Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. ADERIRE A DIO15
1. Vi erano delle suore le quali dovevano fare una festa in chiesa, d'inverno, e non avendo fiori ne fecero alcuni di carta. La vita spirituale è così, se c'è la linfa interiore che alimenta il tronco, allora ci sono i fiori, le foglie, e i frutti. Date fiori vivi! Non solo mani giunte, canti, vesti belle; tutto l'esterno "perfetto" deve uscire da un interno amantissimo di Dio. Con il peccato non scendete a patti, non mezze misure. Nominare il peccato vuol dire sentirsi l'animo acceso di odio irriconciliabile.
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2. In quaresima chiedere l'odio al peccato. Meditare Gesù crocifisso. Piantare le spine sul capo a Gesù, sputargli in faccia: questo è quanto fa il veniale. E noi che cosa possiamo fare? Dolerci delle venialità, avere orrore dell'offesa a Dio, del difetto volontario. Diceva un santo: nella mia vita ho sempre avuto innumerevoli difetti ma non ho fatto mai pace con nessuno di essi. Bisogna fare molta più guerra alla imperfezione che non ad un pidocchio!
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3. Un'anima era stata colpita da una infinità di dolori, di calunnie, di pene ma diceva, consolando chi la compativa: "questo non è peccato veniale". Si tratta del bene della nostra anima. Gesù è nato in una stalla, con addosso il fiato del bue e dell'asino, ma non ci stette male, mentre ha orrore del fetore che sale fino al cielo da un'anima in peccato. Per tutto il tempo della quaresima, sempre chiedete l'odio al peccato, e nello stesso tempo pregate per ottenere aumento di fede, di speranza e di carità.
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4. Per ottenere questa virtù non sono sufficienti né la nostra prontezza né la nostra capacità, esse ci vengono sempre da Dio. Sono infuse nel bambino con il battesimo, aumentano nell'adulto con la preghiera e l'esercizio. Dio le mette e le fa crescere nel cuore dell'uomo, noi non possiamo produrle come nella celebrazione della messa, il prete pronuncia le parole, ma è Gesù stesso che compie il prodigio. Gli apostoli erano molto poveri, ma alla discesa dello Spirito santo li troviamo pieni di fede, di speranza, di ardore! Prima Gesù aveva dovuto svegliarli varie volte, dopo cantavano anche in prigione.
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5. Preghiera ed esercizio: gli atti di fede ripetuti aumentano la fede, perché l'esercizio è come una preghiera. E' esercizio di fede l'adorazione alla santissima eucarestia. Ogni volta che si riconosce Dio in chi guida e si vede nella sorella l'immagine di Dio, immagine assai più viva che quella in un quadro di tela o di carta, è esercizio di fede. E' esercizio di fede abituarsi a pensare come vuole la chiesa e a dare importanza alla parola del Papa e dei vescovi, accettare pene e sacrifici.
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6. Per la speranza esercizio grande è meditare i novissimi: morte: giudizio, inferno, paradiso. Le suore che meditano i novissimi sono salde e salvatrici, anche le mandaste in capo al mondo. Sono ferme come scogli, ed a misura che meditano i novissimi sono sempre più buone. Io ho meditato l'Apparecchio alla morte per sette anni. "Inclinavi cor meum ad faciendas justificationes tuas in aeternum" (Sal 118,112).
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7. La suora abbraccia le costituzioni e le osserva. "Jugum enim meum suave est et onus meum leve" (Mt 11,30). Allora si soffre e si canta; ma quando viene il diavolo dello scoraggiamento, si comincia a tentennare, a soffrire di tutto. Il Signore non vuole solo parole, vuole dei fatti: "Non chi avrà detto Signore, Signore, ma chi farà la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21). Gesù sembra perfino crudele. Vennero a dirgli che c'erano i suoi parenti, egli rispose: "chi fa la volontà del Padre mio è mio fratello" (Mc 3,35). Non contano le parole ed i sospiri, conta la donazione a Dio. Allora si può dire l'atto di carità con esattezza.
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8. La carità verso il prossimo. Anche chi prepara i cibi lo compie per amore di Dio e per servizio di tutte le sorelle, così pure il bucato, le pulizie, il lavoro alla macchina, i viaggi, la scuola, la formazione, l'insegnamento: per amor di Dio e delle sorelle. E' carità far stare le sorelle liete in una conversazione, senza eccedere, rendere liete le malate.
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9. Siate le suore di maggiore carità fra di voi, passando sopra a tanti difetti. E poi dovrete allargarvi, dare affetto agli altri; la carità dell'apostolato non ci può essere senza che prima vi vogliate bene fra di voi. Sappiate passare sopra a tanti difetti, chiudere gli occhi su tante miserie e non lasciatevi andare al male. Rendete la vita delle altre piacevole e gioiosa. Abbiate bontà e compatimento, nell'esercizio delle opere di misericordia spirituale e corporale! Quando poi andrete in mezzo a persone che vi odieranno, perché odiano Dio, allora sì dovrete avere molta carità per sorridere di fronte alla calunnia.
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10. La vostra famiglia deve vivere in carità, letizia e pace profonda. Così crescete bene e saprete andare in mezzo agli altri. Dovete vivere nel mondo, che è come un sanatorio di tubercolotici, avete bisogno di vitto: cibatevi spesso del buon Pastore eucaristico! La carità tra di voi ha una ragione specialissima. Voi direte: "Questo Primo Maestro ci predica solo dei doveri". E' vero ma vi dico anche i mezzi: grazia, grazia, grazia. Poi pietà, aiuti spirituali, e conforto: lo sposo dell'anima vostra è Gesù: "Non vos me elegistis sed ego elegi vos!" (Gv 15,16).
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11. Vivete in mezzo ad un mondo corrotto, potete prendervi la tubercolosi. E' mio ufficio e dovere pregare per ottenervi questo complesso di grazie. "Nisi Dominus aedificaverit domum in vanum laboraverunt qui aedificant eam" (Sal 126,1).
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12. Vita spirituale interiore: odio all'offesa di Dio; aumento di fede, di speranza, di carità. Riposate pure in Dio, serene. Ci sono tante difficoltà ma c'è il Signore, c'è il Signore! Gesù predicando agli apostoli chiedeva molto, ma prometteva "ego vobiscum sum omnibus diebus" (Mt 28,20). Dava tanti pesi Gesù, ma prometteva la sua continua assistenza. Quando vi sentite in bisogno volgetevi a destra: vedrete il vostro angelo che vi porge la grazia di Dio. Liete sempre dunque, e serene, appoggiandovi al vostro sposo divino.
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13. La donna non può star sola, è debole. Ma portiamo la croce con Gesù sulla terra, e saremo con Gesù in cielo. Vi è utile imparare molto. Andiamo in mezzo a un mondo il quale è gonfio del suo sapere. Non ascoltano più la dottrina semplice ed altissima di Gesù Cristo. Voi pregate san Tommaso d'Aquino, protettore di tutti gli studentati cattolici, e chiedete con fede alla Madonna che vi dia la grazia di studiare il quattro per uno. San Tommaso imparò più ai piedi del crocifisso che non studiando. Grande fiducia! L'avete? Anche nei miracoli! Sì, anche i miracoli.
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14. Se accompagnate Gesù in terra, accompagnerete anche in cielo l'Agnello immacolato. Chi ha vera virtù apostolica è martire.
Ci vuole un gruppo di pastorelle in ogni parrocchia del mondo, ove esse possono operare più o meno; ma anche la loro sola presenza ricorda che abbiamo un Dio da adorare, un paradiso da guadagnare, che il cielo vale più della terra. La gioventù è intelligente e comprende.
I giorni che passano ci fanno accorgere che chi opera è il Signore, noi siamo piccoli, poveri e cattivi; togliere ogni fiducia in noi, e avere grande fiducia in Gesù buon Pastore.
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15. Abbiamo parlato della grazia. Nella vita ho trovato pochissime persone che comprendano il dono della grazia santificante che ci eleva e della grazia attuale che ci aiuta caso per caso, ci soccorre, ci eleva sempre più. Chi comprende la grazia vive sempre nella gioia e nell'entusiasmo. Viviamo già la vita celeste: più angelica che terrena. Siamo tanto deboli e abbiamo tanto bisogno dell'aiuto, della misericordia, del conforto, della pace di Dio. Suore della bontà, della longanimità, della comprensione: deve essere il vostro carattere speciale. Questo è frutto della vita dello Spirito in voi.
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16. La grazia è luce, è ardore di Dio: se si riflette nella mente è fede; nella volontà è speranza; nel cuore è carità, amore, santità. I doni dello Spirito santo sono un completamento della fede, della speranza, della carità. Sono come l'istinto a seguire l'azione dello Spirito, perfezionano l'uomo rendendolo un essere soprannaturale.
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17. Vuoi consacrarti a Dio: lo Spirito santo dà il dono della scienza e fa apparire bello lo stato religioso, come mezzo di santificazione. Talora lo Spirito santo è impedito dalla nostra corrispondenza alla grazia.
La sapienza consiste nel saper salire a Dio, contemplando la natura. Saliamo a Dio contemplando un fiore, il mare, un temporale. San Francesco cantò l'inno alle creature per dono di sapienza.
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18. Intelletto (intus - legere): le anime che hanno questo dono penetrano, capiscono il dono eucaristico. Santa Gemma, fanciulla semplicissima, aveva una grande penetrazione al crocifisso fino ad esserne rapita.
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19. Scienza. Questo dono ci fa amare le creature per Dio. Usare delle cose tanto quanto piace a Dio.
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20. Consiglio. E' un dono pratico che perfeziona la prudenza. Ci guida momento per momento, giorno per giorno. Saper cogliere il consiglio divino nelle cose. Rientra in questo la cura delle cose proprie e delle altrui.
Abbiamo divozione alla Madonna del buon consiglio, mettiamoci cuore a cuore con lei. Maria tiene la mano sotto il piede a Gesù come per far camminare il suo bambino.
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21. Giustizia. Dono per cui diamo a ciascuno il suo, con amore.
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22. Pietà pratica con amore; servire Dio, ma con amore filiale. E' così bello sentirci uniti a Dio Padre, alla vergine benedetta, ai genitori, alle sorelle.
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23. Fortezza. Dono che ci aiuta a cacciare le tentazioni prompte, faciliter, delectabiliter, cioè con amore e gioia.
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24. Timore di Dio. Questo dono ci fa temere il peccato per amore di Dio e non solo come danno per noi. E' carità perfetta. Nella santificazione dell'anima è dono che giova moltissimo e conduce molto avanti.
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25. Vivere in quotidiana e continuata unione di carità è frutto della inabitazione dello Spirito in noi. Egli infonde fede, speranza, carità, santifica e perfeziona le virtù cardinali, dà i suoi doni, produce i suoi frutti. Chi è arrivato a dare frutti è allo stato di unione e di carità. Un'anima che vive veramente nello spirito delle beatitudini si priva di quasi di tutto, pregustando l'eternità.
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26. Il buon Pastore è mite nella fortezza, e guadagna le anime persuadendole, penetrandole talora con uno sguardo. Ammirabile ascensione di una anima che gode di questa vita forte e dolce, innestata in Dio e praticante tutte le più belle virtù. Sente che le manca solo che cada la prigione del corpo, per giungere al cielo. Certe piante crescono come tisiche sulla ghiaia, altre crescono gagliarde, con le radici profonde.
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27. Il cammino del giusto nella Scrittura è paragonato al sole. Le anime semplici ed umili ricevono doni e ricchezze che non conoscono, in paradiso si sveleranno tutte queste ricchezze. Una visione viva di Dio, un possesso profondo, un gaudio, una unione eterna, proporzionata alla ricchezza di grazia. Come mezzi per compiere questo cammino la pastorella ha il dovere di sviluppare al sommo la personalità (tutti i talenti per Gesù e per le anime); e il dono totale di sé.

Fine ritiro - Genzano (Roma) marzo 1949

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15 Genzano (Roma) marzo 1949