Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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71. LE PASTORINE71
1. Le pastorine sono destinate a fare la vita veramente povera e semplice e che si mostri tale in tutto: abitazione, refettorio, tratto, suppellettili domestiche, ecc., fa eccezione soltanto la chiesa. Così che il buon popolo veda in esse delle vere sorelle, le accosti con fiducia; a loro dia il pane materiale e riceva il pane spirituale. Sono l'istituto e insieme sono nella chiesa. Ritengano che la prima beatitudine è questa: "Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli" (Mt 5,3).
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2. Le pastorine scelgono decisamente parrocchie povere abbandonate spiritualmente, svolgono il loro apostolato catechistico tra gli operai ed i rifiuti della società; iniziano le opere che una volta irrobustite cedono ad altri istituti; particolarmente nei centri rurali, nelle periferie della città, nei tempi difficili. In generale: compiono le opere ed esercitano l'apostolato che gli altri istituti non vogliono.
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3. Le pastorine escludono la cura dei collegi, dei ricoveri, degli ospedali, scuole comunali e governative, quando sono vere e proprie istituzioni. Hanno invece cura affettuosa dei pochi orfani, infermi, ricoverati, bisognosi della parrocchia; a questi prestano servizio, cercano soccorsi, procurano posti di ricovero; in modo che non è generalmente un'opera stabile quella che prestano, ma piuttosto un pronto soccorso per casi speciali e particolarmente gravi. Considerino come loro privilegio e porzione il "sempre avrete con voi i poveri" (Gv 12,8).
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4. In generale le pastorine non trattano stipendi, ma vivono di carità; cercano abitazioni povere; sebbene convenienti per suore, in modo che la loro casa sia il rifugio e venga frequentata dai bisognosi.
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5. In questo sta il vero loro esercizio della fede nella Provvidenza, la loro continua pratica di penitenza, l'apostolato più umile, più efficace, più conforme a quello di Gesù buon Pastore:
- che è sempre largamente paterna verso chi si fida di essa
- che poco appare, ma crocifigge l'uomo in tutte le sue potenze ed in ogni momento;
- perché il bene fa poco rumore ed il rumore fa poco bene;
- che arriva alle pecorelle disperse, alle radici della società, ai cuori ed alle anime assetate di verità, di bene e di pace.
- Tuttavia chi ha deve dare; e, ricevendo, le pastorine potranno mantenersi nel loro apostolato del quale vivranno; e saranno la mano che farà passare il pane dalla mano del benestante alla mano dell'indigente.
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6. Le pastorine, lasciando le grandi città ed i centri ove altre suore già lavorano e facendo il bene che nessuno fa, vedranno i prodigi della grazia nelle anime, raccoglieranno molte vocazioni, vivranno contente; perché il buon Pastore sarà per loro luce, conforto, premio.
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7. Siano soffuse di soavità forte, di fortezza dolce. Ricordino che debbono completare in se stesse la passione di Gesù Cristo per l'edificazione della chiesa suo corpo mistico.
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8. La carità è il paradiso della vita comune; nell'apostolato, la vera carità e le retta intenzione si conoscono dall'amore e ricerca dei poveri, degli infelici, dei peccatori, degli infermi, degli orfani, dei miserabili vergognosi.
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9. La Pastorina possegga il cuore del buon Pastore, che si commuove delle turbe bisognose.

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