Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XV
SAN PAOLO

| [146] Quest'anno, se piacerà al Signore, celebrerò cento sante Messe per ottenere che possiamo concentrare con dolcezza e con fortezza tutti i nostri pensieri e sentimenti nell'amore di Gesù, affinché in questa casa non si commettano peccati contro il voto di castità e siano riparati gli sbagli che possiamo aver fatto.
Quanto era contristato il Cuor di Gesù quando comparve a S. Margherita M. Alacoque e si lagnò di alcune anime a lui consacrate!
Appunto per riparare a tante colpe, Gesù volle sudar sangue, volle essere flagellato. Per i colpi che ricevette e che lo fecero tanto soffrire, conceda egli, a tutta la Famiglia di San Paolo, questa grazia così importante.
Su questo punto dobbiamo essere molto circospetti ed aprire gli occhi sopra noi stessi e sopra chi ci circonda, sui libri, sui giornali che ci passano per le mani, sulle relazioni che si possono fare in propaganda, sulle lettere che entrano e che escono dalle nostre case.
Vigilate persino sui luoghi in cui mandate le fanciulle a passeggio la domenica. È importante | [147] formarsi un carattere assai fermo, specialmente le suore destinate alla propaganda o a recarsi all'estero, potendosi trovare in tanti pericoli. Ricordate che al demonio piacciono i religiosi perché sono i bocconi migliori e non gli manca l'astuzia per insinuarsi nei conventi...
Questa mattina vorrei dirvi due parole su S. Paolo.
Raccogliamoci dunque intorno a lui. Voi siete le Figlie di San Paolo e amate tanto il vostro padre, non è vero? Appunto perché l'amate vi piace di starlo a sentire per acquistare il suo modo di pensare, per poter imitare la sua altissima virtù.

I. SAN PAOLO È GRANDE MAESTRO DI DOTTRINA

Perché egli non solo ha spiegato qualche dogma, ma li ha commentati, spiegati e per così dire amplificati in tal maniera
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che alcuni, pur esagerando, proclamarono che il cristianesimo di S. Paolo fu più profondo e sublime di quello insegnato da Gesù come lo riportano i santi Evangeli. Ma ciò è uno sproposito s'intende, non essendovi discepolo maggiore del Maestro e S. Paolo era semplicemente un seguace fedelissimo del divin Maestro, un vero Apostolo, un buon cristiano.
È vero però che S. Paolo penetrò nei dogmi con tanta sapienza e chiarezza di vedute che la sua dottrina è una bellissima spiegazione del Vangelo. S. Paolo è dunque un grande maestro di verità. A leggerlo, specie in sulle prime, | [148] riesce un po' duro perché i suoi sono argomenti difficili, si richiede perciò dello sforzo, ma ogni volta che si fa un po' di sforzo egli riesce più facile.
Sarebbe bella, cioè sarebbe brutta che una figlia ricevesse quattordici lettere dal proprio padre e non ne leggesse neppure una. Che cosa diremmo? Diremmo che quella figliuola non ha venerazione pei suoi genitori e non le cale di istruirsi.
Delle sue lettere, S. Paolo alcune le indirizzò a Chiese particolari, altre ai suoi discepoli. Ogni lettera ci descrive come un lato della figura del Maestro, e quella ai Romani Gesù Cristo intiero.
S. Giovanni Crisostomo diceva che quanto sapeva lo doveva a S. Paolo, perché le di lui Lettere erano il suo pascolo preferito1.
Le Lettere di S. Paolo, infatti, elevano quando ci si sente inclinati alla terra, dirigono verso la più alta perfezione e per voi hanno un linguaggio speciale. Se mi dite che provate difficoltà a comprenderle io vi rispondo: Dite a S. Paolo: Padre, spiegaci!. Quali lumi deve dare S. Paolo, quali grazie, prima di quella di far capire le sue Epistole? Tutte le anime che presero gusto nel leggere S. Paolo, divennero anime robuste. Chi legge S. Paolo, chi si famigliarizza con lui, viene ad acquistare, poco per volta uno spirito simile al suo. La sola lettura degli scritti paolini ottiene la grazia di divenire vere Paoline. Stentaste anche a leggere l'italiano, che nelle Lettere è alquanto astruso,
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S. Paolo v'illuminerà e farà sì che comprendiate, forse meglio che altrove.
| [149] Ricordiamo che tutti i libri della Sacra Bibbia furono scritti sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, perciò in essi più che l'intelligenza, opera la grazia. Avviene come per la santissima Eucaristia: alla santa Comunione va il vecchio come il bambino di sette anni, il povero parroco di campagna come il vescovo ed il Papa.
E crediamo forse che le prime grazie siano le guarigioni? Le grazie principali sono quelle che riguardano i doni celesti: quindi leggete e rileggete e se non capite, fa niente.
Quando, alla domenica, cantate i salmi, li capite? No. E per questo smettete di cantare? Non importa che non si capiscano: capisce il Signore!
Se una di voi, oggi, pensando che è alla fine degli Esercizi, per meglio esprimere il proprio dolore dei peccati al Signore, recitasse i salmi penitenziali, senza comprenderne nemmeno una parola, farebbe una bellissima cosa ed otterrebbe il perdono.
Se non comprendiamo le Lettere, leggiamole ugualmente. Quanti uomini nei paesi si fanno un onore di cantare in coro e non conoscono una parola di latino! (Per supplire a tale deficienza ora stiamo preparando il Messalino italiano-latino).
Non spaventatevi se non capite! Il bambino non comprende ciò che gli fa dire la mamma, eppure ripete le parole con lei. Capiva forse qualcosa quando lo portarono al fonte battesimale? Eppure il sacramento produsse i suoi frutti!
Vedete? Le preghiere che improvvisiamo da noi non sempre sono tanto perfette, perché noi | [150] siamo fatti apposta per guastare anche le cose più sante, ma quel che fa la Chiesa è sempre ottimo, sempre! Dunque leggete.
E quando avremo letto senza capir niente?. Ve l'ho detto, non importa, ha capito S. Paolo, il Signore, la Chiesa.
Capisce forse il malato quel che il medico gli prescrive sulla ricetta? Eh, no, il più delle volte! Si dice: Scrittura da medici, scrittura da medici codesta!.
Ma S. Paolo dice: «Attende tibi»2 ,
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ossia: «Bada a te stesso» e altrove: «Gesù è morto per i peccatori»3, ovvero: «Gareggiate nelle opere buone, vivete nella pace»4. E chi non capisce queste cose?
Quindi alla Visita, sovente nell'anno, si leggano le Lettere di S. Paolo.

II. SAN PAOLO È IL NOSTRO MODELLO IN OGNI VIRTÙ

In lui noi troviamo ogni sorta di virtù: virtù individuali, virtù sociali di apostolato; le virtù che perfezionano l'uomo in sé e quelle che gli convengono nelle sue relazioni con gli altri uomini. Non a caso il Signore vi ha dato S. Paolo per modello!
S. Paolo fu un modello nella fede. Quando sulla via di Damasco, appena caduto da cavallo, udì la voce del Maestro che gli disse: «Io sono quel Gesù che tu perseguiti»5, egli non dubitò mai più della verità della religione cristiana e portò la sua fede sino agli estremi confini della terra. L'annunziò ai pastori, ai | [151] montanari, ai popoli civili del tempo: Galati, Corinti, Tessalonicesi, Efesini e la sua voce fu udita in Atene e in Roma, a Gerusalemme e in tutto l'oriente.
La dottrina sua era così chiara, la sua fede così viva che conquistava e persuadeva a un tempo per cui, a ragione, esclamò S. Giovanni Crisostomo che egli portò tutti i popoli nel cuore, e piuttosto i popoli sono mancati a lui che non lui ai popoli.
S. Paolo ebbe dunque una fede fermissima, una speranza sicura, una carità ardente: «Chi mi distaccherà dalla carità di Cristo?»6.
Coraggioso e contento, andò incontro alla spada ed alla morte e la spada e la morte gli resero un bel servizio perché l'unirono più intimamente a Gesù Cristo.
S. Paolo fu povero. Infatti nell'abbondanza sapeva vivere parcamente e nella penuria godeva7. Chiuso in un umido carcere
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con la sua salute cagionevole, scarso di cibo e di vesti, esclamava: «Io tratto duramente il mio corpo e lo costringo a servire, affinché dopo avere predicato agli altri non diventi reprobo io stesso»8, quasi che non gli fosse bastata la mortificazione esercitata in certi periodi della sua vita che più o meno fu un continuo olocausto.
Fu un modello di castità: «Vi vorrei tutti come me»9, diceva parlando alle vergini e lo Spirito Santo gli faceva dir questo come il medesimo Spirito mette sulle labbra del sacerdote le parole della consacrazione che ad un incredulo potrebbero sembrare temerarie: «Hoc est corpus meum»10.
| [152] S. Paolo fu un modello d'obbedienza. Dio lo guidò per circostanze difficilissime ed egli non si rifiutò mai d'obbedire, nemmeno quando si trattò di andare a Gerusalemme ove sapeva attenderlo la più furiosa persecuzione. E infatti fu preso, legato, battuto, ma tale era la volontà di Dio ed egli la fece volentieri.
Una volta esce in uno sfogo e dice di sentirsi solo11, ma è uno sfogo dolce e rassegnato simile a quello di Gesù sulla croce quando esclama: «Padre mio, perché mi hai abbandonato?»12.
S. Paolo assomma in sé tutte le virtù d'un apostolo, e prima lo zelo e la prudenza.
Zelo:
«Chi è debole senza che io ne soffra? Chi si scandalizza senza ch'io ne arda?»13.
Prudenza: In certe occasioni S. Paolo ci si mostra di ingegno veramente acuto, un uomo santamente furbo14, d'una furbizia così intensa che quasi quasi la si dovrebbe condannare come umana prudenza. Ma è ben altro. Egli amava il Signore e lo amava in modo pratico e sapeva servirsi all'uopo di tutti i mezzi leciti che Iddio gli metteva a disposizione.
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S. Paolo fu un maestro di preghiera. Egli fu l'uomo della preghiera; lo spirito di orazione fu quello che lo sorresse in mezzo a tanti patimenti ed a tante tentazioni. Chi prega è forte.
Il Signore stesso, indicando ad Anania Saulo il convertito, disse: «Ecce enim orat: Lo troverai che prega»15.
La pietà di S. Paolo fu una pietà eucaristica. Con che calore egli raccomanda ai sacerdoti il Sacrificio e ai fedeli la santa Comunione16. Come un evangelista, con la fede e la precisione d'un | [153] testimonio oculare della scena sublime d'amore, nell'ultima Cena! E della Madonna dice poco, ma dice il meglio17: egli ne parla divinamente.

III. SIAMO DEVOTI DI SAN PAOLO

E noi, imitiamo il nostro Padre nella preghiera? Abbiamo divozione a S. Paolo? Sarebbe strano che una figlia non rivolgesse mai una parola al proprio padre!
Nell'anno, celebriamo con amore le sue feste e ricordiamo che su cinquantadue domeniche almeno quaranta hanno nella santa Messa le Epistole di S. Paolo. Facciamo bene il mese di giugno in suo onore; nelle case in cui si ha la cappella si curino speciali funzioni, si leggano sovente le Lettere, se ne legga la vita. La vita della Madonna, di S. Paolo, di S. Giuseppe, e poi? E poi si rincomincia daccapo e se avanza tempo si legge d'altro, ma avanti tutti e prima di tutti stiano questi tre nomi veneratissimi.
Inoltre, ad onore di S. Paolo, s'inizi e si termini ogni azione con la recita della giaculatoria: Sancte Paule Apostole, ora pro nobis.
L'immagine del Padre domini dappertutto: nelle camerate, negli studi, nelle sale d'apostolato, nei luoghi di maggior transito, nei refettori, nelle librerie. Al mattino, appena svegli, invochiamolo, e così alla sera e durante il giorno, specie nelle difficoltà.
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Egli vi darà il suo spirito di fortezza: siete il sesso debole ma non importa, perché avete un Padre che è forte; di quante sante vergini non parla la Chiesa, di sante vergini vissute | [154] in monasteri e che furono modelli di fortezza! Molte di queste anime sante si nutrirono delle Lettere di S. Paolo.
L'Apostolo vi formi con una pietà illuminata ed operosa. Chi si fa suo divoto non può non essere buono perché egli non va d'accordo coi capricciosi, coi tiepidi, con coloro che sono troppo sensibili. Sotto la sua protezione anche questi si riscuoteranno ed avranno le sue grazie e i suoi aiuti.
Persuadiamoci che S. Paolo è un padre tenerissimo. Quale affetto non nutrì per i suoi primi discepoli: S. Tito, S. Timoteo, S. Tecla, S. Luca e Filemone! Quanti santi non gli fiorirono d'intorno! Gli fiorirono allora, gli fioriranno anche adesso.
Ebbene, vi benedica il Signore per intercessione dell'apostolo Paolo. Gli piaccia far sì che ritornando ai vostri uffici voi vi arricchiate, giorno per giorno, d'innumerevoli meriti come le spigolatrici operose che al termine della loro giornata hanno i più bei covoni.
Vi conceda il Signore di diventare sempre più illuminate, più sapienti, più forti, di farvi camminare continuamente sulle quattro ruote18, con il treno che corre veloce verso la sua meta.
Benedica Gesù tutta la vostra famiglia, la mantenga sulla retta via, sulla via tracciata dal padre S. Paolo e per questo vi dia la grazia di obbedire individualmente ed in blocco, ossia tutta la Congregazione, poiché per giungere felicemente al porto, il bastimento ha bisogno non solo delle buone disposizioni di | [155] ciascun navigante, ma altresì di buoni motori che lo facciano filare e galleggiare.
Camminate secondo lo spirito della Congregazione, sempre avanti, sempre costanti e il Signore tenga la sua santa mano sul capo di tutte e di ognuna, onde tutte ed ognuna realizziate i desideri del Maestro divino Gesù Cristo.
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1 Cf S. Giovanni Crisostomo, Prefazione all'Omelia sulla Lettera ai Romani, PG 60, 301-302.

2 1Tm 4,16: «Vigila su te stesso».

3 Cf Rm 5,8.

4 Cf Rm 12,17-18.

5 At 9,5.

6 Cf Rm 8,35.

7 Cf Fil 4,12.

8 1Cor 9,27.

9 Cf 1Cor 7,7.

10 Mt 26,26: «Questo è il mio corpo».

11 Cf 2Tm 4,16.

12 Cf Mt 27,46.

13 Cf 2Cor 11,29.

14 Cf At 17,23; 23,6-9.

15 At 9,11.

16 Cf 1Cor 10,16-17; 11,23-29.

17 Cf Gal 4,4.

18 Le quattro ruote del carro paolino: pietà, virtù, studio, apostolato (cf AD 100, 163).