18. DIO MAI LASCERÀ MANCARE VOCAZIONI ALLA CHIESA
Preghiera, azione e sacrificio per le vocazioni
Relazione ai sacerdoti e ai religiosi in occasione della Mostra delle Vocazioni
nella Giornata del clero e dei religiosi, Mondovì (Cuneo), 23 maggio 19621
Eccellenza Reverendissima2, fratelli,
la città e la diocesi di Mondovì hanno una gloriosa storia civile, ma specialmente religiosa, per la fede e la pietà, per la vita cristiana e bontà, per monumenti vari e uomini illustri, per gli insigni vescovi, per gli studi e opere civili, per un clero numeroso colto, zelante. Questa storia si accompagna ed è
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intimamente collegata al suo Santuario, alla sua Madonna, da quando esisteva appena un pilone, poi la cappella, poi il grandioso Santuario, centro di pellegrinaggi, e di cui Pio VII, visitandolo, esclamò: Non credevo che fuori delle porte di Roma si trovasse simile monumento!3.
Ma la divozione mariana vostra è un monumento forse meno considerato ma vero e più grande innanzi a Dio. Per questo, appena fu decisa la Mostra vocazionaria, l’abbiamo offerta e messa sotto la protezione della vostra e nostra cara Madonna, Regina Montis Regalis. Il buon risultato che ne è sotto i vostri occhi lo attribuiamo a Maria, nostra Madre, Maestra e Regina.
Il Congresso nazionale tenuto a Roma per le vocazioni ecclesiastiche e quello internazionale che si sta per aprirsi a Roma4, ci dicono l’importanza del problema più grave della Chiesa. Si hanno infatti due cifre contrastanti: da una parte la necessità di un maggior numero di vocazioni, e dall’altra parte il numero minore di sacerdoti rispetto ai tempi andati. Crescono le necessità e diminuisce il clero. Parlo in generale della Chiesa, poiché qui le cifre parlano diversamente. Non sono certo [qui] per insegnare a voi.
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Impariamo prima di tutto dal vescovo.
La diocesi di Mondovì trovasi in condizioni migliori per lo zelo di sua eccellenza il vescovo che ha qui eretto l’Opus Vocationum Ecclesiasticarum, per le preghiere e l’attività vocazionaria. Ottimo l’articolo de L’Unione Monregalese, dal titolo: Una vocazione per le vocazioni5. Una bella vocazione, vissuta in pienezza di santità e attività pastorale, la continuata cura e le costruzioni per il Seminario minore; quindi per le ricostruzioni del Seminario maggiore, uno dei più moderni e belli del Piemonte. Tutta la diocesi, a ragione, celebra ora i due suoi Giubilei. Per la soluzione del problema, egli ne è vero esempio e maestro; e se si ha e si sente l’unione con il vescovo, non c’è da far altro che seguirne l’esempio e le esortazioni.
In secondo luogo, impariamo da Gesù Cristo.
Gesù Cristo è il Maestro in tutto, anche nel campo vocazionario. Egli ha messo il lavoro vocazionario in primo piano: apostoli significa testimoni di quanto avrebbero veduto e sentito da Gesù Cristo: Eritis mihi testes usque ad ultimum terrae6 [cf At 1,8]. Poi, raccolti i primi apostoli, si manifestò. San Giovanni aggiunge: tre giorni dopo, partecipando con la Madre e con questi primi apostoli alle nozze di Cana, si manifestò; Gesù fece il primo dei suoi miracoli in Cana di Galilea e allora mostrò la sua gloria e così i suoi discepoli credettero in lui [cf Gv 2,1-11].
E cosa fece per la formazione? Nel ministero pubblico Gesù predicò alle turbe il Vangelo e compì la redenzione. Ma la parte migliore7 del suo tempo fu impegnata dal suo
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seminario con i suoi dodici seminaristi. Li aveva eletti ut essent cum illo [cf Mc 3,14], perché stessero con lui, perché fossero testimoni di quanto faceva, e sentissero per ripetere poi il messaggio della salvezza. E per compiere poi la loro formazione, Gesù inviò a loro lo Spirito Santo dal cielo.
Si legge in san Marco: Gesù passando lungo il mare di Galilea vide Simone e Andrea suo fratello che gettavano le reti in mare, perché erano pescatori. Gesù disse loro: Venite dietro di me, io vi farò pescatori di uomini. Ed essi, abbandonate le reti, lo seguirono. Andato più avanti, vide Giacomo figlio di Zebedeo con Giovanni suo fratello che stavano anche essi in barca rassettando le reti. Egli subito li chiamò ed essi, lasciato il padre Zebedeo nella barca con i garzoni, lo seguirono [Mc 1,16-20; cf Mt 4,18-22].
La cura delle vocazioni ha due parti: il reclutamento degli aspiranti e la loro formazione. Questi giorni sono ordinati esclusivamente al reclutamento. La formazione [è affidata] al Seminario e agli Istituti Religiosi. Per la pratica: anche noi, iniziando la vita sacerdotale e parrocchiale, [dobbiamo avere come] primo pensiero le vocazioni, i nostri continuatori: ad essi pensare.
Terzo: impariamo dalla Chiesa.
Papa Giovanni XXIII, in uno dei suoi primi documenti, scrive: Confidiamo che anche ai nostri giorni i giovani, non meno che in tempi passati, rispondano generosamente alla voce del Maestro divino che li chiama. La Chiesa cura i bisogni particolari e i bisogni generali, e cioè quelli delle diocesi singole e quelli della Santa Sede. Che le diocesi abbiano un clero sufficiente di numero e ben formato spiritualmente ed intellettualmente; e che il Papa, il vescovo universale possa disporre di un clero a sua diretta dipendenza per le opere di carattere generale, esempio le missioni, studi superiori, organizzazioni varie a carattere internazionale che sono tante; e supplire in alcune regioni alla scarsità del clero diocesano. Ad esempio, il Santo Padre nella sua diocesi di Roma, tra le circa duecento parrocchie…, per quasi due terzi di esse sono affidate
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al clero religioso. Perciò Pio XII ha istituito due Opere Pontificie e collaterali, una per il clero diocesano e l’altra per le vocazioni religiose.
La prima porta il titolo Opera Pontificia per le Vocazioni Ecclesiastiche, eretta qui in diocesi anche; è del 4 novembre 1941, con il fine di custodire, incoraggiare, aiutare le vocazioni sacerdotali. Ha sede presso la Sacra Congregazione dei Seminari e Università degli studi. L’Opera è consecrata a Gesù Cristo Sacerdote e sotto la protezione della Regina degli Apostoli.
La seconda opera da lui istituita è l’Opera Pontificia delle Vocazioni Religiose, nel 1955, con la conseguente motivazione: Suscitare, difendere le vocazioni religiose, tanto le vocazioni maschili quanto le femminili, compresi gli Istituti Secolari. È consecrata alla Sacra Famiglia, modello delle famiglie religiose. La Sede centrale è presso la Congregazione dei Religiosi.
Ed impariamo anche da chi ci ha preceduto.
Abbiamo ricevuto una preziosa eredità. Sacerdoti, almeno per questa diocesi, in abbondanza, anzi siamo noi stessi l’eredità. Sacerdoti diocesani e religiosi, vocazioni maschili e femminili, in diocesi e fuori diocesi. Le cifre che ho letto parlano ad alta voce, anzi sono i fatti a parlare. Anime consecrate al Signore oltre il quindici per mille, ed anche oltre. Quale eredità lasciamo a nostra volta ai continuatori? Pio XI diceva a proposito di un simile resoconto: È comune dire che le cifre sono fredde, ma qui bisogna riconoscere che i numeri coprono la più bella e santa poesia, e cioè il numero delle anime consecrate al Signore.
Conseguenze. Amiamo il prossimo come noi stessi? Significa volere al prossimo i beni che vogliamo per noi: la salvezza a tutti, ed aiutare le vocazioni come noi fummo aiutati nella nostra vocazione.
Vogliamo la gloria di Dio? Facciamo dei sacerdoti e dei religiosi che attuino il sia santificato il tuo nome e che ne estendano il suo regno e che compiano la sua volontà [cf Mt 6,9-10].
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Vogliamo corrispondere bene alla nostra vocazione? Chi lavora per le vocazioni, riceve le grazie di Dio per vivere più santamente la propria.
Vogliamo un minimo impegno per l’apostolato vocazionario? Sia quello suggerito alla conclusione di un Congresso per le vocazioni: lasceremo dietro di noi almeno due sacerdoti, almeno due missionari, almeno tre suore.
Le vie delle vocazioni.
Entriamo nell’intimità spirituale e psicologica. La vocazione è una volontà divina ab aeterno. Egli, Creatore, infonde qualità, attitudini, carattere conformi alla via da lui segnata per ognuno; poi nel Battesimo lo Spirito Santo le eleva e conforta con la sua grazia; nella Cresima già si delinea la preferenza per la vita contemplativa o attiva o mista, forse; qualche volta prestissimo nella Comunione, anche la prima Comunione, nelle Confessioni e nella Cresima l’invito divino si fa sentire a cuori puri, quelli di cui Gesù diceva: Lasciate che i piccoli vengano a me! [cf Mt 19,14]. Ci vuole, in noi sacerdoti, un cuore simile al Cuore di Gesù per capirli; ma le piante delicate crescono in clima proprio, riservato; in clima ed atmosfera inadatti il seme divino cadrebbe sulla strada o in terreno pietroso, non produrrebbe frutto; piante tropicali muoiono in clima freddo. Il clima del fanciullo è costituito da un triplice ambiente: familiare, parrocchiale, sociale.
E prima, ambiente familiare. Curare la famiglia è anche curare le vocazioni. Buoni padri e buone madri. Dice Pio XI: Il primo e più illustre giardino dove devono quasi spontanea-mente germinare e sbocciare i fiori del santuario, è sempre la famiglia veramente e profondamente cristiana. La maggior parte dei santi vescovi e sacerdoti di cui la Chiesa celebra le lodi, devono l’inizio della loro vocazione e della loro santità agli esempi ed insegnamenti di un padre pieno di fede e ricco di virtù, e di una madre pia e casta, di una famiglia dove regnano l’amore e il timor di Dio. Vi sono anche parrocchie in cui i fidanzati sono preparati al matrimonio con un triduo
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di Esercizi Spirituali, nei quali si suggerisce anche di chiedere al Signore che conceda alla famiglia che sta per nascere la grazia di un figlio o di una figlia con il dono della vocazione.
Secondo: ambiente parrocchiale. Tra parrocchia e parrocchia vi è tanta diversità, per la cura o non cura dei fanciulli e della gioventù maschile e femminile. Necessità in primissimo luogo: catechismi ben organizzati, come sono in molte parrocchie, con catechisti preparati, con oratori e locali appositi, Comunioni frequenti e quotidiane, meditazioni adatte ai piccoli, brevi Esercizi Spirituali e ritiri… promuovere la vita di grazia fra il popolo, la conoscenza della liturgia, la divozione a Maria.
Inoltre, Associazioni di crociatini, chierichetti, rosarianti, piccolissimi, beniamine, riparatrici, devozione a Gesù fanciullo, eccetera… Poi l’Azione Cattolica per giovanetti più sviluppati.
Da notare: le necessità odierne vogliono una più ampia cultura religiosa per i padri e le madri, cultura religiosa e catechistica, teologica: che sentano la Chiesa come società a cui tutti contribuire! Sentano l’importanza del sacerdozio, lo stato religioso nelle rispettive funzioni! L’onore ed il merito di dare un po’ del loro sangue a Dio, la sicurezza di chi pregherà per i defunti della famiglia…
Uscendo dopo la Mostra vocazionaria di Alessandria, qualche sacerdote diceva: Siamo ritornati otto volte per far la meditazione sopra le attività della Chiesa. Le attività le quali persuadono, vedendo queste attività, persuadono il popolo in generale! Che il clero, i religiosi, le suore hanno qualche cosa da fare e fanno qualche cosa nel mondo! Le difficoltà sono enormi. Qualche ombra di scoraggiamento tenta di coprire lo Spirito, ma chi prega, ama, si spende e sovraspende, e qualche cosa ottiene… se non fosse altro, di sicuro il merito davanti a Dio.
Terzo: ambiente sociale, che è costituito dalla scuola, dai divertimenti, dai posti di lavoro, dall’impiego del tempo libero, dalle compagnie che frequentano, eccetera. Qui il sacerdote
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ha spesse volte un’azione limitata. Allora arrivi fino là dove riesce ad entrare, anche sforzandone alquanto la porta… A Bologna un vescovo ci diceva: Utili molto a favore delle vocazioni sono i catechismi che si fanno nelle scuole, specialmente nelle scuole medie. Questo ministero serve a dar l’occasione a parlare anche delle vocazioni.
Potrà almeno il sacerdote, con un’azione contraria, rimediare al veleno che altrove alla gioventù è stato somministrato. Perché arrenderci, si direbbe, con fatalismo, arrenderci con fatalismo ed assistere alla gioventù che diserta la parrocchia? Invece, opporre bene al male: i mezzi del mondo, ma sani. Le geremiadi sui tempi passati non servono: dobbiamo salvare non gli uomini di ieri, che già sono arrivati a destinazione, alla loro destinazione, ma gli uomini di oggi, di oggi, cioè quelli che il Signore ci ha affidato.
Servirsi abilmente dei laici: membri di Istituti Secolari, di Azione Cattolica; della donna, dei maestri per sanare gli ambienti.
La pastorale di oggi, che prima dalla Germania si affacciò timidamente alle porte d’Italia, cinquanta, sessant’anni fa, oggi ha l’ingresso libero, anzi obbligato! Non temiamo di imparare anche da altre nazioni! Confessiamolo innanzi a Dio che un po’ siamo ritardatari. Non già pronti a piangere che l’ovile si svuoti, ma a pregare e operare. La fede crea un sano ottimismo.
Membri e mezzi speciali.
Quali mezzi? Sono tanti, ma il mezzo dei mezzi è formarsi una coscienza vocazionaria, illuminata, profonda. E voi l’avete, e i fatti lo dimostrano.
Poi la via regale: è la preghiera e la sofferenza, mezzi possibili a tutti, voluti da Dio, utilizzati dai santi. Il cardinal Schuster ci diceva: Le più belle vocazioni vengono dal cielo.
Il richiamo è divino: La messe è molta, gli operai pochi: pregate il padrone della messe che mandi mietitori [cf Mt 9,37-38; Lc 10,2]. E altrove: Alzate lo sguardo: le messi biondeggiano! [Gv 4,35].
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Vi sono sulla terra circa due miliardi ottocentocinquanta milioni di uomini, la popolazione cresce ogni anno di quarantatré milioni di unità: così si arriverà presto a tre miliardi, se l’andamento delle cose sarà normale. Ora, per avere un sacerdote su ogni mille persone, ne occorrerebbero tre milioni; e per avere tre suore ogni mille persone, ne occorrono nove milioni. Invece i sacerdoti, fra diocesani e religiosi, per quanto le statistiche non siano molto precise, sono cinquecentomila, e le suore un milione cinquecentomila. In Italia vi sono centocinquantacinquemila suore, tre volte i sacerdoti; di esse, ventimila sono claustrali oranti; poi le altre per opere caritative, sociali, scuole… e sono centoventicinquemila. E non bastano! Quante domande di aver le suore! Nel 1960 – parlo di una cosa un po’ personale – ho ricevuto centocinquantacinque domande di vescovi e di parroci per aver le suore in parrocchia: solo sette domande si sono potute esaudire. Allora, date, et dabitur vobis [Lc 6,38], diceva qualche volta il canonico Allamano8.
Secondo e terzo mezzo. Organizzare la preghiera e la sofferenza nelle diocesi e nelle parrocchie a favore delle vocazioni: tra le anime pie, negli ospedali, nei ricoveri, tra i militanti, eccetera… Ore di adorazione il giovedì o venerdì: mensile o settimanale; celebrazione di Messe con partecipazione dei fedeli; giornate di preghiere o crociate di preghiere; illustrare e celebrare le Quattro Tempora con qualche particolare funzione; scelta di mortificazioni e di sacrifici: le migliori riuscite per le vocazioni sono generalmente quelle che ci sono costate di più9.
È utile ricordare l’Enciclica Sacra virginitas.
È dogma di fede, definito dal Concilio di Trento, che la verginità ed il celibato è superiore al matrimonio.
Pio XII condanna l’opinione che il matrimonio sia il solo mezzo di assicurare alla personalità umana il suo sviluppo
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e perfezione umana. E aggiunge: Noi denunziamo questa dottrina come errore pericoloso.
E condanna altro errore: allontanare i giovani, ed ancor più le giovani, dalla consecrazione a Dio con il pretesto che oggi il mondo ha più bisogno di buoni padri e buone madri di famiglia. Errore! Le anime consecrate a Dio danno un maggior apporto di bene alla società.
La castità è virtù difficile, ma è possibile.
Pio XII condanna l’opinione di coloro, che sotto vari pretesti, vorrebbero la gioventù allo sbaraglio con un’educazione troppo larga… e così buttano la gioventù nel mare del mondo per vedere se si salverà. No! Intanto tenetevi al sicuro e tenete al sicuro i giovani: prudenza, vigilanza, preghiera, istruzione a tempo debito e nel luogo debito e da persona debita.
Mezzi generali.
Sono stati interrogati i vescovi di ogni parte del mondo per il reclutamento delle vocazioni: ecco i loro suggerimenti.
Formare un Centro vocazionario nazionale – e in Italia vi è10 -; i Centri vocazionari diocesani, Centri vocazionari parrocchiali; poi, contatti personali con genitori e giovani; ed un vocazionista di Seminario o di Istituto Religioso.
Contributi economici per il Seminario, gli Istituti Religiosi, oppure per i singoli aspiranti o seminaristi. Vi sono le giornate annuali di raccolta, l’opera delle borse di studio, disposizioni testamentarie, ma in debita prudenza.
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L’iscrizione alle due Opere Pontificie per le vocazioni ecclesiastiche e per le vocazioni religiose.
Mostre vocazionarie e convegni nazionali, regionali, diocesani, come già si usa in parecchi posti.
Esercizi Spirituali, tridui, giornate vocazionarie per genitori e per giovanette e giovanetti.
Periodici e libri sull’argomento delle vocazioni; corsi di orientamento nella vita.
L’anno vocazionario, il mese vocazionario, il triduo vocazionario.
Per insistenza della Santa Sede si è iniziato l’Istituto vocazionario Regina Apostolorum per tutte le vocazioni. La presente Mostra vocazionaria è una delle sue espressioni, sebbene il lavoro sia stato fatto da quanti hanno generosamente operato.
Il sacerdote lavora per formare dei buoni cristiani, anime che vivono in grazia. Ma fra quelli, può esser che tra i fanciulli possa notare qualcheduno che mostri migliori doti: sarà… si confida che sarà… che cosa? Il contadino mette sempre a parte dopo il raccolto il grano migliore per la semina, e così ognuno di noi, ogni sacerdote e ogni parroco, tra la moltitudine dei fanciulli può scegliere quelli che sembrano i granelli per la semina.
Oh, ora sono tre le domande che mediante la preghiera, la sofferenza e le opere di carità facciamo al Signore - e questa è come una terza Unione che non entra nelle due prime -; tre intenzioni così espresse: e sono per il reclutamento, per la formazione, e per la santificazione del clero e delle sue attività parrocchiali e sacerdotali.
Primo, prima domanda: che il Padre celeste, padrone della messe, mandi vocazioni ecclesiastiche e religiose per tutti gli apostolati, in numero sufficiente per la diocesi, per la Chiesa, per tutta l’umanità, secondo quanto Gesù Maestro ha detto: La messe è molta, gli operai pochi. La messe è veramente
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grande ma gli operai sono pochi, pregate dunque il padrone della messe… [cf Mt 9,37-38; Lc 10,2].
Seconda intenzione: che i chiamati si formino degni della loro vocazione sull’esempio del Maestro divino. E com’era il Maestro divino allora? Erat subditus illis [Mariae et Ioseph]… Et proficiebat sapientia, et aetate, et gratia apud Deum et homines11 [cf Lc 2,51-52]: così siano i nostri aspiranti.
Terza intenzione: che tutti i consecrati a Dio perseverino e si santifichino impegnando tutti e tutte le forze per la salvezza delle anime, secondo le parole del Maestro divino: Pater, sanctifica eos in veritate12 [Gv 17,17], Qui manet in me, et ego in eo, hic fert fructum multum [Gv 15,5], chi rimane in me ed io in lui, questi porta molto frutto.
Adunque, piena fiducia in Dio che mai lascerà mancare il numero sufficiente e necessario di vocazioni alla Chiesa. A noi la preghiera, l’azione, il sacrificio.
In conclusione, oremus ad invicem13 tutti assieme, perché possiamo santificare il nostro sacerdozio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastri originali e duplicati 2grande e 12 s.d. [128/62 e 128/62bis]. (Nastro archivio 116b. Cassetta 116bis, lati 1/2. File audio AP 116b). Titolo Cassetta: “Mostra delle vocazioni. Conferenza ai sacerdoti sulla necessità della pastorale vocazionale”.
La Mostra si svolse dal 20 maggio al 5 giugno nel Santuario di Vicoforte, all’interno del Seminario minore, in omaggio ai due giubilei del vescovo Sebastiano Briacca: il Cinquantesimo di sacerdozio e il Trentesimo di Episcopato. Era composta da 31 padiglioni (uno sul Seminario, uno sulla vocazione in generale, e i restanti sugli Istituti Religiosi) e da uno spazio dedicato alla figura del vescovo, nell’atrio del Seminario stesso. Anche per questa occasione, fu pubblicato un testo Guida (Mostra delle Vocazioni, Mondovì - Santuario, 20 maggio - 3 giugno 1962, Roma 1962, 75 pp.). Una serie di iniziative e manifestazioni erano inoltre collegate all’Esposizione.
Per quanto riguarda questa Relazione, anch’essa ricalca quella pronunciata ad Alba nel 1961; anzi, la base da cui parte è evidentemente il testo usato per quella di Alessandria (vedi pp. 102-113). Perciò, anche qui non ripetiamo le note già riportate nella Relazione di Alba e neppure segnaliamo le diverse varianti, le omissioni o le aggiunte che differenziano i tre testi (vedi AP 1961, pp. 289-306).
2 Sebastiano Briacca (Borgoticino/NO, 29 maggio 1888 - Mondovì/CN, 13 ottobre 1963), nel trentennio del suo ministero episcopale a Mondovì, si distinse per intraprendenza e illuminata sapienza pastorale, segnata da una notevole mole di lavoro: la ricostruzione dei Seminari minore e maggiore, l’istituzione di nuove parrocchie, le 7 Visite Pastorali, il Sinodo diocesano, i Congressi eucaristici, catechistici, mariani… È ricordato anche per l’impegno in cui si prodigò durante la II Guerra Mondiale per soccorrere, proteggere e salvare intere popolazioni e i suoi numerosi sacerdoti imprigionati (cf Mostra delle Vocazioni, op. cit., pp. 5-7).
3 L’origine della devozione alla Regina Montis Regalis risale alla fine del XVI secolo. Si sviluppò attorno ad un pilone, che poi venne circondato e coronato dal grandioso Santuario. Il monumentale complesso architettonico, ammirabile in tutta la sua grandiosità dall’ampio piazzale antistante, rivela le diverse fasi costruttive succedutesi a partire dal 1600 fino ai lavori conclusi nel 1891.
Un monumento all’interno del Santuario ricorda il passaggio di Pio VII (Cesena 1742-Roma 1823) che, esule, fu internato prima a Savona (1809-1812) e poi in Francia da Napoleone Bonaparte. Nel Santuario di Vicoforte egli passò il 16 agosto 1809 e arrivò a Savona il giorno dopo. Cf ERNESTO BILLÒ, Santuario Basilica della Natività di Maria Regina Montis Regalis-Vicoforte (Cuneo), Gorle/BG 2012, 48 pp.
4 Il Primo Congresso Nazionale Italiano per le Vocazioni Ecclesiastiche “La scelta e la cura delle Vocazioni nell’attività pastorale di oggi” si svolse a Roma dal 17 al 21 aprile 1961 (cf Seminarium 2/1961); quello Internazionale su “Le Vocazioni ecclesiastiche nel mondo moderno” fu celebrato sempre a Roma dal 23 al 26 maggio 1962 (cf SACRA CONGREGAZIONE DEI SEMINARI E DELLE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI, Pontificia Opera delle Vocazioni Ecclesiastiche, Le Vocazioni ecclesiastiche nel mondo moderno, Atti del Primo Congresso Internazionale, Città del Vaticano 1962, 366 pp.; cf Seminarium 2/1962, pp. 216-226; 338-347).
5 L’Unione Monregalese (Anno LXII, n. 20, Mondovì 19 maggio 1962), settimanale cattolico, riporta in prima pagina un grande titolo: “Esultanza in Diocesi nella Celebrazione dei due Giubilei del vescovo”, e il sottotitolo in maiuscoletto: “Una vocazione per le vocazioni”. Il PM riprende alcuni spunti da questo articolo, che - in sostanza - ricalca le note biografiche del vescovo che si trovano anche nella Guida della Mostra (pp. 5-7).
6 “Di me sarete testimoni [a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e] fino ai confini della terra”.
7 Il PM dice: la maggior parte migliore.
8 Cf ad esempio, GIUSEPPE ALLAMANO, Conferenze alle Suore Missionarie, 1916, XII, 1-3, Carità fraterna.
9 Il PM dice: quello che ci hanno costati di più.
10 Il Servizio per le Vocazioni nazionale era gestito in Italia direttamente dalla POVE (cf Seminarium 2/1961, p. 196).
In un dossier vocazionale degli anni 2000, a cura di Antonio Ladisa, pubblicato a suo tempo nel sito del Centro Nazionale Vocazioni (CNV), si legge che “il CNV inizia a porre i primi passi subito dopo il Concilio Vaticano II, sul finire degli anni ’60, quando alcuni religiosi italiani [tra cui il salesiano padre Ettore Segneri e le Suore Apostoline, ndr] costituiscono un “gruppo di studio” sulla tematica vocazionale, […] a cui si unirono ben presto anche alcuni sacerdoti diocesani e alcuni membri degli istituti secolari, impegnati nell’animazione vocazionale. La data ufficiale della nascita del CNV può essere individuata nel 1969, quando la Conferenza Episcopale Italiana designa ufficialmente un Direttore [don Carlo Castagnetti di Reggio Emilia, ndr], il quale organizza il I° Congresso Nazionale Vocazioni unitario nei giorni 9-12 febbraio del 1970”.
11 “Stava loro sottomesso [a Maria e Giuseppe]… E cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”.
12 Padre, “consacrali nella verità”.
13 Preghiamo a vicenda.