Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. LO STATUTO DELLE ANNUNZIATINE
La formazione e i voti
Ritiro alle ragazze, 3a Meditazione, Torino (SAIE), 27 maggio 19621


Nell’estate, il corso particolare degli Esercizi Spirituali; e leggo le date e nello stesso tempo il luogo dove si terranno gli Esercizi Spirituali, a scelta.
In luglio, dalla sera del 6 al mattino del 12, Villaggio Madonna degli Olivi, via Grande, Catania: questo è per la Sicilia e il Meridionale, specialmente quindi la Calabria e la Sicilia. In luglio, dalla sera del 25 al mattino del 31, Casa di Esercizi a Cagliari, via Tueri numero 11. Poi vi è un altro corso dalla sera del 12 al mattino del 19, Casa Divin Maestro, Ariccia, Roma: questo in agosto, dal 12 al 19. Poi vi è un altro corso ancora, qui in Alta Italia, dalla sera del 21 al mattino del 28, Casa di Esercizi sul Garda, Brescia, il paese [è] Tignale sul Garda, Brescia.
Oh! Allora, perché si possa fare questo corso, partecipare a questo corso, fare la domanda. La domanda deve essere indirizzata a don Amorth, don Gabriele Amorth2, a Roma, via Alessandro Severo 58.
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Si può anche dare la lettera alle suore che la spediscano3, oppure indirizzare la lettera a suor Felicina Luci4, via Antonino Pio 9, Roma.
Invece per i sacerdoti e per i giovani, che non interessano voi, sono altri corsi. Per sacerdoti in settembre, per i giovani in agosto: e la domanda lì viene indirizzata a via Alessandro Severo, Società San Paolo, o al mio nome, Don Alberione.
I luoghi sono stati ben scelti e sono persuaso che vi troverete, per chi vuole parteciparvi, vi troverete benino e avrete predicatori che sono preparati per questa opera, per questo corso di Esercizi.
Quando vi fosse qualche persona che vi sembra […]5

Oh! Vi è il postulato. Cioè il postulato è: domanda di entrare. «Lo sviluppo e la stabilità dell’Istituto dipendono molto dall’accurata scelta dell’ammissione dei candidati, fatta con ponderatezza e prudenza»6. «Il postulato dura almeno sei mesi, ma può essere abbreviato o prolungato dal Superiore Generale della [Pia] Società San Paolo»7.
Poi dopo il postulato c’è il noviziato. «Il noviziato dura due anni e può essere prolungato dal Superiore Generale, eccetera»8. E allora si deve, durante il noviziato, seguire le
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norme che ci sono, specialmente le pratiche di pietà: primo, per ogni giorno la Santa Messa e la Comunione possibilmente; non potendo, si supplirà con la comunione spirituale; le meditazioni, possibilmente di mezz’ora, preghiere del mattino e della sera, Visita Eucaristica e studio della religione. Per ogni settimana la Confessione sacramentale, studio del presente Statuto. E poi per ogni mese il ritiro spirituale, che si può fare in casa propria o si può fare anche nelle case dove è possibile raccogliersi9.
«Le novizie ritenute idonee, alla fine del noviziato, saranno ammesse […] alla professione temporanea dei voti. Prima però di emettere i voti, le novizie che avessero un patrimonio proprio e distinto dovranno»10 un po’ intendersi per queste cose con chi guida il corso di Esercizi.
I voti. «I voti dei membri degli Istituti sono voti riconosciuti dalla Chiesa, con gli effetti giuridici contenuti in questo Statuto. Obbligano in coscienza sotto pena di peccato […], secondo la gravità o meno della materia». «La dispensa dai voti, sia che siano temporanei o siano perpetui, è riservata al Superiore Generale della Società S. Paolo». Poi: «I membri di voti temporanei sono liberi» di rinnovarli oppure di non rinnovarli dopo che saranno scaduti11.
«Voto di povertà. Con il voto di povertà ogni membro rinuncia alla facoltà di usare e disporre liberamente di qualunque cosa temporale stimata in denaro. Non potrà, quindi, legittimamente, senza il permesso del legittimo Superiore, disporre, vendere, comprare, donare, cambiare, prestare o accettare qualunque cosa di valore economico». Ma è facile, «in vista delle spese comuni e delle molteplici opere di apostolato dell’Istituto, ogni membro vi concorrerà con libere offerte»12.
Ma come regolarsi per la povertà? Presentare al principio di ogni anno il conto preventivo delle spese annuali; poi
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presentare il conto consuntivo alla fine dell’anno; chiedere il permesso ai Superiori quando fossero delle cose veramente straordinarie da disporre, eccetera; riferire poi sullo stato economico personale13, sì.
Però lo spirito di povertà importa che noi ammiriamo la casa di Nazaret: come vivevano Maria, Gesù, Giuseppe; e cercando di imitare la loro vita. Del resto, questo: le Annunziatine come i Gabrielini devono vestire decorosamente e anche decorosamente sia il loro comportamento, e anche la casa sia conveniente… e così in maniera da non apparire gente infelice oppure strana. Seguire l’andamento e il modo di vivere attuale della donna comune, è buono, ma moderarsi in maniera che non ci sia una moda non buona; ma neppure apparire come persone strane… strane che non sappiano vivere in comunità. Non devono comportarsi in maniera di essere indicate a dito: Quella è una persona che ha i voti… no, non devono accorgersi, in un certo senso, o difficilmente accorgersi se la persona ha fatto la sua consecrazione, cioè ha dei voti particolari. Portarsi come le persone comuni secondo il proprio stato, perché altro è lo stato di una operaia: e vestirà come una operaia ordinaria; e l’altra sarà invece di una famiglia molto distinta per impiego, eccetera: e dovrà essere come le persone di quel grado.
Il voto di obbedienza. «Ogni membro ha il merito del voto tutte le volte che obbedisce, manca al voto quando disobbedisce al suo legittimo Superiore in quelle cose che gli vengono comandate esplicitamente in forza del voto»14… questo però è difficile.
Tuttavia, c’è la virtù dell’obbedienza. E fra le cose che adesso sono più necessarie, ci sta appunto la virtù dell’obbedienza, la virtù della docilità. Il voto comprende anche la povertà e castità. Quindi, all’obbedienza dare la maggiore importanza, all’obbedienza: e sappiamo che ogni peccato è una disobbedienza a Dio e ogni atto buono è una obbedienza a
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Dio. Dare a Dio la libertà nostra con il voto di obbedienza è il fare il massimo ossequio al Signore. «Erat subditus illis» [Lc 2,51], Gesù soggetto a Maria ed a Giuseppe. Non a cose straordinarie, ma alle cose ordinarie!
A chi obbedire? Al confessore per lo spirito, al capo fabbrica se una va al lavoro in una fabbrica oppure, se in ufficio, al capo ufficio; e in famiglia in quello che la famiglia ha ragione di comandare, in quello che la mamma, supponiamo, ha ragione di comandare; e ascoltare il confessore in quello che il confessore dirà per le cose spirituali; e poi ricevere le disposizioni che vengono dal Centro.
Per tutte le spiegazioni di cui avete bisogno, che desiderate, [an]notatevi l’indirizzo, scrivete sempre a don Gabriele Amorth - Gabriele è il suo nome, Amorth è il suo cognome - il quale abita nella Società San Paolo a Roma, via Alessandro Severo 58 o 59, sono due i numeri.

Oh! Adesso richiamiamo la benedizione di Dio sopra i propositi fatti in questo giorno.
Ringraziare il Signore perché in questa giornata il Signore vi ha parlato al cuore, seguire docilmente, e amarlo tanto tanto il Signore!
Piacendo al Signore, ritornerò il 24 di giugno, e invece il 1° luglio ci sarà un altro ritiro mensile per altre persone.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 127/62 (Nastro archivio 116a. Cassetta 116, lato 1. File audio AP 116a). Titolo Cassetta: “La vocazione delle Annunziatine”.
La prima parte di questo testo, fino all’interruzione del nastro, è ricavata dal Nastro originale.
2 Pietro Gabriele Amorth (Modena, 1° maggio 1925 - Roma, 16 settembre 2016), dopo la laurea in Giurisprudenza, entrò nella Società San Paolo e fu ordinato sacerdote nel 1954. Ricevette dal Fondatore nel 1959 l’incarico di seguire il nascente Istituto Secolare delle Annunziatine, che accompagnò nella loro espansione come Delegato fino all’anno 1976.

3 Le suore a cui si riferisce potrebbero essere le Apostoline presenti alla meditazione, che in quel periodo si occupavano delle Annunziatine della SAIE.
4 Luci Domenica - sr. Felicina (Cellere/VT, 15 gennaio 1917 - Roma, 26 luglio 2001), Figlia di San Paolo. Nel 1958 Don Alberione le diede l’incarico di seguire il nascente Istituto “Maria SS. Annunzia­ta”. Per circa 20 anni collaborò con don Amorth per avviare le prime Annunziatine, attraverso colloqui, incontri, formazione, corrispondenza e, soprattutto, con i corsi di Esercizi realizzati in diverse zone d’Italia.
5 Vi è un’interruzione del nastro di qualche minuto. Poi una ripresa con queste parole del PM: «Preparano, preparano asili… voglio dire, preparano case dove raccogliere questi infelici». Quindi, dopo qualche secondo, riparte l’audio con le parole come sopra.
Questo piccolo “residuo” di registrazione ci fa supporre che sia stata sovrascritta la parte finale della registrazione precedente (AP 115b), che non era terminata sul primo lato della bobina originale e, verosimilmente, sarebbe potuta continuare sul secondo lato, sul quale è registrata la presente meditazione.
6 Statuto degli Istituti…, op. cit., art. 15. Nel testo vi è la parola Associazione al posto di Istituto. Gli articoli 15-17 trattano del Postulato (capo III).
7 Id., art. 17.
8 Id., art. 19. Gli articoli 18-25 riguardano il capo IV, il Noviziato.

9 Cf Id., art. 23.
10 Cf Id., art. 25. La frase termina con le parole: «dichiarare come intendono amministrarlo». Il testo nello Statuto è declinato al maschile.
11 Cf Id., artt. 26-28. Gli articoli del capo V sui voti vanno dal 26 al 54.
12 Cf Id., artt. 31-32.

13 Cf Id., art. 35.
14 Id., art. 40.