Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

20. COMUNIONE E ALTRI ESERCIZI DI PIETÀ*
Articoli: 191-206

La comunione

Le Costituzioni, dopo la confessione, parlano della comunione e degli altri esercizi di pietà. La frequenza alla comunione oramai è diventata generale. Penso che non ci sia da insistere qui sopra. Piuttosto ora è necessario avvertire due cose: le comunioni si facciano bene; si dispongano le cose in maniera che se qualcuna non è preparata e non intende fare la comunione, non venga facilmente notata. Sarebbe notata facilmente se tutte andassero alla comunione uscendo banco per banco; così si rileverebbe facilmente chi non vuole comunicarsi; e allora per un certo rispetto umano potrebbe succedere che si vada [alla comunione] impreparate.
Quando il Diritto canonico veniva formulato, vi era maggiormente da insistere sulla frequenza.
207
Preparazione e ringraziamento

È necessaria la preparazione ed è necessario il ringraziamento. Se si dicono le orazioni prima della Messa e poi la Messa è seguita mediante il dialogo fra il celebrante e coloro che assistono, si ha già la preparazione. Infatti, quando si fa la comunione infra Missam1, non si dice il Confiteor prima della comunione, perché lo si è già detto all'inizio della Messa, quindi il sacerdote dice subito: «Ecce Agnus Dei…»2. La Messa è sempre liturgica, sia letta, sia dialogata, sia cantata, sia pontificale, ecc., anzi è di per sé il centro della liturgia. Non usare questo termine: Messa liturgica, ma dire Messa dialogata. Il tempo sufficiente per la preparazione e il ringraziamento quindi, è già incluso nell'accompagnare la Messa: dal Pater fino alla comunione c'è la preparazione, e dalla comunione fino al termine delle orazioni dopo la Messa, vi è il ringraziamento. Tuttavia è bene che ognuna faccia anche un ringraziamento proprio, secondo le norme dei libri di pietà, anche del nostro Libro di preghiere.
Quando, prima di entrare nell'Istituto come aspiranti, non sono abituate ancora a fare la comunione [tutti i giorni] - vi sono paesi in cui la comunione non è così frequente come in altri -, allora non sospingerle subito con insistenza, piuttosto dare istruzione in modo che sappiano il valore della comunione; conoscano le condizioni, che sono poi semplici, per poter fare la comunione, gli atti di preparazione, gli atti di ringraziamento, e siano a conoscenza dei frutti.
In seguito si può insistere su questo concetto: [il tempo] da mezzodì all'indomani mattina all'ora della comunione, sia tutto una preparazione alla comunione stessa, e dal momento della comunione fino a mezzodì [sia] il ringraziamento. Da mezzodì alla mattina seguente, preparare il cuore che sia puro, santo per accostarsi a ricevere Gesù. Santificare la lingua, santificare tutte le azioni, santificare il cuore che si rivolga verso Gesù; almeno dalla sera prima, poiché nella casa d'ordinario vi è la cappella, si rivolga lo spirito, il cuore verso Gesù nel tabernacolo. Poi nella mattinata, dopo la comunione, inculcare [nelle suore] che siano delicate in tutte le azioni, le compiano fedelmente, santamente in ringraziamento alla comunione stessa.
208
La pietà, fondamento della vita religiosa

[Nelle Costituzioni] vi è poi nel capo VII, ciò che riguarda le varie pratiche di pietà. La pietà è il fondamento della vita religiosa, e ne è la parte principale. Vi è lo studio, vi è l'apostolato, vi è la parte umana, ma la prima ruota del carro è sempre la pietà. La pietà è il fondamento, perché la vita religiosa è di sua natura soprannaturale: è ben diversa dalla vita umana, ed è anche diversa dalla vita cristiana. Se vi sarà da Dio il lume, se vi sarà da Dio l'aumento di fede, di speranza e di carità, si arriverà con facilità al desiderio dei voti, al desiderio della consecrazione a Dio. Se manca però la grazia soprannaturale, una fede più viva che ci fa veder Dio sommo bene, una speranza più viva che ci fa desiderare il paradiso e ce lo fa sperare mediante le buone opere che dobbiamo e vogliamo fare, [non] si amerà di più il Signore.
209
Che cos'è la vita religiosa? È una vita cristiana ad alta tensione. C'è un filo [elettrico] che porta cento candele e c'è un filo che ne porta invece duemila. La vita religiosa è una vita ad alta tensione di spirito, e cioè con un aumento straordinario di doni di Dio, aumento straordinario rispetto alla vita cristiana.
Quanti figliuoli e quante figliuole buone pensano a vivere cristianamente e formarsi una famiglia nel modo ordinario, secondo l'ordine più comune; ma [c'è] la figliuola che aspira ad unirsi a Dio più intimamente, perché ha un maggior lume di Dio, fede più viva, speranza più ferma e carità più ardente; e anche ha le quattro virtù cardinali infuse in maggior abbondanza. Queste virtù portano poi al desiderio della povertà, castità e obbedienza. [La pietà] è il fondamento! Quando in una casa c'è molta pietà, c'è anche osservanza.
Quando in una casa paolina c'è molta pietà, l'apostolato è fatto con spirito soprannaturale, generosamente, utilmente. «Pietas ad omnia utilis est promissionem habens vitae quae nunc est et aeternae»3 (1Tm 4,8); la pietà ha frutti per la vita presente e ha frutti per l'eternità.
Una suora che è fervorosa è sempre lieta, una suora tiepida porta il peso della vita religiosa più che i frutti. Il peso, lo sente! Si strascina moralmente un po'. Quando c'è la pietà viva si ama Gesù, si vuol bene alla Madonna, si è devoti di san Paolo; si pensa alle anime del purgatorio, agli angeli custodi; si pensa a tutte le anime che sono fuori della via della salute eterna, anime a cui non è ancora arrivato il messaggio della salvezza. Ecco, queste anime vorrebbero moltiplicarsi e, non potendolo fare, confidano più in Dio, aumentano le preghiere, invocano i santi del paradiso e poi occupano bene il tempo. È utile a tutto la pietà: all'apostolato, allo studio, a tutta la parte umana. Senza la pietà la vita religiosa crolla. Crolla! Certamente dobbiamo aiutarci tutte e in tutto.

Art. 196. Siccome la pietà è fondamento di tutta la vita religiosa, sorgente di virtù ed utile ad ogni cosa, le Figlie di San Paolo si studino di nutrirla profondamente nell'anima propria. Le Superiore non ammettano alla professione chi non ha ancora imparato a compiere convenientemente e secondo il retto spirito religioso, le pratiche di pietà, specialmente la meditazione, l'esame di coscienza e la visita al SS. Sacramento.

Questo l'abbiamo già considerato.
210
La meditazione

La pietà ha le sue pratiche. Vi sono le pratiche quotidiane, settimanali, mensili, annuali.
Si fa dovunque la meditazione in comune per mezz'ora? La meditazione è l'unica pratica di pietà che da noi sia prescritta in comune (art. 197)4, sia che venga diretta da chi predica o da chi la guida segnando i punti e indicando i momenti di fare l'esame di coscienza, di eccitarsi al pentimento, di fare i propositi, di pregare, ecc., o che si fa quindi guidata o predicata, o che si va in [luogo] comune portando ciascuna il libro.
Predicando, si guarderà di ordinare gli argomenti in maniera che nell'anno passi un po' tutto, cioè le verità, i comandamenti e i consigli con le virtù, la preghiera, e quindi dogma, morale e culto. Se una ha fatto, nell'anno che è chiamato secondo noviziato, anche un completamento dell'istruzione, mediante la teologia dogmatica, morale e liturgica, può fare addirittura le sue meditazioni sugli stessi principi, solamente che [nella meditazione] si applicano e si riducono alla pratica, e poi si trasforma il tutto in preghiera, in propositi.
211
Sorgente di convinzioni

La meditazione è l'unica pratica in comune che si deve veramente fare. È il momento in cui la famiglia si unisce, si concorda. La Famiglia Paolina non si è accresciuta con dei comandi, ma con delle persuasioni, le quali si formavano durante la meditazione con le molte prediche5. Ora, naturalmente si continua nella maniera che è possibile, [seguendo] ciò che è già stato preparato.
Ma come si è entrati e si è cresciuti per direzione spirituale e per convinzione, così bisogna sempre più dare alle persone che sono membri dell'Istituto alimento, pane di casa. Pane di casa! Quante cose che alle volte illudono! Il pane di casa è sempre il migliore. Formare delle persuasioni; più che i comandi, vale la persuasione. Il comando viene, diciamo, come avvolto nelle parole e nelle esortazioni; come chi, per esempio, dovesse far inghiottire una medicina molto amara, la raddolcisce mettendo zucchero attorno alla pillola. Noi in questo abbiamo seguito il metodo più moderno: persuadere, persuadere.
Quando la superiora sa fare la meditazione, la conferenza, ci mette dentro tutto quello che le suore devono fare e anche quello che devono fare magari nella stessa giornata; allora tutto serve a unire lo spirito, l'indirizzo, lo sforzo, la vita quotidiana. Gli sbandamenti saranno molto più rari. Vi può sempre essere chi va soggetto ad infermità, diciamo psicologiche, ma in generale si conserva l'unione di spirito e la generosità nel lavoro spirituale e apostolico.
212
Programma-guida per la meditazione

Per l'autunno prossimo, come per lo studio, faremo uscire, diciamo, un regolamento [anche per la meditazione]6, ma non pensiamo a regolamenti di natura comune, perché quando si parla di questi, qualche volta si fa un po' di difficoltà. Dunque, gli studi devono essere ordinati: altra è la prima media, altra la seconda, altra la terza; poi si passa alle scuole superiori, fin che si arriva al termine. Ho dato a due nostri bravi sacerdoti, che appartengono all'Istituto sin da principio, [il compito] di organizzare in maniera che ci siano le meditazioni per le aspiranti, per le postulanti, e avanti per le novizie, ecc.; che ci sia un ordine, in maniera che arrivate alla fine, per la professione perpetua si abbia in mente e si sia raggiunta un'istruzione ascetica soda, organizzata, ordinata e spirito paolino. Mi hanno già presentato due volte al Consiglio gli elenchi di questa organizzazione. Come, supponiamo, per la prima media si dà il programma, così si dà il programma di meditazione. Con l'inizio dell'anno, mentre si fa l'elenco dei libri di geografia, storia, matematica, ecc., c'è anche da procurare il libro di meditazione, così che sia comune e tutte abbiano quel libro determinato; e quando si fa la meditazione non predicata, si sa che ognuna adopera quel libro, in maniera che si formi un corpo di cultura ascetica, mistica, morale e paolina.
213
Varie pratiche di pietà

Art. 197. Pratiche di pietà quotidiane: Ascoltare la S. Messa; la meditazione in comune per mezz'ora; le preghiere vocali in comune mattino e sera; la visita di un'ora al SS. Sacramento, durante la quale si fa anche l'esame di coscienza, la lettura spirituale e si recita il Rosario della Beata Vergine Maria.
Art. 198. Si deve avere massima cura perché le suore, fin dall'inizio della vita religiosa, siano ben istruite sul metodo usato nella Congregazione per l'orazione mentale, l'esame di coscienza e la visita al SS. Sacramento. Abbiano grande amore alla Sacra Scrittura, particolarmente al Vangelo, e se ne servano spesso per la lettura spirituale e la meditazione.

Curare che sin da principio [anche] le aspiranti siano istruite sul metodo usato nella Congregazione.

Art. 199. Pratiche settimanali: Confessione sacramentale; studio della dottrina cristiana per almeno due ore settimanali.
Art. 200. Pratiche mensili: un giorno di ritiro spirituale; i giorni della prima settimana di ogni mese si dedicheranno alle diverse devozioni, secondo la consuetudine della Congregazione. Si faranno almeno due pie esortazioni a viva voce a tutte.

«Almeno due pie esortazioni a viva voce a tutte» nel corso del mese, ma ne avete assai di più.
Il lunedì [è] per domandare al Signore, per l'intercessione di san Paolo, vocazioni e amore all'apostolato. Il martedì [dedicato] alle anime del purgatorio [è] per domandare la grazia di evitare il peccato veniale e liberare le anime del purgatorio dalle loro pene. Il mercoledì a san Giuseppe perché ci ottenga la buona convivenza in famiglia e la buona morte, e si comprende anche i bisogni della Chiesa. Il giovedì all'Angelo custode perché da una parte possiamo sempre ricordare la sua presenza e dall'altra ottenere questa grazia: pensare di più al paradiso che è il gran pensiero, perché l'Angelo è nel regno beato sebbene sia accanto a noi. Chi ha frequentemente il pensiero del paradiso e il suo cuore è orientato verso il paradiso, certamente amerà sempre meno la terra e le cose della terra. Vi sono anime che dedicano un mese dell'anno, specialmente agosto, alla meditazione sul paradiso. Il venerdì al Maestro divino, al Cuore di Gesù come Maestro il quale ci ha dato il Vangelo, l'Eucaristia, il sacerdozio, la vita religiosa, ci ha dato la vita stessa: Gesù. Il sabato alla Regina degli Apostoli. E la domenica al Divin Maestro, onorando nel Divin Maestro la santissima Trinità.
214
Art. 201. Pratiche annuali: Esercizi spirituali di otto giorni; celebrazione solenne delle seguenti feste: Commemorazione di San Paolo; festa della Regina degli Apostoli. Si commemorerà pure la Conversione di San Paolo, e S. Bernardo, Confessore e Dottore della Chiesa.

Ora, le feste del Divino Maestro, della Regina degli Apostoli e la festa di san Paolo al 30 di giugno sono doppie di prima classe7 e in tutte le case si può celebrare la Messa propria, sia che venga celebrata dai nostri sacerdoti, sia che venga celebrata da altri.

Art. 202. Durante gli esercizi spirituali si provveda che le suore rileggano le Costituzioni, o almeno che le prescrizioni più importanti vengano richiamate alla loro attenzione.

Gli Esercizi spirituali sono di otto giorni, sei giorni intensi di Esercizi e due giorni di aggiornamento, cioè dedicati alle nostre cose: ricerca e formazione delle vocazioni, apostolato tecnico, redazionale e di diffusione; e poi le necessità varie e quanto la Casa generalizia indica da trattare per praticare. Riguardo alla lettura della Scrittura ne parleremo in seguito.
215
Conformazione a Cristo, meta della preghiera paolina

Il nostro manuale di preghiere ha delle introduzioni che servono quasi di più che le preghiere stesse. L'introduzione generale in principio; poi le introduzioni [particolari] quando si parla del ritiro mensile, della comunione, della confessione, del rosario, della Messa, della Visita, ecc. Vi sono le istruzioni cioè il modo di compierle: tutto conformato alla divozione a Gesù Maestro.

Art. 203. La pietà delle Figlie di San Paolo si deve nutrire specialmente con lo studio, l'imitazione e l'amore di Gesù Cristo, Divino Maestro, che è la Via, la Verità e la Vita, per progredire veramente in sapienza, grazia e virtù, sull'esempio di questo Divino Modello, amando Iddio con tutta la mente, volontà, cuore ed opere.

Vuol dire, ad esempio, la Messa: la prima parte è istruttiva, si chiama didattica, [è] per l'aumento della fede. Poi viene la seconda parte, la sacrificale, cioè come e quale esempio di vita ci ha lasciato Gesù e fino a che punto ci ha amati immolandosi: ecco la consacrazione che rinnova [il sacrificio di Gesù] unendo anche il nostro cuore e il nostro amore, volendo offrire noi stessi a Gesù come egli ha offerto la sua vita per noi. Quindi viene la terza parte, l'unitiva, cioè la divozione: mediante la comunione unire il nostro cuore al Signore, se è possibile con la comunione sacramentale, se non è possibile la spirituale.
Così la meditazione ha tre punti: uno riguarda la mente, uno la volontà, l'altro il sentimento. Così è pure l'esame di coscienza. Così la Visita: la prima parte per l'aumento di fede; la santificazione della nostra volontà con l'esame di coscienza e coi propositi; poi la santificazione del sentimento, del cuore mediante il rosario e le altre orazioni. È sempre utile conchiudere la Visita con la rinnovazione della professione religiosa o almeno con la comunione spirituale.

Art. 204. La sacra liturgia deve tenersi nel dovuto onore. Le suore quindi procurino di comprenderne bene il senso, di imparare il canto gregoriano, affinché la loro pietà ne tragga alimento.
216
Il catechismo deve avere una parte dedicata alla liturgia, cioè i sacramenti, la pietà, ecc.

Art. 205. Le Superiore curino che ogni domenica e festa di precetto, dove è possibile, tutta la comunità assista ad una seconda Messa e ad una funzione serale che dovrà possibilmente comprendere i vespri, istruzione religiosa e benedizione col SS. Sacramento.

Se è possibile, la seconda Messa e la funzione serale; dove si può si canteranno i Vespri con l'istruzione religiosa e benedizione col Santissimo. Per l'istruzione religiosa vale il catechismo che si può fare prima del Vespro. Se avviene che non si possa intervenire alle pratiche di pietà in comune, si supplirà in qualche maniera al più presto (cf art. 206).
Aiutare anche le inferme a questo riguardo, come già fate con molta carità, perché possano partecipare almeno col sentimento, col cuore alle pratiche di pietà che si compiono in chiesa. Questo è tanto importante.
Ora un po' di esame. Quando in una casa le cose non procedessero abbastanza bene, si veda subito la causa. Le cause possono essere parecchie, ma la causa più generale e più comune, che in pratica è la principale o la seconda, è la mancanza di pietà. Quando invece le cose vanno bene, è perché in primo luogo va bene la pietà. Quindi un esame sul punto della pietà. Portare il calore nella casa: ci sia un bel caldo di amor di Dio, di pietà. Allora tutti si sentono meglio perché si sente di più la presenza di Dio, si vive con Gesù non solamente perché l'abbiamo in casa, in una cappella, ma proprio perché lo abbiamo nel cuore e lo sentiamo.
217

* 20. Ariccia, 24 maggio 1961. Reg.: A6/an 116b = ac 186a.

1 Durante la Messa.

2 «Ecco l'Agnello di Dio».

3 «La pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura».

4 Cf anche SP, 8 [1961] 1-2; RA, 8 [1961] 1-2: “Il viatico della giornata”, in CISP, pp. 714-716. E' un articolo pubblicato qualche mese dopo, ma esprime bene il significato della meditazione nel pensiero del Fondatore (cf anche UPS II, 60).

5 Cf anche UPS II, 61.

6 Questo regolamento è stato pubblicato sul SP, 6-7 [1961] 1-4; RA, 7 [1961] 1-2, con il titolo: “Programma-guida per meditazioni e letture spirituali”.

7 Con questa espressione, prima della riforma liturgica, si indicavano i gradi delle varie feste.