2. Gesù Cristo nacque per morire tra inaudite sofferenze. Il Vangelo e la vita cristiana, la salvezza dipendono assai più dalla nostra sofferenza che dalla nostra azione. Noi facciamo una cosa sola con Gesù Cristo. "Participes enim Christi effecti sumus" (Eb 3,14).
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3. Vi è un'azione cattolica: è il campo aperto all'apostolato dei laici. Vi sono anime tanto belle e generose che faticano e mietono col sacerdote e sono guidate dal sacerdote nelle varie branchie di essa.
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4. Occorre che sia accompagnata dalla Passione Cattolica. Come Gesù Cristo: "ut repropitiaret delicta populi" (Eb 2,17); "ut sanctificaret per suum sanguinem populum" (Eb 13,12). "Hic autem unam pro peccatis offerens hostiam in sempiternum sedet ad dexteram Dei... Una enim oblatione, consummavit in sempiternum sanctificatos" (Eb 10,12-14).
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5. San Paolo dice di sé: "Nullam requiem habuit caro nostra, sed omnem tribulationem passi sumus: foris pugnae, intus timores" (2Cor 7,5). Perché ogni pena è per la chiesa universale.
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6. E questo di nuovo secondo san Paolo e nel suo spirito: "Ora io mi rallegro nelle sofferenze che patisco per voi e completo nella mia carne quello che manca alle sofferenze di Cristo, a pro del corpo suo che è la chiesa: della quale io sono ministro, secondo il compito da Dio a me affidato rispetto a voi" (Col 1,24-25).
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7. I tribolati, gli infermi, gli oppressi, i calunniati, i poveri, le vedove, i vecchi, tutti coloro che hanno sofferenze morali o fisiche possono unirsi in spirito alla passione di Gesù Cristo. Ricordare gli episodi dal Getsemani alla lanciata nel costato di Gesù: "Amò la chiesa e diede se stesso per Lei nel fine di santificarla" (Ef 25b-26a).
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8. Quando siamo ridotti all'inazione per i dolori, le malattie, possiamo operare più largamente e più profondamente che con l'azione: "Cum enim infirmor tunc potens sum" (2Cor 12,10b). "Pro libertate et exaltatione Sanctae Matris Ecclesiae" offrire qualcosa, sempre: "Vi offro me stesso, piccola vittima in unione con la grande Vittima: partecipando in spirito all'incessante succedersi di messe su tutta la faccia della terra".
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9. Scrive Pio XII nella sua Enciclica sul Corpo Mistico: "Se ci fu mai un tempo in cui per conseguire la salvezza delle anime dobbiamo unire i nostri dolori agli strazi del nostro Redentore (...) questo tempo è oggi; specialmente è dovere di tutti".
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10. Questo esercito immenso di sofferenti e di ammalati che la guerra ha moltiplicato, "membra doloranti del Cristo, fratelli che portano nelle loro carni e nel loro spirito più visibilmente e più sensibilmente le stimmate della passione del divin Maestro", deve essere organizzato, affinché tutti i suoi componenti si sentano membra vive e operanti di una grande famiglia, la famiglia cattolica.
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11. Lo strumento di salvezza per eccellenza di Gesù Maestro, è la croce: egli "passus et crucifixus est".
"Con le sue parole e con i suoi esempi Gesù ha ammaestrato gli uomini, con i suoi miracoli è passato facendo del bene, ma con la sua passione e con la sua croce ha salvato il mondo" (Pio XII agli ammalati).
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12. Per la rinascita del mondo cristiano, per la salvezza delle anime è necessaria "l'opera", è necessaria e importante "la preghiera", ma soprattutto è indispensabile "il sacrificio".
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13. I malati, i sofferenti sono dei veri tesori e dei tesori preziosi nella chiesa di Dio; di conseguenza essi sono da tenersi in considerazione e da valorizzare più e meglio degli elementi stessi che si dedicano alla Azione Cattolica.
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14. Il Papa per la buona riuscita dell'Anno santo ha mobilitato tutti gli ammalati e tutti i sofferenti del mondo:"Noi facciamo assegnamento sui lavori e sulle preghiere di tutti i fedeli, ma anche più noi contiamo sulla santa sofferenza che, unita alla passione di Gesù, dà all'azione degli uni e alla contemplazione degli altri, la loro perfezione e la loro efficacia" (Pio XII agli ammalati).
1949 (?)
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