Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. FEDE NEL VALORE DELLA CONFESSIONE
Chiediamo a Maria lo spirito della vocazione
Domenica in Albis (Ottava di Pasqua), Meditazione, Castel Gandolfo, 29 aprile 19621


Il Vangelo di oggi ricavato da san Giovanni, capo XX.

In quel tempo, giunta la sera del primo giorno dopo il sabato ed essendo chiuse le porte dove erano congregati i discepoli per paura dei Giudei, venne Gesù e stette in mezzo ad essi, e disse loro: Pace a voi. E detto questo, mostrò loro le sue mani e il suo costato; si rallegrarono pertanto i discepoli al vedere il Signore. Disse loro di nuovo Gesù: Pace a voi. Come il Padre mandò me, anch’io mando voi. E detto questo, soffiò sopra di essi e disse: Ricevete lo Spirito Santo. Saran rimessi i peccati a chi li rimetterete e saran ritenuti a chi li riterrete.
Ma Tommaso, uno dei dodici soprannominato Didimo, non era con essi al venire di Gesù. Gli dissero però gli altri discepoli: Abbiam veduto il Signore. Ma egli: Se non vedo nelle mani di lui la fessura dei chiodi e non metto il mio dito nel luogo dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non credo. Otto giorni dopo di nuovo erano i discepoli in casa radunati e Tommaso con essi. Venne Gesù a porte chiuse e si pose in mezzo, e disse loro: Pace a voi. Quindi rivolto a Tommaso dice: Metti qua il tuo dito, osserva le mie mani, accosta la tua mano e mettila nel mio costato e non essere più incredulo, ma credente. Rispose Tommaso: Signor mio e mio Dio. E Gesù: Perché hai veduto, Tommaso, hai creduto? Beati coloro che non vedendo, crederanno.
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Vi sono anche molti altri prodigi fatti da Gesù in presenza dei suoi discepoli che non sono registrati in questo libro. Questi poi sono stati registrati, affinché crediate che Gesù è il Cristo figliolo di Dio e affinché credendo abbiate la vita eterna2.

Allora qui noi vediamo come il Signore dichiara: Beati quelli che non vedranno, ma crederanno, ecco. Il toccare con mano viene dalla ragione, ma il credere a quello che non tocchiamo con mano e che la ragione non dimostra, allora sì, [che] opera la fede: si crede a Dio, non alle mani. Noi non vediamo che il peccato sia scancellato dall’anima quando ci siamo confessati, ma beati quei che credono senza vedere la scancellatura - come uno scancellerebbe ciò che ha scritto sulla lavagna - ma crede che nel sacramento della Confessione il sangue di Gesù si applica all’anima e la lava dalle macchie; non solo, ma conferisce la grazia per il futuro. La Confessione: credere al valore della Confessione.
Ed ecco appunto3 quello che dice a loro, cioè ai discepoli: Come il Padre mandò me, anche io mando voi; il Padre ha mandato Gesù a togliere il peccato dal mondo: Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo [cf Gv 1,29], cioè lo scancella in generale il peccato dell’umanità; ma per ognuno, ci vuole poi l’applicazione per noi. Gesù ha sparso il suo sangue e ha pagato, ma rimane che poi venga a pagare per me, e cioè nella Confessione mia. Allora si applica il sangue, e questa applicazione viene sicuramente: occorre far le Confessioni con fede che il sacramento toglie il peccato, che il sacramento conferisce la grazia per non peccar più.
Gesù soffiò sopra di essi: questo soffio è figura dello Spirito Santo e il soffio procede da Gesù, lo Spirito Santo procede da Gesù. Soffio, cioè lo Spirito Santo che rimette, sì, il male portando la grazia nelle Confessioni, ma qui ricevete lo Spirito Santo: a che pro, per che cosa, che fine? Saran rimessi i peccati a chi li rimetterete, e saran ritenuti a chi li riterrete, e cioè: il Signore conferisce agli apostoli,
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e poi quindi a tutti i loro successori, il potere di rimettere il peccato. Ringraziamo il Signore che ha dato questo potere ai sacerdoti, e che questo potere viene applicato, usato per noi. A chi li rimetterete, cioè a chi è ben disposto; a chi li riterrete, a chi non è ben disposto, ecco. Se uno è ben disposto e avesse anche mille delitti o centomila, disposto bene, confessa bene, pentito bene, propone bene, promette di usare i mezzi per evitare… ecco, l’anima diventa bianca come la neve per mezzo dell’assoluzione: a chi rimetterete i peccati saran rimessi. Ma uno avesse anche un solo peccato grave e non ne è pentito e non ha voglia di evitarlo, anche se lo accusa ma non c’è il pentimento: a chi non rimetterete, non saran rimessi… se il confessore giudica che non ci sono le disposizioni, non dà l’assoluzione… quindi, non rimette. Perciò le Confessioni, ecco, farle bene.
È utile che leggiate quello che c’è nel libro [delle preghiere]4 a pagina 78: La Confessione è il sacramento in cui il Padre celeste, per i meriti di Gesù Cristo, accoglie nuovamente il figlio che ritorna pentito. Essa cancella i peccati della vita passata; ma serve pure come mezzo principale a perseverare nel bene, evitare le cadute, correggere i difetti5. Quindi dice quali sono le disposizioni: Preghiera, esame, dolore, proposito, accusa, soddisfazione.
Quanto poi alla Confessione, il libro a pagina 80 dice: Accostatevi umilmente al confessore, dicendo: Padre, beneditemi perché ho peccato. E allora il sacerdote benedice, e quando benedice: Fate il segno di croce. Dite: Mi confesso a Dio onnipotente, alla B. V. Maria, a San Paolo e a tutti i Santi, perché ho peccato. Poi dite quando fu l’ultima vostra Confessione, se avete fatto la penitenza, la Santa Comunione. Quindi fate l’accusa con semplicità e schiettezza; ascoltate docilmente gli avvisi del confessore; accettate la penitenza ingiunta; poi recitate l’Atto di dolore; mentre il sacerdote vi dà l’assoluzione fate il segno di croce.
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E dopo la Confessione, subito dopo la confessione, se non fu altrimenti prescritto dal confessore, farete, potendolo, la penitenza - e se non si può fare subito appena quando si potrà -; poi richiamate e scolpite bene in mente i consigli avuti e rinnovate i propositi; poi ringraziate6 il Signore.

Poi c’è un’altra cosa da ricordare. Siamo nella novena Regina Apostolorum7 e stiamo per cominciare il mese di maggio, vicinissimo: accogliere bene la Mamma, la Madonna che viene. Viene tra di noi ricca di grazie, e viene per incoraggiarci, viene per comunicarci i doni di Dio, viene per infondere nuovo coraggio, e specialmente comunicarci una fede più profonda, una speranza più viva nei meriti di Gesù Cristo e nella grazia, e una carità più forte verso Dio, verso le anime, per l’apostolato: chiedere lo spirito della vocazione! Maria, la prima religiosa, l’esempio di tutte le religiose, Maria!
Come passare il mese di maggio?
Istruzione sopra la Madonna: prima di tutto conoscerla Maria sempre meglio. Ci sono libri adatti, libri più semplici, libri un po’ più fatti per persone già istruite, vi sono libri per ogni condizione di persone e di cultura. Oh! Istruirsi, leggere sulla Madonna la lettura spirituale del mese di maggio.
Secondo: determinare un ossequio da farsi a Maria. Ossequi comuni sono le preghiere, le lodi che canterete assieme, le pratiche che si fanno giornalmente.
Poi, oltre a questo, determinare la grazia da chiedersi. Ossequio a Maria: le preghiere; e poi ci sarà qualche fioretto, qualche mortificazione, qualche atto particolare di amore… e chiedere bene la grazia che ci sta a cuore per questo mese: chiederla ogni giorno fino alla fine, e con insistenza e con fiducia chiederla… quella grazia che più ci sta a cuore; possiamo chiederle tutte le grazie, ma particolarmente quella che ci è più necessaria: ognuno lo sa quale sia la grazia più necessaria per sé.
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Dunque tre cose: primo, conoscer Maria; secondo, ossequi a Maria, specialmente la preghiera; e terzo, chiedere le grazie di cui abbiam bisogno e la grazia più necessaria per noi in particolare. In modo particolare raccomando di chiedere lo spirito della vocazione.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 125/62 (Nastro archivio 113a. Cassetta 114, lato 1. File audio AP 113a). Titolo Cassetta: “Confessione. Fede”.

2 Vangelo: Gv 20,19-31. Il brano viene citato liberamente dal PM.
3 Il PM dice: e sta appunto.

4 Preghiere, ed. 1957, pp. 78, 80. La Confessione è la prima tra le Pratiche settimanali sul libro delle preghiere (pp. 78-81).
5 Il testo dice: “mezzo principale a preservare da ricadute e correggere i difetti”.

6 Il PM dice: ringrazierete.
7 Vedi p. 96, nota 6.