Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26. ENTUSIASMO APOSTOLICO.*
ASSOCAZIONE UT UNUM SINT

L'apostolato fonte di entusiasmo

Ho sentito alcuni anni fa una cosa che mi aveva fatto una certa impressione e cioè, per un corso intiero di Esercizi non si era mai nominato la parola apostolato. Come fanno [le suore] ad avere persuasioni, entusiasmi per la redazione, per la tecnica, per la propaganda specialmente? Allora [i compiti ] si eseguiscono materialmente, con fatica. Ma se si descrive la funzione1 che ha la redazione, che ha la tecnica, la funzione soprattutto che ha la propaganda - parte principale - quale vantaggio ne verrà, quanto vantaggio in più, quanti meriti in più!
Perché quanto più viene fatto questo apostolato tanto più c'è letizia nell'anima e il peso si sente di meno, perché è molto faticosa la propaganda, molto faticosa, specialmente in certi ambienti; e poi [le propagandiste] sentiranno il gran bene che fanno e si entusiasmeranno tutte le volte che vedono arrivare un po' di luce, un po' di orientamento a queste anime. Certamente il vostro apostolato non comporta un avvicinamento alle anime come le Pastorelle, le quali parlano direttamente e operano direttamente coi bambini, con la gioventù femminile e col malato e un po' in tutte le occasioni, nelle famiglie che devono visitare in qualche maniera, in qualche forma, ad esempio, portando il bollettino e la rivista2.
Uno degli apostolati principali è certamente il bollettino parrocchiale, ma non c'è apostolato più entusiasmante, più conforme allo spirito di Gesù Cristo e più utile, e quindi possiamo dire anche, più meritorio, che il catechismo. Sì, viene la Bibbia in seguito, ma prima bisogna sapere la dottrina della Chiesa: dogma, morale e culto; poi si considera dove la Chiesa va a prendere il suo insegnamento, e cioè dalle due fonti: una è la Scrittura (Bibbia) e l'altra è la Tradizione orale. Nei primi tempi il Vangelo non era neppure scritto e gli Apostoli predicavano con gran frutto; l'insegnamento era tramandato da persona a persona.
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Maturare forti convinzioni

Fare delle convinzioni. Se si fa bene la meditazione, si formano le convinzioni. E cioè: prima il lavoro della mente, che ragioni, che si convinca praticamente; poi, in secondo luogo, venga la parte del cuore, il desiderio di fare quel bene che è indicato; e dopo la volontà e la preghiera, quindi i propositi e l'orazione. Ma se la conferenza si trasformasse in un complesso di avvisi, e specialmente di osservazioni e qualche volta anche di rimproveri, questo non forma la coscienza.
Due sono i periodi cruciali della vita della giovane: la pubertà e la personalità3. La pubertà che ha la sua età, voi lo sapete, 14-15-16 anni all'incirca, un po' più, un po' meno, dipende da tante circostanze di educazione e anche di carattere; e la personalità la quale è una crisi più forte della pubertà stessa. In certe persone la crisi della personalità è proprio un disorientamento. Ci vuole una persona la quale abbia molta preghiera, perché è questione di molta grazia; e poi sappia formarsi un concetto esatto della persona a cui si rivolge, e [orienti] con carità e sempre con santo ottimismo entusiasmante. Entusiasmante! Ricordo in una casa: [le suore] parlavano così [tanto] dell'apostolato, e avevano tutte macchine vecchie che zoppicavano da un piede e anche da due o anche da quattro; tutte cose scadenti là dentro, un locale proprio infelicissimo, ma erano così entusiaste! Arriva un vagone di carta? Erano piene di gioia, pregavano che arrivasse presto... E hanno fatto anche degli eccessi nel trasportare il carico fino a casa. Sì, ma entusiasmo dell'apostolato, entusiasmo soprannaturale4! E questo, voglio dire, un po' in tutto.
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Sul modello di san Paolo, oggi

La crisi della personalità è più grave ai nostri tempi, mentre prima era più grave quella della pubertà: venticinque anni fa insistevamo sempre su questa. Ma noi dobbiamo vivere i [nostri] tempi; e non possiamo dire che il 1960 è il 1930, il 1914 o il 1925. Le anime a cui dobbiamo fare del bene sono quelle con le quali trattiamo. Le persone che sono vissute antecedentemente sono già a destinazione: o sono salve o sono perdute. Noi dobbiamo fare del bene a quelle che vivono oggi; e dobbiamo formare il personale paolino oggi.
E la parola paolina deve essere anche presa nel suo senso giusto e cioè: il Vangelo come è veduto da san Paolo. Non ha patria questo spirito: è universale. Quindi nessuno ha, diciamo, la privativa o l'esclusività5.
Dunque, formare questo sacro entusiasmo; formare poi in generale la personalità giusta che procede dalla convinzione, la quale forma la coscienza; mai si opera per timore, e mai ci si ferma perché ci è stata fatta un'osservazione: Guarda, questo non va bene. E se quella si è formata una coscienza, una personalità, subito abbraccia il bene; quello non va bene, e subito condanna il male. Oh, san Paolo, il formatore di coscienze! Nelle sue lettere sono nominate sessanta persone tra i suoi amici, le persone con cui ha avuto più contatto, e sono santi!
Fateci dei santi! Fate dei santi alla Congregazione! Vi sono alcune nazioni che non hanno ancora un santo nel calendario liturgico; e quando lo farete? Volete farvi voi? Avanti! Avanti, in semplicità e in costanza.
Ora ricordatevi che nelle nazioni è molto bene fare ciò che si è fatto dall'inizio [della fondazione] e che è servito a preparare le prime vocazioni e poi a entrare nelle nazioni: [pubblicare] i due periodici Vita Pastorale e Cooperatore.
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Nota sugli Istituti secolari

Quanto poi agli Istituti secolari, pensare in quanto potete, a dare una mano e corrispondere per questo con chi a Roma è incaricato6 di occuparsene, perché potranno dare molto aiuto.
Dobbiamo pensare che molte persone nel mondo aspirano alla perfezione e non vogliono abbracciare la vita comune; alle volte anche per poca salute, alle volte per il carattere che non si adatta alla vita comune; altre volte perché lasciare qualche apostolato [avviato] nel mondo, che è già utile, per limitarsi [a operare]7 in una Congregazione sarebbe non aggiungere del bene. Potendo, invece, arrivare alla consacrazione a Dio, pur rimanendo nel mondo: ecco un grande vantaggio.
Gli Istituti secolari attualmente sono circa duecento ottanta, parte hanno l'approvazione definitiva della Santa Sede, come i nostri; e parte hanno le pratiche in corso presso la Santa Sede. Altri, invece, sono appena formati e faranno il loro curriculum per arrivare all'approvazione della Chiesa8.
Insistere però che ognuno abbia un apostolato; che non sia gente fallita nella vita. Non si accettano quelli che non sanno formarsi una posizione. Quando non sanno formarsi una posizione, come sarebbe assicurata la vecchiaia? Quindi l'Istituto non può accettarli se non hanno una posizione di vita anche materiale.
È consigliabile, e in alcuni Istituti è comando, che le persone che appartengono agli Istituti secolari non lo dicano, non lo facciano sapere. Si conservi il segreto, perché [ne] verrebbero parecchi inconvenienti e non potrebbero più fare quel bene che altrimenti, conservando il segreto, farebbero.
L'età va dai 18 ai 35 anni. Naturalmente se è meno di 35 anni è sempre meglio. Però chi volesse entrare negli Istituti secolari a 18-20-21-22 anni, ecc., si veda se sono fatti o meno per la vita comune. Molti non son fatti per la vita comune per vari motivi, tuttavia già che si prende una tale decisione, che il problema della vita sia risolto. [L'Istituto secolare] non raccoglie dei falliti nella vita, raccoglie quello che c'è di meglio nella cristianità, perché, ho già detto, vivano e cioè siano tutti pieni di amor di Dio: «Brucino di amor di Dio, diceva il Papa Pio XII, e traducano la loro vita in apostolato»9.
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L'ASSOCIAZIONE UT UNUM SINT

Questa sera dobbiamo parlare dell'Unum sint. Che cosa sia l'Unum sint in generale lo sapete. Sulla terra vi sono due miliardi e novecento milioni di uomini; di questi un terzo è arrivato al battesimo, e quindi sono circa novecento milioni, tra i quali circa cinquecento milioni sono cattolici, (un po' meno, il numero non è mai preciso) e gli altri sono scismatici, protestanti, e varie sette. Ora le sette sono tante, tante. Col nome di sette si intendono quelli che negano qualche dogma; oppure si dicono scismatici perché si distaccano, negano obbedienza al Papa. E alle volte, per lo più, sono insieme scismatici ed eretici. Ora, se vi sono circa quattrocento milioni di persone non appartenenti alla Chiesa romana, divisi in tante sette, lo scopo è che si faccia «unum ovile et unus pastor» (Gv 10, 16): un solo ovile cioè tutti dipendenti dalla Chiesa, tutti dipendenti dal Papa. Tutti nella Chiesa: cioè unità di fede; e tutti dipendenti dal Papa: unità di morale, unità di comando, di disciplina, e quindi l'unità di carità. In tutti: vivere Gesù Cristo, e tutti i membri formano il corpo mistico di Gesù Cristo.
Ora si tratta di attirare queste sette separate, questi scismatici che sono distaccati dalla Chiesa romana e dal Papa. Questo è lo scopo.
Gesù nella sua preghiera finale, che chiamiamo sacerdotale e che è bene ripetere sempre quando viene opportuna nella Visita al SS.mo Sacramento, nella terza parte, [prega]: «Ut unum sint»! Prima l'ha applicato agli Apostoli: che i Vescovi, i capi nella Chiesa «Ut unum sint», [siano una cosa sola], perché quasi sempre le eresie partono dal clero e sovente dai Vescovi: «Ut unum sint». E poi per tre volte lo dice riguardo a tutti i fedeli, a tutta la cristianità intiera.
Ora, questo Unum sint l'avevamo promosso nel 1936 sotto il nome di Unitas, movimento unionistico. Dopo, questo movimento ha deviato, indipendentemente da noi, da nessuno di noi, ma per cose e persone esterne. Allora, cambiando nome, è rimasto lo spirito: e la parola Unitas viene trasformata nell'altra Ut unum sint. Questo è lo scopo10.
Però, [anzitutto] per voi, per noi in generale: «ut unum sint», nella Famiglia Paolina, nella Pia Società delle Figlie di San Paolo tra di loro, poi nelle case e nelle province. Poi: «ut unum sint» nelle famiglie, perché sempre più numerose sono le famiglie sfasciate, in discordia i genitori, i divorzi sono sempre più numerosi, con le conseguenze per i figli, ecc. Infine l'unione anche dei cristiani.
In Italia abbiamo tanti cristiani e cattolici che poi votano per i comunisti, i repubblicani, i radicali, per i partiti, voglio dire, estremi o di destra o di sinistra: «ut unum sint». L'orgoglio è la causa fondamentale, e molte volte l'ignoranza per i capi; invece per i gregari generalmente è piuttosto l'ignoranza, per cui si lasciano trascinare a destra o a sinistra.
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Presentazione11

«La sera del giovedì santo, nel Cenacolo, Gesù pregò il Padre per i figli che avrebbe lasciato sulla terra sino alla fine del mondo: Padre santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai dato, affinché siano una cosa sola come noi (Gv 17,11)».

L'unione che vuole Gesù, da imitare, è da formarsi sopra un altissimo ideale: come il Padre e il Figlio sono una cosa sola, così tra i cristiani vi sia un'unità simile a quella che vi è tra le santissime e divinissime Persone.
L'unione, questo bisogno della Chiesa si sente sempre di più; quindi i movimenti unionistici sorgono in molte parti. Anche in questa casa [di Ariccia] il cardinal Bea12, - che [in preparazione] del Concilio Ecumenico, è a capo di questo movimento unionistico, solamente per questa parte -, ha fatto delle adunanze con cinque,sei, sette vescovi e con tutti i rappresentanti di varie nazioni, una e due volte, la terza volta sarà verso novembre, per consigliarsi e [vedere] quali mezzi adoperare. Sono rappresentate un po' tutte le nazioni in cui vi sono scismatici o eretici, in generale.
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Statuto

1. Presso la Pia Società San Paolo, sotto gli auspici del Centro di Preservazione della Fede, della sacra Congregazione del Concilio, si è istituita l'associazione Ut unum sint.
2. Essa ha lo scopo di promuovere l'unità di tutti i cristiani nell'unica Chiesa di Gesù Cristo, nello spirito della preghiera sacerdotale del Maestro divino.
3. L'Associazione è posta sotto la protezione di Maria Regina degli Apostoli.
4. Presidente dell'Associazione è de iure il Superiore generale della Pia Società San Paolo o un suo delegato. Il Consiglio direttivo è composto di quattro membri. Di questi due sono scelti di comune accordo dal Superiore e dalla Superiora generale, rispettivamente, della Pia Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo, e due proposti dal Centro di Preservazione della Fede, presso la Sacra Congregazione del Concilio.
5. Dalla Direzione generale dipendono i Centri nazionali, diocesani e parrocchiali. Essi sono costituiti e rimangono alle dipendenze rispettivamente della Conferenza episcopale nazionale, dell'Ordinario diocesano e del Parroco.
6. I membri dei Centri sono sempre cinque e vengono eletti rispettivamente dalla Conferenza dei Vescovi, dall'Ordinario diocesano, dal Parroco locale; e rispettivamente da essi dipendono.
7. Possono far parte dei Centri tutti i cristiani che accettano i principi e lo spirito dell'Associazione e intendono collaborare alle sue finalità.
8. Le finalità dell'Associazione si compendiano nei punti seguenti. Essa:
a) Promuove da parte dei singoli e di intere comunità nell'ambito parrocchiale e diocesano preghiere per l'unità della Chiesa.
b) Incrementa l'istruzione religiosa con particolare rilievo ai problemi del magistero e dell'unità della Chiesa.
c) Tende a sviluppare nei cattolici lo spirito ecclesiale nella preghiera e nel modo di sentire13.
d) Si impegna a valorizzare e potenziare la settimana di preghiere per l'unità della Chiesa e ad organizzare per questo, nei limiti del possibile, giornate sul tipo di quelle missionarie.
e) Cura pubblicazioni scientifiche e divulgative per far conoscere le posizioni storiche e dogmatiche delle diverse Chiese nei confronti della Chiesa cattolica, allo scopo di illuminare i cattolici ed indicare la verità ai fratelli separati.
f) Risponde a quesiti sulla storia, la dottrina, l'organizzazione delle varie Chiese.
g) Organizza circoli con discussioni su problemi religiosi tra cattolici e non cattolici, a scopo di reciproca comprensione.
h) Nella convinzione che la Sacra Scrittura costituisce un terreno comune di incontro, cerca di far penetrare dovunque la Parola di Dio, con appositi corsi di cultura biblica, per le varie categorie sociali, con settimane e giornate bibliche, con riviste e dischi, con l'incisione di passi scritturistici.
9. L'Associazione inoltre intende preparare e formare dottrinalmente e spiritualmente gruppi di anime che abbiano desiderio di dedicarsi allo specifico apostolato di richiamare i lontani e di facilitarne il ritorno a Cristo ed alla sua Chiesa.
10. In armonia coi desideri del Concilio Ecumenico l'Associazione si propone di disporre gli animi dei cattolici specialmente riguardo al problema dell'unità.
11. Sotto gli auspici e guida della Congregazione del Concilio, in comune accordo, compiono il lavoro di organizzazione, redazione, segreteria, le Suore Figlie di San Paolo e la Pia Società San Paolo a norma delle rispettive Costituzioni e secondo il decreto n. 14065, 19 marzo 1956 della Congregazione dei Religiosi.
12. I particolari vengono definiti in apposito regolamento14.
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Breve pontificio

Anche quest'Associazione centrale è arrivata ad avere dalla Santa Sede il Breve e fu costituita come Primaria15. Il Papa, inoltre, ha concesso molte indulgenze a tutti gli iscritti.
Si possono allora raccogliere le firme e le adesioni varie. Ora in questo lavoro, appena accennato, certamente nelle diocesi a un certo punto, dovranno essere i vescovi a erigere l'Associazione; però prima bisogna cercare i membri, perché non la può approvare se nella diocesi non ci sono dei membri. Ora negli incontri vari si può illuminare con un po' di istruzione. Tanto più questo dovrà essere fatto, ed è più facile a farsi, nelle nazioni dove le sette o le eresie e gli scismatici sono più numerosi. Per le particolarità sarà bene che una di voi, lavorando in questo, possa un po' istruire e dire come si possono fare le pratiche. Le cose non si devono precipitare, tuttavia occorre pensare che questo è stato un grande passo per le Figlie di San Paolo.
Ho già detto che rimane ancora [da fare] il terzo passo, che riguarda il catechismo. Su questo punto si procede anche, ma più adagio; vi sono maggiori difficoltà. Vi è poi da dire questo, che sempre ci insegnavano e ci ripetevano quando eravamo chierici, cioè la Chiesa oggi trova tante difficoltà nelle varie nazioni perché, chi governa uno stato dice: Voi, miei sudditi, obbedite in parte a me e in parte obbedite a un altro stato, cioè alla Chiesa, al Vicario di Gesù Cristo che ha la sua sede principale a Roma. E perciò vi sono sempre ostacoli notevoli. «Ut unum sint»!
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Impegni degli associati

Chi desidera far parte degli apostoli dell'unità, si impegna:
1. A pregare secondo le intenzioni assegnate per ogni giorno della settimana;
- offrire la Messa, la Comunione, l'Adorazione eucaristica del giovedì;
- recitare il santo Rosario per l'unità nel giorno di sabato;
- partecipare attivamente alla Settimana di preghiere e alla Novena di Pentecoste.

Vedete, per non moltiplicare le intenzioni che in poco [tempo] sarebbero dimenticate e non sempre si potrebbero veramente considerare nella loro importanza, dite sempre bene il Cuore divino di Gesù: le intenzioni con cui Gesù si immola sugli altari comprendono l'unità della Chiesa, perché quel Gesù che ha detto quattro volte «ut unum sint», è ancora lui qui. Cosa prega nel tabernacolo? Tutto il giorno e tutta la notte prega il Padre celeste e prega per le anime. E gli stanno a cuore quelli che non hanno ricevuto il battesimo, cioè quei due terzi dell'umanità che non conoscono Gesù Cristo o non lo hanno accettato o lo cacciano via, come avviene talvolta. Conosce tutti coloro che sono entrati nella Chiesa, ma non partecipano all'anima della Chiesa e tante volte neppure al corpo della Chiesa. Quindi con la preghiera: Cuore divino di Gesù è tutto compreso. Gesù ha proprio questa intenzione: «Ut unum sint» e la ripete al Padre celeste.

2. A istruirsi nella religione cattolica e a conoscere di più i fratelli separati con la lettura e lo studio delle edizioni Ut unum sint16.

Sono usciti una quantità notevole i libri per l'unione delle Chiese. La collezione delle Figlie di San Paolo a Roma è già abbondante; e parecchi di questi libri si possono tradurre in altre nazioni, magari con delle avvertenze particolari, dato l'ambiente che dovrà ricevere queste pubblicazioni.

3. A conoscere la Sacra Scrittura frequentando un Corso di cultura biblica per corrispondenza con la lettura assidua ed amorosa della Bibbia, o con l'audizione di dischi biblici.

Il Corso biblico17 corrisponde anche a questo bisogno.

4. A fare apostolato tra gli amici e i conoscenti per interessarli alla causa dell'unità di tutti i cristiani nella Chiesa cattolica.

Ora tutte le particolarità che ci sono da sentire, potete domani che la giornata è più libera, [comunicarvele] tra di voi e scambiarvi i pensieri.
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Apostole sante

Poi si deve dire: molte volte è utile cambiare nazione, cambiare ufficio per diventare più abili, più larghe nella redazione e nelle iniziative di propaganda. Cambiare di ufficio!
Per i sacerdoti è prescritto l'anno di pastorale dopo i quattro anni di teologia dogmatica, morale, Scrittura, liturgia, ecc. E che cosa vi si insegna? L'anno di pastorale serve: 1) ad acquistare le virtù sociali di apostolato; 2) a far le prove di redazione e di propaganda; 3) a [fare] studi particolari, per capire le anime, per capire i bisogni delle anime.
L'anno di pastorale ha quei tre fini. Ho fatto uscire di nuovo gli Appunti di teologia pastorale18 perché quello è il timbro di tutto l'apostolato. Non ce n'è un altro; siamo fatti per le anime! C'è poco da dire e poco da aggiungere.
Si possono mettere avanti tanti pensieri, ma quello è propriamente il fine: essere pie ed apostole! Apostole! Pie: il primo articolo [delle Costituzioni]; apostole: il secondo articolo. Quando si è abbracciato uno stato e si è fatta la professione, se una vuol farsi santa non c'è che la via delle Costituzioni. E quanto più [una] le osserva perché le medita e le segue, [tanto più] sentirà che le Costituzioni sono la via unica per arrivare alla santità e per fare il vostro apostolato. Quindi, non è difficile farvi sante: in semplicità seguire le Costituzioni nella lettera e nello spirito.
La volontà vostra è sempre buona, tuttavia in questi giorni le grazie sono maggiori. E domani completeremo il pensiero di ieri sera. Si traduca in preghiera. Ringraziamento alla santissima Trinità che vi ha voluto tanto bene e da cui è venuta certamente la vostra istituzione, da Dio solo. E voi la seguirete e compirete la vostra missione, il vostro apostolato e la vostra opera di santificazione in questa via, per ricevere poi alla fine, lassù, il premio quando ci presenteremo alla santissima Trinità, al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo19.
Ecco: Sono venuto nel mondo, sono stato nel mondo, lascio il mondo, ecco ritorno a Dio da cui sono partita (cf Gv 16,28). Così: sono uscito dalle mani di Dio senza alcun merito e non avevo nessun diritto alla grazia, ma il Signore mi ha presa, cominciando dal battesimo, e per la sua grazia mi sono arricchita nella vita. Là, sulle porte del cielo, troverete tutto quello che avete fatto di bene: tutto, tutto, anche un pensiero, un desiderio buono, una lacrima! E poi ricordiamo la prima parte dell'invito di Gesù: «Chi vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso e poi mi segua» (cf Mt 16,24), cioè mi ami tanto.
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* 26. Ariccia, 27 maggio 1961. Reg. A6/an 119b = ac 189a. Stampato in SdC, pp.242-250. Il titolo della registrazione è “Ut unum sint”.

1 Il parlato dice: «l'ufficio».

2 Si tratta del bollettino parrocchiale. La rivista dovrebbe essere Famiglia Cristiana, poiché nella visita alle famiglie le Pastorelle erano solite diffondere tutti i periodici paolini (Informazione di M. Celina Orsini, sgbp).

3 Indirettamente richiama ancora le due giornate sulla formazione organizzate dalla SSP ad Ariccia il 27-28 marzo 1961 (cf SP, 4 [1961] 1-8).

4 La voce è molto incisiva e autorevole.

5 I pensieri qui riportati evocano ancora l'articolo del 1950 (cf SCR, Acta et documenta Congressus generalis de Statibus Perfectionis, vol. I, Roma 1950, p. 269): «Occorre un vero e reale progresso: vivere e far vivere sempre meglio il Vangelo nelle circostanze attuali, ed applicarlo ai bisogni attuali: così come la luce illumina sempre cose nuove ed il sale condisce sempre cibi nuovi: “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,13-14). Il vero progresso ha due elementi: uno fisso, come le rotaie del treno; e uno mobile, come il treno stesso che vi scorre sopra. Gli ultimi santi canonizzati ci mostrano come oggi si praticano le virtù teologali e cardinali; come oggi si predica. Si guidano le anime e i popoli, come oggi si salvano le anime. Non possiamo formare i religiosi ad una vita che non sia l'attuale; dobbiamo fare il bene agli uomini attualmente viventi; vivere coi nostri tempi».

6 Le persone incaricate erano: Don Gabriele Amorth ssp, sr Felicina Luci fsp (1917-2001).

7 La voce dice: «ridursi in…».

8 La voce dice semplicemente: «a innestarsi»

9 Cf Istruzione 11, nota 4.

10 Per la storia dell'Associazione cf Riflessioni sulla vocazione ecumenica della Famiglia Paolina nella Chiesa del nostro tempo, a cura del Centro ecumenico Ut unum sint, Roma 1969, pp. 31-50. La ricerca compiuta nell'immediato dopo Concilio mette anche in evidenza i limiti dello Statuto e l'esigenza di un aggiornamento (pp. 49-50).

11 Il Fondatore da questo punto in avanti legge e commenta: la presentazione, lo Statuto, il Breve, gli impegni dell'Associazione Ut unum sint.

12 Bea Agostino sj (1881-1968), studioso di Sacra Scrittura e sensibile al problema dell'ecumenismo. Il 5 giugno 1960, con il Motu Proprio Superno Dei nutu, fu pubblicata la costituzione delle commissioni preparatorie del Concilio e quella del Segretariato per l'Unità dei Cristiani; il card. Bea fu nominato presidente di quest'ultimo. Vari incontri ecumenici, da lui presieduti prima del Concilio, di carattere spesso riservato, si svolsero nella Casa del Divin Maestro ad Ariccia.

13 La dizione esplicita: «Ecclesiale vuol dire: di unione, perché “Ecclesia” significa unione cioè adunanza veramente».

14 cf Le associazioni della Famiglia Paolina, Roma 1963, pp. 65-70; cf anche SP, 1 [1961] 1-2, in CISP, pp. 512-517.

15 Il Breve di erezione in Società primaria fu promulgato da Giovanni XXIII il 16 dicembre 1960, a firma del Segretario di Stato, card. Tardini.

16 La collana “Ut unum sint” delle Ed. Paoline, iniziata negli anni Sessanta, era suddivisa in tre settori: apologetico, biblico, storico.

17 Si riferisce ai corsi biblici per corrispondenza, avviati nel 1960: uno introduttivo, triennale; a cui seguirono quelli biennali con orientamenti specifici (cf Riflessioni sulla vocazione biblica della Famiglia Paolina…, p. 76).

18 G. Alberione, Appunti di teologia pastorale, Marietti, Torino 1915. Fa riferimento alla terza edizione, rifusa e accresciuta, a cura del can. G. Pistoni del seminario di Modena, Edizioni Paoline, Alba 1960.

19 Era la vigilia della solennità della SS.ma Trinità: in quel giorno, 28 maggio 1961, M. Tecla offriva la vita per la santificazione delle Figlie di San Paolo.