Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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25-L'OPERA DELLO SPIRITO SANTO IN NOI1 *
Dice il Maestro Divino: «Lo Spirito che io vi manderò dal Padre, Egli vi insegnerà tutto, e vi spiegherà quello che io vi ho predicato»2. Il Maestro Divino con queste parole prometteva lo Spirito Santo agli Apostoli, alla sua Chiesa. E veramente lo Spirito Santo è disceso con una abbondanza straordinaria di doni, il giorno della Pentecoste. E la più arricchita di doni fu la prima discepola: Maria. Ora questo Spirito è nella Chiesa di Dio. E' luce, per cui le verità predicate da Nostro Signore, Gesù, vengono conservate, vengono difese e vengono interpretate e applicate dalla Chiesa e, dalla Chiesa, proposte ai fedeli, agli uomini tutti, essendo questo il mandato del Maestro Divino: «Andate e insegnate a ogni creatura»3. Lo Spirito Santo nella Chiesa dà la forza ai martiri, dà la forza agli apostoli, dà la forza ai confessori, dà la forza ai vergini, dà la forza ai cristiani che sono di buona volontà, la forza per vivere santamente, ciascheduno nel suo stato. Lo Spirito Santo, poi, santifica la Chiesa: «Chi non nasce dall'acqua e dallo Spirito Santo, non entra nel regno di Dio»4. Oportet nasci denuo5.
Lo Spirito Santo, quindi, è disceso in noi nel Battesimo; è disceso in noi, con maggiore abbondanza di doni, nella cresima; e discende in noi in ogni sacramento che si riceve e prende sempre più possesso dell'anima: ad eum veniemus, mansionem apud eum faciemus6, dice Gesù. Se uno osserva i comandamenti, se uno ama il Padre mio, ad eum veniemus. E' nell'anima del giusto, lo Spirito Santo. E «non vogliate contristare lo Spirito Santo»7 disgustandolo coi peccati, con la freddezza, con l'indifferenza: et nolite locum dare diabolo8, poiché lo Spirito Santo può essere cacciato dall'anima per causa del peccato e allora subentra il nemico, il demonio, che è stato cacciato dall'anima quando l'anima ha ricevuto il battesimo.
Quindi lo Spirito Santo per la Chiesa è luce, è fortezza, è santità, grazia. Ora, se nella Chiesa... chi compone la Chiesa? La Chiesa è composta di uomini. Siamo noi. Per ognuna delle anime, per ognuno di noi, lo Spirito Santo è luce; per ognuna è fuoco, fortezza, calore, e per ognuna è santità e grazia: ad eum veniemus, mansionem apud eum faciemus. E voi lo sentite ancora Gesù palpitare daccanto al vostro cuore, dopo la santa comunione. Le specie eucaristiche si consumano e la presenza reale passa, ma rimane la Trinità, rimane lo Spirito Santo in luce, forza, santificazione, grazia. Oh, allora, noi pensiamo: il Maestro Divino ha insegnato, il Maestro Divino ha lasciato i suoi santissimi esempi, il Maestro Divino ha acquistato la grazia morendo sulla croce, ma tutto questo vien compìto, vien comunicato dalla infusione dello Spirito Santo, nelle nostre anime.
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Oh, viene, allora, da domandarsi: quali disposizioni ci vogliono perché lo Spirito Santo venga in noi? Perché lo Spirito Santo diriga i nostri passi? Perché lo Spirito Santo santifichi tutto il nostro essere, i nostri sensi interni, le nostre facoltà, i nostri sensi esterni, che cosa occorre? Bisogna che noi mostriamo, in primo luogo, la fede, la fede; ecco. Occorre credere vivamente, fermamente, a tutto quello che la Chiesa insegna, a tutte le singole domande e risposte che vi sono nel catechismo, a tutto quello che è insegnato nelle varie definizioni della Chiesa, dei Concili e a tutto quello che la Chiesa predica quotidianamente, ecco. Il Papa, illuminato da Dio, interpreta la rivelazione e la applica ai bisogni nostri. Credere. Credere. Credere alle singole parole del Vangelo, poiché le singole parole del Vangelo sono vita e luce. E non cadrà una lettera senza che tutto venga adempito1. Fede più viva.
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Secondo: perché lo Spirito Santo dimori in noi e comunichi abbondantemente i suoi doni, occorre la retta intenzione, la semplicità del cuore. Lo Spirito Santo non abita nelle anime turbolenti, nelle anime che si complicano la vita un po' nel male e un po' nel bene e così vanno man mano disorientandosi, perdendo la pace. Lo Spirito Santo è pace. Pax multa1. Non in commotione Dominus2. No, semplicità: est est, non non3. Pensieri semplici. Il bene: quel che è disposto, quel che piace a Gesù, quello che devo dire, quello che devo fare. Semplicità. «Siate semplici come le colombe e prudenti (innanzi al male) come serpenti»4. Il serpente ha una prudenza proverbiale. Semplicità. Anime semplici e anime che si complicano. Semplicità anche nell'obbedienza alle singole cose e a seguire quello che il confessore può dire. Semplicità. Accogliere, come se ogni cosa proceda dalla sapienza e dall'amore del Signore verso di noi. Conservare, quindi, il cuore puro perché in malevolam animam non introibit sapientia5: neppure entra lo Spirito Santo - dice la Scrittura - in un cuore macchiato di peccato. E allora è la maggior complicazione.
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Oh; in terzo luogo: preghiera. Preghiera come insegna la Chiesa: Emitte Spiritum tuum et creabuntur et renovabis faciem terrae1. Senza la grazia dello Spirito Santo... Questo globo terrestre è popolato di uomini, sì, sono due miliardi e mezzo di uomini e, chi va, chi viene, chi è in un continente, chi in un altro, chi è occupato in una cosa, chi in un'altra chi è in una condizione di vita, chi in un'altra, ma senza lo Spirito Santo, la terra è un immenso cimitero di anime, perché son morti. E' lo Spirito che dà la vita»2. «Ma sembrano vivi»: difatti si muovono, vanno, vengono, fanno progetti: Nomen habes quod vivas et mortuus es3: hai sembianza di essere vivo, ma sei morto. Morto perché non c'è la vita eterna, la grazia, che è la vita di Dio in noi. Figli del peccato, invece di essere figli di Dio. Allora, se invece, discende lo Spirito Santo: renovabis faciem terrae. Tutto questo cimitero di uomini, diviene tutto un vivaio di vite belle, sante. Chi vi ha dato la vocazione? Chi conserva cristiane le famiglie? Lo Spirito Santo. E quando si vive uniti a Dio per la grazia dello Spirito Santo, ecco allora si è figli di Dio, veramente vivi e si ha la vita eterna e, quando vien la morte, si passa solo da un posto all'altro, da questa valle di lacrime a quel giardino celeste, a quella abitazione del Padre dove egli ci attende. Venga lo Spirito Santo nel mondo: renovabis faciem terrae. Una primavera fiorita di anime, allora.
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E venendo a noi in particolare, in primo luogo conserviamo la grazia e cerchiamo di aumentarla in noi coi meriti quotidiani, facendo bene quel che abbiam da fare, anche che sembri umile; e poi, anche quando il dovere, invece, appare anche più grande in sé, o per le conseguenze che ha. Facciamo le cose bene, amando il Signore, cioè, operando per lui. Si quis diligit me, ad eum veniemus1, le persone della Santissima Trinità. Fare le cose bene e dare più importanza, in generale, ai piccoli meriti e alle piccole virtù; poiché i grandi meriti e l'esercizio delle grandi virtù, non sono frequenti. Come si vive a forza di respiri, come gli anni si compongono di minuti, così la santità: quando i minuti son santificati; ecco.
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In secondo luogo: pregare. Pregare perché lo Spirito Santo ci illumini. Alle volte crediamo di essere nella saggezza e nella sapienza e siam nelle tenebre; non ci vediamo e ci crediam sapienti. Pregare il Signore che ci illumini nelle nostre cose. Come vi ha illuminate sulla vocazione; come vi ha illuminate a camminare nello spirito della vocazione fino qui, così avanti. Pregare che lo Spirito Santo ci illumini sempre e ci dia forza: forza, perché, per la nostra natura tanto inclinata al male, il bene sempre costa fatica. E il camminare nella via della santità parte sempre da questo: abneget semetipsum1. Questo è il primo passo: rinnegar noi stessi e allora ci vuol forza. Ci dia forza lo Spirito Santo. Dia forza ai vergini. Custodire e custodirsi. Custodire, cioè, i sensi e custodirsi nel cuore, nella mente, nello spirito. E dia forza, lo Spirito Santo, a vivere veramente la vocazione com'è, col suo spirito, coi suoi apostolati, con tutto il complesso della sua vita, specialmente secondo le Costituzioni. Vivere la vocazione fino all'ultimo.
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Oggi va bene invocare le Sorelle defunte. Si deve sentire la Famiglia, l'Istituto, la Congregazione. E la Congregazione non è tutta qui. Vi sono le Pie Discepole che già godono il premio della loro fedeltà, del loro amore a Gesù, della corrispondenza piena alla grazia. Tra le altre ricordate i «Tre fiori di un solo giardino»1. Ma sono di più che tre e sempre conviene tener l'elenco davanti, affinché diamo suffragi e riceviamo grazie per mezzo della loro intercessione. Han vissuto bene la loro vita e adesso fanno coraggio a noi: «Vi attendiamo, vi attendiamo». E ci attendono come membri della loro Famiglia che stanno per arrivare, che forse sono in un viaggio un po' difficile. Ma intanto attendono e supplicano il Signore per noi. Pregare.
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E poi lo Spirito Santo viene quando noi siamo capaci di sentirlo. Se uno parla a un altro, se una di voi parla a una sorella, eh, la si lascia parlare, un'altra persona ben educata non viene a interrompere. Se noi parliamo troppo con gli uomini, lo Spirito Santo non ci viene a interrompere, e non sarebbe ascoltato. Lo Spirito Santo parla nella silenziosità. Quando la persona è libera dalle cose della terra e dagli interessi o dai pettegolezzi degli uomini e dalle chiacchiere inutili, allora lo Spirito Santo, con voce serena, penetrante, parla all'anima.
Abbiamo sempre nella giornata dei momenti in cui diamo udienza allo Spirito Santo! facendo tacere chi è attorno a noi e tacere specialmente la fantasia, i sentimenti, i risentimenti e i pensieri che non sono da Dio: loquere, Domine, quia audit servus tuus1. Ti dò ascolto, non sento più gli altri. Vedo sol più te e sento sol più te. E allora fra l'anima e lo Spirito Santo interviene una conversazione intima, una conversazione che eleva, ci trasporta in un'atmosfera di serenità tutta bella, ci trasporta col pensiero verso le cose sante, verso Dio, il paradiso. E la vita si orienta.
E gli atti si compiono come si compierebbero in punto di morte. Poiché sempre questo è una buona regola: faccio adesso quel che sarò contento di aver fatto in punto di morte. Eviterò adesso quel che sarò contento di avere evitato in punto di morte. Condanno adesso e fuggo tutto quello che in punto di morte mi darebbe rimorso. Ecco la grande regola. Era la regola che il canonico Allamano2 continuamente dava ai suoi penitenti e alle persone che egli dirigeva nello spirito: fate quello che sarete contento di aver fatto in punto di morte; quello che vi darà quella serenità che è necessaria in quel momento: presentarsi al giusto Giudice eterno. Quindi: illuminate sempre dallo Spirito Santo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 ) Esercizi Spirituali (25 marzo-1° aprile 1957) alle «Capitolari» Pie Discepole del Divin Maestro in preparazione al 1° Capitolo Generale
Roma, Via Portuense 739, 2 aprile 1957 *
*Nastro 14/c (= cassetta 34/a). - Per la datazione, cf PM: «Oggi va bene invocare le Sorelle defunte...». (In questo giorno doveva essere eletta la Superiora Generale). - dAS, 2/4/1957: «Alle 6 va [il PM] dalle PD, via Portuense, per la celebrazione e la meditazione. Inizia il lavoro per il Capitolo Generale». - dAC, 2/4/1957: - «Al mattino il PM celebra la S. Messa in onore dello Spirito Santo per invocare luce sui lavori del Capitolo».

2 Gv 14,26

3 Cf Mc 16,15.

4 Gv 3,5.

5 Gv 3,7.

6 Gv 14,23.

7 Ef 4,30.

8 Ef 4,27.

1 Cf Mt 5,18.

1 Cf 1Pt 1,2.

2 1Re 19,11.

3 Mt 5,37.

4 Cf Mt 10,16.

5 Sap 1,4.

1 Sal 103,30.

2 Cf Gv 6,63.

3 Ap 3,1.

1 Cf Gv 14,23.

1 Mt 16,24.

1 M.L. Ricci, Tre fiori dello stesso giardino, EP, Roma 1951.

1 1Sam 3,10.

2 GIUSEPPE ALLAMANO, sacerdote (1851-1926), fondatore dell'Istituto della Consolata per le missioni estere e delle suore Missionarie della Consolata.