32. IL GIUDIZIO321. Gesù buon Pastore raccontò un giorno una parabola: "Vi era un ricco signore che per l'amministrazione delle sue case aveva un fattore che credeva fedele, ma dopo alcun tempo si accorse che era infedele e gli disse "Rendi conto della tua amministrazione perché non potrai più tenerla". L'altro rimase profondamente colpito e pensava come fare per vivere: non sono buono a zappare. Chiamò un debitore e gli disse: quanto devi al mio padrone? Cento barili d'olio. Scrivi cinquanta, così fece col secondo, dividendo il resto con il debitore". (Lc 16,1ss.).
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2. Dopo la morte, avremo il giudizio. Quando uno meno se l'aspetta, vedrà arrivare la morte come un ladro, di notte. Il Signore ci dirà: è finito il tuo tempo, ora rendimi ragione. Il giudizio particolare fisserà la nostra sorte eterna. Ecco dunque che quella persona è spirata: il cadavere è ancora caldo, e i parenti sono in dubbio se sia morta, ma la sua anima è già al tribunale di Dio
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3. Nella stessa camera dove è spirata l'anima si troverà davanti a Gesù stesso. Come sarà terribile! Gesù ricorda tutto: pensieri, sentimenti, parole ed azioni. E sarà presente non più con la sua misericordia ma con la sua giustizia; e non c'è la mediazione di Maria. La sentenza verrà pronunziata ed eseguita subito. Gesù non esagera i peccati e le colpe: "Iustus es Domine et rectum iudicium tuum" (Sal 118,137). Il peccatore non ha tanto paura della morte quanto del giudizio, come sarà dolce invece il giudizio per l'anima religiosa umile, che ha sempre cercato la volontà di Dio!
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4. E' dolce presentarsi a questo Gesù che ha visto tutti i nostri sforzi, i pensieri, gli affetti, le parole, i fioretti. San Gregorio Magno dice che le anime che cercano la volontà di Dio si presenteranno a Gesù con una grande gioia. Chi ha cercato Gesù, troverà Gesù. Quanta sicurezza aveva san Paolo: "Cursum consummavi" (2Tm 4,7). Oh! quei bambini innocenti, quelle vergini sante, quei genitori che educarono bene la loro prole, come andranno con gioia da Gesù!
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5. Come giudicherà Gesù? Prima di tutto darà all'anima cognizione delle innumerevoli grazie ricevute: educazione, prediche, genitori, santi, sacramenti, e poi la corrispondenza. Non avremo il premio per aver avuto visioni né per i miracoli, ma solo per gli atti di virtù, atti di sottomissione, di sforzo, di preghiera.
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6. Non pensare al domani, fai il bene oggi! "Se oggi senti la parola di Dio, non indurire il tuo cuore" (Sal 94,8). Né si potrà dire: ma io ho avuto scandali, perché Gesù dirà: Perché non hai seguito i santi? Potrà l'anima portare la scusa del carattere, delle difficoltà? Gesù dirà: e non avevi la grazia? Quanti santi avevano un carattere peggiore del tuo, ma si sono vinti. Tu invece hai accarezzato le tue passioni, le hai assecondate. Qualcuno oserà gettare la colpa su Dio o sulle compagne. Ma quale gioia sarà per l'anima che avrà vinto: sì, ho sofferto tanto dirà, ne ho sentito tutto il peso, ma sia benedetto Gesù Cristo, che mi ha aspettato, sia benedetta la Vergine Maria, il mio angelo custode e anche chi mi corresse. E allora verrà la sentenza: "Vieni servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore" (Mt 25,14). Ricompensa piena!
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7. Se il Signore ti ha dato poca salute, poca vita, poca intelligenza, poca energia di carattere, ti richiederà ciò che ti ha dato. Ma se ti ha dato cinque talenti, vuole che tu li abbia messi a frutto, che tu abbia cercato Dio e le cose di Dio in vita. Tu, che hai un anno di più di vita, hai un talento di più di cui render conto. Grande talento è il tempo! Chi ha più anni di vita può fare di più. Corrispondere pienamente alla formazione, essere delicati di coscienza, docili, pii.
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8. Grande cosa fondamentale è la delicatezza di coscienza, che teme anche l'ombra delle imperfezioni involontarie. Abbiate docilità per far sempre bene; pietà sempre più profonda per sentire quello che sente Gesù; per avere la sua amabilità, la sua purezza veramente celestiale, il suo zelo per le anime!
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9. L'esame di coscienza va fatto sulle grazie di ognuna! Signore io non posso misurare l'abisso delle grazie ricevute! Ti chiedo perdono di quelle che conosco e di ciò che non conosco: "
Nihil enim mihi conscius sum sed non in hoc iustificatus sum" (lCor 4,4). Ti chiedo perdono del male che conosco e di quello che non conosco; sono come tu mi vedi, cioè come mi trovo alla tua presenza, Sono fiducioso di ottenere da te le grazie, specialmente la grazia di corrispondere.
San Pietro - Massa Martana (PG)
settembre 1949
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32 Massa Martana (PG), San Pietro - settembre 1949