Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

12-L'APOSTOLATO DEL SERVIZIO SACERDOTALE1 *
Abbiamo più volte considerati gli apostolati propri delle suore Pie Discepole e quindi una nozione generale già vi è; e, più di tutto, siete state istruite, in questi apostolati o in queste tre forme dell'unico apostolato, siete state istruite dalle vostre Maestre, dalle vostre Madri. Tuttavia è utile che, almeno sopra il servizio sacerdotale, che ci fermiamo, affinché questo sia conosciuto sempre meglio nel suo spirito.
Il servizio sacerdotale può essere considerato dalla parte della suora e dalla parte del sacerdote, perché la suora presta i suoi servizi e il sacerdote presta i suoi servizi alla suora, nella rispettiva posizione, questo; perché ognuno secondo la propria natura, secondo i propri doni e secondo l'ordine che il Signore ha disposto. Servizio vicendevole.
103
Oh! La donna fu creata per essere aiuto all'uomo e ne diventò la rovina. Maria fu creata per essere aiuto a Gesù Cristo nel mistero della redenzione degli uomini.
Se noi avremo sacerdoti che imitano Gesù Cristo, faranno un buon servizio sacerdotale alle suore e se avremo delle suore che imitano Maria, queste faranno un buon servizio al sacerdote nel ministero.
Questa parola «servizio» tante volte non è bene intesa e viene quasi sempre applicata ad un ufficio umile verso un padrone. Ma nello spirito cristiano, nello spirito evangelico non è così, sebbene anche nella Scrittura si nominino i padroni e si nominino i servi. Ma questo è sempre nell'ordine naturale. Se diviene nell'ordine soprannaturale della redenzione e dell'applicazione della redenzione alle anime, è diverso. Il Papa si sottoscrive: servo dei servi di Dio. Il che vuol dire che il Papa presta servizio ai cristiani. E che servizio presta? Insegnare la verità, guidare le anime nella via della santità e della salvezza e comunicare la grazia mediante i sacramenti, mediante i sacerdoti; ecco. Quindi, serve i servi di Dio, cioè i cristiani che sono servi di Dio. E quando uno è un buon cristiano, e già s'introduce la causa di canonizzazione, viene già distinto col nome di «servo di Dio», perché è uno che ha servito bene il Signore. E allora sta bene la denominazione del Papa: servo dei servi di Dio.
104
Nella redenzione il Signore ha voluto associare al suo Figliuolo Incarnato, ha voluto associare Maria. Ma notiamo come sono stati associati assieme nella unica redenzione operata sulla terra. Maria è annunziata come colei che avrebbe un giorno calpestato il capo al serpente. Ma come lo ha calpestato il capo al serpente, Maria? Per mezzo del Figlio, Gesù Cristo, il quale è venuto per vincere il demonio e il peccato. E quando il bambino è battezzato, ecco, il demonio cessa di aver possesso di quell'anima. E così, quando un'anima è caduta in peccato, intervenendo il sacerdote con l'assoluzione, ecco l'anima resta liberata dal demonio. Allora noi abbiamo che, Maria calpesta il serpente: ipsa conteret caput tuum1 per mezzo del Figlio. E come il nome di Maria e il nome del Figlio sono stati associati da Dio fin dall'inizio dell'umanità, così nelle profezie: Ecce virgo concipiet, ad esempio, et pariet filium2.
Così è avvenuto poi nel compimento della redenzione e cioè, Maria così associata a Gesù, da essere la Madre. Quale intimità di unione fra Maria e Gesù, che è il frutto benedetto del suo seno, del suo seno verginale! E così, da quell'istante in cui Maria pronunciò il «Sì»: Verbum caro factum est et habitavit in nobis3. E Maria accompagnò il suo Gesù, il Redentore, prima portandolo come il frutto del suo seno, poi nella sua giornata terrena, nella vita terrena, poi dopo la risurrezione stessa, poiché Maria attese la venuta dello Spirito Santo con gli apostoli e guidò gli apostoli; poi Maria accompagnò il Vangelo in quelle prime predicazioni e finalmente Maria e Gesù sono in cielo, là dove applicano la redenzione: Maria con l'intercessione, con l'ufficio di distributrice della grazia e Gesù con l'essere la vita, cioè la grazia stessa che viene comunicata nello Spirito Santo alle anime.
Ecco, che cosa prepara l'umanità progredita oggi? Che cosa si prepara oggi nel cattolicesimo, nel cristianesimo meglio vissuto? Si prepara questo: arrivare a stabilire la donna di fronte al sacerdote, come aiuto del sacerdote. Ma la donna vergine, la donna santa, col sacerdote santo. Allora mutuo aiuto. E questo si vede da per tutto, tanto più che si va sempre più diffondendo l'uso: accanto al missionario, la missionaria; accanto ai chierici studenti nei seminari, le suore. E così la Santa Sede stessa si serve delle suore in tanti ministeri, il Papa ce ne dà l'esempio.Associazione.
In questo concetto avevo scritto il primo libro: «La donna associata allo zelo sacerdotale»4. Non associata al sacerdote in un senso che potrebbe, forse, essere male inteso, ma allo zelo sacerdotale, affinché ciascheduno stia nella debita posizione e tutti e due, o associando le opere, ecco... E la redenzione come fu fatta da Gesù unito a Maria, così la redenzione sia applicata dal sacerdote unitamente alla suora.
105
Oh, questo è il pensiero di Dio. Però noi siamo fatti di anima e di corpo e, quindi, nessun sacerdote è Gesù vero; rappresenta Gesù, opera, fa le opere di Gesù, ma non è egli che abbia la divinità. E nessuna suora è santa e perfetta come Maria. Allora occorre che il sacerdote sia santo e la suora sia santa. Associandosi nell'opera e nelle opere dello zelo, allora il frutto della redenzione viene applicato meglio, più largamente.
Occorre valorizzare la donna, poiché la donna fu causa di innumerevoli mali nella società, non solamente come Eva, la quale iniziò [a] disobbedire a Dio e trasse con sé nella rovina Adamo, il quale doveva resistere, ed egli che aveva l'uso della ragione più larga, non doveva cedere al sentimento. Ma successivamente, nella storia umana, quante cose si vedono, quante cose si leggono: la donna che rovina i regni, rovina i costumi e invece di essere la donna, la madre degna, la sorella degna, la sposa degna, la figlia degna, tante volte tradisce la propria vocazione e si vale del suo potere sul cuore dell'uomo per condurlo alla rovina.
Oh, allora è il tempo che si santifichino entrambi e poi associno l'attività, si associno nelle opere di zelo, ciascheduno nella propria posizione, sempre nel medesimo fine di salvar le anime e sempre così separate da non mescolare mai ciò che è santo con ciò che è umano.
106
Oh, qui ci vogliono donne forti. Mulierem fortem quis inveniet? Procul ab ultimis finibus pretium eius1. La donna forte, non fisicamente, ma forte spiritualmente, per virtù: una fede viva, una speranza ferma, un amor di Dio a tutta prova e la giustizia e la prudenza e la fortezza e la temperanza e l'ubbidienza e la castità e la povertà. Ecco la donna forte, sì: procul ab ultimis finibus pretium eius.
Maria è il simbolo della donna forte e quindi non è solamente la martire, ma la regina dei martiri perché sofferse più e più lungamente che tutti i martiri. Ecco, non vi è prezzo per una donna così, ed è tale il suo valore che non si può considerare col denaro, non si può comperare col denaro, talmente è il valore, la bellezza e la bontà di una donna forte, sì.
107
Allora, ecco, che cosa sia il servizio sacerdotale, come questo servizio sacerdotale poi si sviluppa.
Primo, potrebbero essere donne singole che si associano al sacerdote, come sono le donne di Azione Cattolica, le quali si associano al parroco in quelle opere di zelo che il parroco indica. Ma questo è casuale e non è ordinato precisamente.
Se invece vi è un Istituto il quale forma le persone capaci e poi dall'alto, per mezzo della direzione, questo Istituto, conosce, riconosce le figliuole, le suore che son forti e capaci e dall'alto continua a seguirle, aiutarle, intervenire quando vi è qualche pericolo; e quest'Istituto può sostituirle; e quest'Istituto, d'altra parte, ne forma in continuità altre capaci, molto meglio che non singole persone raccolte qua e là. Ce ne sono, alle volte, nelle parrocchie delle persone, delle signorine, damigelle che si mettono a servizio della parrocchia. Ma hanno tante cose da guardare anche per sé e quindi danno alla parrocchia ciò che possono, delle ore e delle loro forze. Invece, essere chiamate a quello, vocazione divina, primo; formate a quello, seconda cosa; destinate prudentemente a questo o a quell'Istituto, a questa o a quella Casa, dove c'è da prestare servizio sacerdotale; aiutate, corrette, illuminate, nutrite spiritualmente con le predicazioni, visitate frequentemente, incoraggiate e nelle dure giornate che si incontrano nella vita e anche nelle più difficili circostanze; e poi dopo, successivamente, man mano che la vita, diciamo, si sviluppa e il servizio sacerdotale diviene sempre meglio fatto, allora può salire ad essere come madre, non di un sacerdote particolare, ma del sacerdote in generale ed esercitare tanti servizi da sostenere il sacerdote infermo, da suffragarlo quando è defunto.
Compiere tutta la missione che compì Maria quando accompagnò il benedetto Gesù, la salma benedetta di Gesù al sepolcro e poi si ritirò a vegliare nella sua casetta e pregare in attesa della risurrezione finale e non abbandonò la sua opera perché dopo raccolse i discepoli, gli apostoli e pregò con loro ed ecco che nel giorno di Pentecoste lo Spirito Santo discese alle domande degli apostoli guidati da Maria. E la Chiesa nacque e cominciò a muovere i primi passi e poi gradatamente si allargò fino a toccare i confini del mondo...oh!
108
Allora i passi da fare sono questi: primo: zelo per le vocazioni sacerdotali, se non altro, con la preghiera. Ma quante volte si può collaborare anche con l'opera perché si individua una vocazione, si scopre una vocazione in quel ragazzo, lo si indirizza, lo si aiuta; e poi lo si assiste coi servizi materiali durante la formazione. E dopo, quando il sacerdote sarà formato, il sacerdote prende un'altra posizione perché diviene il predicatore, il direttore spirituale, diviene l'amministratore dei sacramenti. Ecco, la suora si trova in altra posizione, come Maria dopo che Gesù raggiunse l'età dei trent'anni, andò a sentire le prediche del Figlio e meditava tutte le sue parole, ne faceva frutto, e continuava, mentre il Figlio predicava, ad assisterlo nella maniera che allora aveva bisogno e assistere lui e assistere i Dodici. Continuava a pensare al vitto, continuava a pensare agli abiti, continuava a pensare alla preghiera perché la predicazione del Figlio fosse accolta dagli uomini e continuava a partecipare ai sentimenti del Figlio e alla sofferenza del Figlio che veniva contraddetto; e partecipò al suo sacrificio quando l'accompagnò sulla via del calvario, quando assistette alla sua crocifissione, alle sue agonie, alla sua morte. La suora deve procedere così.
109
I frutti? I frutti sono bellissimi. Anzitutto la suora del servizio sacerdotale fa un ministero nobilissimo e quindi pieno di meriti, perché non si tratta solamente di paramenti, ad esempio, che si fanno, ma si tratta, invece, del sacerdote; i paramenti son solo un vestito e il sacerdote è ben qualcosa di più del paramento. Se Gesù dice nel Vangelo: «l'anima non vale, forse, più che il corpo? e il corpo non vale più che il vestito, forse?»1 Ecco, quanto più si deve dire del sacerdote il quale chiamato in un momento difficile può andare senza stola e senz'abito religioso, senza le paramenta e dare l'assoluzione a quel malato il quale sta per passare all'eternità, senza perdere un minuto di tempo per rivestirsi della cotta e della stola, perché vale assai più l'anima che il paramento che potrebbe il sacerdote indossare. Oh, avete veduto le figure del cardinale Mindszenty2 che consacra vestito nel suo abito di secolare, in borghese. Oh, quindi, pieno di meriti.
110
Secondo: ricco di vantaggi rispetto agli uomini, ai fedeli, questo servizio, perché le due opere associate ottengono assai più frutto. Quante vocazioni potrà ottenere da Dio questa suora che ha capito il servizio e che indirizza anche le adorazioni come apostolato precisamente per la formazione dei ministri di Dio e dei religiosi; ecco. Quindi i meriti grandi perché parteciperà al bene che farà il sacerdote, cioè, avrà un maggior frutto nelle Messe che celebra il sacerdote; avrà una parte di merito anche lei quando il sacerdote amministra gli altri sacramenti o predica la divina parola o guida le anime nelle vie di Dio. Perché, Maria partecipava ai meriti del Figlio, anzi essa fu la redenta dal Figlio e godette i frutti della Passione del Figlio fin dalla immacolata concezione. Ma mentre che era redenta dal Figlio, ella poi partecipava ai meriti che il Figlio acquistava innanzi al Padre durante la predicazione, durante la flagellazione, durante la crocifissione, ecco, partecipava. Perché? Era suo figlio, era suo figlio, e lì è come se c'è una pianta: e chi è il padrone della pianta è padrone dei frutti in quella misura giusta. Il paragone non si deve estendere a tutto, ma è a posto il paragone.
111
Oh, i grandi meriti. Tuttavia vi sono i pericoli. Occorre esser santi perché se da una parte non si è santi abbiamo acqua santa e terra. E l'acqua santa sta benissimo al suo posto, si conserva limpida; e la terra, e la terra ci serve per camminarci sopra, per seminare il grano, ecc., ma messa insieme l'acqua santa con la terra si fa fango. Conservarsi distinti, l'acqua al suo posto, la terra al suo posto. Pericoli. E cioè, anzitutto esser santi, se no non lo si capisce il servizio sacerdotale. Ci vuole una luce speciale, ci vuole un amor di Dio speciale, ci vuole zelo: associate allo zelo, allo zelo, non a un individuo in particolare, ma al sacerdote in generale, o meglio, vedere nei sacerdoti il sacerdote Cristo e considerarlo così e mai abbassare gli occhi a considerarne le mani nel modo umano, ma son le mani benedicenti, le mani che assolvono. E non saper neppure come è fatto il suo volto, com'è il timbro della sua voce, ma c'è Gesù che passa, e basta.
112
Oh, allora la prudenza sarà poi la regola. Quando vi è fede viva, speranza ferma, amore a Gesù, ardente, allora c'è la disposizione per il servizio sacerdotale, son profonde, cioè, le virtù teologali. Dopo vengono le virtù cardinali e cioè, rispettivamente si deve conservare la giustizia, rispettivamente si deve conservare la prudenza e la giusta separazione, rispettivamente si deve conservare la fortezza e rispettivamente si deve considerare la temperanza, cioè, la moderazione nelle relazioni. Vi è un'ora in cui non devono incontrarsi. E vi sono delle regole per fare il servizio in quella determinata forma. Certamente non tutto s'improvvisa in principio. Gradatamente.
Ricordo quando il papa Pio X ha stabilito e ha approvato quei regolamenti per i seminari1 dice appunto che ci siano le suore che, generalmente, fan le cose meglio che non le donne laiche o i servitori. Oh, però allora già il cardinale Delai il quale estendeva questi regolamenti dei seminari a nome del Papa aveva già stabilito certe norme che si devono sempre osservare. Ed è bene, poi, che vengono conosciute poiché da noi non si fa di più di quello che là è detto; forse qualche cosa avrà l'apparenza di non essere abbastanza compito, ma questo dipende che le Case, le nostre Case spesso non son finite e bisogna che si finiscano poco per volta, poco per volta. Ma non si può pretendere che al bambino si mettano le leggi che si danno all'uomo a 21 anno; il bambino non è ancora obbligato a fare la comunione finché non ha l'uso di ragione; non è obbligato andare alla Messa finché non è abbastanza robusto da star buono in chiesa, se no disturba; per lui non si parla del riposo festivo perché riposa tutta la settimana e il digiuno s'impone a 21 anno perché le leggi si applicano man mano che il bambino cresce. Oh, i pericoli.
E allora, che cosa si deve fare? Si deve essere di aiuto, mai di rovina, come è stato nel paradiso terrestre quando la donna fu occasione di rovina all'uomo.
113
Oh, adesso: anzitutto suore virtuose perché è un privilegio il servizio sacerdotale. Secondo, osservare debitamente la clausura nelle forme che conoscete, che già vi sono indicate e sempre un pochettino in meglio, bisognerà fare. Poi, terzo, la pazienza, pazienza vicendevole; non criticarsi vicendevolmente, ma cooperare vicendevolmente. Dei difetti ce ne sono a destra e a sinistra, ma sapersi compatire e, poco a poco, con la buona volontà sempre togliere un po' dei difetti e sempre aggiungere un po' delle virtù, delle attenzioni, delle delicatezze, della dedizione. Certo è un gran sacrificio. Sicuro. Ma i meriti son proporzionati al sacrificio, sì. Quello che poi è più da contarsi è che la Pia Discepola che presta questo servizio, non è che il servizio materiale sia il primo, il primo servizio è lo spirituale, la preghiera, le adorazioni fatte per le vocazioni o sia che le vocazioni si devono cercare o sia che si devono formare o sia che si devono assistere durante il loro ministero pubblico o sia ancora che i chiamati ormai siano così deboli, così infermi, da aver bisogno di un'assistenza più fraterna; sì.
Oh, naturalmente, appunto perché si deve vivere, occorre anche che [ci] sia il contributo materiale. Questo è chiaro ed è la giustizia, su questo punto. Oh, non ci dovrebbero anche qui essere delle pretese che non siano ragionevoli: o che si pretenda troppo servizio o che si pretenda troppo ricompensa. Credo che in generale ci sia da prendere l'esempio della Santa Sede. Naturalmente, si dirà: «ma se io fossi una secolare guadagno molto di più». E il prete se fosse un medico guadagnerebbe molto di più. Ma noi prendiamo il cibo, l'alimento, e quindi i bisogni nostri materiali soltanto per mantenerci nel servizio di Dio tutti e due, e l'uno e l'altra. E il resto lo offriamo al Signore perché serva per la sua gloria. Certamente se si son fatte le opere che si son fatte, sia voi, le opere materiali, e sia la Società San Paolo, si deve appunto, come è stata la mia relazione presso la Santa Sede: noi abbiamo in primo luogo, preso l'impegno di osservar la povertà e quindi si capisce che si fan certe opere che gli altri non farebbero. Questo quando si osservava che si costruiva una chiesa troppo bella alla Regina degli Apostoli. Ma a me dispiaceva solo di non farla abbastanza bella e di non aver potuto ancora terminare tutto, specialmente l'altare a Gesù Maestro e l'altare a san Paolo. Oh, naturale, primo l'esercizio della povertà, tutti insieme; poi, secondo, il lavoro.
114
Il Figlio di Dio, Gesù, che lavoro faceva? Fabbro, falegname. E Maria? Maria tutte le faccende che erano riservate alle donne del suo tempo, dalle cose più semplici, come la pulizia, alle cose più alte, sempre.
Quindi noi abbiamo da pensare che non è per accumulare, ma perché una parte viva e l'altra viva e tutti insieme ci manteniamo nel servizio di Dio e facciamo gli apostolati rispettivi. Poi, premio eterno, a tutti. «Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna»1. E Maria seguì Gesù proprio da vicino. E le pie donne servirono Gesù, seguirono Gesù e lo servirono proprio da vicino. E chi è vicino a Gesù in terra, sarà vicino a Gesù in paradiso. In questa visione di cielo sempre avremo buon coraggio e faremo tutto per il Signore, per la nostra salvezza eterna.
Benedico, dunque, queste vostre buone volontà. Il Signore ve le conservi sempre. E poi, ultima cosa: sulle difficoltà che incontrerete, siate aperte, dite tutto alle vostre Madri. Quando si comprende che c'è un inconveniente oppure si sente il bisogno di fare una cosa determinata, ecco, non operiamo da noi, prendiamo consiglio. Maria, virgo prudentissima.
Sia lodato Gesù Cristo.
115

1 Esercizi Spirituali (28 febbraio - 8 marzo 1957) al gruppo formazione Pie Discepole del Divin Maestro in preparazione alla prima professione religiosa e perpetua ed entrata in noviziato
Roma, Via Portuense 739, marzo 1957 *
* Nastro 11/c (=cassetta 27/b). - Per la datazione, cf PM: «(Abbiamo più volte considerati gli apostolati propri delle suore PD... tuttavia è utile che, almeno sopra il servizio sacerdotale, che ci fermiamo...». - dAS (cf c90 e anche VV).

1 Cf Gn 3,15.

2 Is 7, 14.

3 Gv 1,14.

4 ALBERIONE, o.c., EP, Albano Laziale 1954, 9a ed.

1 Prv 31,10.

1 Cf Mt 6,25.

2 Josef Mindszenty (*1892), divenne cardinale primate d'Ungheria nel 1946; condannato all'ergastolo dal governo comunista nel 1949, venne liberato dall'insurrezione del 1956; rifugiatosi nell'ambasciata americana, nel 1971 si trasferì a Vienna e poi a Roma, dove morì.

1 S. Pio X riformò i seminari d'Italia con la lettera enciclica: «Pieni l'animo» del 28 luglio 1906; per mezzo della S.Congregazione dei Vescovi e Regolari diede un «programma generale di studi» (10 marzo 1907) e le «Norme» per l'ordinamento educativo e disciplinare (18 gennaio 1908); infine diede nuove disposizioni per mezzo della S.Congregazione Concistoriale con la lettera circolare del 16 luglio 1912.

1 Cf Mt 19,29.