Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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50. PERSEVERARE NEL BENE50
1. In questi santi giorni abbiamo ricevuto molti lumi da Dio, molte grazie. Le prediche e le conferenze sono paragonate ad una mensa, da cui ciascuna prende ciò di cui ha bisogno. Certamente troviamo molte cose che fanno per noi.
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2. Ci devono dare gran timore le grazie che passano inutilmente: "Timeo Dominum transeuntem", temo che il Signore passi senza che io faccia tesoro della sua grazia. Gesù diceva ai farisei: "Se io non fossi venuto, voi sareste meno colpevoli" (Gv 15,22).
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3. Abbiamo noi prestato la massima docilità allo Spirito santo? La disposizione più necessaria ai ss. esercizi è la docilità. Iddio parla profondamente e voi lo avete sentito. Ora riassumere tutto in un proposito ed in un programma di vita. Vi sono anime che sono guidate dallo Spirito santo e prendono le cose con molto impegno, invece altre prendono tutto superficialmente, e un anno è come l'altro.
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4. Il proposito deve sempre riguardare la nostra santificazione e l'apostolato. Quando uno è fervoroso, i difetti in cui cade non offendono Dio.
Attente a non prendere risoluzioni di margine, in modo che il serpentello del difetto principale rimanga vivo e indisturbato.
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5. Fate gran conto di quanto dice il confessore, il quale è direttore spirituale. Fare il proposito significa compiere un grande atto di amore a Dio. Anche se sei un po' sconfortata per non averlo osservato nel passato fa intanto questo atto di amore. Il proposito perché sia perfetto deve comprendere tutto l'uomo: mente, volontà, cuore.
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6. Ci sia l'illuminazione della mente, mediante la lettura di un libro che riguardi la virtù principale che vogliamo esercitare. Solo la perseveranza nel bene dà la virtù, non basta un atto. Vi sono anime che sono all'inizio della vita spirituale ed hanno molta grazia, tanto che danno esempio agli anziani.
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7. Guai livellare le anime. I migliori direttori spirituali non sono quelli che s'impongono ma quelli che assistono, sanno comprendere, lasciano agire lo Spirito santo. Non possiamo costringere e comprimere lo Spirito santo.
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8. Farsi un programma. Esso comprende ancora il proposito principale, ma spiegato per punti, e non deve essere superiore alle nostre forze. Nella vita spirituale chi affastella ed è pasticcione non conclude niente. Si ritrova vecchio e non ha fatto niente.
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9. I santi hanno fatto grandissime opere con la costanza. Le difficoltà sono occasioni per esercitare le vere virtù, altrimenti si parla ma non ci si fa santi. Non fate gran conto dei fuochi di paglia. Essere costanti. E per questo pregare tanto e con fedeltà. Calmi, fermi, fedeli, si concludono tante cose.

San Pietro - Massa Martana (PG)
24 settembre 1949

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50 San Pietro - Massa Martana (PG), 24 settembre 1949