Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XII
PIETÀ

| [122] Verso la fine degli Esercizi può essere che venga una tentazione, quella cioè di pensare che gli Esercizi siano terminati. E in verità, sono passati in parte, ma non finiti.
Ora è proprio il momento di stringere, di concretare, di legare i covoni, o i pacchi pieni di cose udite, come fanno le vostre sorelle della spedizione. Ho visto che, una volta preparato un pacco, esse lo stringono come in una fitta rete di spago, affinché neppure un libro vada smarrito. E guai se non lo facessero!
Così adesso voi dovete incominciare a raccogliere ed a legare le tante istruzioni e le sante ispirazioni avute, affinché nessuna ne vada persa, ma tutte producano il loro frutto.
| [123] Ormai il peccato è tolto, i propositi sono pronti: resta da pregare, da concretare dinanzi a Gesù, da diventare forti e robusti dinanzi a lui. Solo in tal modo il demonio non1 riderà di voi e non avrà voglia di venirvi a disarmare.
Se gli Apostoli, nel Getsemani, avessero pregato, non avrebbero rinnegato il Signore con le parole o coi fatti. Ma Gesù dové rivolgere loro il rimprovero: «Non avete potuto vegliare neppure un'ora con me?»2.
Come S. Pietro, anche a noi viene negli Esercizi e nei momenti di maggior fervore, il desiderio di sostenere qualunque pena per il Signore3. Questo desiderio è ottimo, ma senza la preghiera che lo confermi, a che vale?
Se voi mandaste la commissioniera in Alba dicendole: Va' alla banca a pagare L. 200, poi dal macellaio per comperare tanti chili di carne, poi dal droghiere ecc., ecc. e non le deste un soldo, essa vi risponderebbe: Vado, sì, ma datemi il denaro necessario. Ed avrebbe ragione. Di buone volontà che non
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furono confermate dalla grazia che si ottiene con la preghiera è lastricato l'inferno.
Impariamo quindi ad accompagnare sempre i propositi con tanta preghiera, altrimenti resteranno puri castelli in aria.
La grazia degli Esercizi deve bastarvi tutto l'anno. Essendo dei sacramentali, gli Esercizi conferiscono molte grazie, ma allo stato potenziale, che cioè sarà applicata giorno per giorno, momento per momento quando se ne avrà | [124] maggior bisogno. Ecco dunque che questi sono giorni preziosi perché giorni di preghiera.
Di questa appunto parleremo, ossia della pietà.

I. CHE COS'È LA PIETÀ

Vi sono varie specie di pietà: pietà filiale, pietà cristiana, pietà religiosa, verso i defunti, il prossimo, ecc. La parola pietà ha significato di affezione, e così si ha rispettivamente: affezione dei figli verso i genitori, verso il prossimo, le sorelle, i defunti.
La pietà verso Dio è uno speciale affetto per il Signore, un amore sentito che ci fa compiere volentieri gli atti di culto esterno e cioè: il venire in chiesa, il canto sacro, le lodi, la santa Messa, le funzioni, la preghiera collettiva, la cura delle paramenta sacre, la preparazione delle ostie, ecc.; ed anche il culto interno: ossia ci fa aver tanta stima delle cose dell'anima che consideriamo come le principali, prima Dio, poi tutto il resto; ci fa rivolgere spesso il pensiero a Gesù, ci fa amare la sua compagnia, ci fa vincere le distrazioni, ci mette in cuore sentimenti di divozione che ci spingono a spenderci tutte per lui. Ecco quindi che la pietà invade le tre principali facoltà dell'anima: mente, volontà, cuore.
La mente, che si istruisce per sempre meglio comprendere e stimare le cose divine.
La volontà, che ci fa bramare la compagnia del Signore, per cui l'anima non trova riposo a stargli lontana.
Il cuore, che si riempie di desideri santi, i | [125] quali si traducono in pratiche divote ed in opere pie.
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La pietà è la vita del religioso, non consiste perciò in una molteplicità di pratiche esterne, nel trattenersi a lungo in orazione, nel caricarsi d'impegni e di piccoli esercizi. La nostra pietà vuol essere completa, comprendere cioè non una sola delle facoltà dell'anima, ma tutte e tre.
Vi può essere più pietà, più amore, nella suora che percorre la via per andare a compiere un suo dovere ed intanto procura di non distrarsi per mantenersi alla presenza di Dio e supplica l'angelo custode per riuscirvi, che in un'altra la quale ha appena fatto la santa Comunione.
La pietà, come l'intendiamo noi, è un grande amore verso il Signore, allo stesso modo che la pietà filiale è un affetto tenerissimo e sollecito verso i genitori.
L'anima pia sente il bisogno di stare con Dio, il bisogno, notate bene, e non sempre la dolcezza, per cui si reca volentieri all'orazione anche se sa che deve lottare tutto il tempo contro il sonno, le distrazioni o le tentazioni. Quante volte quella che a prima vista diremmo indifferenza, è invece profonda pietà!
Talora l'indifferenza è d'altro genere: l'anima sente ugual piacere nel pregare e nell'occuparsi in vari lavori. Quest'anima ha fatto un passo avanti: essa ha vinto la sua particolare propensione all'orazione ed è riuscita ad applicarsi con egual fervore nelle pratiche di pietà e nei lavori esterni del servizio di Dio. Quest'anima ha imparato oltre che ad amare, a servire il Signore compiendo la sua santa volontà. Alcuni | [126] santi preferirono essere dei poveri servi di Dio in questa vita, per goderlo poi nell'eternità.
Quella indifferenza però, che lascia insensibili al bene o al male, che non dà alcun interesse per le cose sante, quella è tiepidezza e bisogna fuggirla.
La suora che giunge ad amare ugualmente la vita ritirata e la vita d'azione pur di compiere la volontà di Dio, è già avanti nella perfezione. A questo punto dovreste arrivare tutte!
Persone di pietà superficiale accusarono Don Bosco, come uomo di poca vita interiore. Teste piccole!...
È dunque veramente importante la formazione alla pietà e proprio perché tale, il demonio l'insidia! L'acqua non si compera e così a nessuno viene in mente di corromperla. Il vino
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invece che costa caro, si falsifica in mille modi! Ah, quelle bottiglie di vino prelibato, quanto succo d'uva hanno veduto?
Quanta falsa pietà si fabbrica nei monasteri! Facciamoci una pietà giusta, perché il diavolo è furbo! Tenta un'anima di rigorismo, perché non s'accosti troppo sovente alla Comunione, ad un'altra le fa credere che la santità consiste in molti Pater, o nel portare gli abitini, o nel cantar bene, o nello stare sempre in ginocchio...
Tutte queste cose sono buone, solo però in quanto nascono da un forte amor di Dio, che ci fa stimare in primo luogo le cose sue, non soltanto in chiesa, ma altresì a tavola, per istrada, in apostolato, sui tram e sui treni.
Chi è veramente pio, stima le pratiche divote come la respirazione per il corpo, ed appena | [127] ha un minutino libero dalle occupazioni esteriori corre dal Signore, come un bambino dalla mamma.

II. LA PIETÀ È NECESSARIA

È talmente necessaria che forma una cosa sola con la nostra vita. Essa è lo scopo principale della nostra professione, giacché vogliamo attendere alla perfezione, e perciò una Figlia di San Paolo è tanto religiosa per quanto ha di pietà.
Questo è il suo mestiere. Ognuno ne sceglie uno speciale: il medico ha il suo, il calzolaio il suo, il negoziante il suo, voi avete il vostro: essere pie, farvi sante.
L'andare in propaganda o lo stare in casa, l'andare in una casa piccola o in una grande, lo studiare o il non studiare, sono tutte cose accidentali; l'essenziale è che vi facciate sante: lo dice continuamente anche l'abito che indossate.
È importante la pietà? Importantissima, in quanto ha per oggetto immediato Dio. Voi infatti non dovete preoccuparvi né di eredità, né della vostra vita materiale. A tutto avete rinunziato per attendere a Dio ed a lui solo come Maria santissima presso il tempio.
Inoltre essa dà valore a tutta la vita religiosa: la suora è buona per quanto è pia; è efficace sulle sorelle, sulle vocazioni e sulle anime, per quanto sa pregare.
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Persuadiamoci dunque che la pietà non è un complesso di pratiche esteriori, ma la vita dell'anima nostra, in modo che non possiamo | [128] metterla da parte per un certo tempo. Essa dà la vitalità ed il sapore a tutte le nostre occupazioni, a tutte le ore del giorno ed anche della notte, quando ci addormentiamo per obbedienza sotto le ali dell'angelo custode o sotto il manto di Maria.
Una pietà sdolcinata guasta tutto. La pietà forte e verace compenetra quanto avvicina, spargendo ovunque il buon odore di Cristo4.
Mentre, poco fa, passavo per lo stradale, mi è passata innanzi una signorina in bicicletta, la quale ha lasciato dietro di sé un acutissimo profumo. Oh, se le Figlie di San Paolo, ho pensato, lasciassero sempre il buon odore di Cristo!
Ho detto che la pietà è la vita della suora, e lo ripeto. Essa è la vostra consolazione, la vostra pace, il vostro unico bene, perché Gesù è il vostro conforto, il vostro tesoro, il cuore del vostro cuore.
Fuori di Gesù a chi ricorrerete? Voi non avete più famiglia, non ricchezze, non tante soddisfazioni quando vi sentite sole ed incomprese o senz'altro lontane da Dio, come Gesù sulla croce, che diceva: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»5.
Ebbene anche in questi momenti il vostro cuore sia con Gesù. Egli non vi mancherà mai. Un tabernacolo lo avrete sempre, una chiesetta si trova, e se non la trovate ve la fate, così con voi sarà sempre il tabernacolo del vostro cuore ove, nel raccoglimento, ritroverete il Signore.

| [129] III. ESAME SULLA PIETÀ

Ed ora, facciamo un poco di esame:
1) Viviamo noi di pietà?
2) La pietà ha il primissimo posto nella nostra mente, nel nostro cuore, nella nostra volontà?
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3) Non la trascuriamo mai, nemmeno da malate, o per stanchezza fisica?
4) La sentiamo così viva che ci fa operare sempre ed in tutto unicamente per amor di Dio?
Se non siamo in queste condizioni, confessiamocene pure: Amo poco il Signore, ché retta intenzione, amore e pietà sono una cosa sola.
Temo molto che su questo punto i vostri esami siano alquanto difettosi.
E allora disperarsi? No! Da simile malattia si può guarire all'istante, incominciando a domandare al Signore il suo santo amore ed a fomentarlo. Hai una pietà debole? Sei anemica nella pietà? Innesta il sangue di Gesù nelle tue vene per mezzo della santa Comunione!
Esaminiamoci, esaminiamoci: stampiamo noi soltanto per amor di Dio, brossuriamo, leghiamo, diffondiamo, cuciniamo, scopiamo unicamente per servire lui?
Il nostro amore a Gesù è così forte che ci fa fare quel che vuole lui, ci fa andare dove vuole lui, ci fa dire quel che piace a lui, ci fa bramare lui e lui solo?
S. Paolo era giunto precisamente a questo alto grado per cui diceva con verità: «Charitas Christi urget nos»6. La carità di Cristo ci sospinga! | [130] L'amore di Gesù ci sospinga in propaganda, in chiesa, in istudio, in refettorio, in apostolato, a passeggio con quella sorella. Noi siamo portati da Dio ed «in lui viviamo, ci muoviamo e siamo!»7.
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1 Originale: non si riderà di voi.

2 Cf Mt 26,40.

3 Cf Lc 22,33.

4 Cf 2Cor 2,15.

5 Mt 27,46.

6 2Cor 5,14.

7 At 17,28.