Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. LA SACRA SCRITTURA E L'APOSTOLATO STAMPA *

Ci fermeremo [quest'oggi] a onorare la sapienza di Gesù presente nell'Ostia santa, meditando tre punti: 1) La sacra Scrittura e le verità dell'apostolato stampa. 2) La sacra Scrittura è la via dell'apostolato stampa. 3) La sacra Scrittura è la vita dell'apostolato stampa.
Noi mediteremo cioè la sacra Scrittura in relazione con l'apostolato stampa e vedremo come la Scrittura sia la verità, la via e la vita del nostro apostolato. Oggi quindi le considerazioni che stiamo per fare sono di estrema importanza per il nostro apostolato e pregheremo il divin Maestro che si degni di parlare alle nostre menti, di illuminarle, di riscaldarci il cuore e di accenderlo del desiderio di farlo conoscere a tutti gli uomini.

1. La sacra Scrittura e le verità dell'apostolato stampa. Che differenza passa fra la Scrittura e l'apostolato stampa? Hanno la medesima dottrina, vengono entrambe da Dio e mirano allo stesso fine: la salvezza delle anime.
La Scrittura è il complesso di tutte le verità divine, contiene tutte le notizie che Dio volle dare di sé, i comandi, la dottrina da insegnare agli uomini. Con la Scrittura Dio ha voluto istruire gli uomini circa le cose da credersi, le cose da farsi, il culto, e li ha istruiti attraverso i Profeti, i Patriarchi, per mezzo del suo Figlio unigenito e degli Apostoli: «Questi è il mio Figlio diletto, lui ascoltate»1. Ebbene, tutto questo è compreso nell'apostolato stampa perché, qual è la dottrina dell'apostolato stampa? Noi ora ci fermiamo a considerare i vari campi in cui si muove il nostro apostolato: catechismo, liturgia, vite dei santi, ecc., ma è sempre la stessa cosa, è la stessa Scrittura sminuzzata al popolo, è la
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parola di Dio data ai fedeli. Ed è tanto la stessa cosa che se l'apostolato stampa si staccasse da lì, sarebbe perduto, perché l'apostolato stampa è mandato ad evangelizzare, altrimenti esce dal suo campo, dal suo ufficio.
La nostra dottrina non ammette dubbi, ha la stessa origine della sacra Scrittura, è la stessa dottrina. Perché un povero prete o una povera maestra che non hanno titoli per potersi mettere ad istruire le così dette persone colte, possono [invece] mettersi a insegnare che vi è un Dio solo, in tre Persone, parlare dei sacramenti, della vita eterna? Su quali prove si basano, quali argomenti portano? Essi si basano sull'autorità di Dio e affermano la parola rivelata da Dio stesso: «Ego autem dico vobis...»2: sono io, il vostro Dio che ve lo dico, se non osserverete la mia legge, non avrete la vita eterna. Come fa quella maestra a scrivere quelle cose e a insegnare nel catechismo quelle alte verità, e a insegnarle senza ammettere dubbio alcuno, né discussione alcuna? Quali sono le prove che porta per convincere? Come un filosofo per provare l'autorità di ciò che insegna porta le prove, così ella parla sicura perché la parola di Dio non può ingannare.
L'apostolato stampa e la Scrittura hanno la stessa origine, gli stessi motivi, la stessa dimostrazione e gli stessi fini. «Noi, dice S. Paolo, non siamo venuti da voi a cercarvi soccorsi»3, «non abbiamo mangiato il pane a tradimento»4, «ma ce lo siamo guadagnato con le nostre mani; noi cerchiamo le vostre anime non i vostri beni»5. È proprio così: l'apostolato della stampa cerca il cielo, non cerca la terra, non mira al guadagno, non mira a farsi applaudire, non a procurarsi una vita comoda, ma anime: «Da mihi animas et cetera tolle»6. Questo è il motivo per cui Dio Padre scrisse la sua lettera, per cui il Figliuolo si è incarnato, per cui lo Spirito Santo ci vivifica, perché abbiamo la vita e l'abbiamo abbondantemente. Si tengano pure gli altri i loro beni, le loro comodità, gli onori e i piaceri, noi non cerchiamo la terra, vogliamo il cielo e sulla terra soltanto anime da portare a Dio.
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Diciamo tre Pater: uno per ottenere dal Signore la grazia di conoscere bene la sua dottrina che è la stessa dell'apostolato stampa; uno per credere fermamente la Scrittura, non per convinzione, ma perché ci è data da Dio. Chi ha molta fede, nell'apostolato porterà gran frutto. L'ultimo perché lo Spirito Santo ci dia grazia di cercare solo le anime, nient'altro sulla terra. Voi direte certamente che avete anche bisogno di aiuti materiali per l'apostolato e per sostenervi, ma non temete perché chi serve all'altare deve vivere dell'altare e «l'operaio è degno della sua mercede»7, quindi se voi date alle anime il bene spirituale, le mettete nell'obbligo di aiutarvi materialmente e non vi mancheranno gli aiuti.
[Recitare] l'Atto di carità.
Esempio: S. Gregorio Magno8 fu detto il grande per la molteplicità e l'importanza delle sue opere e fu uno dei più grandi Padri che abbia avuto la Chiesa. Conosciuto che nel mondo non avrebbe potuto liberamente servire il Signore, intendendo l'invito di Cristo, vendette tutti i suoi beni e si ritirò nel monastero di S. Andrea [Roma] da lui fondato. Fece suo studio principale la sacra Scrittura e scrisse su di essa importanti libri. Dalla cattedra di S. Pietro a cui fu chiamato con suffragio popolare, raccomandava ai superiori degli istituti e dei seminari che tenessero in gran conto lo studio della Scrittura. A un vicario di Costantinopoli scrisse una lettera rimproverandolo di aver trascurato la lettura quotidiana della parola di Dio: Voi trascurate di leggere ogni giorno almeno una pagina della lettera che il nostro Padre ha scritto apposta per noi. Se vi arrivasse una lettera di un monarca della terra non prendereste sonno, non vi dareste tregua, finché non l'aveste letta tutta e capita interamente, e la lettera dell'Imperatore del cielo, del Padre della terra, è così trascurata da voi? Questa è veramente la lettera importante che tratta della vostra vita eterna, vi esorto quindi a leggerne un tratto ogni giorno e a meditare gli insegnamenti che il nostro buon Padre ci dà, prendendoli con docilità di figli.
Consideriamo come rivolte a noi le parole del Santo e chiediamo
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perdono per tutte le volte che abbiamo trascurato di leggere la lettera del nostro Padre o l'abbiamo stimata poco.
[Recitare] l'Inno al Creatore9 e la Preghiera di David10.

2. La sacra Scrittura è la via dell'apostolato. Questo significa che la sacra Scrittura e l'apostolato stampa hanno lo stesso modo [di comunicare]. Il Signore vuole salvi tutti gli uomini, questo è di fede e spiega la via, cioè il modo tenuto da Dio: «Deus vult omnes homines salvos fieri»11. È di fede che Dio ama tutti: «Colui che ama le anime»12, è detto nella Scrittura, e tutti furono invitati da Gesù: «Venite ad me omnes!»13, venite alla mia scuola. E ancora: «Ho altri uomini che non appartengono ancora al mio ovile e voglio chiamarli»14.
Per salvare gli uomini Dio volle [dare] la Scrittura e per salvare gli uomini Dio vuole l'apostolato.
Questo apostolato ha tre caratteri, segue una via che è: semplice, per tutti, scritta. La Scrittura non si rivolge a degli uditori presenti: Dio volle che Mosè scrivesse per parlare a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, perciò [ordinò] che fosse scritta perché l'insegnamento orale difficilmente sarebbe arrivato a tutti e non avrebbe conservato quel carattere di infallibilità che lo distingue. Anche l'apostolato si rivolge a tutti, non parla ad una scuola o in una chiesa, ma a tutti gli uomini e vorrebbe che tutti ricevessero [la buona stampa], per questo desidera tanti abbonamenti, non per lucro, ma per portare il bene a tutti. Quindi bisogna che si moltiplichi nelle lingue, che non ci sia nessuno che sappia leggere e rimanga senza la parola di Dio, e chi non sa leggere, ma ha gli occhi per vedere, abbia almeno un foglio con le figure. Questo è il gran problema dell'apostolato: la diffusione, [cioè] arrivare a tutti gli uomini, che ogni famiglia e ogni individuo abbiano un foglio almeno.
La sacra Scrittura è scritta in modo molto semplice, si adatta a tutti perché vuole arrivare a tutti. Il Maestro Gesù non cercava uditori scelti, parlava ai più umili e, quando aveva da insegnare
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o da predicare, cercava un mucchio di terra un po' più alto per sedervicisi e gli ascoltatori non cercavano banchi di noce e belle sale, ma sedevano sull'erba, nei prati e in riva al mare. Gesù predicava nella maniera più semplice, per paragoni, per esempi, e mentre Marta preparava un po' di minestra egli nella stanza vicina predicava, e mentre sedeva a mensa, insegnava; tutto così alla buona, come fratello a fratello. Ecco il carattere di Gesù: la semplicità.
I mondani quando vogliono insegnare le loro dottrine cercano pubblico scelto, da cui possano farsi applaudire, sale eleganti, libri con copertine eleganti e titoli sfarzosi; non è questo il carattere di Gesù: «Evangelizare pauperibus misit me Pater meus»15. Il distintivo che un apostolo della stampa ha veramente lo spirito di Dio è che cerca i più poveri. Non ricercate le scale di marmo, le persone ricche, ma cercate le scale di legno che scricchiolano sotto i vostri passi: «Evangelizare pauperibus...». Date libri semplici, adatti per tutti, non sporchi, né mal fatti, ma semplici e puliti, e rivolgetevi alla grande massa del popolo, perché su due miliardi di uomini, un miliardo e ottocento milioni sono poveri: questa è la gran massa a cui di preferenza si rivolgeva Gesù. Se vi sta a cuore di salvare il maggior numero di anime, rivolgetevi a questi.
La Scrittura e l'apostolato stampa hanno lo stesso modo, la stessa via: fissano la dottrina con la scrittura. L'apostolato della stampa è la continuità dell'opera di Dio che ordinò sempre di scrivere, incominciando da Mosè, ecc.16 Ritenete che proprio questa è la via voluta da Dio: scrivere, mirare a tutti, in modo speciale ai più semplici.
Facciamo adesso la nostra preghiera pensando a quegli uomini che vivono sulla terra e non hanno la fede. Nell'Asia, che ha una popolazione di un miliardo e cento quaranta milioni di uomini, solo otto milioni sono cristiani. Cosa vi pare? Quale pena [vedere] che il diavolo ha tanti adoratori e che Gesù, maestro di verità, volgendosi indietro veda dietro di sé così pochi
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seguaci! Pregate, pregate; chi vincerà? Chi saprà vittorioso dare al Signore se stesso, per dargli anime. Sulla porta del paradiso, chissà quante anime troverete ad aspettarvi e a ringraziarvi di averle salvate! Fate dei piccoli sacrifici nascosti che rendano fecondo il vostro apostolato, fatelo bene, con cuore puro, stampate bene, diffondete bene e pregate, pregate, perché tutto il bene che fate agli altri ve lo troverete sulla porta del paradiso a testimonianza della vostra vita spesa per loro; sarà lì ad aspettarvi e vi introdurrà felici nel gaudio eterno.
[Recitare] il Cantico di Tobia17 e la Preghiera di Giuditta18.

3. La sacra Scrittura è la vita dell'apostolato stampa. Questo per tre motivi:
a) Lo stesso motivo che ha mosso Dio a scrivere la lettera ai suoi figli muove l'apostolo della stampa a scrivere: «Amor mi mosse che mi fa parlare»19, è l'amore delle anime che muove. Dio con gran cuore verso i suoi figli scrisse quei libri divini e l'apostolo della stampa con il gran cuore che ha per tutti gli uomini vuole che la lettera di Dio arrivi a tutti.
Si dice sempre che se S. Paolo vivesse ora si farebbe apostolo della stampa, ed è per questo motivo: per far arrivare, con il mezzo più celere e più adatto, a tutti gli uomini che aveva nel cuore, la sua parola.
b) L'apostolo della stampa da chi prende la forza? La parola di Dio è efficace, è una spada che penetra nell'anima per dividerla dalle passioni: «Gladium est verbum Dei20, dice S. Paolo. E la spada che S. Paolo tiene in mano non è solo per significare il martirio suo, ma ancora significa che egli adoperò la parola di Dio per arrivare alle anime, per distaccarle dalla terra, per dividere le anime dalle loro passioni. La parola di Dio quanto è efficace! Mi raccontava una donna: Sono passate da casa mia due suore e mi hanno costretta a prendere un libro. Non l'avessi mai preso! Da quel giorno mia figlia ha incominciato a farmi dei discorsi che non mi aveva mai fatto e ad avere delle pretese mai a
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avute, dice che vuol farsi suora. L'ho detto io che quel libro mi ha messo in casa lo scompiglio! È la parola di Dio che agisce e fa così, perché quella figlia abbassando i suoi casti occhi sopra quel libro li ha poi rialzati su Dio. Ah, la parola di Dio è vita, è vita, è vita alle anime! S. Ignazio21 abbassò la testa sui libri del Vangelo: era un mondano, voleva farsi capitano di un valoroso esercito, ma quando alzò la testa era un apostolo. Era quel capitano che ha radunato un esercito potente: la Compagnia di Gesù che ha dato poi quel grande capitano che è S. Francesco Saverio22 il quale ha battezzato milioni di uomini. La parola di Dio accende i cuori, è la vita delle anime!
c) L'apostolato stampa e la Bibbia hanno la medesima vita, si appoggiano entrambi sulla preghiera, sulla grazia. Prima bisogna pregare e poi scrivere; prima pregare e poi portare. La dite sempre la preghiera prima di uscire per la propaganda?23. Pregate sempre prima di studiare? Il libro della Scrittura sembra un libro come gli altri, ma bisogna dare con esso la vita, perciò bisogna pregare prima di darlo. Anche il Pane eucaristico sembra un pane come l'altro, ma vi è Dio e non è più pane, è la Vita! Voi con la preghiera date a quel libro la vita perché produca frutti di salute eterna.
In questo momento, mentre voi siete qui raccolte a pregare ai piedi del Maestro, avete più forza e più efficacia di quelle che sono sul campo del lavoro, perché offrendo la vostra preghiera strappate le grazie a Gesù sacramentato.
Offrite sempre qualche piccolo sacrificio che accompagni il libro che date e pregate, pregate!
[Recitare] il Cantico di ringraziamento24 e la Preghiera per la salvezza di Israele25.
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* Ora di adorazione (nell'originale figura come titolo), alla Famiglia Paolina, in ciclostilato, pagine 5 (22,5x35), tenuta ad Alba il 15.1.1933. Non è indicato l'autore, ma da tutto l'insieme sembra sia stata predicata dal Primo Maestro. Al termine del ciclostilato è data la notizia della morte di mons. Giuseppe Francesco Re, Vescovo di Alba, avvenuta il 17 gennaio. Però questo testo non è qui riportato non essendo di Don Alberione.

1 Cf Mt 17,5.

2 Cf Mt 5,22.

3 Cf 1Cor 4,12.

4 Cf 2Ts 3,8.

5 Cf 2Cor 12,14.

6 Cf Gen 14,21: «Dammi le persone; i beni prendili per te». Espressione scelta da S. Giovanni Bosco come motto programmatico della Società Salesiana.

7 Cf Lc 10,7.

8 Gregorio Magno (ca.540-604), romano, Papa dal 590. Padre e Dottore della Chiesa; stabilì norme per il canto liturgico. Scrisse la Regola Pastorale e la vita di S. Benedetto e molti commenti alla sacra Scrittura.

9 Cf Sir 39,17-24 (Volgata).

10 Sal 16,1-8 (Volgata).

11 Cf 1Tm 2,4.

12 Cf Sap 11,26b.

13 Cf Mt 11,28.

14 Cf Gv 10,16.

15 Cf Lc 4,18: «Il Padre mio mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio».

16 Cf Dt 11,20: «Queste mie parole le scriverai sugli stipiti della tua casa»; Dt 27,8: «Scriverai su quelle pietre tutte le parole di questa legge»; Is 8,1; Ap 19,9.

17 Cf Tb 13,2-12 (Volgata).

18 Cf Gdt 16,15-21 (Volgata).

19 Alighieri Dante (1265-1321), sommo poeta italiano. Cf La Divina Commedia, Inferno II,70.

20 Cf Ef 6,17: «La spada dello Spirito, cioè la parola di Dio».

21 Ignazio di Loyola (1491-1556), spagnolo. Fondatore della Compagnia di Gesù. Sua opera principale: Gli Esercizi spirituali.

22 Francesco Saverio (1506-1552), gesuita spagnolo, missionario in India e Giappone.

23 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 224-225.

24 Cf Is 26,1-10.

25 Cf Lam 5,1-22.