17. LA PROPAGANDA RAZIONALE*
Diffondere la dottrina della Chiesa
Le conferenze dovrebbero essere piuttosto liete anche per un po' di sollievo spirituale. Tuttavia, siamo nel corso degli Esercizi e allora questa continuata riflessione gioverà molto per buone conclusioni.
L'argomento di questa lezione o trattenimento: la propaganda. E perché la propaganda? Non si dovrebbe prima parlare della redazione, poi della tecnica e in terzo luogo arrivare alla propaganda? La propaganda è la parte principale del nostro apostolato, e in particolare dell'Istituto delle Figlie di San Paolo. Noi dobbiamo in semplicità di cuore prendere la dottrina della Chiesa, come la Chiesa ce la dà. La Chiesa attinge dalla Scrittura e dalla Tradizione. Tra gli scrittori, tra i vari studiosi si vanno formulando le definizioni che riguardano la dottrina, e quando queste sono fatte proprie dal Papa, allorché parla ex cathedra1, diventano la dottrina che noi dobbiamo divulgare e diffondere. Non c'è dubbio che la dottrina della Chiesa sia la vera. Ciò che importa è che arrivi alle anime la dottrina dogmatica, morale, liturgica, ascetica, mistica, sociale.
In questi giorni si continua a fare la commemorazione della Rerum novarum2, la quale ha fissato i fondamenti della sociologia cristiana. E anche qui [casa Divin Maestro], nell'adunanza dei presidenti dell'Azione Cattolica3 delle varie diocesi d'Italia, hanno fatto la commemorazione della Rerum novarum; l'ha fatta il conte Dalla Torre4 che è stato un maestro in fatto di sociologia. Ha preso sempre da Leone XIII, dal Toniolo, da Pio X, Pio XI, ecc. E prima si era dichiarato che l'argomento di quest'anno per l'Azione Cattolica sarebbe stato: Gesù Maestro5. E questo è ciò che la Società San Paolo ha dato sin dall'inizio, e man mano si divulga, entra nella mentalità e nelle coscienze. Allora bisogna ringraziare il Signore che ci ha tenuti sulla via retta, sulla via giusta.
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Importanza della propaganda
Dare la dottrina, farla arrivare: questo è l'importante. Il Signore ha fatto la Chiesa infallibile, ma nel Vangelo dà l'incarico agli Apostoli di insegnare quello che avevano imparato: «Eritis mihi testes»6 (At 1,8; cf Lc 24,48). Apostolo vuol dire testimone7 di Gesù. E testimone di che cosa? Della vita che Gesù faceva, così si deve vivere; egli ha fatto, così insegnare al mondo come si deve fare; testimoni delle sue parole, del suo insegnamento, dei miracoli che egli ha compiuti per confermare la dottrina.
Dunque la propaganda è [la parte] principale [dell'apostolato]. I libri sono una colluvie; fiumi di libri escono dalle varie case editrici, le quali sono sempre più numerose e non soltanto in Italia, ma anche in altre nazioni. Ma ciò che conta è arrivare [ai lettori].
La festa di Pasqua è la festa della redenzione. Il Signore Gesù ha compito la redenzione, ma è la festa di Pentecoste quella dell'applicazione della redenzione. La redenzione è compita sul Calvario, ma deve arrivare alle anime. Diversamente, a che cosa gioverebbe? Quindi, la Pentecoste. Quando gli apostoli hanno ricevuto lo Spirito Santo: «repleti sunt Spiritu Sancto et coeperunt loqui», hanno cominciato a predicare (cf At 2,4), a divulgare ciò che avevano sentito da Gesù, ciò che avevano veduto in Gesù, ciò che Gesù aveva provato coi suoi miracoli, specialmente con la risurrezione.
Il Signore ha dato la facoltà ai sacerdoti di assolvere i peccati, ma se non si assolvono, le anime rimangono con le loro macchie. E così noi, se non portiamo la dottrina, le anime rimangono nella loro ignoranza, e come si salveranno? Se non ci sono i pensieri cristiani, se non c'è la dottrina cristiana, non si può sperare né la buona vita né lo stato di grazia. Perché ci sia lo stato di grazia ci vuole istruzione, bisogna che si riceva il battesimo, che si riceva l'assoluzione, che si riceva la Comunione, ecc. Quindi la parte sostanziale della missione è veramente questa: la divulgazione, la propaganda della dottrina, della morale, della liturgia e quindi ciò che è connesso con questo.
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Assumere mezzi sempre più larghi ed efficaci
Bisognerà, allora, ottenere il massimo rendimento. Voi vi siete già proposto tante volte il problema: Come possiamo arrivare a un maggior numero di anime? Per lo più si pensa e si dice: Ci vogliono più suore. Certo, ci vogliono più suore e per conseguenza deve essere continua la cura, la ricerca e il reclutamento delle vocazioni e poi la loro formazione. Ma tutto il problema per ottenere una maggior propaganda si riduce proprio e solo al numero delle vocazioni, al numero delle suore? No, non si riduce tutto lì. Ad esempio, mi avete mandato i dischi sul catechismo fatti in Brasile8. I dischi, diffusi, vanno nelle parrocchie, vanno nelle case e anche nelle scuole, e sono essi che predicano. Anche se vi erano solamente due suore in libreria e poche sono le suore che hanno prodotto i dischi, la divulgazione della dottrina arriva a più persone. Quando una suora parla alla radio e diffonde la dottrina cristiana, quanti la udranno? Si adoperano cioè i mezzi più larghi, più operanti, più efficaci.
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Intelligenza nella diffusione
Oggi ho voluto dire subito questo: proporsi di rendere la propaganda più razionale. Ecco, più razionale perché fatica ne fate tanta, e qualche volta bisogna dire che si fanno sacrifici che, continuati così, toccano l'eroismo. Persone che sono così generose! Una suora mi diceva giorni fa: Se mi tolgono la propaganda, io muoio, è finita. Io vivo di questa, è la mia vita. [Si fanno] molti sacrifici, però se noi studiamo, secondo il ragionamento, i mezzi di propaganda, troveremo delle vie più efficaci. Propaganda razionale! Cosa vuol dire? Vuol dire sapere che cosa diamo, a chi lo diamo, e poi come dare ciò che abbiamo.
Sapere ciò che diamo. Conoscere meglio il periodico, conoscere meglio il libro. Quando si fa la propaganda, occorre proporzionare il libro, il periodico al bisogno, alla capacità, alla condizione del lettore o dell'uditore, se si tratta di radio o di dischi. Conoscere i libri, perché se si conosce il contenuto, almeno sommariamente, allora si sa come presentarlo e a chi presentarlo.
Come presentarlo, cioè dire che cosa contiene. Quando viene un viaggiatore in casa che vuol vendere una merce, ne fa tutta la descrizione e insiste, spiega e cerca di persuadere. Ci sono, si fanno dei veri corsi per gli agenti delle varie industrie e delle case che producono macchine o generi di alimentazione o di abbigliamento, ecc. Ogni industria, quando si tratta di industrie grandi, fa dei corsi a quelli che devono diffondere il prodotto, come la Fiat per la vendita delle sue macchine, le case che producono la stoffa, che producono i medicinali, ecc., affinché colui che va a diffondere conosca bene, supponiamo, la macchina. Quando viene uno che vuol vendere una macchina tipografica, la conosce bene, la spiega, dice i vantaggi, insegna il funzionamento, mostra quale superiorità ha su altre; e va da chi ne ha bisogno, non va in qualunque casa, non va alla casa del contadino, va dove c'è la tipografia, l'industria tipografica.
Si capisce allora che non si può andare così alla cieca: riempio la borsa e parto, e poi a chiunque si presenta, offro il primo libro che viene dalla borsa. No, bisogna sapere che cosa diamo, se è proporzionato all'età, all'intelligenza, alle necessità della persona.
Prima sapere che cosa contiene il libro, perché il libro serve a illuminare. Il libro può essere una medicina, ma occorre che proporzioniamo la medicina al bisogno dell'individuo a cui ci presentiamo. Bisogna conoscere i tempi: non possiamo presentare cose troppo vecchie. Bisogna conoscere anche l'indole delle varie popolazioni: altro è una nazione, altro è un'altra nazione.
Studio di che cosa si deve dare e a chi darlo. Vedere bene come si deve dare il catechismo, come si deve dare, invece, il libro che riguarda la giovane, che riguarda i giovani; vedere se vi è tra coloro a cui ci rivolgiamo qualche tendenza particolare. Queste due parti appartengono veramente alla cosiddetta pastorale e cioè, portare la luce, portare la medicina a chi ne ha bisogno, e adattarla e applicarla al bisogno: portare ciò che è di vero vantaggio alle anime.
Come darlo? Abbiamo fatto il passo della propaganda collettiva; questo è certamente un passo importante. Non si tratta di andare a una famiglia, ma a una collettività. Altro è rivolgersi a una persona, altro è rivolgersi a una collettività. E su questo molte volte si è parlato e si è anche scritto nel San Paolo9, cioè [nella] circolare interna.
Ora passiamo ad un altro punto perché ormai vedo che già si compie la propaganda collettiva.
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Le biblioteche
Cosa sono le biblioteche lo sapete. È un'iniziativa per cui si raccolgono in determinato posto un certo numero di libri e anche di periodici che sono più convenienti in un particolare ambiente, secondo che la biblioteca è costituita per la famiglia, per la parrocchia, nelle aziende industriali, negli alberghi, scuole, ospedali, dopolavoro, ecc. La raccolta e poi la distribuzione del libro è organizzata secondo certe norme. C'è tutta un'organizzazione che riguarda l'acquisto del libro, la conoscenza del libro, il prestito del libro, il ritiro del libro già letto, il pagamento delle quote, ecc.
L'organizzazione delle biblioteche si è iniziata nel 1921 con la istituzione della Associazione Generale Biblioteche10 che intendeva in generale comprendere tutte le biblioteche non solo quelle scolastiche o le familiari. L'iniziativa ha avuto subito un buon risultato. Allora era don Borrano11 che se ne occupava e dopo poco tempo già mostrava un elenco abbastanza lungo di biblioteche formate12, e anche un certo elenco di biblioteche che erano state rifornite di altri libri. Non so quante migliaia di biblioteche siano state fatte. Le Figlie di San Paolo ne hanno fatte molte; i ratealisti13 ne hanno fatte pure molte, e molte sono state fatte anche dalla Società San Paolo, sia ad Alba in primo luogo, e adesso specialmente a Roma, e molte sono state fatte a Torino.
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Queste biblioteche sono un vantaggio, un progresso rispetto alla propaganda spicciola a ogni famiglia? Sì, perché si costituisce in un centro un complesso di libri che vengono distribuiti secondo le richieste, e che sono una stabilità. Altro, quindi, è portare il libro famiglia per famiglia, e questo è di grande merito, ma se c'è un'opera stabile, continuata a cui possono sempre rivolgersi coloro che amano la lettura, allora, in primo luogo, la scelta dei libri è fatta bene e non hanno bisogno di rivolgersi a biblioteche laiche, almeno sono biblioteche che contengono libri sani quanto a morale. In secondo luogo i singoli non hanno la spesa, perché se tutti i libri che vogliono leggere dovessero comprarli, sarebbe una spesa forte. In terzo luogo c'è chi dirige e quindi procura ciò che è più utile per la biblioteca, in sostanza ciò che è più adatto ai lettori che la frequentano. Si ha poi una continuità che fa del bene. È un'opera stabile, poi ci sarà sempre il rifornimento. Quando il centro si tenga in relazione con le singole biblioteche, mandando i cataloghi, le circolari ecc., si potrà allora sperare che si riforniscano; e quindi [si fa propaganda] da casa.
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Allora quale sarebbe attualmente il pensiero a questo riguardo? Sarebbe di istruire tante suore le quali sappiano formare le biblioteche. Magari, per un periodo, in qualche luogo si andrà un po' meno uscio per uscio, ma si visiteranno più parrocchie e si vedrà dove è possibile stabilire una biblioteca. Molte volte sarà presso il parroco, altre volte presso una signora, una maestra, un maestro, presso un ente, oppure in un'associazione, associazione giovanile, femminile o maschile. Se non ci sono queste associazioni, [si cureranno] le biblioteche di famiglia, che possono contenere venticinque o anche cinquanta volumi; e allora anziché diffondere un libro se ne diffondono venticinque o cinquanta.
In Italia in questi ultimi anni le parrocchie visitate in un anno, come fate voi, che fate la propaganda diversamente, cioè la vostra è vera propaganda, apostolato, sono circa sei, settemila. Altre volte, invece [la propaganda] è semplice vendita di libri per scopo industriale o commerciale. In Italia le parrocchie sono ventottomila. Con questo pensiero di arrivare alla fondazione di biblioteche, centro per centro: [ossia] parrocchia, scuola, associazione, dopolavoro, fabbrica, cioè l'industria (perché adesso in tanti luoghi ci sono le biblioteche aziendali, ci sono le biblioteche degli ospedali, ci sono le biblioteche negli alberghi, ecc.), credo che si potrà arrivare, invece che a sei-sette mila parrocchie in un anno, a dodici-quattordicimila parrocchie, e forse in due anni visitarle tutte14.
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E quali vantaggi ci sono anche per le propagandiste, suore che hanno tanto lavorato, che hanno fatto tanti passi? E come sono meritori i loro passi: «Beati pedes…», beati i passi di coloro che portano la parola di Dio, il Vangelo, la pace! (cf Is 52,7; Rm 10,15). Quando poi si sono stabilite queste biblioteche, con cui occorre tenersi in relazione continua per corrispondenza, per mezzo di cataloghi, di circolari per rifornirle abitualmente, le suore già un po' anziane potranno fermarsi di più in casa e tenere questa corrispondenza.
Si dirà: Non tutte hanno l'abilità per scrivere lettere, ecc. Anzitutto bisogna esigere che, con maggior studio, le suore arrivino ad avere una bella calligrafia e capacità di scrivere una lettera; d'altra parte poi ci sono tante lettere che si formano sopra un modello. Per dire che è uscito il tal libro, si farà una circolarina; per indicare che in quest'anno si dovrà in maniera particolare diffondere il Messaggio della salvezza15, supponiamo, i libri che parlano di questo, ci sono dei moduli appositi che sono solo da riempire e da sottoscrivere. Allora molto di più si potrà fare da casa, anche con meno sforzo.
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Promuovere la collaborazione
D'altra parte, coloro che tengono queste biblioteche diverranno cooperatori nostri. A noi manca una cosa che finora si è ottenuta in minima parte, e cioè farci dei collaboratori nella diffusione. Farceli dalle librerie e suscitarli particolarmente quest'anno16: si ottengano collaboratori, collaboratrici, per mezzo di chi tiene e zela le biblioteche e le amministra bene. Quando si è pensato di stabilire le biblioteche, abbiamo specialmente studiato la biblioteca di Isola della Scala17. Vi erano due signorine, avevano circa dieci-undicimila volumi e li diffondevano largamente; [erano disponibili] al sabato e alla domenica ed erano tante le persone che venivano.
Poi da quel centro facevano ciò che io facevo già in seminario18 prima ancora del 1914 con un altro sacerdote, don Delprato19, ora defunto. Tenevamo molti libri per le biblioteche. I parroci chiedevano libri per la lettura, per la distribuzione nelle varie parrocchie, e allora al sabato mandavamo via le cassette, cassette fatte appositamente, contenenti, supponiamo, venticinque volumi che dovevano essere restituiti in un tempo ragionevole, ad esempio dopo due mesi, e per i venticinque volumi c'era una tassa [da pagare]. Quando poi i libri ritornavano sciupati venivano sostituiti col ricavo del prestito. E questo è stato tanto utile allora ed è servito anche in parte a dare l'idea [delle biblioteche].
Ora in una casa che sia centrale, in una diocesi dove ci siano persone, suore che si occupano di queste biblioteche, si potranno anche tenere a disposizione, si potranno diffondere, diciamo così, depositi secondari.
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Un anno per le biblioteche
Il modo pratico di fare lo sapete poi meglio di me, perché siete molto inventive, capaci e avete anche i lumi di Dio. In questo apostolato i lumi di Dio sono quelli che sempre ci devono dirigere. Per questo ho già scritto sul San Paolo20, [un articolo] che poi viene riprodotto dalle Figlie di San Paolo nella circolare interna Regina Apostolorum21 nella parte che loro interessa. Anno delle biblioteche: questo è il titolo del San Paolo, quindi da giugno al prossimo [giugno].
Il 30 giugno finisce l'Anno biblico22 che naturalmente avrà ancora uno strascico, e poi la diffusione della Bibbia non cesserà mai. È stato un risveglio così generale che ha superato tutte le migliori speranze. E che generosità c'è stata in tante Figlie di San Paolo in questo lavoro, qualche volta persino estenuante! Meriteranno un periodo di riposo, perché bisogna che pensiamo sempre alla salute per mantenerci più a lungo nel servizio di Dio e nell'apostolato. E se si vive un po' di anni in più, si faranno più meriti, si farà più apostolato.
Questo è ciò che volevo dirvi stamattina; ho chiesto di fare la conferenza, di dir due parole qui sopra23.
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Adesso nel costituire le biblioteche occorre tener sempre presente che in ogni famiglia ci sia il libro religioso per l'istruzione religiosa. Questo non deve mai mancare e deve essere proporzionato alla condizione della famiglia: altra è la famiglia di un avvocato e altra la famiglia di operai. In secondo luogo ci deve essere il libro di cultura, poi il libro ameno, il libro cioè di narrativa; ci possono essere i libri che riguardano la famiglia. Supponiamo che sia una famiglia di contadini, allora ci vuole qualcosa che riguardi il pollaio, il campo, l'agricoltura, in sostanza, che riguardi anche le varie colture: la coltura del riso, delle piante da frutta, ecc. E ancora un po' di storia ecclesiastica e civile; la parte della liturgia, la quale fa già parte dell'istruzione religiosa, che non deve mai mancare. Se invece è una biblioteca destinata ad un ambiente più colto, allora anche il libro di religione sarà un po' più elevato. Ci saranno i bambini nella famiglia, e quindi catechismo illustrato: Alla scuola di Gesù24, quanto è bello e quanto bene fa questo libro! Poi per le persone adulte, per i professionisti, ci saranno libri convenienti per coloro che hanno una maggior istruzione, in sostanza maggior cultura. Poi si potranno introdurre anche libri che riguardano la questione sociale, la medicina, le leggi più comuni, l'arte…25.
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* 17. Ariccia, 23 maggio 1961. Reg.: A6/an 115a = ac 184b. Il titolo della registrazione è: “La propaganda”. Il termine “propaganda” è proprio del primitivo linguaggio paolino e indica la diffusione compiuta dalle FSP e dalla SSP che andavano ad offrire la stampa nelle famiglie, nelle scuole, nelle fabbriche, ecc. La registrazione è interrotta e manca la conclusione.
1 «Dalla cattedra». Vengono così denominate le decisioni del Papa, quando definisce una dottrina riguardante la fede o i costumi e la canonizzazione dei santi (cf P. Petrosillo, Il Cristianesimo dalla A alla Z, San Paolo, Milano 1995, voce: Ex cathedra.).
2 Leone XIII, Rerum novarum, sulla dottrina sociale della Chiesa, promulgata il 15 maggio 1891, in Acta, XI [1891] 97ss. Il 15 maggio 1961 ricorreva il settantesimo anniversario della pubblicazione dell'Enciclica, solennizzato da due atti pontifici: il discorso ai lavoratori in occasione dell'udienza loro concessa, e l'enciclica Mater et Magistra, in AAS LIII[1961] 401-464.
3 Il Convegno nazionale dei Presidenti diocesani dell'Azione Cattolica Italiana si tenne ad Ariccia nella casa del Divin Maestro dal 22 al 25 aprile 1961.
4 Conte Giuseppe Dalla Torre di Sanguinetto (1885-1967), direttore dell'Osservatore Romano dal 1920 al 1960, presidente della giunta direttiva dell'Azione Cattolica dal 1915 al 1919, secondo successore di G. Toniolo, di cui fu fedele discepolo.
5 Il Convegno dell'Azione Cattolica aveva lo scopo di illustrare il piano annuale per l'anno sociale 1961-1962. Il titolo esatto del piano era: La luce del mondo. Sul tema si tennero tre relazioni: “La luce nella notte”, “La luce di Cristo”, “Voi siete luce del mondo”.
6 «Mi sarete testimoni».
7 Don Alberione usa il termine equivalente: «testimonio».
8 Le Figlie di San Paolo del Brasile iniziarono l'attività discografica a Curitiba nel 1960 con una collezione di 16 LP per la catechesi agli adulti: Na escola de Jesus, a cui seguirono altre serie (Cf Irmãs Paulinas [1931-1981]. 50 anos a serviços do Evangelho, a cura di S. Cillario fsp, São Paulo 1981, pp. 177-178). In Italia, sollecitate dal Fondatore, le FSP iniziarono l'attività dei dischi nel 1954 con un disco per bambini: Le fate fragoline; nel 1955 pubblicarono una serie di dischi a carattere catechistico liturgico: Il rito della Messa (cf Arch. Paoline Audiovisivi, Roma).
9 Cf SP, 12 [1953] 4 e RA, 12 [1953] 3 (cf CVV 208). L'articolo è stato successivamente ristampato in SP, 7 [1955] 1.
10 Cf UCBS, 3-4 [1921], in La Primavera Paolina, Roma 1983, p. 132. Nel maggio 1961, inaugurando “Un anno per le biblioteche”, don Alberione ne fa la storia (cf SP, 5 [1961] 1-4).
11 Pietro Francesco Saverio Borrano ssp (1901-1993).
12 L'UCBS di settembre 1927 parla di 1950 biblioteche già costituite, citato da C. A. Martini, Le Figlie di San Paolo…, p. 132.
13 I ratealisti erano rappresentanti della SAIE (Società Anonima Italiana Editrice), casa editrice della SSP con sede a Torino.
14 Dalle relazioni sull'apostolato che ogni anno si presentavano al Fondatore per la festa di san Giuseppe risulta che nel 1961 le biblioteche istituite o rifornite furono 5915, mentre nel 1962, proposto come “Anno per le biblioteche”, furono 12017 (cf ArSt FSP).
15 Don Alberione, con probabilità, ricorda la campagna annuale dell'Azione Cattolica che nel 1960-61 aveva come tema proprio il Messaggio della salvezza.
16 La voce si esprime con fatica e in modo non chiaro: «Penso di indicare, che si faccia per mezzo di chi si ottenga dei collaboratori, delle collaboratrici, per mezzo di chi tiene queste biblioteche e zela queste biblioteche e le amministra bene».
17 Paese in provincia di Verona. Forse è la biblioteca parrocchiale.
18 Cf AD 67.
19 Don Daniele Delprato (1875-1935), vice rettore del seminario di Alba.
20 Cf SP, 5 [1961] 1-4.
21 Cf RA, 5-6 [1961] 1-4. Il tema in quell'anno è ripreso più volte da don Alberione nella predicazione (cf meditazione alle Figlie di San Paolo, 28 giugno 1961); e negli articoli (cf SP, 9 [1961]1-4; riportato in RA, 9 [1961]1-4, CVV 258; cf pure VPC 258).
22 L'Anno biblico è stato celebrato dal 30 giugno 1960 al 30 giugno 1961. Don Alberione ne aveva parlato varie volte nella predicazione, invitando ad estenderlo a tutta la Congregazione: «Quest'anno faremo l'anno paolino, cioè, l'Anno della Bibbia, che chiamiamo Anno biblico» (cf Meditazione registrata, Ariccia, 29 maggio 1960). «Viene indetto in risposta al desiderio del Papa Giovanni XXIII che aveva detto: “Mi sono proposto all'inizio del pontificato, di favorire tutto quello che serve ad esaltare e diffondere il Libro sacro”. Allora, con il Papa, proprio con questo Papa, che sembra segni la vostra missione, quello che Dio aspetta da voi… L'Anno biblico deve essere propriamente un anno in cui ci si impegna per la diffusione della Bibbia, del Vangelo… Il Vangelo a tutti i continenti, ecco la vostra fiaccola» (Roma 24 agosto 1960; cf anche SP, 8-11 [1960] 1-2, in CVV 251; SP, 12 [1960] 1-5). Vengono preparate particolarmente le suore che hanno fatto professione il 30 giugno 1960 (cf Verbale del Consiglio generale del 18 giugno 1960).
23 A questo punto il Fondatore apre un dialogo con l'assemblea che non è possibile riportare in modo completo, perché non si sente la domanda che gli viene posta. Per questo trasferiamo in nota ciò che risulta dalla registrazione: « Ora non so se nel programma fosse ammessa, non dico la discussione, ma la conversazione. Come dice il programma a questo riguardo? (Risposta di Maestra Assunta, ma non si capisce )… Allora devo parlare solo io? (Da un rumore di voce, si coglie che si desidera restare in silenzio)… Sì. Allora facciamo così: avete usato prudenza, perché quando si apre la strada dopo ci si passa facilmente. Ed è utile che si mantenga questo riserbo. Tuttavia vorrei dire a Maestra Assunta che parli lei, cioè esponga se c'è qualche cosa che sia incerto, che abbia bisogno di delucidazione, esponga per tutte. Cercherò di rispondere ... Ma tu devi dire …» (Il Fondatore continua a rivolgersi a M. Assunta Bassi, allora consigliera generale, incaricata per l'apostolato).
24 Catechismo illustrato, curato dalle Figlie di San Paolo. A riguardo scrive sr. Giovannina Boffa: «Merita particolare segnalazione il volume Alla scuola di Gesù, pubblicato in prima edizione nel 1947. Per esso abbiamo ricercato illustrazioni artistiche adatte ad ogni domanda del grande catechismo di Pio X: un lavoro di grande impegno per il quale avemmo molti contatti con il prof. G.B. Conti, al quale richiedemmo i quadri mancanti e col quale lavorammo alla loro colorazione» (Gli studi e la redazione delle Figlie di San Paolo…, ed. cit., p. 93).
25 A questo punto la voce dice: «che possono riguardare invece quello che…», poi la registrazione s'interrompe.