Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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58. INSEGNARE E PREGARE58
1. Nella vita abbiamo una continua lotta. Iddio ci vuole suoi eternamente, per questo Gesù ha dato il suo sangue. E' una lotta continua tra Gesù, con il suo regno di amore e bontà, e il demonio col suo regno di fuoco, di tormenti eterni.
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2. L'uomo può liberamente aderire a Gesù o al demonio. "Venite, benedetti, nel regno del Padre mio" (Mt 25,34); oppure: "Andate, maledetti, nel fuoco eterno" (Mt 25,41). Il demonio, astuto e potente, può talmente circondarci di pericoli, accrescere le tentazioni, seminare errori, scaldare le passioni, fino ad ingannarci. Perciò Gesù disse: "Prendete la via stretta" (Mt 7,13).
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3. Ci salveremo o ci perderemo per volontà nostra. Il demonio mette di mezzo tutta la sua astuzia, Gesù tutta la sua grazia divina per attirarci al suo cuore. Per vincere tutte le tentazioni del demonio c'è un solo mezzo, la preghiera. Chi prega si salva, chi non prega si danna. Finché preghiamo abbiamo l'aiuto divino con noi, se cessiamo di pregare non avremo più la forza.
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4. Quando manca la preghiera cominciano a mancare le grazie. Quando cade la pioggia c'è una magnifica vegetazione, sbocciano i fiori, maturano i frutti; ma se manca la pioggia c'è siccità e miseria, e i polmoni non si dilatano più.
Grande segreto è pregare e far pregare. Se le pastorine avranno insegnato a pregare bene, avranno insegnato alle anime a salvarsi. E' una gran missione!
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5. Vi ho già detto della vostra missione di istruzione e formazione, ma sono ancora più persuaso di questa vostra terza missione, insegnare a pregare. Insegnare a ricevere bene i sacramenti, a leggere e meditare la sacra scrittura, ad udire la predicazione, a recitare il breviario e il rosario; insegnare a pregare con l'adorazione, l'uso delle giaculatorie; la preghiera del mattino e della sera, le novene, le coroncine; la pratica del primo sabato e del primo venerdì, le feste popolari ai ss. protettori; le preghiere comuni, come il Vi adoro, l'Atto di contrizione, il Credo, il Pater, la Salve Regina.
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6. Insegnare il senso delle benedizioni. Si benedicono le case, i forni, le macchine, gli aerei; si benedicono le uova di Pasqua e anche la pizza. Una bambina chiedeva il pane e il burro, ma si può chiedere al Signore anche le scarpe, il cibo, l'abitazione, le medicine, tutto.
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7. Insegnare ad interpretare bene la liturgia, a saper usare il messale, il rituale; che sappiano cantare lodi, il Veni Creator, il Miserere; che sappiano cantare nella messa, nel rito della sepoltura, nei pellegrinaggi.
Se insegnerete a pregare, insegnerete a salvarsi. Il Signore ha tante e tante vie di salvezza, anche se non si riesce a farli battezzare. Uomini e donne, cattolici e non cattolici, religiose e sacerdoti, fate pregare!
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8. Promuovere gli esercizi di un mese, di otto giorni, di tre giorni. Negli Stati Uniti la Pia Società San Paolo ha una casa di esercizi, possono andarci fino a trentadue persone; dal venerdì al lunedì quante conversioni, che belle cose! Ogni anno passano cinquecento o seicento uomini. Questo giova anche per l'istituto, perché essi fanno offerte e si fabbrica la casa. Va anche il vescovo della diocesi.
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9. E per voi: fate esercizi per donne, giovani, fanciulle; chiamatele da varie parrocchie, chissà quante vocazioni si suscitano. Ma anche un buon padre di famiglia fa gli esercizi. In Spagna mi hanno detto che il gen. Franco e quattro o cinque dei suoi dieci ministri fanno ogni anno gli esercizi.
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10. Se voi andate in cerca di denaro le persone non verranno, ma se cercate le anime queste verranno, e verranno col portafoglio, e vi farete la casa. Di questa iniziativa degli esercizi le pastorine prendano ben nota, e non aspettare di avere tutto comodo. A san Ignazio bastava: pane, acqua, un crocifisso e una grotta! In certi posti hanno sviluppo i pellegrinaggi; a volte sono numerosi, suonano la banda; ma alla fine vanno ai sacramenti. Dal resto l'importante è che ci sia il cuore, se non c'è il cuore non c'è niente, ma se c'è questo c'è sempre tutto!
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11. Cura del canto liturgico. Intendere e fare intendere la liturgia.
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12. Pulizia della chiesa. Che possiate dire in punto di morte: "Domine, dilexi decorus domus tuae". In certe chiese vi sono ragnatele, fiori di carta, tappezzerie scolorite che coprono bei capitelli. Se, non avete altro fate pure con la carta, ma se i parrocchiani anno bella roba nelle case perché in chiesa il peggio?
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13. Non ditemi che non c'è niente da fare. Bisogna essere umili, piene di fede, inventive e aperte, e farete quel che non è fatto dagli altri.
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14. Provvedete che i bambini si confessino, assisteteli e accompagnateli. Vi sono malati assai curati e assistiti spiritualmente, ma alcuni, e sono i più, sono abbandonati e soli. A questi fate l'assistenza voi, che dovete avere il cuore del buon Pastore. Nella catapecchia, tra stracci e ragnatele, arriva la povera suora, angelo di pace, d'amore e di carità.
Se faceste anche solo questo nel mondo sarebbe sufficiente. Ma voi avete un programma molto più vasto.
Maestro, insegnaci a pregare.

San Pietro - Massa Martana (PG)
settembre 1949

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58 San Pietro - Massa Martana (PG), settembre 1949