38. LA CONFESSIONE381. Questa mattina dobbiamo parlare della confessione. Il pensiero centrale, la verità che più dobbiamo meditare è la volontà di cambiare vita: cambiar usi, parole, azioni, pensieri. La confessione non è soltanto una recita dei nostri peccati, né solo il dolore dei peccati o semplice assoluzione.
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2. Passò Gesù per la città, vide Matteo riscuotere le imposte e gli disse: "Vieni con me" (Mt 9,9). Matteo seguì Gesù, lo invitò a casa sua, gli apparecchiò il pranzo, gli parlò della sua vita passata, combinò il modo per cambiar vita. I farisei dicevano: "Il vostro maestro va coi peccatori e mangia con essi" (Mt 9,11). Matteo seguì Gesù ed essendo alquanto istruito penetrò meglio degli altri il pensiero di Gesù. Egli fu evangelista e scrisse un Vangelo che potesse servire per la conversione degli ebrei, poiché in esso dimostrò che Gesù è Messia. San Matteo si convertì veramente.
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3. La confessione è un ravvedimento: ora voglio cambiar vita. In essa viene cancellato il peccato, il quale attira altri peccati. Sono importanti l'assoluzione e il dolore, ma ciò che più conta è la volontà risoluta di mutar vita.
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4. Il Vangelo ci ricorda la storia dell'adultera, la storia della Maddalena. Le confessioni che ascoltava Gesù facevano santi. La Maddalena e san Pietro, senza parole, si confessarono, non rinnegarono più il Maestro divino, e divennero l'una un modello di contemplazione e l'altro un martire umilissimo, messo in croce con il capo all'ingiù.
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5. La confessione è il sacramento per cui si cambia vita; richiede un mutamento sostanziale. Se il pentimento è forte, si può anche acquistare l'indulgenza plenaria. La confessione è un grande sacramento, è un rimedio radicale e divino per correggerci, il sacramento della misericordia. Se non vuoi vederti rinfacciare i peccati al giudizio, confessali tu stesso al confessore.
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6. Tutta l'economia della redenzione è per raddrizzare e convertire gli uomini. Per l'uomo la redenzione viene applicata nel sacramento della penitenza. Poco importa chi ci confessa; poco importa se la confessione è breve o lunga. L'essenziale è il voler mutar vita, tutto il resto è accessorio. Chi ha volontà di farsi santo va alla confessione come al mezzo unico per riuscire. Nella volontà fermissima di cambiare è compreso il dolore e il proposito. Allora ne vengono assicurati il valore e il frutto, la grazia santificante e la grazia sacramentale.
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7. Occorre avere della confessione una grande idea. Pensare che ci confessiamo a Dio. "Signore, tu mi hai creato per te, mi attendi in paradiso, mi hai segnato la strada, ma io ho sviato per un sentiero che non conduce in paradiso. Voglio seguire te, imitare le tue virtù, ricevere i tuoi sacramenti". La confessione è un riprendere i nostri propositi di bene, confermarli e cominciare una vita nuova.
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8. Per avere il vero pentimento e il proposito fermo, bisogna ricordare i novissimi: la morte che può essere vicina; il giudizio che viene subito dopo la morte; il paradiso, in cui si entra o innocenti o penitenti.
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9. Ricordiamoci che abbiamo la vocazione alla vita religiosa e quindi alla santità. Ho corrisposto? Continuando a camminare così mi faccio santo? Ovvero vado accumulando giorno per giorno debiti per il purgatorio? Ognuna si impegni ad essere sempre più delicata, più fervorosa, uso più santo dell'eucaristia e delle preghiere.
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10. Nell'ordine della santità bisogna fare come a costruire una casa, mattone per mattone; quindi non lavorare solo in generale, fissarci particolarmente in qualche punto. Cercare la radice del peccato, causa della privazione di tanti meriti. Scavare con coraggio nel cuore, scavare la radice del male e metterla al sole che è Gesù Cristo, perché si secchi. Sono radici del male la tiepidezza, la mancanza di preghiera, l'amor proprio.
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11. Molte volte, la radice è la mancanza di fede: ti manca quel cercare veramente Dio, quell'operare per piacere a lui solo. Sei vuoto e mancante di grazia. Hai una vita ben organizzata all'esterno, un complesso di qualità esteriori che farebbe pensare che sei un'anima santa, ma non lo sei perché ti manca la vita interiore.
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12. Un parroco diceva ad un pasqualino: "Voi ogni anno venite a portare il fagotto delle vostre mancanze, ma poi lo preparate subito di nuovo".
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13. Vigiliamo e diventiamo sapienti nelle confessioni: poche parole e grande frutto. La confessione è un sacramento, non si può farne un discorso da parlatorio. Occorre rispettarla.
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14. Gesù, subito dopo la risurrezione, procurò il mezzo per applicare la redenzione: "Ricevete lo Spirito santo. A chi perdonerete i peccati saranno perdonati" (Gv 20,23). Non si perdonano a coloro che non si confessano, che si confessano male, o che non vogliono emendarsi. Qualora mancasse positivamente il proposito di emendarsi, la confessione è nulla e sacrilega. E' come buttare in terra il sangue del Crocifisso.
San Pietro - Massa Martana (PG)
22 settembre 1949
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38 Massa Martana (PG), San Pietro - 22 settembre 1949