Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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APOSTOLATO SECONDO LO SPIRITO PAOLINO

| [102] Fine principale della vita religiosa è la santificazione delle anime mediante l'esercizio dei voti: povertà, castità e obbedienza nella vita comune.
| [103] Il fine secondario può essere diverso per le varie congregazioni: cura dei malati, missioni, Apostolato-Stampa. Notiamo poi che questa vita religiosa [che] nasce, è frutto di tre virtù fondamentali. Secondo che queste virtù sono radicate nell'anima, noi abbiamo l'osservanza dei voti religiosi e l'applicazione all'ufficio speciale che ogni suora e famiglia religiosa esercita. Per non perdersi in tanti piccoli particolari ecco dove bisogna mirare: all'umiltà che è il fondamento negativo e quindi alla fede, speranza e carità che sono il fondamento positivo su cui si costruisce bene.
La santità propriamente consiste nella fede, speranza e carità; quando queste giungono ad un sommo grado si ha l'eroismo. Per la canonizzazione si esamina se il santo esercitò queste tre virtù in grado eroico. Ora, per avere una direttiva nello spirito, bisogna che guardiate se state alla sostanza, perché la santità non istà nelle grate, o nel dare il pane ai poveri, o nel camminare compassati, bensì in queste tre virtù: d'una fede viva, d'una speranza ferma, d'una carità operosa.
La fede dà l'obbedienza, la speranza la povertà e la carità la castità. Per la fede si ubbidisce senza riguardare chi comanda (non ci dovrebbe essere bisogno di sapere neppure il nome di chi guida, perché basta sapere che è il Signore). La speranza nei beni eterni, fa disprezzare i beni della terra e quindi si ha la povertà. Inoltre, l'amor di Dio, accendendosi in noi, porta come frutto naturale la bella virtù. Perciò nel fare i propositi abbiate sempre presente la fede, la speranza e la carità. Povera | [104] speranza! Nessuno la ricorda! Non ho mai visto un proposito sulla speranza! Povero Paradiso dimenticato!
Notiamo però che né la fede, né la speranza, né la carità vivono senza l'umiltà. Volendo costruire una casa, non si erigono
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i muri così in mezzo ad un campo ma si scavano prima le fondamenta.
Ecco la necessità dell'umiltà per cui bisogna andare in basso quanto più si vuole andare in alto. Senza l'umiliazione e il dolore non vi può essere fede, speranza e carità. La fede è il primo pezzo di muro su cui si costruisce con la speranza, la carità è il tetto che copre. Ma tutte le virtù religiose (come abbiamo detto) non possono sussistere senza l'umiltà. Certe persone che fanno tanti atti di amor di Dio, alle volte, sono più indietro di altre che piangono i propri1 peccati, perché quel pianto è amore e quindi talora i peccatori sono più avanti di altri che non commisero mai alcune colpe. S. Paolo, alla voce di Gesù che gli chiedeva: «Saulo, perché mi perseguiti?», cadde subitamente da cavallo esclamando: «Signore, che vuoi ch'io faccia?»2, perché l'umiltà è la disposizione a compiere la volontà di Dio, qualunque essa sia. Difatti Saulo adempì il comando del Signore adattandosi a tutto. Andò a Damasco, entrò nella casa di Anania, pianse e pregò e quando venne il sacerdote, lo trovò docile come un agnellino.
Se andate a Torino, mettetevi nel mezzo della chiesa piccola3, costruita in occasione della beatificazione del Cottolengo e guardate le figure ai lati; sotto di una leggete: «Ci vuol | [105] fede e di quella!...». Poi sotto un'altra: «Paradiso! Paradiso!». Troppo sovente i propositi vanno su cose molto accessorie, ma siccome la fede, speranza e carità non si devono prendere teoricamente, si può discendere alla pratica: obbedienza per umiltà e speranza ed invece della castità prendete la carità, e se c'è ancora poca fede, il vostro proposito sia sulla fede. State alle cose essenziali: avrete più forza nello spirito, più pace nell'anima.
Stamattina veniamo all'apostolato; e quest'oggi indirizziamo le nostre preghiere per comprenderlo sempre meglio.

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I. CHE SI INTENDE PER APOSTOLATO

Apostolato
significa missione degli Apostoli. Chiunque semina una delle tre cose: santità, verità, grazia, ossia via, verità e vita, esercita l'apostolato. Chi poi semina tutte queste cose assieme, esercita un apostolato completo.
Gesù fu il primo Apostolo del Padre che portò tutto agli uomini. Egli è l'Apostolo per eccellenza, avendo detto: «Io son la Via, la Verità e la Vita»4.
L'apostolato completo si può concretare in qualche punto particolare e così si può avere l'apostolato della carità, della scuola, delle missioni e finalmente l'Apostolato-Stampa. Se noi faremo l'Apostolato-Stampa come dobbiamo, eserciteremo un apostolato completo e sarà una vera continuazione dell'apostolato di Gesù e degli Apostoli. Oh, quanto ci ha amato Gesù! Siamo nel tempo di passione, tempo adattissimo a considerare l'immenso amore di Gesù alle anime. Il giovedì santo ed il venerdì | [106] che giorni commoventi! Tuttavia il giovedì santo ci appare ancor più commovente del venerdì, sebbene non sia ancora il giorno della morte del Signore! Quella sera, Giuda, tenendo stretta la sua borsa, contava avidamente le monete, prezzo del suo Dio venduto, mentre il sinedrio combinava accuse contro Gesù per farlo morire. Quella sera gli uomini macchinavano contro Gesù, ma egli vinceva l'odio con l'amore e mentre gli uomini gridando: «Tolle, tolle, crucifige eum»5 lo cacciavano dal mondo, egli con un miracolo ineffabile moltiplicava la sua presenza6 in ogni angolo della terra «usque ad consummationem saeculi»7. Lo volevano togliere dalla Palestina, crocifiggerlo alla croce ed egli pensava a farsi presente dappertutto. Quella sera nascevano i figli del suo amore, i sacerdoti! Oh, l'amore di Gesù per gli uomini! Impariamo da lui ad amare gli uomini! Ecco: quest'amore è apostolato. Mi direte che è sacrificio, ma io vi rispondo che l'amore si compie nel sacrificio; per questo voi vi siete fatte suore e quindi la colpa è vostra. Del
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resto nel sacrificio si acquistano i più bei meriti. E il sacrificio è dolce quando vi è gran cuore in petto.
Dunque l'apostolato è l'amore per gli uomini che si dimostra con le opere.

II. ECCELLENZA DEL NOSTRO APOSTOLATO

L'apostolato nostro usa la stampa per la salvezza delle anime, mentre vi possono essere tanti altri mezzi, tutti santi, belli e graditi al Signore.
| [107] Iddio si è servito della parola e della Bibbia. Gesù Cristo della parola orale e dei Vangeli scritti. L'apostolato vostro è molto importante nella Chiesa in quanto voi dovete dare la Parola scritta. L'Apostolo diceva: «Le donne tacciano in chiesa»8, ma poi soggiungeva che aveva nella comunità dei cristiani, donne efficacissime per propagare le sue lettere9. Voi dunque siete nobilitate sino ad essere elevate accanto alla missione sacerdotale, anzi sino a parteciparne! Anche a voi il divin Maestro comanda: «Andate e predicate! Ripetete quel che sapete sino agli estremi confini del mondo; predicate sui tetti quanto vi è stato detto nel segreto»10.

III. LE ATTIVITÀ DELL'APOSTOLATO

L'Apostolato-Stampa comprende tre parti: la redazione, la parte tecnica e la diffusione.
La redazione è la parte scritta. Intorno ad essa bisogna ricordare: 1) che non si deve avere troppa fiducia negli studi, ma fare così: studiare come se ogni buon risultato dipendesse da noi, poi attendersi tutto dal Signore11. Quelle che studiano, dunque, non si esaltino. Vedete? S. Alfonso Rodriguez, S. Pasquale
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Baylon12, S. Edvige e, insieme a questi santi, molte persone di virtù distinte, hanno scritto molto bene pur avendo studiato pochissimo e i loro scritti dovevano passare per le mani di correttori perché sovente pieni di errori di forma. Difettosi erano pure S. Ignazio di Loyola e S. Francesco Borgia13, eppure quale efficacia nelle loro parole! Perché la testa è una buona cosa ma Dio è più della testa! Quando una | [108] cosa viene da Dio agisce potentemente sull'uomo e lo trascina, se invece viene dall'uomo spesso è inefficace, quando non annoia. Perciò: studiare come se tutto dipendesse da noi, ma sperare in Dio perché in verità è Dio che feconda.
Lo scritto deve venire dal cuore per persuadere e per far del bene. Quando si fa una vita buona come l'autore dell'Imitazione di Cristo14, si ottiene la grazia che il nostro libro venga letto forse per secoli e secoli. È il Signore che opera in questi casi.
A quale studio daremo il primo posto? Allo studio degli studi cioè al catechismo, poi alla lettura del santo Vangelo. In questi due libri vi è più sapienza che non in tutti gli altri libri del mondo assieme.
La redazione viene e verrà gradatamente. Abbiamo da fare con un mondo il quale vuole che ci presentiamo decorosamente, come il sacerdote che predica dal pulpito. Quindi, scrivere bene, imparar la lingua, lo stile e soprattutto imparare il pensiero. Quello che noi scriviamo deve rassomigliare più che si può alla parola divina. Bisogna che la nostra stampa si presenti come si è presentato Gesù Cristo; ora egli si definisce: Via, Verità e Vita. La nostra stampa deve portare Gesù: chi la legge quindi, deve trovarvi la via, la verità e la vita.
La nostra stampa mostri le verità della fede, la pratica delle medesime nella vita, suggerisca i mezzi e le preghiere, fonte di grazia e di vita.
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Prima dia la verità. La Chiesa non avrebbe fatto il catechismo: furono i Protestanti ad insegnarglielo. Poiché essi insegnavano false | [109] dottrine, la Chiesa dové compilare un catechismo dogmatico che cioè esponesse il più brevemente possibile e con la massima chiarezza le verità da credersi. In principio essa non faceva così: per mezzo dei messali e dei breviari metteva insieme via, verità e vita. Ora, dopo tre secoli, i catechismi si sono molto perfezionati, per quanto abbiano bisogno di essere rinnovati perché divengano più completi. Il catechismo del cardinal Gasparri15 s'avvicina a questo principio. Dobbiamo far vivere Gesù tutto intiero nelle anime e Gesù non enunziò solo la dottrina, ma diede l'esempio (via), anzi tutta la sua vita fu un modello di virtù fino a divenire sulla croce la vita nostra.
Se voi nello scritto presenterete Gesù per intiero, farete un grande bene. S. Tommaso aveva udito il Maestro dire: «Dove io vado, voi non potete venire». Egli chiese: «Dove vai?». Gesù gli rispose: «Tommaso, da tanto tempo sono con voi e non mi conoscete ancora? Io sono la Via, la Verità e la Vita»16. Ma naturalmente, gli Apostoli compresero ben poco, perché, poveretti, capivano solo quando trattavasi di miracoli, come della moltiplicazione dei pani per cui andavano tutti in giubilo. Quando ancora egli domandò loro: «Potete bere il calice che berrò io?», essi risposero: «Eh, sì che lo possiamo!...»17. Uno per volta!...
Nello scrivere procurate sempre più di mettere in pratica il metodo via, verità e vita, anche se scrivete poco. Ce ne sarà certo di più che in un libro di sole verità o di sole preghiere.
| [110] Il cristiano ha bisogno di una testa per pensare, d'un cuore per amare e d'un corpo per operare, e quando un uomo ha soltanto una di queste parti non può vivere. Vigiliamo per essere sempre più attaccati a Gesù Maestro e perché i libri siano così, come li vuole lui.
In pratica, bisogna sempre dare la verità da credere, i comandamenti da eseguire e poi le preghiere da fare. Dare solo
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una di queste parti è far disperare le anime, è un imitare i protestanti che badano solo alla verità.
Quando nella nostra tipografia vi fossero tutte macchine perfette ma mancasse l'energia elettrica, le macchine per quanto belle e nuove non servirebbero a nulla. Ma è un filo tanto piccolo che quasi non si vede. Ebbene, provati a farne senza, se puoi.
L'energia spirituale è la grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l'orazione.
Se i cristiani non avessero la Comunione si pentirebbero di aver conosciuto la religione, non riuscendo poi a praticarla! Ci sono alcuni che amano molto le conferenze ed il comparir dotti, altri che inveiscono contro i vizi e credono d'aver fatto molto. No, no, non basta; bisogna dar Gesù per intiero!
Nel primo Medio Evo c'era la mania di predicare soltanto le verità; più tardi, fino ad oggi si venne ai problemi morali e s'inveì contro i cattivi costumi e l'altro giorno l'ufficio anagrafe di Cuneo registrava un numero di morti due volte maggiore di quello dei nati. E intanto si insiste sulla moralità.
S. Paolo dice nella sua epistola ai Romani: | [111] «Sono inscusabili perché conoscono Dio, i propri doveri e li insegnano agli altri!»18.
Prendiamo l'esempio del divin Maestro e di S. Paolo. Anche la Madonna ha molto pregato e poco predicato. Un solo consiglio ella ha rivolto agli uomini, di cui si parla nel Vangelo e fu quello che diede, nelle nozze di Cana, ai servi preoccupati per la mancanza di vino: «Fate ciò che egli vi dirà»19.
E quante volte nelle famiglie la mamma è più sapiente del padre! Ella non sta lì a dire tante cose al bambino, ma prendendogli le manine gliele congiunge e dice: Ripeti con me: Gesù.
Esaminiamo i nostri scritti per vedere se sono come li vuole il Signore. Essi devono dare: 1) i dogmi; 2) esempi: e questi due specialmente con i comandamenti e la storia sacra; 3) la preghiera e specialmente quella liturgica.
Adesso è di nuovo molto in voga lo studio della liturgia che tanto si considerava nei primi tempi della Chiesa. Più tardi si
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trascurò alquanto e ne venne una grande deficienza20 nelle anime. Col diffondere la stampa liturgica voi farete una grande opera nella società per i bisogni particolari di questi tempi in cui poco si prega.
Tenete poi sempre molto fermo sulle ore di adorazione, perché ci sia chi ottiene le grazie e chi istruisce.
Vogliatevi molto bene fra di voi. I quattro quinti di voi sono Pie Discepole21, ma esse appartengono alla medesima famiglia delle Figlie di San Paolo. È la stessa persona morale. Siate | [112] dunque unite in Gesù Cristo ed in S. Paolo!
Una sola cosa potrebbe guastare e sarebbe quando qualche membro si macchiasse di peccato. Se vedete che comincia a far capolino il peccato, ditelo alle vostre Maestre anche se vi sembra che non vi sia ancora tanto male. Ditelo per carità verso la vostra sorella, affinché possa essere corretta e ritorni sulla retta via. Siete venute qui per farvi sante e avete diritto di esigere preghiere, correzioni, assistenza. Aiutatevi dunque bene, affinché Gesù non venga offeso in nessuna maniera. Quelle di buona volontà procurino di impedire il peccato. Esso sarebbe la rovina della vostra Congregazione. Che importa se la nave è bella e grande se essa ha un forellino per cui l'acqua può entrare? Una nave in simili condizioni porta con sé il principio di sua rovina perché non tarderà ad affondare.
Ricordate che non parlo solo del sesto comandamento. Ve ne sono dieci! Guardatevi specialmente dall'umanesimo (o spirito degli uomini). Esso è il più diretto nemico dello spirito religioso che è spirito soprannaturale. Se una sorella od una casa intiera contrae l'abitudine di parlare troppo umanamente, per carità, rilevatelo subito! E chi comanderà in quella casa, al posto del Signore, se non l'amor proprio e l'egoismo personale? Domini sempre lo spirito di fede e non tanto quello della ragione anche nei discorsi! Se crederete, sarete contente e gusterete davvero quanto sia dolce il vivere col Signore e quanto sia consolante il trovarsi tante sorelle insieme!
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1 Originale: proprii.

2 Cf At 22,7.10.

3 Si parla di una cappella, costruita a lato della chiesa grande, che custodisce l'urna con il corpo del santo Cottolengo, a Torino.

4 Gv 14,6.

5 Gv 19,15: «Via, via, crocifiggilo».

6 Cf Mt 26,26-28.

7 Mt 28,20: «... fino alla fine del mondo».

8 1Cor 14,34.

9 Cf Rm 16,1. Basta ricordare, emblematicamente per tutte, Febe, diaconessa della Chiesa di Cencre, probabile portatrice della lettera di san Paolo da Corinto a Roma.

10 Cf Mt 28,19; 10,27.

11 Cf S. Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, Edizioni Paoline, Roma 1984, 6.a ed.

12 Pasquale Baylon (1540-1592), spagnolo, fratello laico francescano fu proclamato patrono delle opere eucaristiche e, successivamente, dei congressi eucaristici internazionali da papa Leone XIII.

13 Francesco Borgia (1510-1572), spagnolo, gesuita. Nel 1554 venne eletto terzo Preposito Generale della Compagnia di Gesù.

14 Attribuita a Tommaso da Kempis.

15 Pietro Gasparri (1852-1934), segretario di Stato collaborò alla compilazione del CDC. Condusse le trattative per i Patti Lateranensi (1929).

16 Cf Gv 13,33; 14,5-6.

17 Cf Mt 20,22.

18 Cf Rm 1,21.

19 Gv 2,5.

20 Originale: deficenza.

21 Con probabilità nel corso erano numerose le Pie Discepole.