1. CONOSCERE INTIMAMENTE PER CAMMINARE RETTAMENTE
Epifania, Meditazione, Torino (SAIE), 6 gennaio 19621
Questa mattina per prima cosa ho sentito il canto della lode: Venite, adoriamo il nato Bambino, il Figlio Divino che per noi s’incarnò2. Ecco, questo invito fu rivolto ai pastori i quali, dopo le parole dell’angelo, andarono ad adorare il Bambino [cf Lc 2,8-20]. E poi c’è stato l’invito della stella, che era segno del Messia. E allora [i magi] partirono e vennero a Betlemme ad adorare il Bambino. Vennero da lontano, portando anche doni preziosi [cf Mt 2,1-12].
Oh!, ma se questi sono andati, e quanti non si mossero? Quanti stettero a guardare e magari a giudicare, a criticare, parlando come di gente illusa: adorare un bambino in una grotta come il Messia, come il Re divino! E così non si mossero. Oh!, che cosa significa? Significa che non basta la luce esteriore, anche il leggere dei buoni libri; ci vuole la luce interiore, che ci fa capire le cose che da noi non potremmo capire: cioè, ci vuole la fede, il dono di Dio ci vuole! E dobbiamo sempre chiedere questo.
La prima domanda che ci han fatto da bambini, quando siamo stati portati alla chiesa per il Battesimo… il sacerdote si è fatto incontro a noi e ci ha domandato: Che cosa chiedi alla Chiesa?. E la prima risposta che fu data a nome nostro
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