Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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III
LA CONFESSIONE

[40] Avendo considerato come l'umiltà e la confidenza in Dio siano le due rotaie su cui deve scorrere la nostra vita e le principali disposizioni per una buona Confessione, stasera parleremo di questo sacramento: 1) che cos'è la Confessione; 2) come dobbiamo considerarla; 3) come dobbiamo accostarci ad essa.

I. CHE COS'È LA CONFESSIONE

Il sacramento della Confessione, detto anche Penitenza, fu istituito da nostro Signor Gesù Cristo per cancellare i peccati commessi dopo il Battesimo. Gesù, morendo sulla croce, soddisfece per i peccati di tutti e riaprì a tutti il Paradiso, ma egli lasciò che i frutti della redenzione fossero applicati dai suoi sacerdoti, ai quali commise la sua dottrina, i suoi esempi, la sua grazia. La | [41] grazia che è la vita dell'anima e viene data nel Battesimo si può perdere col peccato e perciò dev'essere resa: ciò avviene nel sacramento della Penitenza. Le malattie ci vengono curate dal medico: Gesù è il grande medico delle anime. Egli ha stabilito che l'acqua sua salutare arrivi a noi attraverso dei canali; questi canali sono i sacramenti.
La Penitenza dunque, che è un sacramento, è anche uno di questi canali per cui noi, abbassando la nostra alterigia, palesiamo al sacerdote le nostre ferite e così ci vengono curate e lavate. Questo sacramento viene detto Penitenza perché suppone il dolore, l'umiliazione, il desiderio di risorgere.
È però il sacramento della misericordia perché il Signore poteva limitarsi a darci la salvezza una sola volta col santo Battesimo; poteva limitarsi ad ammettere in cielo solo gl'innocenti; poteva dire: Sono morto per te, ti ho dato la mia grazia e se la perdi, aggiustati. Ma non fece così. I discepoli chiesero al divin Maestro: «Quante volte dovremo perdonare? Sette volte?». «No, rispose Gesù, ma settanta volte sette»1, il che significa: sempre.
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Noi invece diremmo: la prima volta si perdona, la seconda si minaccia e la terza si bastona; ma noi siamo uomini ed abbiamo una misericordia da uomini, Gesù invece che è Dio ha una misericordia da Dio, cioè infinita.
I sacerdoti dunque non sono ministri di giustizia, ma di misericordia; dispensatori delle grazie e del sangue di Gesù.
| [42] Il superbo spesso non chiede e non accetta, se non esternamente, i buoni consigli e gli avvertimenti del confessore e poi compie una soddisfazione che non è vera soddisfazione. Egli ancora distingue fra confessore e confessore con molta facilità, oppure chiede consigli a tanti e non ne mette in pratica nessuno. La confidenza in Gesù Cristo invece è la salvezza. L'umile, perché confida nel Signore, dovendo fare la confessione incomincia a pregare. Il ritiro, gli Esercizi, gli danno un gran pensiero perché, rientrando sovente in sé, conosce se stesso e scruta i pensieri ed i sentimenti del proprio animo; egli fa sovente passare tutte le parole che dice nel giorno, i doveri della vita quotidiana e dappertutto sa trovare qualcosa da migliorare.
Chi ha confidenza ed umiltà, come si commuove nel vedere Gesù, nostro Salvatore e Maestro appeso alla croce! Ne considera una ad una le piaghe e le spine ed esclama: Gesù, chi ti ha messo in croce? Sono io. Se a me avessero fatto una centesima parte di quel che han fatto a te, mi sarei vendicato, tu invece..., e accostando le labbra al cuore di Gesù beve la salvezza. Al confessore poi dice tutto, si umilia e sente di non fare mai abbastanza.
La confidenza nel Signore fa vedere Dio in ogni confessore e la confessione fatta a Gesù stesso, fa accettare bene le correzioni ed ottenere la grazia di poter scontare tutto quaggiù.
Come fa desiderare le sante Indulgenze! E quale divozione fa portare alla santa Messa, quale amore al Crocifisso!


| [43] II. COME DOBBIAMO CONSIDERARE IL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE

Dobbiamo considerarlo come un grande mezzo che riguardo al passato ci purga, ci fortifica per l'avvenire, dà la grazia,
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illumina l'anima, conforta in tante difficoltà, ridona i meriti a chi li aveva persi per il peccato. Consideriamola quindi come un conforto, secondo le sapienti disposizioni della Chiesa la quale vuole che alla Comunione troviamo la porta aperta quando vogliamo e alla Confessione ogni otto giorni. Si vada più spesso solo molto raramente per eccezione, del resto procuriamo di stare alla Regola. Ogni otto giorni è una regola che va bene, che serve per l'umiltà e il progresso nella fede. In generale né più di frequente né più raramente, e qualche volta potrà succedere che in propaganda si dovrà attendere fino a dieci, dodici giorni. Pazienza; tornando si procuri di andare prima; in sostanza si veda che nell'anno vi siano cinquantadue Confessioni.
Alla Confessione bisogna andare con spirito soprannaturale. Sia considerata veramente come sacramento. La Comunione di per sé è più spirituale perché non vi entra direttamente l'uomo, la Confessione invece ha tra Gesù e l'anima come intermediario il sacerdote e quindi presenta una parte umana; ma bisogna considerare anch'essa come spirituale vedendo nel sacerdote il ministro dell'Altissimo. Guai, se nel confessore si considerasse solo l'uomo!
La Confessione essendo sacramento, richiede le buone disposizioni, un buon terreno per produrre il suo frutto. Inoltre dovendo essere la | [44] Confessione considerata come sacramento, meno si conosce il confessore e meglio è. In sostanza, bisogna considerare il sacerdote per quello che è, il sacramento per quello che è. La Chiesa ha voluto intorno alla Penitenza tante disposizioni, tante leggi, tante cautele, canoni sacri per assicurare che ci accostiamo ad essa sempre santamente e le anime ne approfittino il più possibile per la loro salvezza.
A chi dovete confessarvi. Fate secondo verrà disposto e vi indicherà Casa Madre. Qui ci vuole obbedienza per attenersi ai canoni e per ottenere anche su questo punto tanto delicato, molte grazie dal Signore. La Chiesa ha stabilito varie leggi, ma la prima è che sia lasciata grande libertà secondo lo spirito delle diverse Costituzioni, affinché ogni qualvolta la religiosa si confessa, lo faccia sempre lecitamente e validamente. Quindi state
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al confessore della comunità, e le eccezioni siano solo eccezioni.
Dobbiamo essere saggi e sapienti per seguire la Chiesa. Quando obbediamo a lei, obbediamo a Dio stesso. Osserviamo tutte le sue leggi, ciò che è regola come regola, e ciò che è eccezione come eccezione, per essere tranquilli in coscienza.
Chi ha sempre bisogno di eccezioni e di conforti umani, non è fatto per la vita religiosa. Bisogna andare adagio ad ammettere queste anime alla professione! Certe tendenze dicono chiaramente che non c'è vocazione.
La vita religiosa è vita comune. Io mangio lo stesso pane delle altre!. Va bene, ma | [45] la vita comune consiste specialmente nello spirito! Le cose esteriori in seconda linea, specie per voi che dovete spesso trovarvi in mezzo al mondo.
Quando mi dicono: Vorrei rinchiudere una figlia in monastero, mi vien da rispondere: In monastero? Ci manca ancora la serratura! Gli è perché voi con il vostro apostolato uscite fin troppo e perciò dovete essere ben istruite su certe cose ed attenervi allo spirito che vi vien dato in Casa Madre.
Badate di non diventare particolari, né troppo rigorose. È bene essere giusti, cioè stare alla Regola, ma è anche bene sapere ammettere l'eccezione in caso di necessità.
Prendiamo la Confessione come un vero mezzo di salvezza. Chi potendo non s'attiene anche in ciò alla vita comune, evita di fare veramente la penitenza. Facciamoci delle idee esatte secondo lo spirito della Chiesa.
Guai a noi se restringiamo la misericordia di Dio, guai a noi ugualmente se ne abusiamo cercando delle scappatoie ed i conforti umani! La Confessione è un sacramento grande e dobbiamo considerarlo com'è. In essa la Chiesa lascia grande libertà, ma lo fa per il progresso delle anime e solo per questo.
Nessuna tema che osservando le leggi della Chiesa si producano abusi, ma nessuna abusi delle concessioni della Chiesa.
Per la vita comune bisogna fare certi sacrifici, immolare un desiderio, una esigenza e non solo per il corpo, ma anche per lo spirito. Spesso quindi ad una certa età, si sente il bisogno di qualche eccezione, ma pure sarà meglio | [46] attenersi alla vita comune e non temiamo, il Signore provvederà a tutto.
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Abbiamo presente che chi ci guida è Dio; gli uomini valgono poco.
Per voi poi, nelle condizioni in cui siete anche per l'età vostra e della vostra Congregazione, la Confessione sia solo per l'assoluzione e la direzione venga dalla Casa Madre, non da altri! Certe cose anche buonissime, può usarle un uomo, ma non un ragazzo. Dobbiamo essere o diventare più sapienti!

III. DISPOSIZIONI PER ACCOSTARSI CON FRUTTO A QUESTO SACRAMENTO

[1)] Prima cosa: pregare. Preghiamo perché si tratta di ricevere un sacramento, si tratta della nostra santificazione!
Il demonio l'ha molto con la Confessione e cerca di guastarla se non in sé, almeno nella maniera con cui si fa. Preghiamo per avere tutte le disposizioni.
2) Esame di coscienza. Si può fare in tante maniere. Negli Esercizi conviene farlo: sui comandamenti, sui precetti, sui voti, sugli obblighi del proprio stato e specialmente sui quattro punti: pietà, studio, apostolato, povertà.
La Confessione degli Esercizi dev'essere come il sole fra le stelle. Sui tre voti discendiamo al particolare. Nella pietà esaminiamo le varie pratiche. L'apostolato consideriamolo secondo l'ufficio che abbiamo e così lo studio affinché siano portati sempre più avanti. Esaminiamoci ancora sulla povertà, non solo negativa | [47] ma positiva, circa l'aiuto che abbiamo portato alle vocazioni perché siano formate come si deve, crescano e diano frutti santi.
Ma l'esame così potrebbe talora essere un po' manchevole. Molte che non hanno vinto del tutto alcune passioni, vengano su queste, giacché spesso avviene che, proprio quando crediamo d'aver vinto, constatiamo che esse sono ben vive e ci comandano. Bisogna vincersi per non essere vinti! Vi sono persone le quali non possono soffrire che altre facciano meglio di loro. Dobbiamo glorificare Dio! E se Dio è glorificato da uno perché averne l'amaro? Altre sono troppo attaccate alla propria volontà!
Facciamo il bene, facciamo il bene, i meriti sono di chi se li
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fa, come il male. Ora, certe passioni sembrano mortificate nel noviziato e l'anima tranquilla vi si addormenta sopra, invece il fuoco è soltanto sotto la cenere, quel germe segreto non è morto, quella pianta velenosa continua a produrre i suoi frutti e il demonio ride contento, perché ruba tutto. Vigilate, perché esso non venga a portarvi via il risultato di tante fatiche. Per facilitarvi l'esame non scrivete dei pettegolezzi nei taccuini; scrivete la vostra volontà.
3) Dolore. La Confessione sia specialmente accompagnata da molto dolore dei peccati. Questo si acquista con la preghiera e la considerazione della gravezza del peccato che è sempre offesa di Dio. Signore, non son più degno di venirvi davanti, ma pure non posso farne a meno perché vi amo; vi chiedo perciò | [48] la grazia di perdonarmi e di riguardarmi per vostro figlio. Ci si può anche pentire del peccato perché esso impedisce il profitto, perché perdiamo dei meriti, perché tardiamo a farci santi. Badiamo al dolore più di tutto il resto e faremo delle sante confessioni.
4) Accusa. Si può aver bisogno della Confessione generale, straordinaria, settimanale, o anche mensile dopo il ritiro; qualunque accusa sia breve e chiara.
Dopo di essa sarà bene ascoltare gli avvisi del confessore il quale ce li dà per guidare la nostra anima nella via della santità; essi però non riguardano l'esterno e noi faremo bene a non scendere a certi particolari perché il confessore dovrebbe avere una grande cognizione delle nostre Regole per comprenderci; difatti quando chiamano noi sacerdoti per predicare in monasteri dei corsi di santi spirituali Esercizi ci danno prima le Regole da leggere.
Per la direzione esterna andate tutte dalle vostre Maestre come generalmente avete fatto sin qui e non vi troverete pentite. Le Maestre chiedano tutte la grazia di saper guidare e poi ricordate sempre che il Signore vi ha fatto italiane e piemontesi2. Ricordatelo ovunque andiate!
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5) Penitenza o soddisfazione. Se il confessore dimenticasse di assegnarla: fare quella che generalmente vien data. In questi giorni acquistate il santo Giubileo3, questa speciale indulgenza plenaria per soddisfare a tutti i debiti che avete con Dio.
Poi andate avanti, nella pace. Il primo giorno | [49] degli Esercizi suole scoraggiare un po'. No, andiamo avanti; Gesù non ci ha chiamati per tribolarci, ma per salvarci; abbiamo sempre le due disposizioni: umiltà e confidenza, un cuore arrendevole alla misericordia di Dio. Gli stessi Esercizi sono un segno evidente dell'amore di Dio per noi.
Seminiamo, seminiamo per poter più tardi raccogliere quanto sul letto di morte vorremo aver radunato.
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1 Cf Mt 18,21-22.

2 Una espressione da capire bene nel contesto. Sembra voler sottolineare alcune caratteristiche della regione e soprattutto lo stile con cui dovevano essere contrassegnate le comunità paoline, quali la semplicità, la sobrietà, ecc.

3 Il 2 aprile 1934 Pio XI aveva esteso il Giubileo della Redenzione a tutto il mondo, fino alla Pasqua del 1935 che veniva celebrata il 21 aprile. Si era quindi ancora in tempo giubilare.