Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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22. CHE COSA VUOLE DA ME IL SIGNORE?
La via della famiglia e la via della consacrazione a Dio
Ritiro alle ragazze, 2a Meditazione, Torino (SAIE), 27 maggio 19621


Ricordando quello che è necessario conoscere per orientarsi nella vita, riassumo ciò che è già stato altra volta predicato e cioè [che] la giovane fa bene ad interrogare se stessa: che cosa sarà della mia vita? cosa vorrò fare nella mia vita? a che cosa mi sento portata per la vita?
Tutti la vocazione al cielo, ma non tutti per la medesima strada. La via ordinaria è quella della famiglia, nei casi comuni. Tuttavia il Signore, fra la moltitudine delle giovani, ne sceglie alcune per sé, che chiama a sé e che vuole per una vita di consecrazione a lui: vuole delle ancelle, Gesù, che siano intieramente sue, secondo i suoi desideri.
Allora, la via comune è quella della famiglia; la via di consecrazione a Dio è come un privilegio di bontà di Dio da una parte, e dall’altra parte in quanto la persona può raggiungere una maggior santità, può assicurare il cielo e assicurarselo più bello. Oh, chi poi ha questa chiamata da Dio, si trova davanti non solo ad un bivio ma ad un complesso di strade; e tuttavia diciamo [che] tre son le principali strade: o la vita claustrale contemplativa o la vita attiva, ma sempre di consecrazione, o la vita mista, cioè contemplativa e attiva in quanto che si uniscono la pietà - pietà religiosa, pietà abbondante - e il lavoro apostolico nello stesso tempo, l’azione… orazione e azione.
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Vita contemplativa. E questa è specialmente delle suore claustrali: come ho detto anche stamattina, sono ventimila in Italia. E vi è il periodico che stampiamo noi a San Paolo con il titolo Pro orantibus2, cioè per le suore che pregano: e si ottengono aiuti per la loro vita, perché esse non hanno lavori utili, generali, hanno bisogno della carità pubblica.
Oh! Dopo queste, vi sono le persone consecrate a Dio in attività dove il lavoro apostolico - sempre apostolico, si capisce - è continuato, e si può dire che riempie la giornata pur lasciando qualche tempo alla preghiera.
Poi vi sono gli Istituti Religiosi i quali hanno insieme la preghiera e l’attività apostolica, uniscono cioè l’orazione all’azione, apostolato; e qui vi sono molti Istituti così, e sono certamente più di quattrocento Istituti che hanno l’unione della vita: contemplazione, cioè preghiera, con l’azione, proporzionate, e con una certa abbondanza di orazione. Oh, in questo caso, vi è ancora una suddivisione quando vi è questa vita [di] azione unita all’orazione. Vi è un certo numero di suore, e un numero grande, che hanno orazione e azione, ma hanno insieme abito comune e vita comune. Hanno questo come esercizio di virtù: la vita comune che è sorgente e occasione di molti meriti; e hanno pure l’abito comune che le separa dal comune degli uomini, cioè le fa conoscere davanti alla società.
Invece vi sono queste anime che si consacrano a Dio nella vita, insieme orazione e azione, ma escludono l’abito comune e la vita comune.
Quindi quante persone ci sono che hanno la loro piena consecrazione a Dio, cioè povertà, castità, obbedienza; e - secondo - [seguono] delle Costituzioni; e così hanno l’attività
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apostolica libera, esercitano l’apostolato nel mondo e attendono alla loro santificazione; vivendo così, devono dare però molta preghiera: è qui che è necessario, e cioè che ci sia quindi la Messa ogni giorno, possibilmente anche la Comunione, possibilmente; e ci sia l’orazione, la meditazione al mattino, ci sia l’adorazione lungo il giorno, ci sia il rosario, ci sia l’esame di coscienza… la pietà abbondante, particolarmente da notarsi l’esame di coscienza e la visita al Santissimo Sacramento. Poi il resto della giornata possono impegnarlo per aiuto delle anime, perché l’apostolato consiste nel dare aiuto in qualche maniera, in qualche forma, alle anime... fanno l’apostolato.
Oh! Ecco, le Annunziatine appartengono a questo genere di vita, cioè vita di consecrazione al Signore con i voti di povertà, castità, obbedienza, e insieme vita di apostolato; e d’altra parte escludono la vita comune, escludono l’abito comune. Tuttavia un gruppetto di queste possono abitare in comune, fare vita comune, e così possono poi dirigere le altre che non sono in vita comune.
Gli Istituti che sono connessi e collegati con la Famiglia Paolina, sono tre: Annunziatine, Gabrielini e Sacerdoti di Gesù Sacerdote. Oh, hanno quindi la vita di consecrazione e dall’altra parte la vita di azione: «La totale consecrazione al Signore mediante l’emissione di voti riconosciuti dalla Chiesa e la piena dedizione all’apostolato»3. In fondo sono tutti… sono uguali, e quelli che sono di vita comune con abito comune e quelli che invece non hanno l’abito comune e la vita comune ma son consecrati a Dio.
«L’Istituto - questo Istituto - ha per fine generale la gloria di Dio e la santificazione dei propri membri, mediante
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l’osservanza dei tre voti di obbedienza, povertà e castità, e mediante l’ordinamento della propria vita secondo il presente Statuto»4.
Ora il vivere religiosamente nel mondo va [bene] per certe persone, perché molte persone non amano la vita comune, vogliono una certa libertà, fare il bene ma con una certa libertà; quello che per loro sembra più adatto o più necessario nel loro ambiente; e se lo scelgono, quindi, l’apostolato, poi approvato da chi dirige l’Istituto. Ma l’apostolato è fatto secondo le tendenze che uno ha: uno ha piacere di dedicarsi alle opere catechistiche e l’altro ha piacere di dedicarsi a soccorrere i poveri. Supponiamo, possono essere anche iscritte nell’opera delle Dame di San Vincenzo o nella parte maschile di questa opera per i poveri, oppure altre opere simili: può essere la stampa e può essere invece l’attività dell’Azione Cattolica, eccetera…
Oh, quindi, questi Istituti hanno la piena consecrazione al Signore, hanno un apostolato proprio scelto da sé, e poi non hanno né abito comune né vita comune.
L’apostolato proprio. Perché, supponiamo che una sia in una officina o in un impiego o in uffici, oppure che una sia maestra, si trova bene nel formare giovani, fanciulli: pur facendo la scuola, istruendo quando si presenta l’occasione anche un po’ nel catechismo, nelle verità della dottrina cristiana, e poi educare a far bene, la gioventù… e questo rimane un apostolato.

Oh! Adesso, i nostri Istituti che fini hanno? «Fine speciale consiste nell’esercitare nel mondo l’apostolato, cooperando alle attività particolari della Famiglia Paolina: perciò i membri, oltre la preghiera e il buon esempio»5 , come esercitano l’apostolato, quali apostolati? Adesso abbiamo per esempio l’Unione per le vocazioni: e c’è l’apostolato vocazionario molto bello, e stiamo in questi giorni facendo la Mostra vocazionaria
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a Mondovì, l’abbiamo fatta in principio del mese ad Alessandria, andremo a farla dopo a Biella6, e si è chiamati in parecchie Diocesi… e si fa quel che è possibile: collaborazione, per esempio, alle vocazioni7. Poi c’è l’Unione per le morti improvvise, poi c’è l’Unione per l’apostolato del cinèma, c’è l’Unione per l’apostolato della stampa, e ci sono altre Unioni8 […]
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1 Nastro originale 127/62 (Nastro archivio 115b. Cassetta 115, lato 2. File audio AP 115b). Titolo Cassetta: “Necessità di conoscere la propria vocazione. Le varie vocazioni”.

2 La pubblicazione del bollettino Pro Orantibus, organo del Segretariato Assistenza Monache, iniziò nel 1954, a meno di un anno dalla prima Giornata “Pro Orantibus” (13 maggio 1953), promossa al fine di far conoscere ed apprezzare sempre di più la vita contemplativa, e a “sostengo alle Monache bisognose di cure e delle Comunità claustrali che non hanno sufficienti mezzi di sostentamento”. Come avveniva anche per altre riviste, questo periodico semestrale veniva stampato nella tipografia dei Paolini per conto terzi che, in questo caso, era la Sacra Congregazione dei Religiosi.

3 Cf lo Statuto degli Istituti “Gesù Sacerdote”, “S. Gabriele Arcangelo”, “Maria SS. Annunziata”, 8 aprile 1960, art. 1. In questo primo articolo si ricorda che «i membri intendono professare la perfezione evangelica nel mondo secondo i principi enunciati dalla Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia», il primo documento sugli Istituti Secolari di Pio XII [AAS 39(1947), pp. 114-124], in Enchiridion della Vita Consacrata, Bologna 2001, 2030-2062; il riferimento a questo documento si ritrova anche nel Decreto di Approvazione della Sacra Congregazione dei Religiosi, riportato nelle prime due pagine dello stesso Statuto.

4 Statuto degli Istituti…, op. cit., art. 2. Nel testo vi è la parola Associazione e non Istituto.
5 Id., art. 3 (cf anche in UPS, I, 378).

6 Nell’anno, la Mostra delle Vocazioni fu realizzata ad Alessandria dal 6 al 13 maggio, a Mondovì dal 20 maggio al 5 giugno, e a Biella dal 16 al 23 settembre; quindi a Roma dal 18 novembre al 9 dicembre, come Mostra della Chiesa.
7 Tra i vari apostolati, il punto 7 dell’art. 3 dello Statuto indica la preghiera e l’azione per le vocazioni.
8 Cf Le Associazioni…, op. cit., 110 pp.