XIV
LO STUDIO SECONDO LO SPIRITO PAOLINO
| [138] Nutriamo l'anima nostra e il nostro apostolato del nostro spirito particolare che è lo stesso della Regina degli Apostoli e del nostro padre S. Paolo. Onoriamo costantemente e in tutte le circostanze Gesù Maestro come: Via, Verità e Vita. Gli daremo tanta gloria e faremo tanto più bene quanto più ci lasceremo1 guidare dai dettami di tale divozione che vuol essere essenzialmente pratica anche nelle sue sfumature, senza mescolanze, senza sottintesi, senza eccezione di sorta.
Le congregazioni si mantengono robuste finché restano fedeli ai loro princìpi fondamentali caratteristici.
| [139] Quindi è utile che anche oggi continuiamo sull'argomento di ieri. Il metodo che onora Gesù Via, Verità e Vita, dovendosi applicare a tutte le manifestazioni della nostra vita, si applica in primo luogo allo studio.
Con grande sacrificio, la Pia Società San Paolo sta curando l'edizione dei testi scolastici compilati secondo il metodo suddetto, e poiché d'ogni testo non si stamperanno più di cinquecento copie non esagero nel dire che il ramo maschile, per questa iniziativa, verrà a spendere circa un milione, ossia più che se si facesse la chiesa del Divin Maestro.
Ma è un ossequio al padre S. Paolo e lo si fa tanto volentieri perché è importantissima la formazione delle menti.
Voi forse non comprendete tanto perché sia migliore lo studio fatto secondo il nostro metodo dell'altro fatto nel solito modo; ma abbiate pazienza e prendete quanto vi si dà. Più tardi capirete i perché.
Il bambino, fin che ha sette anni, si nutre del cibo che gli mette dinanzi2 la mamma perché non sa distinguere fra questo o quell'alimento. A sette anni poi ha l'uso di ragione e allora le cose cambiano. Così il papà è tenuto a dire al figlio tante cose
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che forse egli non approfondisce come avviene in questo caso con voi, ma voi ascoltate e mettete in pratica in omaggio al vostro padre S. Paolo.
| [140] I. CHE COS'È LO STUDIO
Studio è applicazione per imparare.
Ci sono tanti studi: studi di ragioneria, di ingegneria, di commercio, di medicina, ecc., ma la parola studiarsi presa nel suo senso latino significa: sforzo continuato per imparare.
Molti studi non si fanno sui libri, infatti dice quell'uomo di campagna al figlio ingrato: Sapessi quanto ho studiato per allevarti ed educarti bene.
Lo studio, di per sé, è una fatica, e lo può dire chi lo prova, mentre gli altri non lo possono comprendere. I campagnuoli dicono agli studenti che si recano in vacanza: Venite a provare la fatica; altro che starvene sempre seduti al tavolino.
Come se la zappa pesasse più della penna!
Noi per studio non intendiamo soltanto quello che si fa sui libri, ma anche l'apprendimento del proprio ufficio, della pedagogia pratica che è spesso frutto di riflessione, di esperienze, la conoscenza di varie specie di anime e dei bisogni delle singole.
Chi è tenuto a studiare? Tutti coloro che hanno testa, ossia più o meno intelligenza, e poiché il comprendere i voti, farli e praticarli, richiede una certa intelligenza, sono tenute a studiare tutte le suore senza eccezione. Di conseguenza si potrà dire più facilmente: questa figliuola non può essere ammessa alla professione ché non è atta allo studio.
Capire che cos'è l'obbedienza è mica facile.
Certune hanno trent'anni di vita religiosa e | [141] non comprendono ancora che non bisogna criticare né mai disapprovare.
Liberatevi dalle persone che tendono di disgregare! Costoro o non hanno vera vocazione o se l'ebbero l'hanno perduta poiché la vocazione si perde quando manca l'obbedienza.
A questo proposito, nessuna delle studenti si creda dispensata dai lavori di servizio o di apostolato. Queste cose mantengono ed alimentano l'umiltà. Chi facesse altrimenti si forma irregolarmente. Così dispose S. Ignazio per i gesuiti, così vogliono
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le regole delle migliori congregazioni. Chi sdegnasse i lavori più umili, non può tanto sperare che il proprio apostolato riesca efficace. S. Paolo si vantava: «Le cose che mi erano necessarie me le guadagnai col lavoro delle mie mani»3. E le Figlie di San Paolo vorranno essere diverse dal padre?
Che differenza talora tra due religiose di diversa condizione sociale: la povera figliuola dei campi è tutta umile, attiva, rispettosa; la studentessa invece ha più pretese. Se fa scuola, vuole che le bambine vengano a prenderle i libri e glieli portino a posto, pretende di essere onorata e che in classe la chiamino: «signora maestra» e la riveriscano, proprio come se, entrando in religione, avesse salito insieme tre gradini.
Una simile suora la sbaglierebbe perché nella vita religiosa non ha maggior merito chi insegna di chi porta il concime nei campi.
«L'umile sarà esaltato e il superbo sarà umiliato»4.
Non è superbia far rispettare Dio nella | [142] Maestra, ma è superbia farsi servire per amor proprio.
E torniamo al nostro argomento.
[II.] LO STUDIO È IMPORTANTE
Importante per tutte, come per tutte è importante progredire.
La propaganda stessa di quante e quali cognizioni non avrebbe bisogno! Cognizione dei luoghi, delle persone, dei vari bisogni delle anime, conoscenza e discernimento dei libri e degli autori.
Il progresso è necessario a tutti; doveste anche fare i falegnami; e per il progresso si richiede lo studio.
Alcuni anni fa dissi una cosa e non fui proprio compreso. Certuni però hanno acquistato una considerevole costanza per cui danno da sperar benino per l'avvenire.
Sapete? Il mondo crede quasi doveroso d'imbrogliare i frati e le monache. Vi dicono: Questo è d'oro, quest'altro è d'argento. Sì, l'oro e l'argento dei cioccolatini!
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E vi pare lecito lasciarsi ingannare? Pazienza se i denari fossero nostri e non del Signore!
Progrediamo, progrediamo per essere sempre meglio i servi prudenti e fedeli. Come fareste, ad esempio, per distinguere un vino genuino da un altro artefatto?
E in cucina non vi sarà niente da imparare? Quante volte la Prima Maestra, dovendo scegliere una suora per le case filiali è in imbarazzo perché non ne trova una che sappia cucinare! E allora in mezzo a tanta ignoranza, | [143] il Signore vi farà da Maestro? Ma sì, sicuro, se voi da parte vostra v'ingegnate, studiate, fate il possibile. Egli talvolta ci fa sentire le cose direttamente, altre volte permette che diamo delle salutari nasate, ecc.
Anche durante la sua vita terrena il Signore usava, secondo le circostanze, vari metodi d'insegnamento; d'allora non ha mai perduto la sua destrezza. La necessità dello studio proviene dallo stesso precetto del Signore il quale ordinò che lo amassimo con tutta la mente. Ora, quando una suora, durante il giorno, si pascesse di fantasie e giudicasse a destra e a sinistra obbedirebbe al comandamento suddetto?
C'è molto più da temere dei pensieri e dei sentimenti che non delle opere.
Esaminiamoci dunque sull'uso che facciamo della nostra mente. Il medesimo punto sia anche oggetto dell'esame per la confessione settimanale; quando vedessimo di aver mancato guardiamo di accusarci!
III. IN QUAL MODO STUDIARE
In apostolato si abbia spirito di osservazione, si rifletta, si procuri di ricordare i consigli e le istruzioni ricevute e questi consigli si diano sempre volentieri.
Quando in tipografia si cambia una persona, bisognerebbe che le altre sapessero andare avanti bene come prima in modo che non si senta lo sbalzo. Io non credo che noi non ci curiamo d'insegnare agli altri per gelosia, ma piuttosto per un po' di dimenticanza o di impazienza. Circa la pietà lo studio è ancor
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più indispensabile. | [144] Bisogna ricordare le cose apprese nelle prediche, negli avvisi, bisogna sapere ed insegnare come si pratica l'obbedienza che è il voto più difficile perché richiede la docilità perfetta della mente e del cuore. Se tutte fossero pronte ad insegnare quel poco che sanno e tutte nel contempo fossero pronte a chiedere e ad imparare allora sì che la propaganda, lo scrivere, l'apostolato intiero, lo spirito di povertà progredirebbero!
Vi sono poi alcuni studi propriamente detti, che sono indispensabili.
a) Lo studio del catechismo: per alcune saranno i Primi elementi, per altre il catechismo grande. Il catechismo dovete saperlo proprio bene perché non è difficile; s'impara anche sbucciando le patate se lo si ripete forte, domanda per domanda, più volte. Potete prendere i catechismi per classi, perché essendo compilati secondo il metodo via, verità e vita, sebbene non abbiano più domande degli altri, pure sono più completi.
Per la spiegazione aiutatevi con qualche altro testo, più esteso come ad esempio Via, Verità e Vita di D. Costa6.
b) Inoltre si curi lo studio del Messalino e dei libri di liturgia.
Anche il solo Messalino, seguito fedelmente durante tutto l'anno, serve di ottima istruzione liturgica. Farete bene a servirvi di quello della Casa. Prendete pure lo spirito liturgico che è lo spirito della Chiesa. La santa Comunione stessa, ora che avete una certa età, potrete farla con molte più cognizioni di quando avevate sette anni. Le lezioni di catechismo siano regolari: | [145] ogni domenica almeno. Chi lo sapesse già a perfezione passi pure alla Storia sacra.
c) Dopo gli studi sacri vengono le materie profane le quali hanno due scopi: imparare a parlare (le lingue) e sapere che cosa dire (altre scienze). Oh, le Figlie di San Paolo quanto bisogno hanno d'istruirsi! Chiamate ad una missione così grande dovrebbero avere il dono delle lingue!
Nel saper che cosa dire si comprendono tutti i rami: scienze naturali, storiche, filosofiche, matematiche.
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Lo studio di queste materie è non solo utile, ma necessario per lo sviluppo della Congregazione e dell'apostolato.
E a che cosa si darà la precedenza, allo studio delle lingue od a quello delle scienze? Se si tratta di persone che restano in Italia sarà bene che esse apprendano prima le lingue e poi le altre scienze; quelle invece che vanno all'estero imparino prima il pensiero, poi le lingue, per varie ragioni.
Quando vi si dà la benedizione, si ha sempre l'intenzione di benedirvi anche la lingua, sapete! Più imparate e più sarete atte a far del bene. Gli ignoranti son capaci a ben poco.
Adesso dunque nel benedirvi, intendo benedire in modo particolare le lingue, per quanto si faccia già sempre, onde oltre a tutto, non abbiate da peccare nei discorsi. Pensiamo che le nostre parole hanno un'eco nei cieli ove i beati cantano nei secoli: «Gloria in excelsis Deo»7. Se avremo parlato sempre bene, certamente un giorno noi saremo in mezzo a loro a festeggiare | [146] lo Sposo, questo divino Sposo che vuole possedere tutta intiera la sua sposa.
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1 Originale: lascieremo.
2 Originale: dinnanzi.
3 Cf 1Cor 4,12; 2Ts 3,7-8.
4 Cf Lc 14,11.
5 Originale: dall'ora.
6 Costa D., Via, Verità e Vita, 3 voll., Alba PSSP, I e II volume 1933, III volume 1935.
7 «Gloria a Dio nell'alto dei cieli».