22. AMARE LE ANIME CON IL CUORE DI GESÙ *
La nostra devozione speciale è questa: a Gesù Maestro e, nel primo venerdì del mese, è assai bene che noi ci raccogliamo tutti insieme ai piedi di questo Maestro per imparare le divine verità che escono dalla sua bocca e quasi più dal suo cuore, perché è il cuore che ha fatto parlare il nostro divin Maestro, è il cuore eucaristico di Gesù che ha tante cose da dire ai nostri cuori. Figliuoli, accostiamoci a questo Cuore divino per imparare la scienza e la sapienza che scaturisce da lui.
Ci accostiamo oggi al nostro divin Maestro per pregarlo che faccia santo il nostro cuore, perché è specialmente l'interno che bisogna santificare. È facile aggiustare l'esterno, tanto da apparir buoni, ma bisogna guardare che, per disgrazia, la bontà esteriore non copra un cuore malato, bisogna che la nostra bontà sia un riflesso della bontà interna, delle virtù che arricchiscono la nostra anima.
In questo mese dobbiamo moltiplicare le preghiere perché sempre più vivo sentiamo il bisogno di ricevere grazie e aiuti soprannaturali e più sentito è il bisogno di pregare per i fratelli lontani. Quanto sentono essi il bisogno delle nostre preghiere! Qui la vita è tranquilla, nuotiamo nell'abbondanza delle grazie, sono innumerevoli gli aiuti che si ricevono in Casa madre, ma purtroppo non sappiamo neanche apprezzarli abbastanza, perché l'abbondanza della casa paterna si riconosce solo quando se ne è lontani; noi che ne godiamo, ricordiamoci dunque di pregare per i fratelli che ne sono lontani e ne sentono il bisogno.
Ma se grande è il bisogno di grazie sentito dai nostri fratelli lontani dalla casa paterna, assai grande è pure il bisogno di grazia che abbiamo noi per capire e apprezzare abbastanza i benefici grandissimi della casa paterna. Pregheremo dunque il Signore
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per chiedergli perdono delle nostre ingratitudini, delle nostre incorrispondenze, delle nostre indifferenze, dei nostri peccati, e in riparazione della stampa cattiva, atea, che si scaglia contro tutto ciò che è soprannaturale, che vuol legare gli uomini alla terra e toglier loro la speranza del cielo, togliere Iddio e mettere il piacere e tutto ciò che è solo terra. Ma in mezzo a tanto dilagare di fango quale mai la storia aveva visto fin ora, i benefici della redenzione vanno anche estendendosi: Gesù entra sempre più addentro nelle anime col suo spirito evangelico ed eucaristico; e che belle anime glorifica in questi giorni la Chiesa! Quanti trionfi riporta la nostra fede! Ma è anche vero che lo spirito del male non lascia di compiere la sua opera devastatrice e va moltiplicando i suoi sforzi per accrescere il male1 e moltiplicare in tutte le forme il male stesso. Si è giunti a un punto mai registrato dalla storia: l'ateismo organizzato contro ogni principio soprannaturale. Preghiamo dunque, perché il divin Cuore di Gesù metta argine a tanto male e sempre più larghi siano i frutti della sua redenzione.
Stamattina, continuando l'argomento delle meditazioni sullo stato religioso incominciate ieri e che continueranno nel corso del mese, vedremo altri due Ordini religiosi che si sono dedicati alla liberazione o al riscatto degli schiavi: i religiosi della SS. Trinità o Trinitari, e i Mercedari. Ogni Ordine che sorge nella Chiesa è un commento di qualche versetto del Vangelo. Il B. don Bosco commentò: «Lasciate che i pargoli vengano a me»2; il B. Cottolengo: «La carità di Cristo ci sospinge»3. Commentare la sacra Scrittura non è solo aggiungere quelle note che noi troviamo in fondo a ciascuna pagina, non è solo spiegarla a voce, non è aggiungervi un commento musicale, tutte cose buone, ma il commento migliore lo fecero i santi, non con un commento di filologia o altro, ma con tutta la loro vita e con le loro opere: ecco il più bel commento!
I due Ordini che abbiamo sopra citato, hanno commentato questo versetto della Scrittura: «Redemptionem misit populo suo»1. Essi hanno preso questo versetto come parola d'ordine,
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come programma e cosa hanno poi fatto? Nel XII e XIII secolo i musulmani o maomettani invadevano l'Europa e cercavano di far piegare i cristiani alla religione della mezzaluna: i soldati li uccidevano, le donne le guastavano, i fanciulli li corrompevano, miravano ad accaparrarsi i giovani. Quale rovina! Rovina di giovani, di anime e di corpi: le miserie si moltiplicavano e con esse le stragi. I cuori si commossero e sorsero i grandi istitutori dei due Ordini suaccennati, dedicati alla redenzione degli schiavi. S. Giovanni di Matha5 e S. Felice di Valois6 istituirono l'ordine dei Trinitari, che indossavano l'abito bianco con una croce azzurra sul petto.
Nel XIII secolo, mentre la parte più fiorente della Spagna gemeva sotto il giogo musulmano, la santa Madonna apparve in sogno a S. Pietro Nolasco7 e contemporaneamente a Giacomo re d'Aragona8 e a S. Raimondo di Pennafort9, confessore di entrambi, dicendo loro che avrebbe assai gradito che venisse istituito un Ordine di religiosi, i quali curassero la redenzione degli schiavi dalle mani dei turchi. Il 10 agosto 1218 i tre uomini iniziavano il nuovo Ordine per la redenzione degli schiavi e lo chiamavano di S. Maria della Mercede. S. Raimondo fu egli pure schiavo dei turchi, i quali lo assoggettarono a inaudite torture e [per questo] il Papa lo canonizzò.
Ciò che vi è di grande in questi due Ordini è il mirabile eroismo: i religiosi raccoglievano delle somme industriandosi in mille modi e con esse riscattavano gli schiavi, predicavano la fede e convertivano spesso anche i loro padroni. Ma un quarto voto li obbligava a una ben dura prova: nel caso che non avessero potuto raggiungere la somma richiesta per la liberazione di uno schiavo, essi erano obbligati a sostituirsi allo schiavo stesso, pur di procurargli la libertà. Allora si vedevano i poveri religiosi lavorare
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sotto la sferza crudele dei musulmani, sottoposti a ogni fatica più dura, a ogni tormento, e quando per l'età diventavano inutili per il lavoro, venivano venduti per le arene, dove finivano in pasto delle belve che nei pubblici spettacoli servivano a divertire il popolo.
Veniamo ora a qualche applicazione pratica. Prima di tutto un atto di grande umiliazione per noi e di grande ammirazione per questi eroi della carità; oh, come sono piccole e meschine le nostre virtù! Noi a volte non sappiamo sopportare un piccolo sacrificio della vita comune, del silenzio, del raccoglimento, mentre vediamo queste legioni di eroi dare la propria libertà per un fratello fino allora sconosciuto, sottoporsi ai lavori più gravosi, lasciarsi picchiare a sangue, e per chi? Per liberare uno schiavo, un'anima redenta dal sangue di Gesù; spesso davano la loro vita per salvare dalla schiavitù un'anima sola! Oh, beati voi che avete penetrato così a fondo il segreto spirituale del cristianesimo e di Gesù Cristo stesso! Io non so trovare parole convenienti per esaltare questi eroi che imitarono così fedelmente, così da vicino il divin Maestro. L'ideale di questi eroi era di andare a morire per salvare le anime: ecco lo spirito di Gesù Cristo!
Soltanto nella vera virtù, nella vera umiltà, nel sacrificio si trova il vero spirito di Gesù Cristo: soffrire per salvare, umiltà per avere grazia e giungere alla più completa abnegazione. Figliuoli, veniamo dunque ad acquistare un altro spirito, un altro cuore, il cuore di Gesù, il quale si commoveva alla vista di tante miserie: «Ho compassione di questa gente!»10. Gettiamo lo sguardo sopra le anime che sono ancora sotto il dominio di satana, le anime su cui il Vangelo non ha ancora diffuso la sua luce: in Asia vi è più della metà degli abitanti della terra e sono ancora nella più oscura ignoranza della fede. Mettiamo dunque al posto del nostro cuore il cuore di Gesù, sentiamo anche noi pietà di questo popolo senza fede che, mentre i pellegrini affluiscono a Roma per godere dei frutti della redenzione, non ne conosce i frutti, non ne ha i benefici, eppure il sangue di Gesù è stato sparso anche per esso!
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E noi, che siamo già a parte dei frutti della redenzione, facciamo ancora tanti peccati e specialmente peccati di cuore: il cuore è dissipato, la fantasia domina, le energie si disperdono come acque senza riva, mentre se tutte le energie si concentrassero a voler veramente farci santi, quanto presto lo diventeremmo! Io vorrei dire a ogni cuore in particolare: Alzati, il cuore di Gesù ti chiama, perché ti perdi in sciocchezzuole? Grandi sono i tesori da acquistare per il cielo, e vastissima è la scienza da apprendere sulla terra, e perché ti perdi in vanità? «Magister adest et vocat te»11.
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* Meditazione, alla Famiglia Paolina, in ciclostilato, fogli 2 (22,7x34), tenuta ad Alba il 2.6.1933, dal “Primo Sig. Maestro”. Nel ciclostilato il titolo è così indicato: “Primo Venerdì”.
1 : Originale: “e togliere ancora il male dal male”. Espressione eliminata.
2 Cf Mc 10,14.
3 Cf 2Cor 5,14.
4 Cf Sal 111,9: «Mandò a liberare il suo popolo».
5 Giovanni di Matha (1160-1213), francese, sacerdote, teologo, fondatore dell'Ordine della SS. Trinità o Trinitari per la liberazione dei cristiani, schiavi in terra musulmana.
6 Felice di Valois (1127-1212), francese, eremita. Con S. Giovanni di Matha è fondatore dell'Ordine dei Trinitari.
7 Pietro Nolasco (1180-1249), spagnolo. Nel 1218 diede principio all'Ordine religioso-cavalleresco dei Mercedari per riscattare i cristiani fatti schiavi dai mori.
8 Giacomo I, il conquistatore (1208-1276), spagnolo, conte-re di Catalogna-Aragona.
9 Raimondo di Pennafort (1185-1275), spagnolo, sacerdote, domenicano.
10 Cf Mc 8,2.
11 Cf Gv 11,28: «Il Maestro è qui e ti chiama».