5. IMPEGNARE IL CUORE5 1. Quando si è già state buone fanciulle nel mondo, allora si è capaci di sentire la voce di Gesù. La suora, dalla sua entrata in congregazione fino alla professione perpetua, deve apprendere tutto ciò che forma la buona pastorella. Dopo la professione perpetua deve predominare l'osservanza delle costituzioni, che matura la carità. Si osservano sempre meglio le costituzioni, e non se ne sente quasi più il peso nel cammino verso l'eternità, verso quella luce! Pensate al sole: comincia il giorno, viene il meriggio, poi il dolce tramonto verso una luce diversa. E il sole va ad illuminare un altro emisfero. L'anima si immergerà nella luce di Dio. La Vergine santissima è lì che vi invita, così inabissata com'è in Dio, più di tutti i cherubini e serafini.
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2. E' sempre la volontà che aderisce a Dio! Orientare a lui tutti i pensieri; scartare le idee vane; intensificare le idee buone. Ci vuole impegno a fissare le idee nel bene, radicarle nella meditazione e nella lettura spirituale. Con calma e riflessione pacifica assimilare queste idee sante. Dire dei "voglio" che siamo realmente "voglio". "Gesù, voglio morire crocifissa" ma poi se succede una scaramuccia non si prega più, ci si lamenta a destra e a sinistra.
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3. Per aiutare una volontà più decisa è necessario impegnare il cuore: meditazioni profonde, lettura delle vite dei santi; contemplazione delle cose belle: il cielo, la Trinità altissima, augustissima: la Madonna, i santi: "Si isti et illi cur non ego?" Eccitate il sentimento! Guardarsi dalle idee fredde, coltivare idee vive! Il sentire aiuta la volontà. La lettura spirituale istruisce, la meditazione eccita, rende vivo e sensibile il sentimento.
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4. Ognuno può avere gusti particolari in questo: alcuni provano massima gioia e soddisfazione spirituale nel meditare il paradiso; altri preferiscono meditare la passione: san Francesco, il crocifisso, s. Gabriele dell'Addolorata, i dolori di Maria, altre anime contemplano l'eucarestia. La religione è tutta una storia ricca di immagini, di ricordi, di emozioni.
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5. Alcuni pensano sempre a cose brutte viste in giro; altri si perdono nel compiacersi del male passato, o presente, o futuro. Vigilare sui propri desideri, sui progetti. San Paolo ci avverte di essere attente per non rendere l'anima schiava della gola, della pigrizia, della sensualità. Non lasciarsi dominare da un carattere impetuoso, iroso, nevrastenico; non lasciarsi dominare dall'amore alle comodità. Le cose si facciano con calma, per amor di Dio, e ci sia convinzione e profondità. Non essere schiavi delle passioni, ma guidare noi stessi.
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6. Eccitare in noi sentimenti di gioia, di amore per Iddio buonissimo, misericordiosissimo, sentimenti di fedeltà per il Papa, per la gioventù che vorremmo condurre alla vita perfetta. Quando poi il sentimento minaccia l'incendio, occorre circoscriverlo! Vai da Gesù, trovati solo con lui e riposa il cuore su quello della Madonna; poi ridi di te e della tua stoltezza. Ricordiamoci che abbiamo un cuore sensibile e anche un po' matterello.
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7. E' necessario guidare il sentimento ed anche il corpo, se è troppo robusto. Evitare le volubilità: studiare e decidere quasi freddamente ma profondamente, e poi tener fede a quanto deciso. Il pavimento dell'inferno è lastricato di mezze volontà, diceva s. Teresa. Il Signore ci dia la volontà buona, ragionevole.
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8. Quando un'anima ha penetrato a fondo il cuore di Gesù, anche se nel giorno viene qualche novità, rimane fedele alla sua linea e a mezzogiorno s'esamina, torna con il pensiero alla meditazione e si impegna a far meglio nel pomeriggio.
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9. Sto condensando un po' per nutrirvi bene, perché ora vengo di rado! So che voi volete la santificazione della mente in Cristo, "
Jesu Magister", della volontà e del cuore nel "
Cor Jesu sacratissimum".
6 gennaio 1949
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