Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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39. LA PREGHIERA D'UNIONE39
1. Sant'Agostino afferma che il Signore non comanda cose impossibili, ma quando comanda avverte di fare quanto è possibile con le nostre forze, e poi chiedere la capacità di operare nella preghiera. La preghiera è un mezzo divino per ottenere quanto non possiamo con le nostre forze. Il Signore con la sua grazia arriva dove non giungono la volontà e l'industria umana.
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2. Che cos'è la preghiera? E' l'incontro dell'anima con Dio, del figlio col padre, dell'amico con l'amico. Nella casa di Lazzaro, Marta si dedicava alle faccende, Maria invece s'intratteneva con Gesù e ne riceveva avvisi celesti per camminare nella via della santità.
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3. La chiesa è casa di orazione. Oltre alle chiese pubbliche, vi sono gli oratori privati, e privatissimi: questi sono la cella interiore dell'anima in cui questa si incontra con Gesù per conversare privatamente. In questa cella si può sempre entrare, durante i viaggi, nelle faccende, sempre possiamo entrare nell'intimità con Gesù. Ecco la preghiera.
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4. Chi vuol vivere davvero la vita interiore con Gesù si prepari questo oratorio e vi torni spesso; vivrà in una comunione continuata. Gesù non è solo, è col Padre e con lo Spirito santo, e l'anima nostra diviene il tempio della santissima Trinità. Possiamo passare la giornata in continua comunicazione con la santissima Trinità. E' bene rifugiarsi sovente nell'orazione privata per sentire Gesù, parlare con lui, e, poco a poco, si stabilisce un'unione più celeste che terrena. L'anima quasi pronta per il gaudio di Dio.
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5. Nessuno andò a Dio con maggior intimità della Madonna, persino al sonno: "Ego dormio et cor meum vigilat" (Ct 5,2). Alle volte si recitano formule anche belle di preghiera, si fanno canti, però, perché la preghiera sia vera, occorre scendere nell'intimità del nostro cuore, in conversazione serena col Padre celeste, col Figlio di Dio, con lo Spirito santo.
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6. Quando c'è questa intima comunicazione, la grazia di Gesù continuamente penetra nel nostro cuore; un flusso spirituale continuo. La comunione del mattino si continua nel giorno, e sempre più abbondante è il flusso della grazia, cioè lo Spirito santo. "Caritas Dei diffusa est in nobis per inhabitantem Spiritus sanctus in nobis" (Rm 5,5).
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7. Tutto diventa meritorio, e le nostre operazioni da semplicemente umane diventano soprannaturali e meritorie per la vita eterna, mentre aumenta la grazia abituale o santificante. Gli atti meritori possono essere sempre migliorati, ed essere sorgente e segreto di santità.
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8. Le vite dei santi, specialmente quando è un santo che scrive di un altro santo, ci parlano sempre del progresso che l'anima ha fatto nell'unione con Dio. Molto frequentemente si apre il rubinetto della grazia e rinverdisce tutto il campo intorno.
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9. E' possibile conservare l'unione con Dio anche durante le occupazioni. Finché ad un certo punto l'anima si sdoppia, e questo è un dono mistico di Dio. L'anima somiglia sempre più a Gesù, il quale godeva sempre la visione beatifica; questa era una comunicazione riservata a lui. Qualche santo ha ottenuto qualche piccolo saggio della visione, più spesso viene concesso lo sdoppiamento.
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10. La vite porta l'uva, ma sempre attinge dalla terra la linfa che riempie i tralci, le foglie e i grappoli. "Io sono la vite e voi siete i tralci" (Gv 15,5). Il paragone è del Vangelo. L'anima portata a questo punto è sempre illuminata da Dio, riceve continuo flusso di grazia, aumenta continuamente le virtù della fede, speranza e carità.
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11. Gli uomini aumentano le loro ricchezze, ma le vere ricchezze sono quelle divine. "Thesaurizate vobis thesauros in coelo" (Mt 6,20). Messa su questa via, l'anima va avanti e riceve una fede sempre più profonda, una speranza più sicura, una carità sempre più viva per Gesù e per le anime.
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12. Quando parlo di mistica vorrei essere ben inteso. Comincerete con difficoltà e distrazione a fare la meditazione, ma se persevererete, poco per volta vi sentirete sempre più raccolte.
Vi sono anime alle quali Dio parla ed esse rispondono, in intima comunicazione con lui. La meditazione non è più solo discorsiva, diventa contemplativa (meditazione infusa). Per alcune anime questa comunicazione con Dio si prolunga nella giornata.
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13. E' iniziata la pratica per la beatificazione di una fanciulla, "Tekakwitha" della tribù degli Irochesi: la prima santa veramente americana. Ella, da quando aveva quattro anni fino ai venti, pregava sempre lo Spirito santo ed aveva acquistato una continuità di comunicazione con Dio. Lo Spirito santo si fece suo Maestro, ed ella volle la solitudine per godere la comunicazione di Dio; lavoro e preghiera. Lavorava moltissimo e bene, trascorreva la giornata abitualmente in silenzio, ma sempre lieta e gentile. Tre padri gesuiti che la conobbero scrissero la sua vita eccezionale. Ebbe il dono della contemplazione infusa che durava la giornata intera. Il missionario la battezzò a vent'anni, poi morì presto.
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14. Se noi ci teniamo in abituale relazione con Dio, le virtù teologali si allargheranno nei doni e nei frutti dello Spirito santo, poi le beatitudini, per cui l'anima pregusta gioie di paradiso. Allora ci si innalza ai più alti gradi di orazione, si giunge al matrimonio spirituale.
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15. Non vi dico di aumentare la quantità ma la qualità della preghiera. Rivolgetevi a Gesù buon Pastore: "Doce nos orare" (Lc 11,1). Un alto spirito di orazione diffonde nell'istituto un complesso di beni, un insieme e profumo di virtù. In vista di alcune di queste anime vedrete quante belle grazie saranno date a tutte! Ma tutte pregate: "Signore insegnaci a pregare!" (Lc 11,1).

San Pietro - Massa Martana (PG)
22 settembre 1949

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Massa Martana (PG), San Pietro - 22 settembre 1949