Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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6. OBBEDIENZA E UNITÀ DI SPIRITO*

Siete ubbidienti? La vostra forza sta nell'ubbidienza, per tre motivi: 1) quando si fa la volontà di Dio si sta in Dio e Dio in noi, allora si diventa potenti della potenza di Dio; 2) nell'ubbidienza risparmiate tanto tempo in tutto: virtù, studio, apostolato, povertà; 3) l'ubbidienza vi rende forti, abili, come comunità: infatti essendo tante a far la stessa cosa, anche le forze sono unite, così camminate molto più presto e fate molto meglio.
Fate molto [e] più bene nella povertà, facendo tutto il possibile in ogni vostro lavoro, nello studio, nella carità. Ubbidite, ubbidite sempre di più! Il diavolo mette sempre mille scuse, ma il meglio è sempre ubbidire. Imitate S. Giuseppe, egli non ha fatto alcunché di speciale, ma si è fatto una bella sedia per il Paradiso. Siate ubbidienti, forti! Non andate dietro a tutti gli spiriti: «Uomini siate e non pecore matte...»1 direbbe Dante.
State attente: vedete com'è piccola l'Italia, in confronto alle altre parti del mondo, è un piccolo orto, ma nell'orto v'è sempre la parte dei cavoli e la parte del semenzaio. L'Italia sarà il semenzaio, ma bisogna essere buone. Se andando fino in Sicilia prendete lo spirito siciliano, allora andando fino in Brasile prenderete lo spirito brasileno? [No,] avete imparato lo spirito di S. Paolo, della Casa, state ferme, camminate con fortezza nello spirito che vi è stato insegnato2. È S. Paolo che stasera ci dice questo. Se ubbidite io sono disposto a mandarvi fino in fondo all'Africa, ma se non ubbidite, perderete la pace e le grazie.
Il Signore vi darà le vocazioni se voi le educherete nello spirito di S. Paolo. Siete proprio ubbidienti?
Lo so che la volontà l'avete tutta, ma non lasciatevi deviare da nulla, specialmente da chi ha poco amore alla Casa.
~
Siate cavoli che si possono trapiantare.
Ubbidire e ascoltare. Ascoltare, mettendo nell'ubbidienza la mente, la volontà, il cuore, l'intelligenza e dire al Signore che inclini il nostro cuore. Egli desidera l'ubbidienza effettiva, ma soprattutto l'ubbidienza affettiva, di sentimento e di volontà. Chi non mette tutta la sua intelligenza e volontà nel proprio lavoro non serve bene il Signore. Per quanto dipende da voi, dovete farle riuscire [bene] le cose, farle fruttificare, e quindi riflettere, chiedere consiglio, pensare al modo di miglior riuscita. Sia nella parte finanziaria che morale è grande errore il non interessarsi, il lavarsene le mani, il dire: Non tocca a me. Ma questo l'avete in radice nei voti. Quante volte trasgredite i voti qui sopra! Questo dire: Non tocca a me, è trasgredire l'ubbidienza, significa non far bene l'esame di coscienza. Studio, apostolato, pietà, povertà: tutto tocca a voi! E chi deve interessarsene se non voi? È grande errore questo che fate ora. Una lettera mi diceva: Signor Primo Maestro, liberi la casa dalle fannullone e chiacchierone!.
Eh, sì, noi dobbiamo dare tutta l'intelligenza, l'energia, il cuore al Signore!
L'ubbidienza vuole ancora dire che dovete considerare il vostro Istituto come magistrale. Voi esistete per insegnare cose spirituali. Siete ancora tanto indietro, sia riguardo la propaganda, lo studio, la tecnica... Dovete progredire tanto tanto qui sopra, per poter compiere il beneplacito di Dio, altrimenti non avrete le sue benedizioni. Voi siete Istituto magistrale e qui dovete progredire, fare la volontà di Dio. Dovete divenire capaci di insegnare.
Il Signore mi ha dato questo ufficio, di dirvi queste cose, e non sarei tranquillo se non ve le dicessi, e voi pure non lo sarete se non le metterete in pratica. Non tendete a scappare, seguite, affinché possiamo portare la vostra Congregazione a quel fine per cui Dio l'ha chiamata. State attente a non divenire sale scipito3. La Congregazione dev'essere magistrale. Pensate: Dio vi chiama ad una missione alta, siate docili. Non sono io che vi dico queste cose, è il Signore: anime e non denaro, anime e non onore, anime e non soddisfazione.
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* Testo in dattiloscritto, carta vergata, fogli 3 (17,5x26,6). Al posto del titolo ci sono le seguenti indicazioni: “Alba 9 giugno 1935. Conferenza del Primo Maestro”. Curatori di dattiloscritti successivi hanno scritto a mano come titolo: “Obbedienza e unità di spirito”.

1 Alighieri D., La Divina Commedia, Paradiso, V, 80.

2 Intende dire che ovunque si va, si deve portare lo spirito proprio dell'Istituto che è lo spirito di san Paolo.

3 Cf Mt 5,13.