1. IL GIUDIZIO*
I. PRIMO ATTO DEL GIUDIZIO PARTICOLARE
In questo giorno noi dobbiamo fare tre cose e, prima, ringraziare il Signore per i benefici che ci ha elargito durante il 1934.
[Sono stati] benefici d'ogni sorta. Materiali: siamo ancora in vita, mentre tanti sono passati all'eternità. Spirituali: quante belle vittorie, quanti bei meriti in questo anno! Intellettuali: quante verità comprese che non sapevamo, quanta più luce nelle cose dello spirito! Anche se contassimo solo le Comunioni che il Signore ci ha concesso, mi pare che ci sarebbe abbastanza da ringraziare. E lo avete fatto? Vi avete pensato? Oppure fate come quei bambini o quei vecchietti che tendono la mano e una volta ricevuta la moneta si fermano a considerare quanto è grossa dimenticando di ringraziare? Che cosa vi diceva la mamma da bambini? Di' grazie!.
Ringraziate il Signore per la salute giacché anch'essa è un grande dono. Voi sapete come domenica scorsa morì un nostro novizio dei Discepoli1. Era uscito di casa allegro e contento col pallone sotto il braccio, e lo riportarono cadavere ed io dovetti telefonare alla famiglia che era morto durante una ricreazione per paralisi cardiaca. E vi fu una dolorosissima coincidenza, giacché venni subito a sapere che la famiglia, nel medesimo giorno, aveva annunziato ai nostri di Roma la morte di un altro congiunto. Vedete? Due [morti] in una famiglia, e nello stesso giorno!
Ringraziate dunque il Signore, ma subito poi chiedetegli perdono. Sapete la storia della mostarda del beato Sebastiano
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Valfré2. Aveva otto anni quando la mamma, dovendo uscire, gli lasciò l'incarico di far bollire la mostarda ed egli, volendo fare in fretta, mise sotto tanta legna che la pentola traboccò e la mostarda andò in buona parte sui tizzoni. Il povero bambino allora comprese il suo grosso sbaglio e, quando seppe la mamma prossima al ritorno, le andò incontro e le offrì con grande umiltà un bastone perché lo usasse sulla sua schiena, ma la mamma commossa gli dette un bel bacio raccomandandogli di non farlo più perché la mostarda per riuscire bene, deve bollire adagio adagio e a fuoco lento. Andate anche voi da Gesù dicendogli: Ecco qui la birichina! Egli vi farà una carezza e vi dirà: Sii più buona nel 1935! E [certamente] voi volete essere più buone! Io stamattina ho celebrato la Messa per voi, per ringraziare e riparare alle vostre birichinate.
Ma io, nell'anno appena trascorso, se ho visto delle birichinate, ho visto [però] molto più bene. E dove sono le vostre opere buone? Sono andate forse tutte perdute? Le opere buone sono alle porte del Paradiso che vi attendono. State sicure che con Gesù non si perde mai nulla. Egli paga presto o tardi, ma sempre bene. Domani la Messa sarà per ottenervi un anno buono. Vi faccio anche gli auguri, ma come sogliono farli i sacerdoti: vi auguro e vi prego grazie per l'apostolato, per lo studio, per la pratica dei voti [e per] tutto ciò che vi abbisogna.
Ed ora vi dico due parole sul Giudizio, argomento del ritiro.
Il giudizio, come voi sapete, sarà: particolare e universale, «Statutum est hominibus semel mori et post mortem iudicium»3. Nella camera stessa in cui avremo esalato l'ultimo respiro, mentre i circostanti s'interrogheranno per sapere se abbiamo ancora un fil di vita, si compirà il giudizio della nostra anima in un baleno.
Ma noi, per poterlo meglio comprendere, dovremo adesso scomporlo nelle sue parti, e cioè: comparsa, accusa, difesa e sentenza.
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[Comparsa:] adesso non ci dà pensiero venire davanti a Gesù in Sacramento, anzi egli ci invita alla confidenza. Gesù è così buono: crocifisso per noi peccatori, racchiuso nel Tabernacolo per essere cibo degli uomini! Egli è ora tutto misericordia, ma dopo la morte sarà giudice giustissimo, ossia darà a ciascuno ciò che avrà meritato. Anche un bicchiere d'acqua dato ad un povero, un atto di pazienza, una parola buona, il lavoro più umile della giornata sarà rimunerato. Quanti meriti si faceva la Madonna lavando, cucendo, scopando! Gesù è giusto giudice e da lui tutto il male sarà punito. Non pensiamo neppure che qualcuno di noi abbia a passare all'eternità con un peccato grave sull'anima, ma anche senza che ci sia questo: uno sguardo dato con leggerezza, una parola impaziente, un bene che, nelle nostre condizioni, avremmo potuto fare ma che non abbiamo fatto...: giusto giudice!
Quanti fatti si leggono intorno al Purgatorio [meritato] per parole inutili, per non aver tenuto abbastanza da conto la biancheria...! Ah, quella suora, quanto Purgatorio! Gesù non è come noi, egli ricorda tutto: il bene come il male, i sentimenti che abbiamo adesso. Gesù è sapientissimo. Che sanno gli uomini di noi, anche quelli che ci sono più intimi? Invece Gesù sa tutto, anche le parole che dicemmo in un anno, dai sette agli otto anni, anche le gentilezze che usammo in quel tempo con la mamma, anche i passi che muovemmo: «Omnia nuda et aperta sunt oculis eius»4.
Chi di noi ricorda tutte le parole pronunziate nel 1934? Nemmeno vostra sorella che dormiva nella stessa camera potrebbe dirvi quel che facevate nottetempo, ma Gesù sì, perché è sapientissimo e sa leggere nel pensiero. Qui c'è una suora fervente ed una tiepida; Gesù le distingue benissimo; non è la stessa cosa per lui! Poco fa abbiamo letto i voti [scolastici]; una bambina ha preso sei, e invece ha messo diligenza per dieci: si attenda dieci da Gesù. Un'altra invece ha preso un dieci, ma lo ha rubato perché avrebbe meritato sei in diligenza: si aspetti un sei da Gesù. Che volete? Le maestre danno il voto per ciò che si è saputo.
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Quella povera donnetta del Vangelo mise due soldi nella bussola, due miseri soldini, eppure Gesù l'additò agli Apostoli, ciò che non fece con i farisei ricchi ed apparentemente più generosi5.
Gesù è sapiente e sa quello che dovevamo fare, quello che abbiamo fatto e potuto [fare]. Oltre però ad essere sapiente, egli è potente e, se condannerà l'anima all'inferno, ve la farà precipitare immediatamente; se invece la destinerà al Paradiso, essa vi volerà, nonostante tutta la rabbia del demonio.
Pensiamo alla nostra comparsa dinanzi a Gesù giudice! Non lo vedremo crocifisso, pronto a perdonarci alla prima lacrima di pentimento, no, egli sarà tale fino all'ultima nostra chiusa di bocca, subito dopo sarà il giudice inesorabile. Al giudizio non ci sarà la Madonna che intercede, non un sacerdote a cui possiamo raccomandarci: «Quanto è mai terribile comparire dinanzi al Dio vivente!»6. Ma S. Francesco di Sales aggiunge: Quanto sarà dolce presentarsi a quel Gesù che si è sempre amato!7.
Un giovane commise un cumulo di scelleraggini e, dopo aver fatto piangere più volte sua madre, fu condannato a morte. Prima però di esser condotto al patibolo egli domandò di essere condotto a rivederla per l'ultima volta. Gli fu concesso, e due guardie lo condussero a casa sua. Entrarono. La mamma ammalata era seduta sul letto, e al suo giungere non seppe articolare una parola, rimanendo come impietrita. A quella vista lo sventurato figliuolo cadde svenuto, e ce ne volle per farlo riavere. Se tanto triste è dunque vedere la propria mamma crucciata, quanto più doloroso sarà il vedere Gesù in tale stato!
Se Gesù sarà un giudice severissimo, perché non finirla con tanti pensieracci, con tante parole imparate nel mondo? Compatiamo i poveri mondani, ma non imitiamoli. Pentiamoci!
Vi è un mezzo per non essere giudicati ed è il giudicarsi. Quando ci giudichiamo, le nostre colpe vengono cancellate; ne
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resta soltanto un segno indicante che furono lavate dalle lacrime e dal sangue di Gesù, e sarà un segno glorioso.
Per non essere giudicati, facciamo sempre bene l'esame di coscienza, detestando, confessando, seppellendo, altrimenti ci penserà Iddio. Chi è furbo provvede per tempo!
Esaminiamoci su tutto, andiamo a fondo delle cose, vediamo se abbiamo avuto pensieri d'invidia, contro la fede, contro le virtù: riconosciamo semplicemente e detestiamo.
Gesù ci chiederà conto della nostra vita, anno per anno, circostanza per circostanza. Come ti sei regolata in quell'occasione con mamma e papà, in chiesa, in ricreazione, in refettorio, a studio, in propaganda? Quali furono i sentimenti del tuo cuore? Come i tuoi sguardi? Dimmi: come ti comportasti con quella compagna, come facesti la Comunione quel mattino?
Gesù esaminerà le cose più segrete, vedrà i nostri sentimenti d'invidia e di gelosia, il compimento dei doveri quotidiani, tutto!
Merita che lo serviamo. Facciamolo dunque con tutto il cuore, egli considererà le omissioni e le commissioni. Badiamo più alle prime perché sono quelle in cui cadiamo con maggior facilità. E poi attenzione a non commettere peccati veniali deliberati; quante anime ne fanno come se bevessero un bicchiere d'acqua!
Ricordiamo che tutto passerà all'esame di Dio: «Scrutabo Jerusalem in lucernis»8. Ah, quei peccati commessi nelle tenebre, quei pensieri nascosti che nessuno mai vide! In quel momento il demonio ci fece come la fotografia, e allora la presenterà lui stesso al Signore. Ricordiamo che di Dio giudice è scritto: «Revelabit abscondita tenebrarum, manifestabit consilia cordium»9.
Quanto vale però adesso una buona confessione! Domandiamo al Bambino la grazia di confessarci sempre meglio.
Durante il mese di gennaio meditiamo Gesù Maestro e chiediamogli di benedire l'apostolato-stampa che noi vogliamo esercitare
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come suoi servi, per onorarlo e praticare il suo precetto: «Andate, predicate a tutte le genti..., insegnando loro ad osservare quanto vi ho comandato!»10.
Benedica il divin Maestro l'opera biblica, l'opera catechistica, i bollettini, i periodici, tutte le iniziative che si prendono per estendere il suo regno nelle anime11.
[III]. ACCUSA, DIFESA, SENTENZA
Avete incominciato l'anno nel santo amor di Dio e, incominciare così, significa avere in mano una caparra, una garanzia di continuarlo bene nei suoi dodici mesi.
Il Signore ve lo dia buono quest'anno, pieno di meriti!
Il farci buoni, l'attendere alla nostra perfezione non è difficile, ma richiede buona volontà da parte nostra, e la volontà è buona quando ci porta ad adoperare i mezzi. Essa sovente viene confusa con la sentimentalità. Noi abbiamo buona volontà, quando, momento per momento, attendiamo al nostro dovere e diventiamo assistenti di noi stessi, guida dell'anima nostra, non secondo le impressioni, ma secondo il volere di Dio.
E ora andiamo avanti sull'argomento di ieri.
Nel giudizio, oltre la comparsa, c'è da considerare l'accusa, la difesa, la sentenza.
1. Accusa. Il Signore metterà dinanzi ai nostri occhi tutto il bene e il male operato. Tremendo sarà dunque il giudizio del peccatore; consolante quello di un'anima di buona volontà, per questa sarà quello che di più consolante si possa immaginare.
«Quel padrone, di cui parla il Vangelo, prima di partire per un lungo viaggio, chiamati i servi consegnò loro i suoi beni. A chi diede cinque talenti, a chi due, a chi uno; a ciascuno secondo la propria capacità, e subito partì.
Ora colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò a negoziarli e ne guadagnò altri cinque; similmente quegli che ne aveva
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ricevuti due, ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca nella terra e vi nascose il denaro del suo padrone.
Or, molto tempo dopo, ritornò il padrone di quei servi e li chiamò a render conto. E venuto quello che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque dicendo: Signore, me ne desti cinque, ecco, ne ho guadagnati altri cinque. E presentatosi l'altro che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, me ne affidasti due, eccone guadagnati altri due. Venne finalmente il terzo, e tutto tremante per la vergogna, voleva quasi gettare sul padrone la colpa della sua infingardaggine. Così fanno coloro che hanno poca voglia di farsi santi; essi dicono: Oh, ma è troppo difficile farsi santi! Disse infatti quel servo al suo padrone: Signore, io so che tu sei esigente e duro, e perciò ho avuto paura di te e mi sono affrettato ad andare a seppellire il tuo talento. Ora te lo restituisco»12.
Ecco dunque che al giudizio di Dio compariranno due sorta di anime: quelle che avranno trafficato e quelle che non avranno trafficato. Queste ultime saranno quelle che non avendo vera voglia di farsi sante avranno detto dei santi, come per scusarsi: Eh, quelli erano i beniamini del Signore, erano santi fin da piccoli, erano dei privilegiati!
No, no, i santi si sono fatti tali; essi, come noi, nacquero figliuoli di Eva, ma col passar dei giorni divennero migliori, noi invece troppo sovente diveniamo peggiori, specialmente quando abbiamo presunzione o disperazione di santificarci. Quanto è mai difficile portare avanti un'anima che cade in questi due difetti e che dice: Ah, io non riuscirò mai! Io non sono fatta per divenire santa! Oppure crede di essere già abbastanza buona.
Il demonio è un nemico terribile, furbo e bugiardo. Egli tenta dicendo: È nulla ciò, Dio ti perdonerà. Ma poi al giudizio, si farà nostro principale accusatore e dirà: Vedi, Signore, tu sei morto per lei e non hai ottenuto niente, io ho fatto nulla ed essa mi ha ascoltato.
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Un altro accusatore sarà l'angelo custode: Quest'anima ti ha disgustato, o Signore; più volte io le suggerii il bene, ma non fui ascoltato.
Diverrà accusatrice la Madonna, il Crocifisso che pendeva dalla parete della nostra camera, i nostri santi protettori e diranno: Ecco, le nostre immagini si coprirono di polvere. Tutti ricorderanno come ci stavano sempre dinanzi per aiutarci, solo che li avessimo invocati. E invece noi fummo degli indifferenti per loro.
È di fede che tutti gli uomini hanno la grazia di pregare, e chi prega certamente fa bene13.
S. Girolamo14 temeva che al giudizio parlassero persino i muri della sua casa e che dicessero: Sì, egli ha peccato, noi lo abbiamo visto!
Ma per un'anima buona, l'angelo custode sarà testimone di tanta pazienza, di tanta carità, di tanti atti di umiltà, e: Signore, io l'ho vista tante volte in preghiera, umile e raccolta, l'ho udita rispondere bene alla compagna, l'ho veduta correre per ubbidire. Permettete che ora l'accompagni al cielo!
Il demonio intanto la maledirà perché più volte si sentì dire: «Vade retro, satana!»15. Ma meglio così, quando il demonio ci maledice noi siamo contenti, non è vero?
Parlerà la cappella, il Crocifisso, le consorelle già defunte, i predicatori, il confessore, tutti! Primo testimone sarà Gesù che tanti gemiti udì, che tante lacrime di pentimento vide dal silenzio del suo Tabernacolo: «Chi allora oserà accusare l'eletto di Dio?: Quis accusabit electus Dei?»16.
2. Difesa. Provatevi adesso a pensare alla difesa del peccatore. Egli dirà: Io volevo farmi santo, ma... E Gesù a lui: E perché non lo facesti? Che aspettavi? Sapevi che bastava un anno a farsi santi...
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Ebbene, per non essere allora in così tristi condizioni, cominciamo a passare santamente questa giornata.
Il peccatore continuerà a scusarsi: Tanti, erano cattivi come me. Ma Gesù gli risponderà: Aspetta, gli altri pure verranno al giudizio; ora ci sei tu. Avessi un po' imitato tanti esempi che continuamente ti mettevo d'intorno, avessi un po' pregato...
Preghiamo, preghiamo, e ci faremo santi e adempiremo il grande comandamento del divin Maestro.
L'anima buona, che avrà sempre amato Gesù ed avrà sempre lavorato per portargli anime, si sentirà inondata da profonda riconoscenza verso il Signore per la divina piaga del suo sacro cuore, per la corona di spine, per i chiodi, per tutti i dolori che Gesù soffrì per essa nella passione. Grandissima riconoscenza ancora sentirà per il dono della vocazione, per tante Comunioni, per i santi voti sempre osservati, per le sante Messe e le Visite e per quella vita di raccoglimento che poté fare nella mortificazione e nella sempre crescente penitenza (perché più andiamo avanti e più dobbiamo diventare mortificati), nell'amore santo di Dio.
3. Sentenza. Inondata da inesprimibile gaudio, l'anima udirà la voce amabile di Gesù giudice che le darà l'ultima grande grazia, coronamento delle altre: «Venite, benedicti, Patris mei!»17; vieni, o mia eletta, o mia sposa, o mia fedele serva, vieni col tuo Signore che tanto ti ama e che tu sempre amasti. Entra nel gaudio della santissima Trinità! Allora si apriranno i cieli e l'anima andrà a sedersi al convito delle divine delizie per tutta l'eternità.
All'anima del peccatore, invece, Gesù triste e severo dirà: Perché non ascoltasti le mie sante ispirazioni, perché amavi tutt'altro che me, perché non ti curavi della mia legge, perché non sapevi che fartene della mia compagnia, ora vattene col demonio18.
Povera anima disgraziata! Ora lasciamola gemere nell'inferno perché i dannati non si possono amare e pensiamo un po' a quel che potrebbe dirci il Signore, se aprendo il Tabernacolo
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egli si facesse adesso nostro giudice. Che cosa ci direbbe? Incominciamo oggi una vita fervorosa, raccolta, attiva; un anno è sufficiente per fare un santo. Mettiamoci una [buona] volta!
Quella suora che prima era tutta mondana, persuasa da alcune consorelle, si decise a fare gli Esercizi. In essi comprese il suo stato, si pentì, propose, cambiò vita e in nove mesi si preparò all'eternità, perché morì, ed ora è beata19. Ebbene, sappiamo se il Signore darà a noi più o meno di nove mesi?
Vi furono dei santi di sette o otto anni e dei peccatori di settanta. Non è il molto vivere che conta, ma il molto amare.
Traffichiamo dunque bene i talenti avuti e avremo un bel giudizio. Io ve lo auguro con tutto il cuore e ve lo prego con tutto l'affetto. Voi pregate per me.
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* Stampato in opuscolo (ottavo). Ritiro mensile fatto ad Alba, la sera del 31 dicembre 1934 e 1° gennaio 1935 dal titolo “Il Giudizio”. Don Alberione ha tenuto la prima e la terza predica La seconda è stata tenuta da don Alfredo Manera SSP.
1 Iacovacci Girolamo nato a Frosinone nel 1915, morto ad Alba il 23 dicembre 1934.
2 Sebastiano Valfré (1629-1710), nativo di Verduno, diocesi di Alba. Oratoriano di san Filippo Neri, e direttore spirituale.
3 Cf Eb 9,27: «E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio».
4 Cf Eb 4,13: «Tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi».
5 Cf Mc 12,43.
6 Cf Eb 10,31.
7 San Francesco di Sales, Lettera 787, Annecy, 18 giugno 1612.
8 Cf Sof 1,12: «Perlustrerò Gerusalemme con lanterne».
9 1Cor 4,5: «Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori».
10 Cf Mt 28,19-20.
11 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo…, o. c., pp. 196-197. Segue la terza predica, poiché la seconda venne tenuta da don Manera Alfredo SSP.
12 Cf Mt 25,14-25.
13 Cf Tanquerey A., Compendio di Teologia Ascetica e Mistica, n. 645.
14 Girolamo (340-420), dalmata, sacerdote, padre e dottore della Chiesa latina. Papa Damaso I gli affidò la traduzione latina della Bibbia. In seguito si ritirò a Betlemme ove fondò una comunità religiosa. Tra le sue opere notevole è l'Epistolario.
15 Cf Mt 4,10: «Vattene, Satana».
16 Cf Rm 8,33.
17 Cf Mt 25,34: «Venite, benedetti del Padre mio».
18 Cf Mt 25,46.
19 Probabilmente riferisce un esempio narrato da un autore anonimo del 1700 in Diario spirituale - Scelta di santi e di altre persone di singolare virtù, PSSP, Bari 1956, 5.a ed., p. 12.