14. PREPARAZIONE AL SANTO NATALE*
Avete pensato, appena svegliate, che oggi incomincia la novena del santo Natale? Vi avete pensato proprio? Sì? Dite di sì, ma non ditelo se non è vero; non dite mai bugie.
Come la bambina che quando la mamma torna dal mercato va a curiosare nella sporta per vedere che cosa ha comperato, così voi, avete curiosato per cercare di scoprire che cosa porta per voi il Bambino nelle sue manine?
Il Bambino ha ogni ben di Dio, ossia la pace, come annunziarono gli angeli alla capanna: «Pax hominibus bonae voluntatis!»1.
Gesù porta all'uomo la pace, anzitutto perché lo riconcilia col Padre suo celeste riaprendogli le porte del Paradiso: «Noluisti sacrificium et oblationem; corpus autem aptasti mihi»2. Egli dice all'eterno Padre: «Tu non hai voluto il sacrificio e l'oblazione» ossia, anziché pretendere la distruzione di questo ingrato genere umano, «corpus aptasti mihi: desti a me un corpo», un corpo con cui ho soddisfatto per tutti. Da ciò possiamo comprendere per intero le parole degli angeli. Gesù prendendo un corpo come noi diede una grande gloria al Padre: «Gloria in excelsis Deo», e nello stesso tempo portò a noi la pace: «et in terra pax hominibus!». Pace agli uomini, ossia fede, speranza, carità, aumento di grazia, doni spirituali d'ogni genere.
Voi guardate nelle manine del Bambino per veder che cosa vuol portarvi; ma anch'egli guarda, e vi guarda nel cuore perché, se il Bambino è pronto a dare, vuole anche ricevere.
Che cosa gli darete? Tre cose:
1. Un ossequio speciale durante tutta la novena. A molti piace vedere che gli altri facciano ossequi. Ma questi fanno
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come coloro che in punto di morte si raccomandano alle preghiere altrui. Fate voi gli ossequi, pregate voi, poi pretenderete la virtù negli altri.
2. Scrivete poche lettere, pochissime, ma le necessarie sì, come ai genitori, al vostro parroco.
3. Osserverete meglio il silenzio. Ci sono nove giorni, fate almeno una mortificazione al giorno. Sappiate tacere a tempo e luogo, e parlare invece quando si conviene, ossia: in confessione per dire tutto, tutto; a scuola per rispondere quando siete interrogate; con la Maestra quando siete interrogate circa la vostra condotta morale in quanto dovete.
Usate anche la lingua per cantare bene alla novena: Regem venturum Dominum, venite adoremus!3. Dice S. Giacomo: «Chi non pecca con la lingua è un santo»4. Guardiamo nella grotta di Betlemme e non troveremo che mortificazione.
Un ricchissimo signore, di circa trent'anni, era stato richiamato alle armi e scriveva dal fronte a sua madre: Ci hanno messo a dormire nella stalla ed a me è toccato il posto nella greppia. Prima di addormentarmi, sussulto di contentezza pensando che un dì nella mangiatoia aveva dormito Gesù Bambino.
Oltre alla mortificazione, prepariamoci a chiedere delle grazie speciali al Bambinello, grazie particolarissime, con la fiducia viva di ottenerle. Dite: Questo me lo aspetto proprio da Gesù Bambino per Natale. Siano anzitutto grazie per voi, per l'anima vostra; io vi consiglierei di chiedere un grande amore a Gesù e la sua semplicità. Poi grazie per i genitori, i parenti, i benefattori, per tutti coloro che vi hanno giovato direttamente o indirettamente, per chi vi ha sgridato, talvolta le sgridate giovano tanto; per chi vi ha fatto del male, ossia per coloro che voi credete vostri nemici. Ma in fondo, che male possono farci gli uomini? Tutt'al più possono mandarci in Paradiso e, tanto più in su, quanto più abbiamo di pazienza nel sopportarli. L'unico vero male lo facciamo noi medesimi ed è il peccato.
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Prendete bene ogni giorno la benedizione del santissimo Sacramento, fate molto accuratamente la Comunione, cantate ed imparate le lodi al Bambino, ma specialmente state raccolte.
In quei giorni di dicembre, Cesare Augusto emanò un editto in cui ordinava che tutti gli abitanti dell'impero romano, allora era nella massima floridezza e il tempio di Giano era chiuso perché regnava la pace, si recassero nel loro paese di origine, non di nascita, per iscrivere il proprio nome in appositi registri.
Maria e Giuseppe, per ubbidire alla legge, partirono da Nazaret alla volta di Betlemme, loro luogo di origine, perché discendevano dalla regale stirpe di David, per quanto fossero decaduti5.
Il viaggio fu lungo, pieno di disagi. Ebbene, figuratevi che quel viaggio si ripeta adesso e duri nove lunghi giorni. Accompagnate Maria e Giuseppe, consolateli, aiutateli. Fa tanto freddo, le difficoltà sono immense... Accompagnateli giorno per giorno, sino alla notte santa, quando tra un bue ed un asinello vedrete nato il figlio di Maria, Gesù-Dio. Maria e Giuseppe si saranno prostrati innanzi a lui, essi furono i primi adoratori del Messia.
In quella notte benedetta chiederete ogni grazia e l'otterrete; pregate anche per me, io pregherò per voi, domandate l'amor di Dio, la salvezza delle anime.
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* Testo stampato in EC, 12[1935]4, con titolo: “Predica del Rev. Sig. Primo Maestro”. I curatori dei dattiloscritti successivi hanno messo il titolo: “Preparazione al S. Natale”. La data è pure indicata: “Alba 16/XII/35”.
1 Cf Lc 2,14: «Pace [in terra] agli uomini di buona volontà».
2 Cf Eb 10,5.
3 «Venite, adoriamo il Re Signore che sta per venire», antifona dell'Invitatorio della novena di Natale.
4 Cf Gc 3,2.
5 Cf Lc 2,1-4.