Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8. LE VIRTU' NATURALI8
1. Una cosa buona da insegnare ai giovani nelle parrocchie è quella di andare a letto presto e di alzarsi presto. Così è più facile concludere la giornata nella semplicità dei costumi e nell'unione con Dio. La gente nella città compie la maggior parte dei peccati di notte, poi al mattino si riposa a lungo, e quindi va in fretta al lavoro col diavolo in cuore. Specie la gioventù femminile si ritiri presto alla sera. Quando la giovane è raccolta, modesta, delicata c'è meno disordine. Nel corso della giornata se si lavora ci sono pochi pericoli.
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2. Il santo Cottolengo esortava: "messa prestissimo al mattino". La gioventù femminile e molte madri di famiglia si accostano numerose ai sacramenti quando la messa è di buon'ora. Le brave donne e la gioventù sono benedizioni di Dio, e hanno larga influenza di bene; vengono da loro le migliori vocazioni religiose ed ecclesiastiche.
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3. Perché si sviluppino belle vocazioni è necessario che, prima dei consigli e dei comandamenti, ci siano le virtù naturali. La prima virtù naturale è la schiettezza. Quando manca la schiettezza, quando si hanno due facce, non si può costruire nulla. Schiettezza nelle parole, nella vita. Da una persona poco schietta non sperate una buona cristiana e tanto meno una religiosa. Le fondamenta devono essere buone! La schiettezza è fondamentale nella vita. Le virtù religiose sono come il tetto di un edificio; le virtù cristiane sono i muri; le virtù naturali ne sono il fondamento: "Sì, sì, no, no" (Mt 5,37); le aggiunte vengono dal diavolo.
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4. La schiettezza è la prima virtù naturale. Non dire bugia nemmeno ad un bambino, neppure: "ecco il lupo che ti mangia". Si educherebbe alla bugia e alla falsità, creare invece l'abitudine della sincerità. Nascondere e coprire il male con chi ha diritto di sapere è sempre un peccato. L'ipocrita danneggia se stesso. Sulla falsità non si costruisce niente. Ingannare in confessione è come ingannare il medico; si inganna se stessi.
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5. Altra virtù naturale: essere galantuomini. Le promesse sono un debito, chi sa di non mantenere non deve promettere. In certi posti negano anche i contratti, negano la parola data, non vale neanche ciò che è scritto. Essere di parola è virtù naturale fondamentale.
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6. Essere di carattere: avere fermezza nelle decisioni, nel volere quando si è proposto. Diceva D. Bosco che per arrivare dove aveva voluto si era prima fissato il punto di arrivo. Poi se lungo la strada trovava un macigno o gli passava a fianco o lo scavalcava o lo rimuoveva. Non avere sempre le lacrime agli occhi, essere buoni coi buoni, e cattivi coi cattivi. Certe persone sono cristiane solo al momento del matrimonio o della sepoltura, professano la povertà e vorrebbero tutte le comodità.
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7. Altra virtù naturale è la prudenza. Riconosci che sei debole, fuggi i pericoli, neppure un passo verso il male. Se uno vuol custodire intemerato il suo giglio deve vigilare. Chi vuol farsi santo vada coi migliori! Siate prudenti nel parlare, nel giudicare, non parlate a vanvera. Quando si parla bisogna pensare a ciò che si dice, custodire la lingua che ha come custodia naturale due file di denti e due labbra.
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8. Siate liete, sì, ma non superficiali. Se uno non è laborioso, industrioso, non sarà mai un buon cristiano e tanto meno un buon religioso. Se bastano due ore perché impiegarne di più? Si fanno tante chiacchiere! Dalla gente di un paese o da un'anima, quando mancano le virtù naturali, non si ricava niente.

16 gennaio 1949

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8 16 gennaio 1949