la sua presenza fosse fisica, sensibile, con quanto amore noi cercheremmo di presentarci umilmente e, nello stesso tempo, cercheremmo di fare come lei aveva fatto, come ha operato lei nella casa di Nazaret, come operava con San Giuseppe, con Gesù.
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Oh, la piena di grazia! Piena di grazia specialmente per noi; sì. Certamente piena di grazia per la sua esaltazione,per la sua vocazione; ma piena di grazia per distribuire. Il cuore di Maria è come una conca piena di acqua, un'acqua che è sovrabbondante e quindi versa sopra l'umanità per troppo pieno, come si esprimono i fisici. Dà a noi la sovrabbondanza delle sue acque salutari perché noi partecipiamo alla sua santità, perché noi capiamo bene e seguiamo il suo Figlio come ella lo ha capito, lo ha seguito, lo ha accompagnato e ha compiuto i ministeri e gli apostolati che le erano affidati. Maria, speranza nostra, salve; ecco.
E perché la nostra fiducia? Perché il Signore Gesù l'ha fatta nostra madre e la Santissima Trinità l'ha incoronata con una triplice corona, per cui noi abbiamo tutto l'interesse e il diritto di presentarci a lei; la potenza che ha Maria presso Dio, potenza di intercessione, anzi, una onnipotenza di intercessione in quanto si riferisce, la sua intercessione, a tutte le grazie di cui l'umanità, di cui noi possiamo aver bisogno: grazie materiali e grazie spirituali; grazie alla mente, grazie al cuore, ecc.: grazie per tutti i figli suoi. Onnipotente a ottenere ogni grazia, sempre nel disegno di Dio.
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Poi abbiamo fiducia perché, mentre che ella è potente nella sua intercessione, si occupa di noi, ci ama, ama tutti i suoi figli. E non pensiamo ad un amore quale ha la nostra madre terrena. La nostra madre terrena ci ha voluto bene, ci ha dato la vita, ci ha cresciuti. Ma questa Madre ci vuole un bene immensamente più grande; se l'amore di una madre si può rassomigliare a un piccolo fuoco, l'amore di Maria è sconfinato, un grande incendio di carità, di amore. Il suo cuore è conformato al cuore del suo Figlio e si occupa continuamente di noi.
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Conosce, poi, in terzo luogo, tutti i nostri bisogni. Quelli che convivono con noi, conoscono un poco di noi, l'esterno e, qualche volta, un po' dell'interno. All'esterno conoscono il nostro nome, conoscono la fisionomia, conoscono la statura, conoscono, magari, l'età, l'ufficio che si ha; tutto quello che conoscono le persone attorno a noi lo conosce pure Maria, ma in una maniera ineffabilmente più bella; e di più, Maria conosce tutto il nostro interno, tutto: i pensieri che abbiamo, i sentimenti, i desideri che abbiamo, le difficoltà che abbiamo. Maria conosce quale posto il suo Figlio ci ha preparato in paradiso e conosce le grazie che il suo Figlio ha disseminato sulla strada del paradiso perché noi non sbagliamo, possiamo camminare rettamente. Conosce queste grazie e perché queste grazie arrivino a tempo, è lei che intercede. Maria conosce, poi, tutto quel che abbiamo ricevuto nel battesimo, nella cresima, ogni giorno nella comunione; conosce i propositi, conosce anche le nostre risoluzioni, i voti, il grado di penetrazione che noi abbiamo delle cose spirituali, come capiamo la Messa, come capiamo l'apostolato, come capiamo il servizio sacerdotale, come comprendiamo la vita religiosa; conosce tutte le arti che Satana adopera contro di noi e il potere, diciamo, la prepotenza, meglio, delle tentazioni che vengono dalla carne, dalle cattive tendenze naturali: l'ambizione, la pigrizia, l'avarizia, le invidie, gli attaccamenti e interviene per ogni cosa. Beati i figli di Maria che si affidano a lei.
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Ma adesso, facendo un passo avanti nella nostra meditazione: se Maria è così potente e ci ama tanto e conosce tutte le nostre necessità, quali grazie darà a noi in special modo? Che cosa dobbiamo sperare da Maria? Il bambino, ora chiede il pane e ora chiede il vestito; ora è in pericolo, ha qualche spavento e ricorre alla mamma; il bambino alza la voce secondo le sue necessità e il suo nome è il primo che ha imparato: «mamma», e sarà ancora il nome che pronuncerà quando sarà fatto adulto e confidiamo che sia il nome ultimo, l'ultima parola che pronuncerà prima di passare all'eternità.
Questo per noi è consolante: Maria dà le grazie secondo i disegni di Dio; a chi è chiamato a questa vita, dà le grazie necessarie per questa vita vostra; ad altri dà altre grazie, ma a noi, a ciascheduno di noi dà le grazie che son necessarie per vivere bene la nostra vita. Altre son le grazie che dà Maria a una maestra, a una madre di famiglia, a un sacerdote, a uno che si trova in difficoltà materiali, infermità, ad esempio, e altre sono le grazie che Maria dà a ciascheduna di voi in particolare. Maria contempla nella mente di Dio quali siano i disegni suoi riguardo a noi. Sa bene Maria quali siano i voleri di Dio momento per momento. E allora essa intende di realizzare, che si realizzino tutti i disegni del suo Figlio, del Padre celeste; ecco.
Allora, quali grazie dobbiamo sperare da Maria? Maria dà la grazia della vocazione, la comunica perché è il disegno di Dio, l'ha fatta sentire, in quante forme, con quanti mezzi! Poi Maria sa quali difficoltà s'incontrano nella vita religiosa. Maria infonde l'amore alla povertà, infonde la delicatezza di coscienza; Maria infonde lo spirito di obbedienza; Maria consiglia, oppure conforma il cuore alla vita comune in modo che, là dove altri troverebbero grandi difficoltà, ecco, chi ha questa vocazione, se è divoto di Maria, trova letizia nella vita comune, la sua gioia.
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E la grazia della vita comune, per parlare solo di questo è una grazia che è mica tanto frequente. E vedete, alle volte, come vi son persone che discordano dalla vita comune; poi vi è tutto il complesso di queste persone che vivono nel mondo, non concepiscono una vita religiosa dove tante persone convivono assieme e hanno gli stessi pensieri, gli stessi desideri, le stesse occupazioni, lo stesso cibo, i medesimi orari e poi tutte le altre cose che sono comuni e che sono proprie della vita comune la quale è sorgente di innumerevoli meriti. Pochi amano; vogliono la libertà, l'indipendenza, anche persone che sono molto buone, che sono, magari, anche sante. La vita comune è una grazia che non hanno tante persone. D'altra parte, anche nelle istituzioni religiose stesse, nell'interno, e vedete, alle volte, come sentono difficoltà a piegarsi all'obbedienza; e come vengono fuori delle piccole eccezioni e forse opposizioni, o almeno, difficoltà ad acconsentire, ad accettare, difficoltà a convivere con la tale persona, con la tale altra, e difficoltà a sopportare i vari caratteri. Maria dà le grazie per lo stato nostro. Quindi, parlando di voi: i tre voti, la vita comune.
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E ancora: la tendenza, l'amore e la intelligenza dell'apostolato. Capirlo che cosa esso sia. E non è un lavoro materiale. Capire come con questo noi serviamo alla Chiesa e, attraverso alla Chiesa, a Gesù Cristo. Capire la efficacia e quanto bene, quanti meriti per la nostra anima esso apporta, sì. Noi abbiamo da comprendere l'apostolato e i vari apostolati. Se c'è una divozione corta, c'è anche un corto amore all'apostolato, e si fanno distinzioni, allora; sembra che quando uno è occupato in un certo apostolato, magari che sembra più elevato, e sembra allora duro accettare un apostolato, un ufficio meno considerato. Oh, vi può essere che uno capisca solamente uno dei tre apostolati o ne capisca solamente due, oppure che li compia con fine un po' umano, gli apostolati.
Oh, sì, gli apostolati richiedono un'infusione di grazia, specialmente di luce, grazia illuminante e, nello stesso tempo, richiedono una infusione di grazia inclinante, cioè che inclina a compierli in letizia e merito, così perché possiamo corrispondere alla vocazione e quindi ai disegni di Dio e camminare sempre su quella via retta che è segnata nei disegni di Dio giorno per giorno. Vi è da correggerci e vi è da acquistare; corregger le cattive tendenze, le cattive tentazioni, i difetti. Correggere. E acquistare sempre più virtù e tanto le teologali come le cardinali; e tanto le religiose come le virtù morali; ecco.
Ma chi piegherà bene il cuore e illuminerà la persona che è lì davanti al Santissimo Sacramento e fa l'adorazione perché dica a Gesù le cose che piacciono di più a Gesù? Maria lo sa che cosa piace a Gesù e ispira e piega il cuore e comunica un amore verso il suo Figlio, un amore che va sempre crescendo, ecco.
Allora, poi, se volessimo numerare tutte le grazie di cui c'è bisogno in una vita come la vostra, eh, non si finirebbe tanto facilmente, perché sono grazie necessarie alle aspiranti; altre, alle postulanti; altre, alle novizie; altre, alle professe temporanee; altre, alle professe perpetue; altre, nel periodo dell'energia, della forza, quando si è ancora in robustezza; altre quando incominciano gli acciacchi e i disturbi di salute; altro quando si trova una persona in una casa, altro quando si trova in un'altra: vi è tutto nel cuore di Maria.
Speranza, fiducia per ogni grazia a suo tempo, a suo tempo. Una mamma proporziona gli abiti all'età del bambino, del figlio, del giovinetto, del figlio già fatto adulto. Maria proporziona le grazie all'età, ai bisogni, alle circostanze esterne ed interne. Specialmente quelle grazie che vengono a far salire l'anima sempre in maggiore altezza, quelle grazie che servono a stabilirla con l'intimità fra il Figlio suo e noi, in maniera che alla fin fine noi diventiamo docili nelle mani di Gesù e docili nella guida di Maria, così da non avere più nessuna riluttanza quasi, oppure se si sente una riluttanza, nessuna eccezione, nessuna eccezione. Di Dio fino alle nostre più profonde disposizioni interiori. Di Dio.
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Oh, allora, come facciamo per ottenere tutte queste grazie? E già lo fate. Avete scelto i vostri fioretti, li fate,credo. E poi, dopo, cercate di istruirvi perché sono sempre quattro gli uffici o i compiti di una figliuola divota di Maria: conoscerla, imitarla, pregarla e farla amare.
Ho sentito, in principio del mese, una persona che mi ha detto: ma non mi dia un fioretto così, un atto da far nella giornata, mi dia un fioretto che possa riempir la mia giornata, che sia una continuità di dimostrazione del mio affetto a Maria. Ecco i propositi, allora; quello vuol dire un fioretto che non appassisce mai, che dura dalla mattina alla sera e dal primo di maggio fino al 31 maggio e poi si continuerà per tutta la vita, perché il maggio è per imparare e per crescere nella divozione a Maria, per viverla poi successivamente tutto l'anno e tutta la vita. Ogni maggio ci deve portare un po' più in sù in questa divozione. E allora Maria ogni giorno continuerà le sue grazie; non per un momento, non per un tempo, sia pure di un mese, ma la continuità, perché alla continuità della nostra fiducia e della nostra preghiera corrisponde la continuità delle sue misericordie.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro
Roma, Via Portuense 739, 23 maggio 1957 *
* Nastro 15/a (=cassetta 34/b). - Per la datazione, cf PM: «Il mese di maggio ci ispira sempre una grande confidenza... nella nostra Madre celeste». «Ho sentito in principio del mese, una persona che mi ha detto...». - dAS, 23/5/1957: «Verso le ore 6 va [il PM] in via Portuense dalle PD».

2 Lc 1,28.